PISTIS
SOPHIA
Premessa
Pistis Sophia è il nome attribuito dagli studiosi ad un manoscritto catalogato come gnostico, scritto in copto probabilmente nella seconda metà del III secolo d.C. Come tanti altri manoscritti, fu perduto per secoli e poi ritrovato nel 1772, quando fu acquistato da Anthony Askew, un fisico e collezionista di libri antichi britannico. Dopo la sua morte nel 1785, il manoscritto fu acquistato dal Museo Britannico, dove fu trascurato per quasi un secolo prima di essere tradotto e studiato.
Il testo fu ritrovato poi anche tra i manoscritti rinvenuti
a Nag- Hammadi nel 1945.
L’opera contiene una rivelazione segreta che Gesù risorto fa
ai sui discepoli più vicini, tra i quali Maria la Madre, Maria Maddalena e
Marta, durante gli 11 anni di permanenza successivi alla sua risurrezione,
prima dell’ascensione.
L’insegnamento di Gesù di questo periodo
differisce molto da quello precedente alla sua morte in quanto lui stesso ha appreso attraverso
l’esperienza della morte, l’ultima parte dei sacri
misteri della vita. In questi 11 anni insegnò ai discepoli questi misteri, portandoli fino al primo livello misterico.
Primo Libro
Cap. 1
Dopo che Gesù risorse dai morti trascorse undici anni con i
suoi discepoli durante i quali si intrattenne con essi istruendoli soltanto
fino ai luoghi del primo comandamento e fino ai luoghi del primo mistero al di
là della cortina, all’interno del primo comandamento, cioè il ventiquattresimo
mistero esterno e inferiore; questi (ventiquattro misteri) si trovano nel
secondo spazio del primo mistero, anteriore a tutti i misteri: il padre
dall’aspetto di colomba.
Disse Gesù ai suoi discepoli: «Io venni da quel primo
mistero che è l’ultimo mistero, cioè dal ventiquattresimo». I discepoli non
sapevano e non capivano che c’era qualcosa all’interno di quel mistero;
pensavano che quel mistero fosse il capo di tutto, il capo di tutti gli esseri;
pensavano che fosse il compimento di tutti i compimenti giacché a proposito di
quel mistero Gesù aveva detto loro che circonda il primo comandamento, le
cinque incisioni, la grande luce, i cinque assistenti e tutto il tesoro della
luce.
Gesù inoltre, ai suoi discepoli, non aveva parlato
dell’intera disposizione di tutti i luoghi del grande invisibile, dei tre
dotati di triplice forza, dei ventiquattro invisibili, di tutti i loro luoghi,
dei loro eoni, di tutti i loro ordini secondo la loro disposizione - sono le
emanazioni del grande invisibile -, dei loro non generati, dei loro
autogenerati, dei loro generati, delle loro stelle, dei loro non appaiati, dei
loro arconti, delle loro potenze, dei loro signori, dei loro arcangeli, dei
loro angeli, dei loro decani, dei loro ministri, di tutte le loro dimore, delle
loro sfere e di tutti gli ordini di ognuno di loro.
Gesù non aveva parlato ai suoi discepoli dell’intera
disposizione delle emanazioni del tesoro né delle disposizioni dei loro ordini,
né aveva parlato dei loro salvatori secondo l’ordine di ognuno, di quale sia il
custode di ogni (porta) del tesoro della luce; non aveva parlato del luogo del
salvatore gemello, che è il figlio del figlio; non aveva parlato del luogo dei
tre «amen», in quali luoghi siano disposti; non aveva parlato dei luoghi in cui
sono disposti i cinque alberi, né in merito alla disposizione del luogo degli
altri sette «amen», cioè le sette voci.
Gesù non aveva parlato ai suoi discepoli del tipo dei cinque
assistenti, o dei luoghi nei quali sono stati portati; non aveva detto loro in
quale maniera si è disposta la grande luce o in quali luoghi è stata portata;
non aveva detto in quali luoghi sono state portate le cinque incisioni e il
primo comandamento. Allorché li ammaestrava, aveva soltanto accennato a queste
cose, alla loro esistenza, ma non ne aveva detto la disposizione, gli ordini
dei loro luoghi, il modo in cui esistono. Essi perciò non sapevano che
all’interno di quel mistero esistevano altri luoghi. Non aveva detto ai suoi
discepoli: «Sono uscito da questi e da quei luoghi per entrare in quel mistero
e per uscire da esso». Allorché li ammaestrava, aveva detto loro: «Sono uscito
da quel mistero». Essi dunque pensavano che quel mistero fosse il compimento di
tutte le perfezioni, il capo di tutto, l’intera pienezza. Gesù, infatti, aveva
detto ai suoi discepoli: «Quel mistero avvolge tutto ciò che vi ho detto dal
giorno in cui vi ho incontrato fino al giorno d’oggi». Perciò i discepoli
pensavano che all’interno di quel mistero non ci fosse nulla.
Cap. 2
Accadde così che mentre i discepoli sedevano insieme sul
monte degli Ulivi e pensavano a queste parole, con grande gioia si dicevano
l’un l’altro in allegria: «Siamo i più beati di tutti gli uomini della terra
poiché il salvatore ci ha manifestato questo, abbiamo ricevuto la pienezza e
l’intera perfezione». Parlavano così mentre Gesù era seduto un po’ discosto da
essi. Ma il quindicesimo giorno della luna, nel mese di tibi (o tobi, è il quinto mese dei calendari egizio e copto;
nel calendario gregoriano, Tobi corrisponde al periodo che va dal 9 gennaio al
7 febbraio*). - che è il giorno
della luna piena -, in quel giorno, dunque, allorché il sole uscì per il suo
corso, fu seguito da una grande forza luminosa, molto splendente, la cui luce
era al di là di ogni misura. Era uscita, infatti, dalla luce delle luci, era
uscita dall’ultimo mistero, che è il ventiquattresimo mistero, dall’interno
verso l’esterno: questi (misteri) si trovano negli ordini del secondo spazio
del primo mistero. Quella forza luminosa scese su Gesù e lo avvolse
interamente, mentre era seduto discosto dai suoi discepoli: divenne tutto
splendente, e la luce riversatasi su di lui era al di là di ogni misura.
A motivo della grande luce nella quale si trovava o era in
lui, i discepoli non videro più Gesù: la grande luce nella quale si trovava,
aveva accecato i loro occhi; vedevano soltanto la luce che emetteva molti raggi
luminosi. I raggi luminosi non erano uguali, e la luce aveva aspetti diversi e
forma diversa dal basso in alto, un raggio più splendente dell’altro... in uno
splendore di luce incommensurabile che dalla terra giungeva fino al cielo. Alla
vista di quella luce i discepoli furono colpiti da grande paura e da grande
eccitazione.
Cap. 3
Allorché dunque quella forza luminosa discese su Gesù poco
alla volta lo avvolse completamente; diventato molto splendente, Gesù si levò,
volò in alto, in una incommensurabile luce. I discepoli lo guardavano, senza
parlare, fino a quando giunse in cielo: erano tutti immersi in un grande
silenzio. Questo accadde il quindici della luna, nel mese di tibi, nel giorno
della luna piena.
Tre ore dopo l’arrivo di Gesù in cielo, tutte le potenze del
cielo furono sconvolte e si mossero tutte le une contro le altre: esse e tutti
i loro eoni, tutti i loro luoghi, tutti i loro ordini. Si scosse l’intera terra
con tutti i suoi abitatori; furono sconvolti tutti gli uomini del mondo e anche
i discepoli. Tutti pensavano: «Forse il mondo sta per venire arrotolato!».
Dall’ora terza del quindici della luna di tibi fino all’ora nona del giorno
seguente, tutte le potenze dei cieli e il mondo intero seguitarono ad essere
sconvolte e a muoversi le une contro le altre. Tutti gli angeli e i loro
arcangeli e tutte le potenze dell’alto inneggiavano tutte all’interno degli
interni, sicché il mondo intero udì la loro voce protrarsi fino all’ora nona
del giorno seguente.
Cap. 4
Seduti insieme, i
discepoli avevano paura; erano molto sconvolti e intimoriti a motivo del grande
terremoto che aveva avuto luogo; piangevano insieme dicendo: «Che accadrà,
dunque? Forse il salvatore distruggerà tutti i luoghi».
Intorno all’ora nona del giorno seguente, mentre essi
piangendo insieme dicevano tali cose, si aprirono i cieli e videro Gesù
discendere tutto splendente: la luce nella quale si trovava era al di là di
ogni misura. Era, infatti, più splendente di quanto era stato nell’ora in cui
era salito nei cieli, sicché gli uomini del mondo non potevano descrivere la
luce che era in lui: da essa scaturivano molti raggi luminosi, raggi al di là
di ogni misura, la sua luce non era uniforme ma di aspetto diverso e di forma
diversa, certi (raggi) infinite volte più splendenti di altri. Primo Libro Ο
Cap. 1-62 Tutta la luce era compatta e in tre forme, l’una infinite volte più
splendente dell’altra: la seconda - quella di mezzo - era più splendente della
prima, che era in basso; la terza, che era al di sopra delle altre, era più
splendente di ambedue quelle inferiori. Il primo raggio, cioè il più basso di
tutti, assomigliava alla luce discesa su Gesù prima che salisse nei cieli; la
sua luce aveva un solo (termine di) paragone: se stessa. Ognuna delle tre
specie di luce aveva un aspetto diverso e una forma diversa, e certi raggi
erano infinite volte più splendenti di altri.
Cap. 5
Alla vista di ciò i
discepoli si spaventarono molto e furono sconvolti. Gesù, misericordioso e
clemente, vedendo che i suoi discepoli erano molto sconvolti, si rivolse a
loro, dicendo: «Coraggio, sono io. Non abbiate paura!».
Cap. 6
Udita questa parola,
i discepoli dissero: - O Signore, se sei tu, ritrai la tua luce splendente
affinché possiamo star diritti, altrimenti i nostri occhi sono accecati e noi -
come il mondo intero - restiamo sconvolti a motivo della grande luce che è in
te -.
Gesù, allora, ritrasse a sé lo splendore della sua luce;
tutti i discepoli ripresero coraggio, si avvicinarono a Gesù, si prostrarono
tutti insieme e con grande gioia lo supplicarono, dicendo: - Rabbi, dove sei
andato? Qual era il tuo servizio per il quale sei partito? Perché, soprattutto,
avvennero tutte quelle scosse e tutti quei terremoti? -.
