Apocalisse di Paolo
Inizia la
visione di san Paolo apostolo *
Passerò alle
visioni e rivelazioni del Signore. Conosco un cristiano che quattordici anni
addietro, se con il corpo o se fuori del corpo non lo so - lo sa Dio, - fu
rapito fino al terzo cielo; so che quest'uomo, se con il corpo o se fuori del
corpo non lo so - lo sa solo Dio -, fu rapito in paradiso e udì le parole
arcane che agli uomini non è lecito pronunciare. Mi glorierò di costui. Quanto
a me non ho nulla da gloriarmi all'infuori delle mie debolezze.
[1] Quando divenne
di pubblico dominio? Sotto il console Teodosio Augusto, il Giovane, e Cinegio,
a una persona onorata abitante a Tarso nella casa che fu di san Paolo apparve
una notte un angelo del Signore per rivelargli di scavare le fondamenta della casa
manifestandogli ciò che avrebbe poi trovato; ma quegli ritenne che si trattasse
di una illusione.
[2] Ma quando
l'angelo venne per la terza volta, lo fustigò e lo costrinse a scavare le
fondamenta Dopo aver scavato trovò uno scrignetto di marmo con iscrizioni sui
lati: in esso si trovava la rivelazione di san Paolo e i sandali con i quali
camminava allorché insegnava la parola di Dio. Quegli però non ardì aprire lo
scrignetto e lo portò al giudice; il giudice lo prese e, così come si trovava,
lo sigillò con il piombo e l'inviò all'imperatore Teodosio, temendo che vi
fosse qualcosa d'altro. Appena lo ricevette, l'imperatore l'aprì e trovò la
rivelazione di san Paolo: ne inviò un esemplare a Gerusalemme, e ritenne per sé
l'originale.
Accuse del
creato contro l'uomo
[3] Trovandomi
tuttora nel corpo, come quando fui rapito fino al terzo cielo, mi fu rivolta in
questi termini la parola del Signore. "Dì a questo popolo: Fino a quando
seguiterete a peccare aggiungendo peccato a peccato tentando il Signore che vi
ha fatto?
Voi siete figli di
Dio, ma a motivo degli ostacoli del mondo compite opere del diavolo con fiducia
in Cristo. Ricordatevi dunque e riconoscete come ogni essere creato serva Dio,
e come sia soltanto il genere umano a peccare; ha il dominio su ogni creatura,
e pecca più di tutta la natura.
[4] Molte volte,
il sole, il grande luminare, fece appello al Signore dicendo: "Signore,
Dio onnipotente, io osservo le empietà e le ingiustizie degli uomini; concedimi
di fare loro quanto è proprio delle mie qualità, affinché riconoscano che tu
solo sei Dio". Ma gli fu rivolta questa voce: "Conosco bene tutto
ciò! Infatti, i miei occhi vedono, le mie orecchie odono, ma la mia pazienza li
sopporta fino a quando si pentiranno e convertiranno. Se poi non ritorneranno a
me, li giudicherò tutti io".
[5] Spesso sia la
luna sia le stelle si rivolsero al Signore dicendo: "Signore, Dio
onnipotente, hai concesso a noi la sovranità sulla notte, ma fino a quando
contempleremo le empietà, le fornicazioni e gli omicidi che compiono i figli
degli uomini? Permettici di eseguire su di essi quanto è proprio delle nostre
qualità, affinché riconoscano che tu solo sei Dio". Ma fu rivolta loro
questa voce: "Conosco bene queste cose! I miei occhi vedono, le mie
orecchie odono, ma la mia pazienza li sopporta fino a quando si pentiranno e
convertiranno. Se poi non ritorneranno a me, li giudicherò io".
[6] Spesso anche
il mare esclamò: "Signore, Dio onnipotente, gli uomini hanno profanato in
me il tuo santo nome. Permettimi di insorgere e coprire ogni selva, gli alberi
e il mondo intero fino a che elimini dal tuo cospetto tutti i figli degli uomini,
e riconoscano che tu solo sei Dio". Ma si udì nuovamente una voce che
disse: "Conosco ogni cosa! I miei occhi vedono tutto e le mie orecchie
odono, ma la mia pazienza li sopporta fino a quando si pentiranno e
convertiranno. Se poi non si convertiranno, li giudicherò io".
