Che cos’è Nous di cui si parla nel Vangelo di Maria Maddalena?

 


Noûs è un termine che in greco antico indica, a partire da Omero, la facoltà di comprendere un evento o le intenzioni di qualcuno, la facoltà mentale, quindi l'intelletto.

R. Broxton Onians (1899-1986), professore inglese di filologia classica, nella sua opera maggiore Le origini del pensiero europeo, rileva come nel periodo più antico di molte culture si possa rintracciare una «primordiale individuazione dell'importanza delle parole per il pensiero» e dell'associazione di queste «al respiro insieme al quale vengono emesse». Nei poemi omerici, secondo lo stesso autore, il pensare, il Nous, si identifica con il parlare, la cui sede è in organi corporei che vanno dal petto alla bocca: «Esso ha sede nel petto, e …come risulta da almeno due passi, sembra venisse identificato con il cuore», come sembra confermare successivamente Empedocle quando sostiene che il cuore «dimora nel mare di sangue che ribolle intorno a esso, laddove principalmente si trova ciò che gli uomini chiamano pensiero [noema]». Ma sempre nell'Iliade Poseidone apostrofa Apollo come colui che ha un "cuore privo di Nous” e inoltre nell' Odissea Nous sembra esprimere piuttosto un obiettivo o un risultato di un'azione della coscienza, il che dimostrerebbe che in origine il Nous non indicasse una parte del corpo.

In Omero il Nous risulterebbe collegato alla percezione visiva degli accadimenti dove, tuttavia, più che intenderlo come percezione sensoriale viene indicato come capacità di essere consapevoli in modo immediato della circostanza o dell'avvenimento a cui si assiste e di capire le vere intenzioni, al di là di ciò che appare, di qualcuno. Il Nous, distinto dagli organi di senso viene quindi ritenuto infallibile e di natura divina.

Il Nous esprime, quindi, nei poemi omerici, «sia un movimento specifico, un proposito, sia un'entità in certo modo stabile, ciò che mette in movimento, la coscienza funzionale allo scopo». Il Nous possiede anche il significato di "intelligenza" o "intelletto" ma a differenza di queste non è evidentemente materiale e quindi non può essere ferito dalle armi. Non è nemmeno semplice "intelletto" in quanto risulta dinamico ed emotivo: «Il Nous vede, il Nous sente: tutto il resto è sordo e cieco.» (Epicarmo)

Nell'ambito della filosofia greca il termine Nous lo incontriamo per la prima volta con una sentenza di Talete, almeno per quanto attiene a ciò che riferisce Diogene Laerzio: «[Di tutti gli esseri...] il più veloce è l'intelletto (Nous), perché corre ovunque.»

Pitagora avrebbe sostenuto che la nostra anima sarebbe composta dalla tetrade: Nous (intelletto), conoscenza, opinione e percezione.

Eraclito identifica Nous con una sapienza originaria che dovrebbe essere una caratteristica comune di tutti gli uomini. Alcuni parlano con Nous, ma l'erudizione non è segno della presenza di Nous.

Parmenide parla di Nous per indicare l'attività noetica che sola realizza la vera conoscenza, che è diversa dall’intelletto.

Con Anassagora il termine Nous emerge in tutto il suo significato metafisico. Per lui il Nous, l’"Intelligenza divina", come potenza attiva e ordinatrice, organizza il caos e crea così il mondo. Il Nous separa le cose che prima erano mescolate..

Aristotele ricorda che se per Anassagora il Nous ha messo in moto l'universo originando tutte le cose, ed essendo la causa del bello e dell'ordine, non distingue chiaramente tra il Nous e l’anima.

Per quanto attiene alla "natura" del Νous (l'Intelligenza divina), concepito da Anassagora, Eduard Zeller (1814-1908), uno storico della filosofia tedesco, considerandolo come essere incorporeo lo traduce con il termine tedesco Geist (Spirito). Di tutt'altro avviso è Giovanni Reale (1931-2014), storico della filosofia italiano, per il quale il Νoûs va certamente considerato "materia": « … una materia che, per la sua privilegiata natura, può mescolarsi alle altre cose senza che queste si mescolino con essa.»

