PERCHE' LA NUOVA UMANITA' 

SI CHIAMA AMEN?





 (estratto dal libro Amen laNuova Umanità, pagina 106-109)

 


“Amen” è una parola ebraica, con simili corrispondenze in altre lingue: Amen in ebraico e in armeno, Amin in russo e georgiano, Améni in greco, Āmīn in arabo. La sua accezione più diffusa è quella di “formula o dichiarazione o affermazione di fede”, ritrovata nella Bibbia ebraica, in quella cristiana e nel Corano come formula conclusiva per preghiere e inni.

L’avverbio ebraico “ámén” significa soprattutto “certamente”, “in verità” o “così sia”. Etimologicamente deriva dal verbo “aman”, che significa “essere fermo, stabile”, ma anche “educare”. In aramaico, come in ebraico, esiste una forma del verbo che si chiama “causativo” (qualcuno causa qualcosa) e si traduce con “fare essere”, “far fare, far dire, far parlare, ecc.”. La forma causativa del verbo “aman” significa “fare stabile, rendere sicuro, rendere fermo”. Come significati derivati troviamo anche “esser certo, sicuro”, “essere veritiero, vero”, e anche “resistere”, “credere “. Il significato più profondo che risulta da questa forma verbale è che la fede è “causata” da Dio che prende iniziativa, viene incontro e fa stabile l’uomo, lo rende fermo e sicuro.
Nella liturgia cristiana la parola “amen” viene usata come risposta dei credenti alla fine delle preghiere liturgiche e ha il compito di esprimere l’assentimento per ciò che è stato appena detto e la supplica che la preghiera sia esaudita. Il suo significato più profondo è collegato all’affidamento, all’ascolto e alla sottomissione alla volontà di Dio. I rabbini ebrei indicavano l’uso della pronuncia della parola “amen” come formula unica o riassunto di tutta la preghiera quando non c’era tempo per seguire i rituali nella loro forma completa.
Nella teosofia la parola “Amen” viene interpretata come derivata dal nome del dio egizio Amon, che a volte si pronuncia Amen. I praticanti di certe religioni orientali sostengono invece che la parola abbia radici in comune con la parola sanscrita “Aum”, pronunciata anche “Om”, un termine che ha il significato di “solenne affermazione” e viene spesso ritrovato nella letteratura vedica indiana. “Aum” o “Om” è “il più sacro e rappresentativo simbolo della religione induista, oggetto di riflessioni teologiche e filosofiche e strumento di pratica religiosa e meditativa”.


La corrispondenza di uso e di significato è evidente. La Taittirīya Upaniṣad (un testo vedico collegato al Kṛṣṇa Yajurveda) afferma esplicitamente che: “Oṃ è il Brahman, Oṃ è tutto l’universo”. O anche: “Il
quarto non corrisponde a un elemento, è non misurabile, è al di là della manifestazione e non agisce; è calmo e non duale. Tale è la sillaba Oṃ, in verità è l’Ātman”
.
La composizione quaternaria dell’Amen (Aum, Om), di cui qui dà indizio la parola il “quarto”, è specificata anche da Gesù nel Vangelo di Giacomo: “Beato chi ha veduto sé stesso come ‘quarto’ nel cielo”.

Nell’Apocalisse, un testo appartenente al Nuovo Testamento, Giovanni, che ha seguito realmente Cristo, e che è stato rimandato indietro per raccontare quello che ha visto nel futuro, assiste alla vittoria finale e sente le parole di Cristo che si autoproclama “Amen”. Nel messaggio che trasmette alle sette chiese, Gesù si nomina, all’inizio di ognuna delle lettere in termini come questi:
“Così parla il Primo e l’Ultimo, colui che giacque morto e poi risuscitò”; “Così parla colui che possiede i sette Spiriti di Dio e le sette stelle”; “Così parla il Figlio di Dio...”; “Così parla il Santo, il Verace...”.
Alla fine della sesta lettera, quella inviata all’angelo della chiesa di Sardi, Gesù Cristo disse: “Vi scriverò il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo da presso mio Dio, e, inoltre, il mio Nome nuovo. Subito dopo, all’inizio dell’ultima delle sette lettere, quella inviata all’angelo della chiesa di Laodicea, Cristo disse a Giovanni di trasmettere questo messaggio:
“Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della Creazione di Dio”.
Il messaggio è chiaro: Amen è il nuovo Nome di Cristo. Attraverso la morte e la risurrezione Cristo si è moltiplicato e questa moltiplicazione dell’Umano Perfetto costituisce la struttura energetico-informazionale di un nuovo Essere Vivente: Amen, la Nuova Umanità.


