Che cos'è lo gnosticismo?


Parte 2

Secondo Pistis Sophia, un manoscritto antico datato nel II secolo d.C., dopo la sua resurrezione, Gesù non ascese dopo i quaranta giorni di cui narrano i vangeli canonici, ma rimase sulla terra insieme ai suoi apostoli per altri undici anni, per completare l’insegnamento dei misteri che lui stesso ha appreso durante la discesa, la trasfigurazione e l’ascesa, necessarie per il completamento della conoscenza stessa. Cristo risuscitato, per via occulta, insegna a pochi eletti i misteri della salvezza, accompagnati dalle rispettive esperienze personali da compiere.

Nei primi secoli del cristianesimo antico esistevano tante comunità cristiane che avevano l’obbiettivo di comprendere e mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo.
Con il Concilio di Nicea del 325 d.C., convocato dall’imperatore Costantino I con lo scopo di tracciare una volta per sempre una linea guida per impedire la proliferazione di opinioni, conoscenze, pratiche e filosofie che potessero minacciare la stabilità e la fioritura dell’impero stesso, vanno eliminate una serie di correnti di pensiero e pratiche di vita appartenenti al cristianesimo antico, e con esse anche gli scritti che testimoniavano gli insegnamenti sui quali sono state fondate. Tra i 1800 vescovi in funzione in quel momento nell’impero romano d’oriente e quello d’occidente, tutti
convocati al concilio tramite una bolla imperiale, si presentarono solamente tra 220 e 318 di loro, come alcune fonti dell’epoca confermano, e sotto minaccia di esilio, votarono provvedimenti che avevano scopi politici e imperiali. Il vero e completo insegnamento di Gesù Cristo, insieme alla trasmissione e la circolazione della Parola di Dio, fu ufficialmente represso.

Cristo ha aperto la porta e, con la sua discesa e ascesa, ha tracciato la strada di ritorno nel paradiso perduto, che è una zona mentale di coscienza cristica. Ognuno è libero e capace di arrivarci, seguendo gli insegnamenti che Gesù ci ha lasciato. Però, come sta scritto nel Vangelo greco di Tommaso, che riprende le parole di Gesù stesso: “I farisei e gli scribi hanno preso le chiavi della conoscenza; essi stessi le hanno nascoste. Né sono
essi entrati, né hanno permesso a chi è in procinto di entrare, di entrare”.
La Parola di Dio si è conservata grazie ai monaci e ai padri eremiti del Monte Athos e del Monte Sinai, che hanno vissuto in solitudine e santità, lontani dai protocolli ufficiali della Chiesa, e che hanno lasciato testimonianze di come usare la parola di Dio e il pensiero creativo per accedere al regno di Dio, che può essere identificato nel mondo quantistico descritto dalla fisica moderna, in cui funzionano i principi della non località, del teletrasporto, della sincronicità o dell’entanglement, principi convalidati dalla scienza soltanto duemila anni dopo.

In questo contesto non importa così tanto in quali circostanze precise si sia persa o allontanata una parte degli insegnamenti di Gesù, specialmente quelli rilasciati ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione. L’importante è che questi insegnamenti, o almeno una parte, siano stati ritrovati, tradotti e resi disponibili al pubblico. La domanda è: cosa faremo con essi e come ognuno di noi li userà da ora in poi?

In questi testi antichi, datati fra il II e il IV secolo d.C., Gesù trasmette la conoscenza di vita allo scopo della salvezza. Non compie miracoli, né svela profezie, non si sacrifica per i peccati di nessuno. Gesù trasmette la conoscenza di sé, che è l’informazione quantistica dell’Io Sono sulla quale è costruito il proprio essere. Questa informazione è la Conoscenza di Sé dell’Essere Cristo, e viene trasferita come conoscenza di sé in coloro che la comprendono. È la conoscenza ultima, o per meglio dire “prima e ultima”, è la radice dell’albero della conoscenza e segna l’entrata nell’Albero della Vita.

 La conoscenza è importante quanto la fede. Ogni umano deve conoscere sé stesso per potersi salvare, la conoscenza stessa è portatrice di salvezza. Quello che impedisce che il proprio ritorno alla vera condizione umana avvenga non è il peccato, ma l’ignoranza e l’oblio. O, detto in un altro modo, il peccato più grande è l’ignoranza. L’ignoranza è uno stato mentale di vuoto esistenziale. La morte stessa è un vuoto esistenziale. Gesù ci esorta non più verso la fede, ossia verso il “credere” nel Salvatore, ma verso il proprio e il personale salvarsi, nato da un impegno costante che consiste nell’aprire la mente, usare il pensiero logico, prendere il modello della natura, osservare se stessi, riflettere, ricordare che ogni cosa è nella volontà di Dio e fa parte di un ordine più grande in cui tutto si muove nella giusta direzione e tutto accade nelle giuste circostanze.