Allora Gesù, il misericordioso, disse loro: - Da questa ora
rallegratevi e gioite poiché io sono andato nei luoghi dai quali ero venuto. Da
oggi in avanti parlerò con voi apertamente dall’inizio della verità fino alla
sua perfezione, parlerò con voi faccia a faccia senza parabole. Da quest’ora in
avanti non vi nasconderò più nulla sulla altezza e sul luogo della verità.
Dall’ineffabile e dal primo mistero di tutti i misteri mi fu dato, infatti, il
potere di parlare con voi dall’inizio fino alla pienezza, dall’interno fino
all’esterno e dall’esterno fino all’interno. Ascoltate, dunque, tutte le cose
che vi dico. Sedevo un po’ discosto da voi sul monte degli Ulivi e pensavo
all’ordine del servizio per il quale ero stato inviato; era terminato, ma il
mio abito non mi era ancora stato mandato dall’ultimo mistero, cioè dal
ventiquattresimo mistero, dall’interno fino all’esterno - questi (misteri) si
trovano nel secondo spazio del primo mistero, nell’ordine di quello spazio -.
Avevo compreso che l’ordine del servizio per il quale ero stato inviato era
terminato, e che quel mistero non mi aveva ancora mandato l’abito che avevo
lasciato in esso fino all’espletamento del suo tempo: è pensando a questo ch’io
sedevo un po’ discosto da voi sul monte degli Ulivi.
Cap. 7
Allorché, dunque, il sole si levò in oriente, il primo
mistero - quello che esisteva fin dall’inizio, dal quale tutto ebbe origine,
dal quale io stesso sono ora venuto, non nel tempo anteriore alla mia
crocifissione, bensì ora - per ordine dunque di quel mistero mi fu mandato il
mio abito luminoso; egli me lo aveva dato fin dall’inizio e io l’avevo deposto
nell’ultimo mistero cioè nel mistero ventiquattresimo, dall’interno
all’esterno: questi (ventiquattro misteri) si trovano negli ordini del secondo
spazio del primo mistero. Quell’abito l’avevo lasciato nell’ultimo mistero fino
a quando fosse giunto il tempo di rivestirmene per iniziare a parlare col
genere umano e rivelare tutto dall’inizio della verità fino al suo compimento
trattando dell’interno degli interni fino all’esterno degli esterni e
dall’esterno degli esterni fino all’interno degli interni. Rallegratevi ancor
più e gioite poiché a voi è concesso di essere i primi con i quali io parlo
dall’inizio della verità fino al suo compimento.
È per questo che vi ho scelto dall’inizio per mezzo del
primo mistero: rallegratevi dunque e gioite. Allorché mi manifestai al mondo
portavo con me, fin dall’inizio, dodici potestà che presi dai dodici salvatori
del tesoro della luce conformemente al comando del primo mistero - come vi ho
detto fin dall’inizio -. Venuto nel mondo, le gettai nel seno di vostra madre;
e oggi sono nel vostro corpo. Vi furono date prima che al mondo intero affinché
voi, che salverete il mondo intero, siate nella condizione di potere resistere
alla minaccia degli arconti nel mondo, alle sofferenze del mondo, ai loro
pericoli e a tutte le persecuzioni che gli arconti dell’alto faranno venire su
di voi. Più volte vi ho detto che la forza che è in voi la portai io dai dodici
salvatori del (che si trovano nel) tesoro della luce. Per questo vi dissi, fin
dall’inizio, che non siete del mondo; e anch’io non lo sono. Tutti gli uomini
che si trovano nel mondo ricevettero le anime dalla (forza) degli arconti degli
eoni, mentre la vostra forza viene da me: la vostra anima appartiene all’alto.
Le dodici forze dei dodici salvatori del Tesoro della Luce, da me portate, le
presi da una parte della mia forza, che per primo avevo ricevuto. Allorché mi
manifestai al mondo, andai in mezzo agli arconti della sfera e assunsi
l’aspetto di Gabriele, angelo degli eoni; gli arconti degli eoni non mi
riconobbero: pensavano ch’io fossi l’angelo Gabriele.
Quando ero in mezzo agli arconti degli eoni, per comando del
primo mistero, guardai giù verso il mondo dell’umanità e trovai Elisabetta, la
madre di Giovanni Battista, prima che lo concepisse: seminai in lei una forza
ricevuta dal piccolo Jao, quello buono, quello che è nel mezzo, affinché (il
Battista) fosse in grado di predicare prima di me, di preparare la mia via e di
battezzare con l’acqua del perdono dei peccati. Quella forza ora si trova nel
corpo di Giovanni.
Inoltre in luogo dell’anima degli arconti che era destinato
a ricevere, trovai - negli eoni della sfera - l’anima del profeta Elia: presi
lui, tolsi la sua anima, la portai alla vergine luce, lei la passò ai suoi
ricevitori, questi la portarono alla sfera degli arconti e la spinsero nel seno
di Elisabetta. La forza del piccolo Jao, che è nel mezzo, e l’anima del profeta
Elia sono unite nel corpo di Giovanni Battista. Quando vi dissi: «Giovanni ha
asserito: “Io non sono il Cristo”» voi avete dubitato e mi rispondeste: «Nella
Scrittura è scritto: “Quando verrà il Cristo, sarà preceduto da Elia che
preparerà la sua via”»; e io vi risposi: «Elia è già venuto, ha preparato ogni
cosa - come sta scritto - ed essi lo trattarono a loro piacimento». Visto che
voi non capivate ch’io mi riferivo all’anima di Elia la quale è unita a
Giovanni Battista, mi rivolsi a voi con un linguaggio chiaro, faccia a faccia:
«Se volete accogliere Giovanni Battista, egli è l’Elia al quale mi riferivo
allorché dissi che sarebbe venuto» -.
Cap. 8
Gesù seguitò a
parlare, dicendo: - In seguito, al comando del primo mistero, guardai giù verso
il mondo dell’umanità e trovai Maria, che, secondo il corpo materiale, è detta
«mia madre»: le parlai sotto la forma di Gabriele e, allorché si rivolse in
alto verso di me, immisi in lei la prima forza che avevo preso da Barbelo, cioè
il corpo, che ho portato in alto. In luogo dell’anima, immisi in lei la forza
che avevo preso dal grande e buono Sabaoth, che si trova nel luogo di quelli
della destra; le dodici forze dei dodici salvatori del tesoro della luce, che
avevo preso dai dodici inservienti, che sono nel mezzo, le spinsi nella sfera
degli arconti. I decani degli arconti e i loro ministri pensarono che fossero
anime degli arconti: i ministri le presero e le vincolarono nei corpi di vostra
madre. Compiutosi il vostro tempo, siete nati nel mondo: ma in voi non c’erano
anime di arconti. Avete ricevuto la vostra parte dalla forza che l’ultimo
assistente ha soffiato nella miscela, forza mescolata con tutti gli invisibili,
con tutti gli arconti e con tutti gli eoni, mescolata, in una parola, con il
mondo della perdizione, il quale appunto è la miscela. Forza, questa, che
dall’inizio trassi da me stesso e immisi nel primo comandamento; il primo
comandamento ne immise una parte nella grande luce; la grande luce immise nei
cinque assistenti una parte di quanto aveva ricevuto; l’ultimo assistente prese
una parte di quanto aveva ricevuto e lo immise nella miscela: e tale parte
risultò in tutto ciò che si trova nella miscela, come ora vi ho detto”.
Questo disse Gesù ai suoi discepoli sul monte degli Ulivi.
Gesù proseguì poi a parlare con i suoi discepoli. - Rallegratevi, gioite, e
aggiungete gioia alla vostra gioia giacché per me è giunto il tempo di
indossare l’abito, pronto fin dall’inizio, che avevo deposto nell’ultimo
mistero fino al tempo del suo compimento. E il tempo del suo compimento, è il
tempo nel quale il primo mistero mi comanderà di intrattenermi con voi
sull’inizio della verità fino al suo compimento e sull’interno degli interni
[fino all’esterno degli esterni]: il mondo, infatti, verrà salvato da voi.
Rallegratevi e gioite poiché siete più beati di tutti gli uomini della terra:
voi, infatti, siete quelli che salveranno il mondo.
Cap. 9
Quando Gesù ebbe finito di dire queste parole ai suoi
discepoli, proseguì nuovamente a parlare: - Ecco, ho portato il mio abito, e il
primo mistero mi ha conferito ogni potere. Ancora un poco e vi comunicherò il
mistero del tutto e la pienezza del tutto; da quest’ora in poi non vi
nasconderò più nulla ma vi perfezionerò alla perfezione in tutta la pienezza,
in tutta la perfezione e in tutti i misteri - presenti nel mio abito - che sono
la perfezione di tutte le perfezioni, la pienezza di tutte le pienezze, la
conoscenza di tutte le conoscenze. Vi manifesterò tutti i misteri dall’esterno
degli esterni fino all’interno degli interni. Ascoltate, dunque, e vi dirò
tutte le cose che mi sono capitate.
Cap. 10
Allorché, in oriente, sorse il sole discese una grande forza
luminosa e in essa c’era l’abito ch’io avevo deposto nel ventiquattresimo
mistero, come già vi dissi. Nell’abito trovai un mistero scritto in cinque
parole di quelli (che abitano) in alto: ζαµα, ζαµα, ωζζα, ραχαµα, ωζαι (zama,
zama, ozza, rachama, ozai): questa è la loro spiegazione.
O mistero che è fuori nel mondo e dal quale ebbe origine il
tutto - questo è l’intera uscita e l’intera salita, dal quale sorsero tutte le
emanazioni e quanto in esse si trova, dal quale ebbero origine tutti i misteri
e tutti i loro luoghi - scendi su di noi che siamo tue membra; noi tutti siamo
con te, siamo una stessa cosa. Tu sei il primo mistero che esisteva
dall’inizio, nell’ineffabile, prima di uscire: tutti noi siamo il nome di
quello. Ora tutti insieme ci avviciniamo a te presso l’ultimo confine, cioè
presso l’ultimo mistero dal di dentro: esso è una parte di noi. Ora ti abbiamo
inviato l’abito che ti appartiene fin dall’inizio, che hai deposto nell’ultimo
confine, cioè nell’ultimo mistero dal di dentro, fino a quando il suo tempo
giungesse a compimento, conforme al comandamento del primo mistero. Ecco che il
suo tempo si è compiuto: rivestilo, vieni da noi.
Noi tutti, infatti, venivamo da te per rivestirti del primo
mistero e di tutto il suo splendore, perché lui stesso l’ha comandato; è il
primo mistero che ce lo ha dato - esso consta di due abiti - affinché noi te lo
indossiamo oltre a quello che ti abbiamo inviato: tu ne sei degno giacché sei
anteriore a noi ed esisti prima di noi. Per questo, il primo mistero, per mezzo
di noi, ti ha inviato il mistero di tutto il suo splendore consistente in due
abiti.