A volte anche le
acque si rivolsero a me contro i figli degli uomini, esclamando: "Signore,
Dio onnipotente! Tutti i figli degli uomini profanano il tuo santo nome".
Ma si udì la voce:
"Io conosco
tutte queste cose prima che accadano, giacché il mio occhio vede e il mio
orecchio ode ogni cosa, ma la mia pazienza li sopporta fino a quando si
convertiranno. Se no, io li giudicherò".
Spesso anche la
terra si rivolse al Signore contro i figli degli uomini, dicendo:
"Signore, Dio onnipotente, io sono in pena più d'ogni altra tua creatura
giacché sopporto fornicazioni, adulteri, omicidi, furti, spergiuri, magie e
malefici dagli uomini e tutte le cattiverie che compiono, come un padre che
insorge contro il figlio, un figlio contro il padre, uno straniero contro uno
straniero, ognuno profana la moglie del prossimo; il padre sale sul letto di
suo figlio, il figlio sale sul letto del padre. E con ogni malvagità di tal
genere profanano il luogo santo, quelli che offrono sacrifici al tuo nome.
Per questo io sono
in pena più di ogni altra creatura giacché non vorrei offrire le mie proprietà
e i miei frutti ai figli degli uomini. Permettimi di annientare le qualità dei
miei prodotti". Ma s'udì una voce: "Io conosco ogni cosa, e nessuno
può celare a se stesso il suo peccato. Conosco le loro empietà, ma la mia
santità li sopporta fino a quando si pentiranno e convertiranno. Se però non si
convertiranno, io li giudicherò"".
Angeli
messaggeri tra Dio e l'uomo
[7] Vedete, figli
degli uomini! Ogni creatura è sottomessa a Dio. Soltanto il genere umano pecca.
Or dunque, figli
degli uomini, benedite il Signore Dio, incessantemente ogni ora e ogni giorno.
Soprattutto al tramonto del sole: in quest'ora, infatti, tutti gli angeli se ne
vanno dal Signore per adorarlo e offrirgli le opere degli uomini, ciò che ogni
uomo ha fatto dal mattino alla sera sia di bene che di male. Un angelo se ne
parte contento dall'uomo nel quale abita, mentre un altro se ne parte con il
volto rattristato.
Quando, dunque, il
sole tramonta, nella prima ora della notte, in quell'ora se ne parte l'angelo
di ogni popolo, di ogni uomo, di ogni donna, che lo protegge e lo custodisce,
perché l'uomo è un'immagine di Dio. Così al mattino, alla dodicesima ora della notte,
tutti gli angeli degli uomini e delle donne corrono ad adorare Dio e a
offrirgli ogni opera, sia buona che cattiva, compiuta da ogni uomo. Ogni giorno
e ogni notte gli angeli presentano a Dio il resoconto di tutte le azioni del
genere umano.
A voi, dunque,
figli degli uomini, dico: "Benedite il Signore Dio, senza mai arrestarvi,
per tutti i giorni della vostra vita".
[8] All'ora
stabilita, tutti gli angeli, ognuno con gioia, vanno insieme al cospetto di Dio
per presentarsi ad adorarlo nell'ora fissata.
Ecco giunta l'ora
dell'adunanza: gli angeli vennero ad adorare al cospetto di Dio, e lo spirito
andò loro incontro. S'alzò una voce che diceva: "Donde siete giunti,
nostri angeli, ambasciatori carichi di notizie?".
[9] Essi risposero
e dissero: "Veniamo da quelli che rinunciarono a questo mondo per il tuo
santo nome: pellegrini, raminghi, abitanti in caverne rocciose, piangenti in
ogni ora della loro dimora sulla terra, affamati e assetati per il tuo nome,
(gli abiti) cinti ai fianchi, hanno in mano gli incensi del loro cuore, oranti
e benedicenti in ogni ora, sofferenti e dediti al dominio di se stessi, in
pianti e lamentazioni più di ogni altro abitatore della terra. Noi, loro
angeli, piangiamo con essi; ordinaci, dunque, di andare a servire ovunque tu
vorrai; ordina, Signore, che essi rimangano nella tua giustizia fino alla
fine".