Gesù ci offre la conoscenza di se stesso, che è un’informazione quantistica. Questa informazione è la Parola vivente che esce dalla bocca di Cristo ed entra nella bocca di chi la riceve come Vita. “Chi beve dalla mia bocca non assaggerà la morte”, proclama Gesù nel Vangelo di Tommaso. Non si tratta di sentire con l’orecchio le parole pronunciate, ma di ricevere nella bocca il soffio di vita direttamente dalla sua sorgente.
Questa informazione supera qualsiasi forma di energia, in quanto cambia totalmente il codice informazionale del ricevente stesso. È un tipo di informazione specifica per ogni essere vivente. Ogni regno creato possiede la propria informazione quantistica o “mistero”, che è la struttura portante sulla quale si costruisce il proprio essere. Coloro che ricevono l’informazione quantistica da Cristo e riferita all’Essere Cristo, hanno l’occasione di azzerare e poi rinnovare il proprio tempo, cioè di entrare in un tempo
nuovo che contiene una nuova informazione, riferita all’Essere Amen, la Nuova Umanità.

Dando la propria vita, Gesù Cristo ha realizzato un ponte di trasferimento in questa nuova dimensione. Lui ci viene incontro, riempie la nostra ignoranza - che è la morte - con la vita, la sua vita. Ci incoraggia e ci considera uguali a lui. “Chi beve dalla mia bocca diverrà mio pari; io stesso diverrò quella persona e le cose nascoste saranno rivelate a quella persona”, dice Gesù nel Vangelo di Tommaso. Nel Secondo Discorso del Grande Seth, aggiunge: “Io sono in voi e voi siete in me, come il padre è in me e in voi, senza alcun inganno”.

I vangeli gnostici non annullano ma completano i vangeli canonici. I vangeli canonici narrano cronologicamente eventi che si suppongono esistiti in un momento storico ben preciso, eventi dei quali gli apostoli sono stati testimoni, in cui Gesù, come protagonista, realizza miracoli, guarisce malati, risuscita morti, cammina tra la gente e insegna un modo nuovo di vivere, annuncia la sua morte, muore crocifisso e risuscita tre giorni dopo. Nei vangeli gnostici Cristo, negli undici anni passati sulla terra dopo la resurrezione, introduce i suoi discepoli nei misteri della Vita, sperimentati da lui stesso con la morte e la risurrezione. Gesù diventa Cristo dopo la sua risurrezione, prima non
lo era. Con la morte e la risurrezione, Gesù ha raggiunto la qualità di Cristo e ha aggiunto una dimensione nuova all’universo e, di conseguenza, all’essere umano. L’essere umano ha acquisito in eredità un nuovo anello di crescita, un’età eonica nuova, ancora da scoprire, conoscere, assumere e sperimentare. L’uomo è come un re che possiede
un regno ma non è mai andato a visitarlo nei suoi più lontani (o più profondi) confini e così non può beneficiare completamente delle sue ricchezze. Nei vangeli gnostici Cristo risuscitato svela i misteri di questo regno interiore ed esteriore che funziona secondo le leggi della fisica quantistica e che può essere visitato, sperimentato e abitato da tutti gli esseri umani. La morte non è necessaria. Finora la morte avveniva a causa dell’ignoranza. Ora, che la conoscenza di vita ci è stata rivelata, la morte è la conseguenza della sola pigrizia e dell’inerzia indolente della mente umana, troppo a lungo abituata alle comodità di una prigione in cui la responsabilità della propria vita viene affidata ai propri carnefici.

Gesù Cristo crea un precedente di risurrezione e segna così la generazione di una nuova specie umana, l’Uomo Cristo, il Tre Volte Sapiens, l’umano perfetto. È questo il tipo di mistero che sta celato nei testi chiamati gnostici ed è nostro compito svelarlo.
“Se avete compreso tutto quel che vi ho detto, voi diverrete immortali...”. (Il Dialogo del Salvatore)

 di Elena Sanda Chira

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