Nel primo si trova l’intero splendore di tutti i nomi di
tutti i misteri, e di tutte le emanazioni degli ordini, degli spazi,
dell’ineffabile.
Nel secondo abito c’è l’intero splendore del nome di tutti i
misteri e di tutte le emanazioni che si trovano negli ordini di ambedue gli
spazi del primo mistero.
In quest’abito che adesso ti abbiamo inviato si trova lo
splendore del nome del mistero del messaggero, cioè del primo comandamento, del
mistero delle cinque incisioni e del mistero del grande messaggero
dell’ineffabile, la grande luce, e del mistero delle cinque guide, cioè dei
cinque assistenti. In quest’abito si trova lo splendore del nome del mistero di
tutti gli ordini delle emanazioni del tesoro della luce e dei suoi salvatori,
del mistero degli ordini degli ordini, cioè i sette «amen» e le sette voci, i
cinque alberi, i tre «amen» e il salvatore gemello, cioè il figlio del figlio,
e del mistero dei nove custodi delle tre porte del tesoro della luce. In esso,
inoltre, c’è l’intero splendore del nome di tutti coloro che si trovano a
destra, e di tutti coloro che si trovano nel mezzo; ed ancora l’intero
splendore del nome del grande invisibile, il grande primo padre; il mistero dei
tre dotati di triplice forza e il mistero di tutto il loro luogo; il mistero di
tutti i loro invisibili e di tutti coloro che si trovano nel tredicesimo eone;
il nome dei dodici eoni, di tutti i loro arconti, di tutti i loro arcangeli, di
tutti i loro angeli, di tutti coloro che sono nei dodici eoni; l’intero mistero
del nome di tutti coloro che si trovano nel destino e in tutti i cieli;
l’intero mistero del nome di tutti coloro che si trovano nella sfera, dei loro
firmamenti, di tutti coloro che sono in essi, e di tutti i loro luoghi.
Ecco, ora ti abbiamo inviato quell’abito non riconosciuto da
alcuno del primo comandamento verso il basso; poiché lo splendore della sua
luce era nascosto, le sfere e tutti i luoghi del primo comandamento verso il
basso non l’hanno riconosciuto. Indossa presto questo abito e vieni da noi; noi
ci avviciniamo a te per rivestirti dei tuoi due abiti, che dall’inizio si
trovano presso il primo mistero, per comando del primo mistero, fino a quando
fosse compiuto il tempo stabilito dall’ineffabile. Ora, ecco, il tempo si è
compiuto. Vieni presto da noi affinché te ne rivestiamo fino a quando tu abbia
condotto a compimento l’intero servizio della perfezione stabilito
dall’ineffabile. Ora, vieni presto da noi, affinché te ne rivestiamo,
assecondando il comando del primo mistero. Ancora un breve spazio, molto breve,
e tu verrai da noi e lascerai il mondo. Ora, vieni presto, affinché tu possa
ricevere l’intero tuo splendore, cioè lo splendore del primo mistero.
Cap. 11
Allorché vidi,
nell’abito che mi era stato inviato, il mistero di tutte queste parole lo
indossai subito; divenni straordinariamente splendente, volai in alto.
Giunsi davanti alla porta del firmamento: ero
straordinariamente splendente, e la luce che era in me sorpassava qualsiasi
misura. Nell’eccitazione, le porte del firmamento si scossero l’una contro
l’altra e si aprirono tutte insieme.
Nell’eccitazione, si scossero tutti gli arconti, tutte le
potenze e tutti gli angeli che vi si trovano a causa della grande luce che era
in me; guardarono lo splendente abito luminoso che indossavo e videro il
mistero contenente i loro nomi, ed ebbero molta paura; i vincoli che li
legavano si sciolsero, ognuno lasciò il proprio ordine, si prostrarono tutti
davanti a me e mi pregarono, dicendo: «Come, attraverso di noi è passato il
Signore del tutto, e non ce ne siamo accorti?». E tutti insieme lodarono l’interno
degli interni; ma non videro me, bensì videro soltanto la luce. Avevano molta
paura, erano molto sconvolti, e lodarono l’interno degli interni.
Cap. 12
Lasciai dietro di me quel luogo, e salii alla prima sfera:
splendevo quarantanove volte più di quanto splendetti nel firmamento. Giunto
alla porta della prima sfera, le sue porte si scossero, e si aprirono insieme
da sole.
Tutto pieno di luce - la luce che era in me sorpassava
qualsiasi misura - entrai nelle case della sfera, si scossero l’uno contro
l’altro tutti gli arconti, tutti coloro che si trovavano in quella sfera;
videro la grande luce che era in me, guardarono il mio abito, videro su di esso
il mistero del suo nome, e il loro sconvolgimento fu ancora più grande. Ebbero
molta paura, e dissero: «Come ha fatto ad attraversarci il signore del tutto
senza che noi ce ne accorgessimo?». Si sciolsero tutti i loro vincoli, i loro
luoghi, e i loro ordini: ognuno lasciò il suo ordine, si prostrarono tutti
insieme davanti a me o al mio abito; tutti insieme pregarono e inneggiarono
all’interno degli interni, in uno stato di grande paura e sconvolgimento.
Cap. 13
Lasciai quel luogo dietro di me e andai alla porta della
seconda sfera, cioè del destino. Tutte le sue porte si sconvolsero, si aprirono
da sole, e tutto splendente entrai nelle case del destino; la mia luce era al
di là di ogni misura: nel destino ero quarantanove volte più splendente di
quanto ero nella sfera.
Tutti gli arconti e tutti coloro che si trovano nel destino,
alla vista della grande luce che era in me, restarono sconvolti, caddero l’uno
sull’altro, furono presi da grande paura: guardarono il mio abito luminoso,
videro sul mio abito il mistero del suo nome, e rimasero ancora più sconvolti e
maggiore fu la loro paura. Esclamarono: «Come ha fatto ad attraversarci il
signore del tutto senza che noi ce ne accorgessimo?». Si sciolsero i vincoli
dei loro luoghi, dei loro ordini e delle loro case; vennero tutti insieme, si
prostrarono davanti a me e, tutti insieme, pregarono e inneggiarono all’interno
degli interni, in uno stato di grande paura e sconvolgimento.
Cap. 14
Lasciai quel luogo
dietro di me, mi diressi in alto verso i grandi eoni degli arconti, e giunsi
tutto splendente davanti alle loro cortine e ai loro troni: la mia luce era al
di là di ogni misura. Allorché giunsi dai dodici eoni, le loro cortine e le
loro porte si sconvolsero l’una contro l’altra. Le cortine si scostarono da
sole, le porte si aprirono l’una verso l’altra e, tutto splendente, entrai tra
gli eoni: la mia luce era al di là di ogni misura, era quarantanove volte
superiore alla luce che splendeva in me quando mi trovavo nelle case del
destino.
Tutti gli angeli degli eoni, i loro arcangeli, i loro
arconti, i loro Dèi, i loro signori, le loro potenze, i loro tiranni, le loro
forze le loro scintille le loro stelle, i loro non appaiati, i loro invisibili,
i loro padri primordiali, i loro dotati di triplice forza mi videro tutto
splendente - la mia luce era al di là di ogni misura - e l’uno contro l’altro
ne furono sconvolti: alla vista della mia grande luce, li colse una grande
paura. Nel loro grande sconvolgimento e nella loro grande paura pervennero fino
al luogo del grande e invisibile padre primordiale e dei tre grandi dotati di
triplice forza.
In preda ad una grande paura, a motivo del loro
sconvolgimento, il padre primordiale - e con lui i tre dotati di triplice forza
- iniziò a correre qua e là nel suo luogo; a motivo della grande paura che li
aveva presi non riuscirono a chiudere tutti i loro luoghi. In preda alla paura
e molto sconvolti a causa della mia grande luce, si mossero tutti i loro eoni,
tutte le loro sfere e tutti i loro ordini; non si trattava della luce della mia
precedente condizione allorché mi trovavo sulla terra dell’umanità quando mi
raggiunse l’abito luminoso - il mondo, infatti, non avrebbe potuto sopportare
la luce quale essa è veramente poiché il mondo e quanto si trova in esso ne
sarebbe rimasto tutto annientato -, si trattava invece della luce che era in me
mentre mi trovavo tra i dodici eoni, luce ottomila settecento miriadi di volte
superiore a quella che avevo nel mondo vicino a voi.
Cap. 15
Allorché tutti coloro che si trovano nei dodici eoni videro
la mia grande luce ne furono tutti sconvolti l’uno contro l’altro e iniziarono
a correre qua e là negli eoni; tutti gli eoni, tutti i cieli e l’intero loro
ornamento si muovevano l’uno contro l’altro a motivo della grande paura che li
aveva colpiti: non conoscevano, infatti, il mistero che aveva luogo. Adamas, il
grande tiranno, e tutti i tiranni che si trovano in tutti gli eoni iniziarono a
fare guerra, inutilmente, contro la luce: ignoravano contro chi facevano la
guerra, giacché non vedevano altro all’infuori della luce straordinaria. Mentre
combattevano contro la luce venivano, l’uno dopo l’altro, debilitati e cadevano
negli eoni diventando morti e privi di spirito vitale come gli abitanti della
terra.
Da tutti io tolsi un terzo della loro forza affinché le loro
cattive azioni fossero inefficaci e affinché quando gli uomini del mondo li
invocano nei loro misteri - quelli che hanno portato giù gli angeli
trasgressori, cioè le magie -, affinché dunque quando li invocano non possano
portare a compimento le loro azioni cattive.
Il destino e la sfera, retti da essi, io li ho girati e ho
fatto in modo che per sei mesi siano rivolti e compiano i loro influssi a
sinistra, e che per altri sei mesi guardino e compiano i loro influssi a
destra. Al comando del primo comandamento e al comando del primo mistero, il
sovrintendente della luce, Jeu, li aveva invece deposti in modo che in ogni
tempo essi guardassero a sinistra e compissero i loro influssi e le loro
azioni.
Cap. 16
Quando, dunque, giunsi al loro luogo, mi si contrapposero e
mossero guerra contro la luce; io tolsi un terzo della loro forza affinché non
siano più in condizione di compiere le loro cattive azioni; il destino e la
sfera, retti da essi, li ho girati e disposti in modo che per sei mesi siano
rivolti e compiano i loro influssi a sinistra, e li ho disposti in modo che per
altri sei mesi siano rivolti e compiano i loro influssi a destra.