Da Dio venne loro
una voce, dicendo: "Sappiate che d'ora in avanti la mia grazia sarà con
voi e così il mio aiuto, cioè il mio dilettissimo Figlio sarà con loro per
dirigerli in ogni ora; li servirà e non li abbandonerà mai, giacché il loro
luogo è la sua dimora".
[10] Ritiratisi
questi angeli, altri angeli vennero per adorare al cospetto della maestà, per
incontrarsi con lei: piangevano. Lo spirito andò loro incontro; s'alzò una voce
che diceva: "Donde siete giunti, nostri angeli, ambasciatori carichi di
notizie del mondo?". Risposero e dissero al cospetto di Dio: "Veniamo
da coloro che invocarono il tuo nome, ma gli ostacoli del mondo li resero
miseri. Ogni ora ebbero molte occasioni, ma in tutto il tempo della loro vita
non innalzarono neppure una preghiera pura con tutto il cuore. Perché dobbiamo
restare con uomini peccatori?". Fu rivolta a loro la parola di Dio:
"E' necessario che li serviate fino a tanto che faranno penitenza e si
convertiranno; se non si convertiranno, io li giudicherò".
Sappiate dunque,
figli degli uomini, che gli angeli presentano a Dio tutte le vostre azioni, sia
le buone che le cattive.
Morte dei giusti e dei peccatori
[11] Dopo queste cose vidi uno degli spirituali venire da me: mi rapì in
spirito e mi trasportò fino alla terza parte del cielo, che è il terzo cielo.
L'angelo prese a parlare dicendomi: "Seguimi e ti mostrerò il luogo
ove sono condotti i giusti dopo la morte. Dopo ti condurrò nell'abisso e ti
mostrerò il luogo ove sono condotte le anime dei peccatori, dopo la
morte".
Partii dietro all'angelo che mi condusse in cielo; guardai il firmamento e
vidi la potenza; là c'era l'oblio che inganna e attrae i cuori degli uomini, lo
spirito di detrazione, lo spirito di fornicazione, lo spirito del furore, lo
spirito dell'insolenza; là c'erano anche i prìncipi delle malvagità. Questo è
quanto vidi sotto il firmamento del cielo.
Guardai di nuovo e vidi angeli senza misericordia, sprovvisti di qualsiasi
pietà, dal volto pieno di collera e dai denti che fuoriuscivano dalla bocca; i
loro occhi brillavano come la stella mattutina dell'Oriente; dai capelli della
loro testa e dalla loro bocca uscivano scintille di fuoco.
Interrogai l'angelo, dicendo: "Chi sono costoro, signore?".
L'angelo rispose, dicendomi: "Questi sono destinati alle anime dei
peccatori nel momento del bisogno. Costoro non credettero di avere aiuto dal
Signore e non sperarono in lui".
[12] Guardai in alto e vidi altri angeli il cui volto splendeva come il
sole: i loro fianchi erano stretti da cinture di oro, le loro mani stringevano
palme e il segno di Dio; indossavano abiti sui quali era scritto il nome del
Figlio di Dio, ed erano ripieni di ogni dolcezza e misericordia.
Interrogai l'angelo, dicendo: "Chi sono costoro, signore, con tanta
bellezza e misericordia?". L'angelo rispose e mi disse: "Questi sono
gli angeli della giustizia, sono inviati ad accogliere le anime dei giusti
nell'ora del bisogno, di quelli cioè che credettero di avere aiuto dal
Signore".
Domandai: "Le anime dei giusti e dei peccatori dopo la loro morte
incontrano necessariamente dei testimoni?". L'angelo mi rispose: "La
via per la quale passano tutti coloro che sono diretti verso Dio è una sola; ma
i giusti hanno con sé un aiuto santo e non avranno paura presentandosi al
cospetto di Dio".
[13] Dissi all'angelo: "Vorrei vedere le anime dei giusti e dei
peccatori nel momento in cui escono dal mondo". L'angelo rispose e mi
disse: "Guarda giù in terra!". Dal cielo guardai in terra e vidi
tutto il mondo: era quasi un nonnulla ai miei occhi! Vidi i figli degli uomini:
sparivano come un nonnulla!