Cristo è diventato Amen
. Dio è cresciuto e ha acquisito una quarta metà, oltre alle tre contenute nella Trinità. Amen è il Dio Quaternario.

Dunque, oltre ad essere una recita all’inizio e alla fine delle preghiere, una dimostrazione di fede, un simbolo, sillaba sacra o mantra, Amen è un nome proprio, il nome che il Padre ha dato al Figlio, nome che ora va trasferito ai figli del Figlio diventato Padre. Dio è passato ad un altro livello di esistenza, diventando una Quaternità: Dio Padre, Dio Spirito Santo, Dio Figlio e Dio Amen. Dio Padre è l’informazione quantistica originaria che definisce tutta la creazione e ogni suo singolo modulo esistenziale. Dio Spirito Santo è l’energia del più alto livello che contiene l’intero spettro energetico al suo interno, la forza della vita che mette in moto il processo creativo e sostiene la sua realizzazione. Dio Figlio è la terza metà dell’Essere Dio, la manifestazione materiale dell’Informazione quantistica e dell’energia Spirito Santo in un essere umano incarnato in corpo materiale, Dio fatto Uomo. Dio Amen è la Nuova Umanità, è il Cristo moltiplicato, la quarta metà dell’Essere Dio. Amen è il Dio Quaternario che contiene, unifica e rende stabile la Trinità.


Attualmente sul nostro pianeta esistono due entità chiamate “umanità”. Quella che solitamente chiamiamo umanità, di cui ci chiediamo che fine avrà e per la cui sorte ci preoccupiamo, in realtà non esiste veramente come unità o modulo esistenziale, in quanto non ha una struttura energetico-informazionale distinta e propria. L’uomo è l’ultima creazione ordinata da Dio Padre attraverso la Parola, la più completa, fatta a sua immagine e somiglianza. L’umanità non è stata “ordinata” nell’atto di creazione. L’umanità che ora sta per nascere è fatta nell’immagine e nella somiglianza di Dio Figlio, il Cristo, che contiene l’immagine del Padre e quella dello Spirito Santo.
Quello che finora chiamavamo “umanità”, non lo è veramente. Sembra un essere vivente, un unico pesce grande, con un interno e un esterno, in cui ogni cellula ha il suo compito ben preciso, ma in realtà e soltanto un banco di pesci, in cui i più grandi cacciano e divorano i più piccoli. Questa cosiddetta umanità si fa a pezzi, si riunisce e si ricompone in forme diverse secondo le condizioni contestuali.

L’umanità in cui abbiamo vissuto finora non è un modulo esistenziale vivente e non è stata né creata né generata. È soltanto un’invenzione umana. Assomiglia a un mostro informe con più teste che vive al buio e divora pezzi di sé stesso. Credo che nella sua visione descritta nell’Apocalisse, quello che Giovanni ha visto nelle sembianze di una bestia a sette teste fosse proprio quello che noi chiamiamo “umanità”. Questa umanità sta cambiando in continuazione la sua forma, perché non esiste un’informazione quantistica che la possa definire e rendere compiuta, stabile e coerente. Essa si sta consumando da sola, ingoiata da sé stessa.
L’Umanità Nuova, che è stata generata dall’Essere Cristo diventato Amen, contiene
(“contenere” significa “amare”)  l’umanità vecchia al suo interno, senza essere mescolata a essa, ma collegata attraverso un tipo di cordone ombelicale che costituisce il tunnel spazio-temporale che assicura il passaggio o il trasferimento inter-dimensionale di coloro che hanno completato la loro evoluzione. 

L’Umanità Amen è costituita dall’informazione quantistica propria, che indica cos’è, come è organizzato e come funziona questo modulo esistenziale auto-generato, insieme all’energia del settimo livello, lo Spirito Santo, necessaria per realizzare questo essere e completata dalla materia vivente altamente organizzata, indispensabile per manifestare la sua realizzazione. Questa materia altamente organizzata è la materia di cui è costituito il corpo umano trasfigurato dall’Amore e dalla Conoscenza di sé.

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