Cap. 17
Detto questo ai suoi discepoli, soggiunse: - Chi ha orecchie
da intendere, intenda! Udite queste parole del salvatore, Maria rimase un’ora
(con gli occhi) fissi nell’aria; poi disse: - Signore, comandami di parlare
apertamente.
Gesù, misericordioso, rispose a Maria: - Tu beata, Maria. Ti
renderò perfetta in tutti i misteri di quelli dell’alto. Parla apertamente tu
il cui cuore è rivolto al regno dei cieli più di tutti i tuoi fratelli.
Cap. 18
Maria disse allora al salvatore: - Signore, spiega la parola
che ci hai detto: «Chi ha orecchie da intendere, intenda!», affinché
comprendiamo la parola che hai proferito. Ascolta, Signore, quanto dico
apertamente. La parola che hai detto: Ho tolto un terzo della forza degli
arconti di tutti gli eoni, ho girato il destino e la sfera retti da essi
affinché quando il genere umano li invoca nei suoi misteri - quelli insegnati
dagli angeli trasgressori per portare a compimento le loro cattive e inique
azioni nel mistero della loro magia - da quest’ora in poi non siano più in
condizione di portare a compimento le loro inique azioni perché tu hai tolto un
terzo della sfera da loro, dai loro astrologi, dai loro indovini e da coloro
che, nel mondo, predicono agli uomini le cose future; sicché da quest’ora in
poi non comprendano più, non predicano più nulla di ciò che accadrà, poiché hai
girato le loro sfere disponendole in modo che passino sei mesi rivolte a
sinistra, compiendo così i loro influssi, e altri sei mesi verso destra,
compiendo così i loro influssi. A motivo di questa parola, Signore, ha parlato
anche la forza che si trovava nel profeta Isaia a proposito della «visione
sull’Egitto» annunziando con una similitudine spirituale: «Dove sono ora,
Egitto, dove sono i tuoi indovini e i tuoi astrologi, quelli che gridano dalla
terra e quelli che gridano dal loro ventre? Ti annunzino fin d’ora le cose che
farà il signore Sabaoth». Prima che tu venissi, la forza che si trovava nel
profeta Isaia ha preannunciato che tu avresti tolto la forza dagli arconti
degli eoni, e girato la loro sfera e il loro destino affinché d’ora in poi non
sappiano nulla. È per questo che ha detto pure: «Ora non saprete più ciò che
farà il signore Sabaoth», cioè nessun arconte saprà ciò che d’ora in poi tu
farai: essi sono l’Egitto, perché sono la materia. La forza che si trovava in
Isaia ti ha dunque preannunziato, dicendo: «Ora non saprete più ciò che farà il
signore Sabaoth». In virtù della forza luminosa presa dal buon Sabaoth, che si trova
nel luogo di coloro che sono a destra, e che oggi è nel tuo corpo materiale tu,
mio Signore Gesù, ci hai detto: «Chi ha orecchie da intendere, intenda!» sicché
tu conosca il cuore di colui che è decisamente rivolto verso il regno dei
cieli.
Cap. 19
Allorché Maria terminò di pronunciare queste parole, egli
disse: Benissimo, Maria! Tu, infatti, sei la più beata di tutte le donne della
terra, poiché tu sarai la pienezza di tutte le pienezze e il compimento di
tutti i compimenti.
Udendo il salvatore pronunciare queste parole, Maria se ne
rallegrò molto, si avvicinò a Gesù, si prostrò davanti a lui, adorò i suoi
piedi, e gli disse: - Mio Signore, prima che tu ci parli dei luoghi nei quali
sei andato, ascolta ciò che ti domando a proposito di questa parola -. Gesù
rispose e disse a Maria: - Parla apertamente, non temere. Ti rivelerò ogni cosa
sulla quale mi interroghi.
Cap. 20
Disse: - Mio Signore,
tutti gli uomini che conoscono il mistero della magia di tutti gli arconti di
tutti gli eoni, e la magia degli arconti del destino e di quelli della sfera,
come è stata loro insegnata dagli angeli trasgressori, allorché nei loro
misteri li invocano - cioè nelle loro perverse magie - allo scopo di ostacolare
le buone azioni, d’ora in poi avranno successo oppure no?
Gesù rispose a Maria: «Non avranno successo come invece
l’avevano dall’inizio: io, infatti, ho tolto un terzo della loro forza.
Tuttavia contrarranno un prestito da coloro che conoscono i misteri della magia
del tredicesimo eone. Se, dunque, invocano i misteri della magia di coloro che
si trovano nel tredicesimo eone avranno di certo un sicuro successo: in
conformità al comando del primo mistero, io non ho infatti tolto alcuna forza
da quel luogo.
Cap. 21
Quando Gesù terminò
queste parole, Maria riprese a dire: - Mio Signore, d’ora in poi gli astrologi
e gli indovini non prediranno più ciò che accadrà loro? Ma Gesù rispose a
Maria: - Se gli astrologi trovano il destino e la sfera girati verso sinistra -
in conformità della loro primitiva disposizione -, le loro parole avranno
riscontro: essi diranno ciò che deve accadere. Ma se incontrano il destino e la
sfera girati verso destra, non si curano di dire il vero: io, infatti, ho
girato i loro influssi, i loro quadrati, i loro triangoli, e la loro figura a
otto. Ora li ho obbligati a passare sei mesi girati verso sinistra e sei mesi
verso destra. Colui che saprà scoprire il loro calcolo dal tempo in cui li ho
girati - allorché ho stabilito che passassero sei mesi rivolti alla loro parte
sinistra e sei mesi rivolti ai corsi di destra -, colui pertanto che sarà
capace di osservarli in questa maniera saprà certamente i loro influssi e
predirà tutte le cose che essi faranno. Così pure gli indovini: se invocano i
nomi degli arconti e li trovano mentre essi sono rivolti a sinistra, diranno
con certezza ogni cosa sulla quale li interrogheranno i loro decani. Se invece
gli indovini invocano i loro nomi mentre essi sono rivolti a destra, non li
ascolteranno poiché offrono un’altra figura rispetto alla loro primitiva
posizione nella quale li aveva determinati Jeu: altri sono i loro nomi allorché
essi sono girati a sinistra, e altri sono i loro nomi allorché sono girati a
destra. Se vengono invocati mentre sono girati a destra non dicono la verità,
bensì generano grandi confusioni e minacce. Coloro che non conoscono il loro
corso, i loro triangoli, i loro quadrati e le loro figure mentre sono girati a
destra, non troveranno nulla di vero, si smarriranno in una grande confusione,
si troveranno in un grande inganno e in un grosso errore; le azioni che una
volta compivano nei loro quadrati, nei loro triangoli e nella loro figura a
otto, nelle quali agivano rivolte costantemente a sinistra, le ho girate,
costringendole a passare sei mesi con le loro posizioni girate a destra sicché
l’intera loro relazione induca in grande confusione. Le ho costrette a passare
sei mesi girate a sinistra compiendo le azioni dei loro influssi e tutte le
loro posizioni sicché gli arconti che si trovano negli eoni, nelle loro sfere,
nei loro cieli e in tutti i loro luoghi siano tratti in grande confusione e in
grosso inganno non riuscendo a comprendere i loro propri corsi.
Cap. 22
Allorché Gesù terminò
di pronunciare queste parole - mentre Filippo, seduto, scriveva tutte le parole
che Gesù diceva -, Filippo si avvicinò, si prostrò, adorò i piedi di Gesù, e
disse: - Mio Signore e salvatore, concedimi il permesso di parlare davanti a te
e di interrogarti a proposito di questa parola, prima che tu ci parli dei
luoghi ove sei andato a motivo del tuo servizio. Il misericordioso Salvatore
rispose a Filippo: - Ti è concesso il permesso di esporre la parola che vuoi.
Allora Filippo prese la parola e disse a Gesù: - Mio Signore, per amore di
quale mistero hai voltato la compattezza degli arconti, dei loro eoni, del loro
destino, della loro sfera, e di tutti i loro luoghi, mettendo il loro corso in
una grande confusione e ponendo inganno sul suo cammino? Hai fatto questo per
amore della salvezza del mondo, oppure no?
Cap. 23
Gesù rispose dicendo
a Filippo e a tutti i discepoli insieme: - Ho voltato il loro corso per la
salvezza di tutte le anime. In verità in verità vi dico: se non avessi girato
il loro corso, una quantità di anime sarebbe stata annientata; se non fossero
stati annientati gli arconti degli eoni e gli arconti del destino e della
sfera, tutti i loro luoghi, tutti i loro cieli e tutti i loro eoni, le anime
avrebbero avuto bisogno di molto tempo, avrebbero trascorso lungo tempo fuori,
quaggiù, si sarebbe protratto il compimento del numero delle anime perfette che
- attraverso i misteri - sono state annoverate per l’eredità dell’alto, e
saranno nel tesoro della luce. Ora ho cambiato il loro corso affinché siano
sconvolti, siano votati allo smarrimento, e restituiscano la forza che si trova
nella materia del loro mondo e che essi trasformano in anime: saranno così
presto purificate e tratte in alto quelle che saranno salvate - esse e l’intera
forza -, mentre saranno presto annientate quelle che non saranno salvate.
Cap. 24
Allorché Gesù terminò
di pronunciare queste parole, si avvicinò Maria - bella nel suo dire e beata -,
cadde ai piedi di Gesù, e disse: «Mio Signore, permettimi di parlare davanti a
te, non irritarti con me sebbene troppo ti incomodi interrogandoti». Il
Salvatore, compassionevole, rispose a Maria: - Di’ la parola che vuoi, e io te
la manifesterò chiaramente -. Maria, allora, riprese, dicendo: - Mio Signore,
in quale maniera le anime verrebbero trattenute fuori, quaggiù, e in quale modo
saranno presto purificate?
Cap. 25
Gesù rispose e disse
a Maria: - Benissimo, Maria! La tua domanda è molto opportuna e illustra ogni
cosa con sicurezza e precisione. D’ora in poi non vi nasconderò più nulla,
bensì vi manifesterò ogni cosa con certezza e apertamente.
Ora, ascolta, Maria, e udite voi tutti discepoli. Prima
ch’io predicassi a tutti gli arconti degli eoni, a tutti gli arconti del
destino e alla sfera, si trovavano tutti uniti nei loro vincoli, nelle loro
sfere e nei loro sigilli come all’inizio li aveva uniti Jeu, il sovrintendente
della luce. Ognuno di essi perseverava nel suo ordine, e seguiva il suo cammino
come li aveva sistemati Jeu, sovrintendente della luce.