Rimasi stupito e domandai all'angelo: "E' tutta qui la grandezza degli
uomini?". L'angelo mi rispose: "Tutta qui! Costoro sono quelli che
nuocciono dal mattino alla sera".
Guardai e vidi una gran nube diffondersi su tutto il mondo, e domandai
all'angelo: "Che cos'è questo, signore?". Mi rispose: "Questa è
l'ingiustizia combinata dai prìncipi dei peccatori".
[14] Udito questo, io sospirai, piansi e dissi all'angelo: "Vorrei
osservare le anime dei giusti, e dei peccatori, e vedere in qual modo escano
dal corpo". L'angelo mi rispose: "Guarda nuovamente sulla
terra".
Guardai, e vidi tutto il mondo. Tutti gli uomini sparivano come un
nonnulla. Osservai e vidi un moribondo. L'angelo mi disse: "Costui che
stai osservando è un giusto". Osservai ancora, e vidi tutte le azioni da
lui compiute per il nome di Dio, tutti i suoi piani sia quelli dei quali aveva
serbato memoria sia quelli che aveva dimenticato: nell'ora del bisogno, tutte
erano al suo cospetto. Vidi il giusto partire e trovare sollievo e fiducia;
prima che uscisse dal mondo gli si presentarono angeli santi insieme ad altri
empi. Li osservai tutti; ma gli empi non trovarono in lui alcun luogo da
abitarvi, mentre i santi presero possesso della sua anima e la ressero fino
alla sua uscita dal corpo.
Ammonirono l'anima, dicendo: "Abbi conoscenza, anima, del tuo corpo
dal quale sei uscita! Nel giorno della risurrezione dovrai, infatti, ritornare
nello stesso corpo per ricevere le promesse fatte a tutti i giusti".
Presa, dunque, l'anima dal corpo la baciarono subito, come se fosse stata
loro ben nota da una quotidiana consuetudine, e le dissero: "Coraggio!
Mentre eri sulla terra hai compiuto la volontà di Dio". Le andò incontro
l'angelo che ogni giorno l'aveva custodita, e le disse: "Coraggio, anima!
Io mi rallegro di te, poiché sulla terra hai compiuto la volontà di Dio. Io
riferivo a Dio tutte le tue azioni, così come sono".
Così pure lo spirito le andò incontro, e le disse: "Non temere, anima,
non turbarti, al tuo ingresso in un luogo che non hai mai conosciuto! Sarò il
tuo aiuto. In te, infatti, trovai un luogo di ristoro per tutto il tempo in cui
abitai dentro di te, allorché ti trovavi sulla terra". Il suo spirito la
fortificò e il suo angelo l'accolse e la condusse in cielo.
Ma le andarono incontro potenze malvagie, quelle che sono sotto il cielo;
andò a lei quello spirito di aberrazione e le disse: "Dove corri, anima,
che osi entrare in cielo? Aspetta che vediamo se in te c'è qualcosa di nostro.
Ma ecco che in te non troviamo nulla. Scorgo anche l'aiuto divino e il tuo
angelo; lo spirito è contento di te, giacché in terra hai compiuto la volontà
di Dio". E la condussero al cospetto di Dio per compiere l'adorazione.
Quando finirono, Michele e tutto l'esercito degli angeli si prostrarono ad
adorare lo sgabello dei suoi piedi e le sue porte; nel mentre dicevano
all'anima: "Questo è il Dio di tutti, colui che (ti) fece a sua immagine e
somiglianza".
L'angelo poi ritornò e si espresse così: "Ricordati, Dio, dei suoi
travagli! Questa, Signore, è l'anima sulla quale, in conformità del tuo ordine,
ti facevo rapporto". Anche lo spirito disse: "Io sono lo spirito
vivificante che soffiavo in lei. Per tutto il tempo in cui abitai in lei ebbi
in lei ristoro poiché agiva in conformità del tuo giudizio".
Si udì la voce di Dio che diceva: "Siccome questa non mi rattristò,
anch'io non la rattristerò! Siccome lei ebbe misericordia, anch'io avrò
misericordia! Sia affidata, dunque, a Michele, angelo dell'alleanza, la conduca
nel paradiso della gioia e sia coerede insieme a tutti i santi".