Socrate si dice entusiasta del Nous di Anassagora, ma poi esprime la sua delusione proprio perché ritiene che non ne abbia tratto tutte le conseguenze, non avendogli attribuito un'intenzionalità.

 Platone, con la figura del Demiurgo, il "divino artefice", creatore del cosmo, che plasma la materia in conformità con il modello delle Idee, aggiunge l’intenzionalità, la causa razionale e provvidenziale.

Per Aristotele il Nous è la causa finale del mondo. È il motore immobile che attrae a sé le cose del mondo. Le cose tendono verso di lui spinte dall'ammirazione e dall'amore. Il Nous divino è il primo motore immobile, suprema perfezione, causa finale che attrae a sé «come la cosa amata» ogni essere che aspiri alla completezza della sua natura. La sua attività noetica o noesis, è una comprensione di altro come sé stesso («l'Intelligenza divina sarà una cosa sola con l'oggetto del suo pensare.»)

La domanda di Aristotele a cui tentarono di rispondere tanti altri filosofi e teologi antichi era se il Nous facesse parte dell'anima umana o piuttosto della divinità, fornendo risposte differenti. Secondo Aristotele il Nous muove il tutto in qualità di causa finale, capace di attrarre a sé in quanto oggetto d’amore; la sua attività consiste nell’atto della contemplazione della sua stessa essenza intellegibile. In Aristotele si ritrova un’altra caratterizzazione del Nous destinata a segnare profondamente la storia del pensiero filosofico occidentale: si tratta della nozione di “intelletto attivo”, introdotta nel trattato Sull’anima; il Nous vi è descritto come separato e impassibile, immortale ed eterno.

Aristotele introduceva inoltre la nozione di Nous come intuizione intellettuale, una facoltà che intuisce i principi indimostrabili.

Il Nous per Plotino (III secolo) è la prima emanazione dell’Uno, ma non è il creatore del mondo perché non è dio; esso emana da Dio, come la luce da una sorgente.

Il Nous di Plotino non è neanche assimilabile al demiurgo platonico perché non opera in vista di un fine: esso genera o crea involontariamente, come conseguenza del proprio "pensarsi", del proprio riflettere su se stesso. È in questo modo che dal Nous ha origine l'”anima del mondo", sorgente della vita e dell'universo, che si moltiplica poi in tutti gli organismi.

Recuperando istanze sia platoniche sia aristoteliche, i neoplatonici tenderanno a individuare nel Nous la seconda delle tre ipostasi del divino, dopo l’Uno e prima dell’Anima, alla quale il Nous fornisce le forme razionali.

Uno-Nous-Anima

 

Nous è, secondo il mio parere, quella parte intuitiva, intellettiva di ogni essere umano attraverso la quale l’Uno manifesta se stesso come Molteplicità. Ogni parte dell’Uno comunica attraverso il Nous con tutte le altre parti e a livello noetico ogni pensiero espresso da ogni essere umano è stato generato da un’unica sorgente. Penso inoltre che il Nous originario, tradotto in termini attuali, rappresenti l’informazione quantistica originaria che è la sostanza di Dio inserita attraverso il flusso di vita in ogni essere umano e che funzioni come un organo di senso immateriale posizionato nel cuore, la sede del centro energetico-informazionale dell’amore. Questa sede è inoltre la quinta dimensione spazio-temporale dove tutti coloro che usano attivamente il proprio Nous o informazione quantistica e manifestano la potenza divina si stanno auto-organizzando ora in questa nuova zona di coscienza generata da Cristo, per costruire insieme la Nuova umanità e rifare così il corpo di Cristo come Amen, con la conseguenza di riportare la Molteplicità all’Uno in un nuovo livello evolutivo o fase di esistenza.

Di Elena Sanda Chira

 

 

Fonte: selezione dal Dizionario Treccani e Wikipedia

Vedi anche l’articolo di Gaetano Lettieri https://www.academia.edu/12303523/Il_nous_mistico_Il_superamento_origeniano_dello_gnosticismo_nel_Commento_a_Giovanni_

 

 

Commenti

Post popolari in questo blog