Quando giungeva il tempo del numero di Melchisedek, il
grande ricevitore della luce, egli era solito entrare fra gli eoni e fra tutti
gli arconti che sono uniti nella sfera e nel destino; da tutti gli arconti
degli eoni, da tutti gli arconti del destino e da quelli della sfera egli
asportava la luce purificata - alimentando tra loro ciò che era motivo di
smarrimento -: metteva in movimento il diligente, che è sopra di loro,
accelerava i loro cicli mentre il diligente portava via la loro forza, l’alito
della bocca, le acque dei loro occhi, e il sudore dei loro corpi.
Melchisedek, ricevitore della luce, purifica quelle forze e
porta la loro luce nel tesoro della luce; i ministri di tutti gli arconti
radunano insieme la loro materia, i ministri di tutti gli arconti del destino e
i ministri della sfera, che sono al di sotto degli eoni, la prendono e ne fanno
anime di uomini, di bestie, di rettili, di animali, di uccelli, e le mandano
giù nel mondo dell’umanità. Inoltre allorché i ricevitori del sole e della
luna, guardando in alto, vedono le posizioni dei corsi degli eoni, le posizioni
del destino, e della sfera, prendono la loro forza luminosa: i ricevitori del
sole la preparano e la depongono per consegnarla ai ricevitori di Melchisedek,
purificatore della luce, ne portano il resto materiale alla sfera, che sta
sotto gli eoni, e ne fanno anime di uomini, di rettili, di animali, di bestie e
di uccelli conformemente al ciclo degli arconti di quella sfera, e
conformemente a tutte le posizioni della loro rotazione che poi gettano in
questo mondo dell’umanità, in questo luogo ove diventano anime, come vi ho
detto sopra.
Cap. 26
Questo avveniva costantemente prima che fosse ridotta la
loro forza, e diventassero diminuiti, o fiacchi. Fu così, dunque, che essi
restarono fiacchi: la loro forza, infatti, aveva iniziato a diminuire in quanto
la forza che era in essi divenne debole; la luce, che si trovava al suo luogo,
diminuì, il loro regno fu annientato e, presto, il tutto fu tolto. Allorché si
rendevano conto di questo, si attuava il numero della cifra di Melchisedek, il
ricevitore (della luce): egli uscì di nuovo, entrò in mezzo agli arconti di
tutti gli eoni, in mezzo a tutti gli arconti del destino e a quelli della
sfera: li pose in agitazione, fece sì che presto abbandonassero i loro cicli e,
sotto la pressione, emisero subito la forza dall’alito della bocca dalle
lacrime dei loro occhi e dal sudore dei loro corpi.
Melchisedek, ricevitore della luce, li purificò, come fa
sempre, e portò la loro luce al tesoro della luce. Tutti gli arconti degli
eoni, gli arconti del destino e della sfera si volgono alla materia del resto
(delle loro forze) divoratrici, non permettendo che se ne vada e diventi anima
del mondo. Divorarono la loro materia, per non diventare fiacchi e deboli,
perché non abbia fine la loro forza e non sia annientato il loro regno. Essi la
divorano per non essere annientati, per potere indugiare, per far passare molto
tempo fino al compimento del numero delle anime perfette che giungeranno nel
tesoro della luce
Cap. 27
Gli arconti degli
eoni quelli del destino e quelli della sfera, compiendo la loro roteazione,
agivano costantemente in questo modo - divoravano il resto (delle forze) della
materia e non permettevano che diventasse anime nel mondo dell’umanità - per
poter indugiare, essere dominatori, e quelle forze che sono in loro, cioè le
anime, trascorrevano molto tempo fuori di qui: perseveravano compiendo questo
costantemente in due cicli. Allorché io volli salire per il servizio al quale
ero stato chiamato dal comando del primo mistero, giunsi nel mezzo dei tiranni
degli arconti dei dodici eoni, indossando il mio abito luminoso: risplendevo
molto, e la luce che era in me era al di sopra di ogni misura.
Vista la luce che era in me, quei tiranni - il grande
Adamas, il tiranno, e tutti i tiranni dei dodici eoni - incominciarono tutti
insieme a combattere contro la luce del mio abito: lo volevano trattenere per
sé per poter indugiare ancora nel loro dominio. Essi agivano così senza sapere
contro chi combattevano.
Quando essi si contrapposero lottando contro la luce, io -
in conformità del comandamento del primo mistero - voltai i corsi e i tragitti
dei loro eoni, i corsi del loro destino e delle loro sfere: per sei mesi li
lasciai guardare a sinistra, come prima, ai triangoli, ai quadrati, a quelli
che hanno di fronte, e alla loro figura di otto, proprio come facevano prima.
Poi girai verso un ordine diverso la loro rotazione e direzione: per altri sei
mesi feci girare verso la destra le opere dei loro influssi nei quadrati, nei
triangoli, in quelle che hanno di fronte, e nella loro figura di otto; portai a
un grande smarrimento gli arconti degli eoni, tutti gli arconti del destino e
quelli della sfera: li posi in una grande confusione. D’ora in poi, essi non
sono più in condizione di volgersi al resto della loro materia per divorarla
allo scopo di fare continuamente indugiare i loro luoghi e di protrarre il
tempo della loro dominazione. Infatti, allorché tolsi un terzo della loro
forza, voltai le loro sfere di modo che trascorrano un tempo rivolti a sinistra
e un altro tempo rivolti a destra. Ho cambiato l’intero loro corso e il loro cammino;
ho accelerato il loro corso e il loro tragitto affinché (le forze) siano presto
purificate e presto siano tolte; ho ridotto i loro cicli e alleggerito il loro
corso, sicché risultarono assai più veloci. Furono turbati nel loro corso di
modo che d’ora in poi non sono più in condizione di divorare la materia del
resto della loro luce purificata
Ho inoltre ridotto i loro tempi e i loro periodi affinché
più in fretta si compia il numero delle anime che riceveranno i misteri e
saranno nel tesoro della luce. Se non avessi voltato il loro tragitto e ridotto
i loro periodi, non avrebbero lasciato venire nel mondo alcuna anima - a motivo
della materia del loro resto, che essi divorano -, e avrebbero annientato molte
anime. Perciò vi dissi, una volta: «Per amore dei miei eletti ho ridotto i
tempi, altrimenti nessuna anima avrebbe potuto salvarsi». Ho ridotto i tempi e
i periodi per amore del numero perfetto delle anime che riceveranno i misteri,
cioè degli eletti; se non avessi ridotto i loro periodi, nessuna anima
materiale si sarebbe salvata: sarebbero state distrutte dal fuoco che è nella
carne degli arconti. Questa, dunque, è la parola sulla quale tu mi hai
interrogato con precisione. Quando Gesù terminò di dire queste parole ai suoi
discepoli, questi si prostrarono tutti insieme, l’adorarono, e gli dissero: -
Siamo i più beati di tutti gli uomini poiché tu ci hai rivelato queste grandi
gesta.
Cap. 28
Gesù proseguì ancora
il discorso ai suoi discepoli dicendo: - Udite, udite quanto mi accadde tra gli
arconti dei dodici eoni, presso tutti i loro arconti, i loro signori, le loro
potenze, presso i loro angeli e arcangeli. Quando videro l’abito splendente che
avevo - sia essi sia i non appaiati -, ognuno vide il mistero del suo nome, che
si trovava sull’abito splendente che avevo; tutti si prostrarono, adorarono
l’abito splendente che avevo, e gridarono tutti insieme: «Come ha potuto
passare attraverso di noi il Signore del tutto, senza che ce ne accorgessimo?».
E tutti insieme lodarono l’interno degli interni: i loro dotati di triplice
potenza, i loro grandi padri primordiali, i loro non generati, i loro
autogenerati, i loro generati, i loro Dèi, le loro scintille luminose, le loro
stelle, in una parola, tutti i grandi, videro che i tiranni del loro luogo
diminuivano la propria forza, diventavano deboli e in preda a una grande paura
al di là di ogni misura. Guardavano sul mio abito il mistero del loro nome: avevano
cominciato a venire ad adorare il mistero del loro nome scritto sul mio abito,
ma non erano in condizione di adorarlo a causa della grande luce che era in me.
Alquanto distanti da me adorarono la grande luce del mio abito e tutti insieme
alzarono la voce inneggiando all’interno degli interni.
Mentre accadeva questo ai tiranni che si trovano sotto gli
arconti, tutti rimasero debilitati, caddero al suolo sui loro eoni e
diventarono morti come gli abitatori della terra, come era avvenuto allorché
sottrassi la loro forza. Quando uscii da quegli eoni, ognuno di coloro che si
trovano nei dodici eoni fu legato nel suo ordine portando a compimento la sua
opera come avevo stabilito: girando e compiendo le sue opere sei mesi rivolto a
sinistra nei loro quadrati, nei loro triangoli e in coloro che si trovano di
fronte a loro, e altri sei mesi rivolto verso destra ai triangoli, ai quadrati
e a coloro che si trovano di fronte a essi. D’ora in poi, dunque, quanti si
trovano nel destino e nella sfera compiranno così (il loro corso).
Cap. 29
Mi diressi poi in
alto verso le cortine del tredicesimo eone. Quando giunsi, le cortine si
ritrassero da sole, aprendosi a me. Entrai nel tredicesimo eone, al di sotto
del tredicesimo eone trovai Pistis Sophia tutta sola: nessuno era con lei. Se
ne stava in quel luogo triste e malinconica perché non era stata accolta nel
suo luogo superiore, nel tredicesimo eone; inoltre era triste a motivo delle
sofferenze che le aveva arrecato l’Arrogante, uno dei dotati di triplice forza.
Ma quando vi parlerò della sua distribuzione, allora vi spiegherò il mistero e
cioè come le accadde questo.
Allorché Pistis Sophia mi vide tutto splendente - la luce
che era in me era al di là di ogni misura -, rimase profondamente smarrita e
guardò la luce del mio abito: vide sul mio abito il mistero del suo nome e
tutto lo splendore del suo mistero, giacché lei prima si trovava nel luogo
dell’alto, nel tredicesimo eone. Aveva cura di lodare in ogni modo la luce
superiore che aveva visto nella cortina del tesoro della luce. Mentre lei
perseverava nella lode della luce superiore, tutti gli arconti - che sono presso
i due grandi dotati di triplice forza -, il di lei invisibile compagno e le
altre ventidue invisibili emanazioni guardavano giù. Pistis Sophia, infatti, il
suo compagno e le altre ventidue emanazioni formano le ventiquattro emanazioni
emanate dal grande e invisibile padre primordiale e dai due grandi dotati di
triplice potenza.