Dopo udii le voci di mille e mille angeli, arcangeli, cherubini e dei
ventiquattro vegliardi, che cantavano inni e glorificavano il Signore,
gridando: "Sei giusto, Signore, giusti sono i tuoi giudizi, non fai alcuna
differenza di persone, ma ricompensi ognuno secondo il tuo giudizio".
L'angelo riprese a dirmi: "Hai, dunque, creduto e constatato come
ognuno di voi, nell'ora del suo bisogno, vedrà tutto quanto ha fatto?".
Risposi: "Sì, signore".
[15] E mi disse: "Guarda di nuovo sulla terra e attendi che esca dal
corpo l'anima di un malvagio che giorno e notte irritò il Signore, dicendo:
"Al di là di questo mondo non conosco altro; mangio, bevo e godo di quanto
si trova nel mondo. Chi mai, infatti, discese agli inferi e ne risalì per
comunicarci che laggiù ha luogo un giudizio?"". Osservai nuovamente e
vidi tutto il disprezzo del peccatore e tutto quanto fece; nell'ora del bisogno
tutto gli stette davanti. E mentre (l'anima) era condotta fuori del suo corpo
per il giudizio, io esclamai: "Meglio per lui se non fosse nato!".
Dopo, giunsero insieme presso l'anima del peccatore gli angeli santi e i
cattivi; ma gli angeli santi non trovarono in lei luogo alcuno, mentre i
cattivi se ne impadronirono. Mentre la menavano fuori dal corpo, gli angeli
l'avvertirono tre volte dicendo: "Anima miserabile, guarda bene la carne
dalla quale sei uscita! Nel giorno della risurrezione dovrai, infatti,
ritornare nella tua carne per ricevere il corrispettivo dei tuoi peccati e
delle tue empietà".
[16] Dopo che la trassero fuori, l'angelo consueto le si pose davanti e le
disse: "Anima miserabile, io sono l'angelo che ti fu vicino e riferii ogni
giorno al Signore le opere malvagie che hai compiuto di notte e di giorno. Se
fosse stato in mio potere, non ti avrei servito neppure un sol giorno: ma non
lo potei fare. Il giudice misericordioso e giusto, ci ha ordinato di non
desistere dal servire un'anima fino a quando si pentirà; ma tu hai perso il
tempo della penitenza. Per te, io sono divenuto un estraneo, e tu per me.
Andiamo allora dal giudice giusto. Non ti lascerò prima di sapere che da oggi
per te io sono un estraneo". Lo spirito la svergognava e l'angelo la
confondeva.
Quando giunsero dalla potenza, mentre stava già per entrare in cielo, le fu
imposta una fatica sopra l'altra: l'errore, l'oblio, la mormorazione le
andarono incontro con lo spirito di fornicazione e le altre potenze, dicendole:
"Dove vai, anima miserabile? Osi proseguire verso il cielo? Aspetta!
Vediamo se in te c'è qualcosa di particolarmente nostro; vediamo, infatti, che
con te non c'è l'aiuto santo".
Ma l'angelo rispose e disse: "Sappiate che è un'anima del Signore:
egli non la caccerà, né io permetterò che l'immagine di Dio cada in mano del
malvagio. Il Signore mi ha sostenuto in tutti i giorni della vita dell'anima:
egli può ancora sostenermi e aiutarmi. Io non la scaccerò fino a quando non
sarà giunta davanti al trono del Dio altissimo. Quando la vedrà, egli che ha
potere su di lei, la manderà dove vuole".
Dopo udii delle voci nel più alto dei cieli, che dicevano: "Presentate
a Dio quest'anima miserabile affinché sappia che c'è un Dio da lei
disprezzato".
Quando entrò in cielo, la videro mille e mille angeli ed esclamarono a una
voce: "Guai a te, anima miserabile, a causa delle azioni che hai compiuto
in terra. Che cosa risponderai allorché ti appresserai a lui per
adorarlo?". L'angelo che era con lei rispose e disse: "Piangete con
me, carissimi; in quest'anima, infatti, non trovai riposo". Gli risposero
gli altri angeli e dissero: "Sia eliminata quest'anima di mezzo a noi! Da
quando è entrata, infatti, la sua puzza giunse fino a noi angeli".