Cap. 30
Dopo che Gesù disse
queste cose ai suoi discepoli, si fece avanti Maria e domandò: - Mio Signore,
una volta ti ho sentito affermare: «Anche Pistis Sophia è una delle
ventiquattro emanazioni» e come mai non è nel loro luogo, bensì tu hai detto
«l’ho trovata al di sotto del tredicesimo eone».
LA STORIA DI PISTIS SOPHIA
Gesù rispose e disse
ai suoi discepoli: - Quando Pistis Sophia si trovava nel tredicesimo eone, nel
luogo di tutti i suoi fratelli, (nel luogo) degli invisibili, cioè delle
ventiquattro emanazioni, per ordine del primo mistero Pistis Sophia guardò
verso l’alto: vide la luce della cortina del tesoro della luce, e bramò
giungere in quel luogo, ma non era in condizione di giungere in quel luogo;
smise, però di eseguire il mistero del tredicesimo eone, iniziò a lodare la
luce dell’alto, quella che aveva visto nella luce della cortina del tesoro
della luce.
Siccome lei lodava il luogo dell’alto, tutti gli arconti -
che sono al di sotto - nei dodici eoni, l’odiarono perché aveva abbandonato i
loro misteri e aveva bramato di andare in alto per trovarsi al di sopra di
loro. Si irritarono contro di lei, e l’odiarono. (Così fece) anche il grande
dotato di triplice forza, l’arrogante, cioè il terzo dotato di triplice forza,
che si trova nel tredicesimo eone, quello che era stato disobbediente - (in
quanto) non aveva emanato l’intera forza purificata che si trova in lui, né
aveva dato la sua luce purificata nel tempo in cui gli arconti avevano dato la
loro, poiché voleva dominare sui tredici eoni su quanti si trovano al di sotto
di esso.
Allorché, dunque, gli arconti dei dodici eoni si irritarono
contro Pistis Sophia, superiore a loro, e l’odiarono, anche il grande dotato di
triplice forza, l’arrogante, del quale vi ho appena parlato, si alleò agli
arconti dei dodici eoni; anch’egli si irritò contro Pistis Sophia e l’odiò
molto giacché lei aveva pensato di andare da una luce superiore a lui. Egli
emanò da sé una grande forza dall’aspetto di leone, dalla sua materia emanò una
quantità di altre emanazioni materiali molto vigorose, e le inviò nei luoghi
inferiori, nelle parti del caos, affinché insidiassero Pistis Sophia e le
togliessero la sua forza, poiché lei aveva pensato di andare verso l’alto, al
di sopra di tutti loro, aveva smesso di eseguire il suo mistero ed era invece
sempre triste e bramosa della luce che aveva visto. L’odiavano gli arconti,
costanti e perseveranti nell’eseguire il mistero, e l’odiavano anche tutti i
custodi che stanno alle porte degli eoni. Per ordine del primo comandamento, il
grande dotato di triplice forza, l’arrogante, uno dei tre dotati di triplice
forza, perseguitava Sophia nel tredicesimo eone affinché guardasse verso le
parti inferiori e vedendo in quel luogo la di lui forza luminosa dall’aspetto
di leone, la bramasse, andasse in quel luogo e le fosse così tolta la sua luce.
Cap. 31
Lei, dunque, guardò
in basso e, nelle parti inferiori, vide la forza luminosa di lui: lei ignorava
che questa era del dotato di triplice forza, dell’arrogante; pensava che
provenisse dalla luce vista all’inizio in alto, che provenisse dal velo del
tesoro della luce. Pensava: voglio andare in quel luogo senza il mio compagno,
prendere la luce e crearmi degli eoni luminosi per essere in condizione di
recarmi alla luce delle luci, nell’altezza delle altezze.
Con questo pensiero uscì dal suo luogo, cioè dal tredicesimo
eone, e discese al dodicesimo eone. Gli arconti degli eoni la inseguirono
adirati contro di lei perché aveva pensato alla gloria. Uscita dai dodici eoni,
andò nei luoghi del caos e si avvicinò alla potenza luminosa, dal volto di
leone, per divorarla.
Ma la circondarono tutte le emanazioni materiali
dell’arrogante: la grande forza luminosa dal volto di leone divorò le forze
luminose di Sophia, purificò la sua luce e la divorò; la sua materia fu gettata
nel caos e, nel caos, diventò un arconte dalla faccia di leone metà fuoco e
metà tenebre, cioè Yaldabaoth del quale più volte vi ho parlato. Dopo questo,
Sophia divenne molto debole: quella forza luminosa dalla faccia di leone
cominciò a eliminare tutte le forze luminose di Sophia; tutte insieme le forze
materiali dell’arrogante circondarono e oppressero Sophia.
Cap. 32
Gridò forte, Pistis
Sophia, gridò alla luce delle luci, da lei vista all’inizio - allorché in lei
pose la sua fiducia -, e recitò questa penitenza, dicendo:
1.- «O luce delle luci, nella quale, all’inizio, io posi la
mia fiducia, ascolta, luce, la mia penitenza! Cattivi pensieri sono penetrati
in me, salvami, luce!
2.- Guardai, o luce, alle parti inferiori e vidi una luce;
pensai: voglio recarmi in quel luogo a prendere quella luce. Andai, e mi trovai
nelle tenebre del caos inferiore, ma non fui più in condizione di affrettarmi a
uscirne per ritornare al mio luogo; mi oppressero, infatti, tutte le emanazioni
dell’arrogante, e la forza dall’aspetto di leone mi tolse la luce che era in
me.
3.- Alzai grida di aiuto, ma la mia voce non proruppe dalle
tenebre. Guardai in alto affinché mi venisse aiuto da quella luce nella quale
avevo posto fiducia.
4.- Allorché guardai in alto vidi tutti gli arconti degli
eoni che, numerosi, guardavano giù verso di me e si rallegravano: non avevo
fatto loro alcun male, essi mi odiavano senza motivo. Quando le emanazioni
dell’arrogante videro che gli arconti degli eoni si rallegravano a mie spese,
compresero che gli arconti degli eoni non sarebbero venuti in mio aiuto. Quelle
emanazioni, che mi opprimevano con forza, si fecero coraggio e mi sottrassero
la luce, che io non avevo preso da loro.
5.- Ora, o luce vera,
tu sai che ho agito così nella mia ingenuità, pensando che la luce dall’aspetto
di leone fosse tua. Il peccato che ho commesso ti è manifesto.
6.- Non lasciarmi depauperata, signore! Nella tua luce,
infatti, ebbi fiducia fin dall’inizio, o signore, o luce delle forze! Non
lasciarmi depauperata della mia luce.
7.- È per tuo motivo e per amore della tua luce che mi trovo
in questa angustia, e sono coperta di vergogna.
8.- È per amore della tua luce che sono diventata estranea
ai miei fratelli, agli invisibili, e alle grandi emanazioni di Barbelo.
9.- Ciò mi è
accaduto, o luce, perché anelavo la tua dimora; venne, invece, su di me l’ira
dell’arrogante perché mi trovavo nel suo eone, ma non compivo il suo mistero;
egli è colui che non ascoltò il tuo comando di emanare dalla emanazione della
sua forza.
10.- Tutti gli
arconti degli eoni mi deridevano.
11.- In quel luogo io ero triste e cercavo la luce che avevo
visto in alto.
12.- I custodi delle
porte degli eoni mi cercavano, e tutti coloro che restavano nel loro mistero mi
deridevano.
13.- Mentre io guardavo in alto verso di te, o luce, e avevo
fiducia in te, eccomi ora oppressa nelle tenebre del caos, o luce delle luci:
se tu vuoi venire a salvarmi - la tua misericordia è grande! - ascoltami in
verità e salvami.
14.- Salvami dalla materia di queste tenebre affinché io non
sprofondi in esse, sia liberata dalle opprimenti emanazioni del divino
arrogante e dalle sue malignità.
15.- Non permettere che queste tenebre mi sommergano, non
permettere che questa forza dall’aspetto di leone divori completamente tutta la
mia forza, non permettere che questo caos copra la mia forza.
16.- Esaudiscimi, o luce! La tua grazia è preziosa. Volgi
quaggiù il tuo sguardo conformemente alla grande misericordia della tua luce.
17.- Non distogliere da me il tuo volto: grande è il mio
tormento.
18.- Affrettati a esaudirmi, salva la mia forza.
19.- Salvami dagli arconti che mi odiano! Tu conosci,
infatti, la mia oppressione, il mio tormento e il tormento della mia forza che
essi hanno tolto da me. Coloro che mi hanno circuito con tutta questa
malvagità, sono davanti a te: trattali secondo il tuo volere.
20.- Di mezzo al caos e di mezzo alle tenebre, la mia forza
guardò fuori: aspettavo che venisse il mio compagno e combattesse per me, ma
non è venuto. Attesi che venisse e mi desse forza, ma non l’ho trovato.
21.- Quando cercavo la luce, mi diedero tenebre; quando
cercavo la mia forza, mi diedero materia.
22.- O luce delle luci, le tenebre e la materia addossatemi
dalle emanazioni dell’arrogante diventino per loro una trappola: vi restino
impigliate, ripagale, sia loro di inciampo e non possano giungere al luogo del
loro arrogante.
23.- Restino nelle tenebre, non volgano lo sguardo alla
luce, contemplino per sempre il caos, non volgano lo sguardo in alto.
24.- Su di esse cada la loro vendetta, le avvolga il tuo
castigo.
25.- D’ora in poi non
permettere che arrivino al loro luogo, al loro divino arrogante; d’ora in poi
non permettere che le sue emanazioni giungano ai loro luoghi: il loro dio è,
infatti, empio e arrogante. Riteneva di essere lui a compiere questa malvagità,
ignorava che se io non fossi stata umiliata conforme al tuo comandamento, egli
non avrebbe avuto alcun potere su di me.
26.- Ma allorché tu mi hai umiliata per mezzo del tuo
comandamento, essi mi perseguitarono ancora di più e le loro emanazioni hanno
aumentato il dolore della mia umiliazione.
27.- Hanno tolto la mia forza, mi hanno oppresso molto e
ripetutamente per togliere tutta la luce che si trova in me. Essi mi hanno
circuito, non permettere che salgano al tredicesimo eone, al luogo della
giustizia.
28.- Non permettere che partecipino all’eredità di quanti
purificano se stessi e la loro luce. Non permettere che siano annoverati tra
coloro che subito si pentono e così ricevano subito i misteri nella luce.
29.- Hanno tolto, infatti, la mia luce, la mia forza ha
cominciato a venir meno e sono priva della mia luce.
30.- Or dunque, o luce che è in te e con me, io lodo il tuo
nome nella gloria, o luce.
31.- La mia lode ti sia gradita, o luce, come un mistero
eminente che introduce nelle porte della luce che diranno coloro che si
pentiranno e purificheranno la propria luce.
32.- Gioiscano ora tutte le materie: cercate tutte la luce,
affinché viva la forza delle vostre anime, che è in voi.
33.- La luce, infatti, ha esaudito le materie e non
permetterà che vi sia una materia priva della sua purificazione.
34.- Le anime e le materie lodino il signore degli eoni; le
materie e tutto ciò che si trova in esse.
35.- Allora, Dio salverà la loro anima da tutte le materie:
nella luce verrà preparata una città; tutte le anime salvate abiteranno in
quella città e l’erediteranno.
36.- In quel luogo dimorerà l’anima di coloro che
accoglieranno i misteri: chi - nel suo nome - avrà accolto i misteri, dimorerà
in essa».
Cap. 33
Dopo aver detto queste parole ai suoi discepoli, Gesù
soggiunse: - Questa è la lode innalzata da Pistis Sophia nella sua prima
penitenza; la pronunciò allorché si pentì del suo peccato e raccontò tutto
quanto le era accaduto. Ora, chi ha orecchie per intendere, intenda! Si fece
nuovamente avanti Maria, e disse: - Mio Signore, il mio uomo di luce ha
orecchie, io intendo con la mia forza luminosa, in me c’è il tuo spirito, e mi
ha fatto rinsavire. Permetti ch’io tratti della penitenza della quale ha parlato
Pistis Sophia raccontando il suo peccato e quanto le accadde. La tua forza
luminosa ne ha già profetato per mezzo del profeta Davide nel Salmo 68:
1.- Salvami, Dio, poiché le acque sono giunte fino all’anima
mia.
2.- Sono immerso o sprofondato nel fango dell’abisso, non
c’è più forza. Sono penetrato nella profondità del mare, una corrente mi ha
sommerso.
3.- Ho pazientato gridando: la mia gola è riarsa, i miei
occhi offuscati, nell’attesa di Dio.
4.- Quanti mi odiano senza motivo sono più numerosi dei
capelli del mio capo; i miei nemici sono robusti e mi perseguitano
ingiustamente; esigono da me ciò che io non ho rapito.
5.- Tu, Dio, conosci la mia insipienza, e i miei peccati non
ti sono nascosti.
6.- Non si vergognino, per causa mia, quanti sperano in te,
Signore, Signore delle potenze. Per causa mia non sentano vergogna coloro che
ti cercano, Dio di Israele, Dio delle potenze.
7.- Per te, infatti, ho sopportato l’insulto, la vergogna ha
coperto il mio volto.
8.- Sono diventato estraneo ai miei fratelli, estraneo ai
figli di mia madre.
9.- Lo zelo per la tua casa mi ha divorato, e gli insulti di
coloro che ti insultano mi sono caduti addosso.
10.- Umilio col digiuno l’anima mia, e ciò fu motivo di
insulto per me.
11.- Ho indossato un abito di sacco e sono diventato per
essi un oggetto di scherno.
12.- Fanno commenti su di me coloro che siedono alle porte,
e sono argomento delle canzonature di quanti bevono vino.
13.- L’anima mia innalzò preghiere a te, Signore; è il tempo
del tuo beneplacito, Dio; nella grandezza della tua grazia abbi cura della mia
salvezza nella verità.
14.- Strappami dal fango, affinché non vi sprofondi; possa
essere salvo da quanti mi odiano e dalle acque profonde.
15.- Non mi sommerga la corrente delle acque, non mi divori
l’abisso, non si chiuda su di me la bocca del pozzo.
16.- Ascoltami, Signore: benevola è la tua grazia. Volgiti
verso di me secondo l’abbondanza della tua grazia.
17.- Non distogliere il tuo sguardo dal tuo servo, poiché
sono angustiato.
18.- Affrettati a rispondermi; presta attenzione all’anima
mia, e salvala.
19.- Liberami dai miei nemici, poiché tu conosci il mio
obbrobrio, la mia vergogna e il mio rossore: tutti i miei oppressori sono
davanti a te.
20.- Il mio cuore sopportava obbrobrio e miseria. Ho atteso
chi si rattristasse con me, ma non ci fu; chi mi consolasse, ma non lo trovai.
21.- Per cibo mi hanno dato veleno, nella mia sete mi hanno
abbeverato con aceto.
22.- La loro mensa si trasformi per loro in trappola, in
laccio, in rappresaglia, in inciampo.
23.- Piega in ogni tempo il loro dorso.
24.- Rovescia su di loro il tuo furore, li colga la tua ira
ardente.
25.- Il loro accampamento sia deserto, non vi sia chi abiti
nelle loro dimore.
26.- Poiché hanno
inseguito quello che tu avevi colpito, hanno aumentato il dolore delle sue
ferite.
27.- Aggiunsero iniquità a iniquità: non giungano alla tua
giustizia.
28.- Siano cancellati dal libro dei viventi, non siano
scritti insieme ai giusti.
29.- Io sono misero e dolente; la salvezza del tuo volto,
Dio, mi ha accolto.
30.- Loderò il nome di Dio con il canto, innalzerò a lui un
canto di grazie.
31.- Sarà gradito a Dio più di un torello, che mette corna e
unghie.
32.- Vedano i poveri e gioiscano; cercate Dio, e l’anima
vostra vivrà.
33.- Dio, infatti, ha esaudito i poveri, non ha disprezzato
i prigionieri.
34.- Lodino il Signore i cieli e la terra, il mare e tutto
ciò che v’è dentro.
35.- Dio, infatti,
salverà Sion; le città di Giuda verranno ricostruite, abitate ed ereditate;
36.- le possiederà la stirpe dei tuoi servi; vi abiteranno
coloro che amano il suo nome.
Cap. 35
Gesù proseguì il suo discorso dicendo: - Pistis Sophia
seguitò ancora a lodare con una seconda penitenza. Disse dunque:
1.- O luce delle luci, ho avuto fiducia in te, non lasciarmi
nelle tenebre fino al compimento del mio tempo.
2.- Vieni in mio
aiuto e salvami per mezzo dei tuoi misteri. China verso di me il tuo orecchio,
e salvami.
3.- Mi salvi la forza
della tua luce, mi porti agli eoni superiori. Tu, infatti, mi salverai e mi
condurrai all’altezza dei tuoi eoni.
4.- Salvami, o luce, dal potere di questa forza dal volto di
leone, e dal potere delle emanazioni del divino arrogante.
5.- O luce, sei tu nella cui luce ho creduto, e nella cui
luce fin dall’inizio ho avuto fiducia.
6.- Ci ho creduto fin da quando mi ha emanato: tu stessa che
mi hai emanato, e fin dall’inizio ho creduto nella tua luce.
7.- Mentre credevo in te, gli arconti mi deridevano,
dicendo: «Essa è venuta meno al suo mistero!». Tu sei il mio liberatore, tu sei
il mio salvatore, tu sei il mio mistero, o luce.
8.- La mia bocca era piena di gloria per cantare in ogni
tempo il mistero del tuo splendore.
9.- E ora, o luce, non mi lasciare nel caos fino al
compimento di tutto il mio tempo. O luce, non mi lasciare.
10.- Mi hanno tolta tutta la mia forza luminosa, e tutte le
emanazioni dell’arrogante mi hanno circondato. Volevano sottrarmi integralmente
tutta la mia luce, e stavano di guardia alla mia forza.
11.- L’una diceva
all’altra: «La luce l’ha abbandonata, afferriamola, sottraiamole tutta la luce
che si trova in lei».
12.- Perciò, luce, non mi abbandonare. Voltati, luce,
salvami dal potere di coloro che non hanno pietà.
13.- Cadano, siano privi di forza, quanti vogliano sottrarmi
la mia forza. Siano avvolti nelle tenebre, colti nell’impotenza, quanti
vogliono sottrarmi la mia forza luminosa. Questa è la seconda penitenza
pronunciata da Pistis Sophia a lode della luce.
Cap. 36
Quando Gesù terminò
di dire queste parole ai suoi discepoli, domandò: Capite in qual modo vi parlo?
Pietro si fece avanti e disse a Gesù: - Signore, non possiamo sopportare questa
donna; ci toglie l’occasione, non lascia parlare alcuno di noi, parla sempre
lei. Gesù rispose e disse ai suoi discepoli: - Se qualcuno sente ribollire in
se stesso la forza del suo spirito, sicché comprenda quanto dico, si faccia
avanti e parli. Comunque, Pietro, vedo che la forza che è in te comprende la
soluzione del mistero della penitenza annunziata da Pistis Sophia. Ora
comunica, Pietro, in mezzo ai tuoi fratelli, il pensiero della sua penitenza.
Pietro rispose a Gesù: - Signore, ascolta mentre espongo il
pensiero della sua penitenza; su di essa, la tua forza ha profetato un tempo
per mezzo del profeta Davide, trattando della sua penitenza nel Salmo 70.
1.- O Dio, mio Dio,
confido in te, non sia confuso in eterno!
2.- Salvami e liberami nella tua giustizia. China a me il
tuo orecchio e salvami.
3.- Sii per me un Dio forte e un luogo sicuro per la mia
salvezza: tu sei la mia forza e il mio rifugio.
4.- Salvami, mio Dio, dal potere del peccatore, dal potere
del delinquente e dell’empio.
5.- Tu, Signore, sei la mia costanza. Tu, Signore, sei la
mia speranza fin dalla mia gioventù.
6.- In te mi abbandonai fin dal seno materno; dal corpo di
mia madre tu mi hai guidato; il mio pensiero è sempre rivolto a te.
7.- Per molti divenni come gli insensati; tu sei il mio
aiuto e io il mio rifugio; tu sei il mio salvatore, Signore.
8.- La mia bocca è
piena di gloria, per lodare tutto il giorno la gloria del tuo splendore.
9.- Non ripudiarmi nella vecchiaia; non lasciarmi quando la
mia anima svanisce.
10.- Poiché i miei nemici parlano contro di me; coloro che
insidiano l’anima mia, si consigliano contro la mia anima,
11.- dicendo: «Dio l’ha abbandonato; inseguitelo,
afferratelo, non c’è alcuno che lo salvi».
12.- Dio, presta attenzione al mio soccorso!