Fu poi presentata al cospetto di Dio affinché compisse l'adorazione;
l'angelo gli fece vedere il Signore Dio che l'aveva fatta a sua immagine e
somiglianza. Il suo angelo l'aveva preceduta, dicendo: "Signore, Dio
onnipotente, io sono l'angelo di quest'anima della quale ti offrivo le azioni
giorno e notte, e non agiva conforme al tuo giudizio".
Così pure disse lo spirito: "Io sono lo spirito che abitava in lei,
dacché fu fatta. La conosco intimamente: non seguì la mia volontà. Giudicala,
Signore, secondo il tuo giudizio".
La voce divina si rivolse a lei, e disse: "Dov'è il frutto che tu hai
riportato, degno dei favori ricevuti? Forse che per un sol giorno io feci una
differenza tra te e un giusto? Non ho forse fatto sorgere il sole su di te come
sul giusto?". Lei rimase zitta, non avendo nulla da rispondere. E si udì
nuovamente una voce che diceva: "Il giudizio di Dio è giusto, Dio non
guarda in faccia le persone, egli avrà misericordia di chiunque avrà praticato
la misericordia: presso Dio non troverà misericordia colui che non sarà stato
misericordioso. Sia dunque consegnata all'angelo Tartaruco, sovrintendente ai
tormenti, affinché la cacci nelle tenebre esteriori ove è pianto e stridore di
denti, e quivi resti fino al gran giorno del giudizio".
Dopo di ciò udii una voce di angeli e di arcangeli che diceva: "Tu sei
giusto, Signore, e giusto è il tuo giudizio!".
[17] Guardai ancora. Ecco un'anima portata da due angeli mentre piangeva e
diceva: "Abbi pietà di me, Dio giusto, giudice giusto! Sono oggi sette
giorni dacché sono uscita dal mio corpo e sono stata affidata a questi due
angeli i quali mi condussero in luoghi da me mai visti prima". Dio,
giudice giusto, le disse: "Che cosa hai fatto? Non hai mai praticato la
misericordia, per questo sei stata consegnata a questi angeli che non hanno
misericordia; non hai agito rettamente, per questo non ebbero di te pietà nell'ora
del tuo bisogno. Confessa dunque i tuoi peccati, commessi allorché ti trovavi
nel mondo".
Rispose e disse: "Signore, non ho peccato!". A questa
affermazione menzognera "non ho peccato", il Signore, Dio giusto,
andò in collera. Dio le disse: "Credi di trovarti ancora nel mondo? Là
ognuno di voi peccatori occulta e nasconde il proprio peccato al suo prossimo;
ma qui non si può nascondere nulla: quando le anime vengono ad adorare davanti
al trono, si palesano le opere buone e i peccati di ognuna".
Udito questo, l'anima restò in silenzio non sapendo che rispondere. Udii
allora il Signore Dio, giudice giusto, proseguire: "Vieni, angelo di
quest'anima, mettiti qui in mezzo". L'angelo dell'anima peccatrice si fece
avanti con in mano un chirografo, e disse: "Questi, Signore, nelle mie
mani, sono tutti i peccati di quest'anima dalla sua gioventù fino a oggi, a
cominciare dal decimo anno della sua età. Se tu l'ordini, Signore, posso
elencare le sue azioni dal suo quindicesimo anno di età".
Il Signore Dio, giudice giusto, disse: "Non aspetto, angelo, che tu mi
elenchi le sue azioni dal quindicesimo anno, bensì i peccati commessi cinque
anni prima della sua morte e della sua venuta quassù". E proseguì ancora
Dio, giusto giudice: "Per me stesso, per i miei angeli santi e per la mia
potenza, io giuro che se cinque anni prima della morte si fosse pentita, anche
per un solo anno di conversione, ora sarebbero nell'oblio tutti i suoi peccati
e le cattive azioni passate, ed ella godrebbe dell'indulgenza e della
remissione dei peccati. Ora invece perisca!".
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