13.- Siano confusi e svergognati coloro che avversano la mia
anima. Siano coperti di obbrobrio e vergogna coloro che cercano la mia rovina.
Questa è la soluzione della seconda penitenza pronunciata da Pistis Sophia.
Cap. 37
Il Salvatore disse a
Pietro: - Bene, Pietro! Questa è la soluzione della sua penitenza. Tu beato più
di tutti gli uomini della terra! A te, infatti, ho manifestato questi misteri.
In verità in verità ti dico: ti renderò perfetto in tutta la pienezza, dai
misteri dell’interno fino ai misteri dell’esterno; ti riempirò di spirito e
sarai detto «spirituale (πνευµατιοι) perfetto in tutta la pienezza». In verità
in verità ti dico: ti darò tutti i misteri di tutti i luoghi di mio Padre e
tutti i luoghi del primo mistero, affinché colui che tu accoglierai sulla terra
sarà accolto nella luce dell’alto, o colui che tu respingerai sulla terra sarà
respinto dal regno del Padre mio che è in cielo. Ma ora udite e prestate
attenzione a tutte le penitenze pronunciate da Pistis Sophia, la quale proseguì
dicendo la terza penitenza.
1.- O luce delle forze, presta attenzione e salvami!
2.- Quanti anelano a togliere la mia luce, siano manchevoli
e nelle tenebre. Si volgano al caos e restino confusi quanti anelano a togliere
la mia forza.
3.- Si volgano presto
alle tenebre quanti mi opprimono e dicono: «Siamo diventati suoi padroni!».
4.- Gioiscano,
invece, e si rallegrino tutti coloro che cercano la luce, e quanti anelano al
tuo mistero dicano di continuo: «In alto il mistero!».
5.- Ora, salvami, luce! Sono stata privata di quella luce
che essi mi hanno tolto, abbisogno di quella forza che essi mi hanno tolto. Tu,
luce, sei il mio salvatore, tu sei il mio liberatore. Presto, luce, liberami da
questo caos.
Cap. 38
Allorché Gesù terminò di dire queste parole ai suoi
discepoli, soggiunse: - Questa è la terza penitenza pronunciata da Pistis
Sophia -; e ancora: - Chi ha sentito innalzarsi lo spirito atto a conoscenza,
si avvicini ed esponga i pensieri della penitenza pronunciata da Pistis Sophia.
Prima ancora che Gesù terminasse di parlare, si fece avanti
Marta: si gettò ai suoi piedi, li baciò, innalzò grida, pianse, e disse con
umiltà: - Signore, abbi misericordia di me, sii compassionevole verso di me!
Permetti che esponga la soluzione della penitenza pronunciata da Pistis Sophia.
Gesù porse la mano a Marta e le disse: - Beato chiunque si umilia! Di lui,
infatti, si avrà misericordia. E ora, Marta, tu sei beata. Esponi, dunque, la
soluzione del pensiero penitenziale di Pistis Sophia.
A Gesù tra i suoi discepoli, Marta rispose: - Mio Signore
Gesù, a proposito della penitenza pronunciata da Pistis Sophia, ha profetato
una volta la tua forza luminosa, che si trovava in Davide, con il Salmo 69.
Egli disse:
1.- Signore Dio, vieni in mio aiuto!
2.- Arrossiscano e si vergognino coloro che insidiano
l’anima mia.
3.- Voltino le spalle, siano svergognati coloro che
esclamano: «Bene, Bene!».
4.- Gioiscano e si
allietino in te, coloro che ti cercano, e dicano sempre: «Dio è grande!» quanti
amano la tua salvezza.
5.- Io sono misero, io sono povero. Aiutami, Signore! Tu sei
il mio aiuto e la mia difesa. Signore non tardare! Questa è la soluzione della
terza penitenza pronunciata da Pistis Sophia, inneggiando all’alto.
Cap. 39
Dopo aver sentito
queste parole da Marta, Gesù le disse: - Benissimo, Marta, bene! Gesù proseguì
il discorso ai suoi discepoli. - Prima che fosse oppressa per la seconda volta
con la sottrazione dell’intera sua luce da parte della forza dal volto di
leone, e da tutte le emanazioni materiali che erano con essa - inviate nel caos
dall’arrogante -, Pistis Sophia pronunciò una quarta penitenza. Proferì dunque
questa penitenza:
1.- «O luce, alla quale mi affidai, ascolta la mia
penitenza! La mia voce giunga alla tua dimora.
2.- Non allontanare
da me la tua immagine luminosa; prestami attenzione, mentre essi mi opprimono.
Affrettati a salvarmi, quando griderò verso di te.
3.- La mia luce è svanita come un alito, e io sono diventata
materia.
4.- Hanno tolto da me
la mia luce, la mia forza si è disseccata. Ho dimenticato il mio mistero,
quello che prima avevo cura di compiere.
5.- Dalla spaventosa
e potente voce dell’arrogante, è svanita in me la mia forza.
6.- Sono diventata
come un demone singolare dimorante nella materia e privo di luce. Sono
diventata come uno spirito di opposizione che si trova in un corpo materiale ed
è sprovvisto di forza luminosa.
7.- Sono diventata come un decano, che si trova nell’aria
tutto solo.
8.- Le emanazioni dell’arrogante mi hanno oppresso
duramente; il mio compagno pensò:
9.- in luogo della luce che era in lei, l’hanno riempita di
caos. Ho divorato il sudore della mia materia e l’angustia delle lacrime (che
fluivano) dalla materia dei miei occhi, affinché non fossero sottratte da
coloro che mi opprimono.
10.- Questo mi è accaduto, o luce, per un tuo comandamento,
per un tuo comando; ed è per il tuo comandamento ch’io mi trovo qui.
11.- Il tuo comandamento mi ha diretta in basso; sono
discesa in basso come una forza del caos; la mia forza si è irrigidita.
12.- Ma tu, Signore, sei la luce eterna e visiti coloro che
sono continuamente oppressi.
13.- Ora, sorgi, o luce, cerca la mia forza e l’anima che è
in me. Il comandamento che tu hai stabilito per me nelle mie afflizioni, ha
avuto compimento. È giunto il tempo in cui tu cercherai la mia forza e la mia
luce, il tempo che tu hai fissato per cercarmi.
14.- I tuoi redentori hanno cercato la forza che si trova
nella mia anima: poiché il numero è compiuto, perciò anche la sua materia sarà
salvata.
15.- In quel tempo, tutti gli arconti degli eoni materiali
avranno paura davanti alla tua luce; tutte le emanazioni del tredicesimo eone
materiale avranno paura davanti al mistero della tua luce: e gli altri
indosseranno la loro luce purificata.
16.- Il Signore, infatti, cercherà la forza della vostra
anima: egli ha manifestato il suo mistero.
17.- Perciò egli guarda la penitenza di coloro che si
trovano nei luoghi inferiori: non trascura la loro penitenza.
18.- Questo mistero è diventato il tipo della stirpe che
sarà generata; e questa stirpe che sarà generata inneggerà all’alto,
19.- poiché la luce ha guardato dall’alto della sua luce;
guarderà in basso su tutta la materia.
20- per ascoltare il sospiro degli incatenati, per liberare
la forza di quelle anime la cui forza è incatenata:
21.- porrà così nell’anima il suo nome, e nella forza il suo
mistero.
Cap. 40
Allorché Gesù disse queste parole ai suoi discepoli,
proseguì: - Questa è la quarta penitenza pronunciata da Pistis Sophia. Ora, chi
comprende, comprenda. Dopo che Gesù disse queste parole, si fece avanti
Giovanni, baciò il petto di Gesù, e disse: - Ordina anche a me e permettimi di
esporre la soluzione della quarta penitenza pronunciata da Pistis Sophia. Gesù
rispose: - Ti ordino e ti permetto di esporre la soluzione della penitenza
pronunciata da Pistis Sophia. Giovanni prese a dire: - Mio Signore e salvatore,
a proposito di questa penitenza pronunciata da Pistis Sophia, ha già profetato
la tua forza luminosa, presente in Davide, con il Salmo 101:
1.- Ascolta, Signore, la mia preghiera, giunga a te la mia
voce.
2.- Non distogliere da me il tuo volto; nel giorno in cui
sono oppresso, porgi a me il tuo orecchio; quando ti invoco, affrettati a
esaudirmi.
3.- Poiché svanirono come fumo i miei giorni, le mie ossa
sono arse come una pietra.
4.- Sono secco come
erba, il mio cuore è inaridito perché dimenticai di mangiare il mio pane.
5.- A forza di
gemere, le mie ossa si sono incollate alla mia carne.
6.- Sono diventato come un pellicano nel deserto, come una
civetta sulla casa.
7.- Ho trascorso la
notte vegliando, sono diventato come un passero solitario sul tetto.
8.- I miei nemici mi insultano tutto il giorno: chi mi onora
mi scongiura.
9.- Ho mangiato cenere invece del pane, e mischiai con
lacrime la mia bevanda.
10.- La tua collera e il tuo sdegno mi hanno alzato e
scagliato a terra.
11.- I miei giorni si sono curvati come un’ombra, io sono
diventato secco come erba.
12.- Ma tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo di
generazione in generazione.
13.- Sorgi, abbi
compassione di Sion, poiché è giunto il tempo di graziarla, il momento è
giunto.
14.- I tuoi servi bramarono le sue pietre, avranno
compassione della sua terra.
15.- Le genti temeranno il nome del Signore; i re della
terra temeranno la tua magnificenza.
16.- Poiché il Signore edificherà Sion, e si manifesterà
nella sua magnificenza.
17.- Egli ha rivolto lo sguardo alla preghiera dei miseri,
non ha disprezzato la loro supplica.
18.- Ciò sarà scritto per un’altra generazione, il popolo
che sarà creato loderà il Signore,
19.- poiché ha rivolto in basso lo sguardo dall’altezza sua
santa: dal cielo, il Signore, ha rivolto lo sguardo sulla terra,
20.- per udire il sospiro degli incatenati, per sciogliere i
figli di coloro che sono stati uccisi,
21.- per annunziare il nome del Signore in Sion, e la sua
lode in Gerusalemme. Questa, Signore, è la soluzione del mistero della
penitenza pronunciata da Pistis Sophia.
Cap. 41
Allorché Giovanni terminò di pronunciare queste parole a
Gesù insieme ai suoi discepoli, egli disse: - Benissimo, Giovanni! Tu, vergine,
dominerai nel regno della luce.
Gesù proseguì il suo discorso e disse ai suoi discepoli: -
In seguito accadde questo. Le emanazioni dell’arrogante oppressero nuovamente
Pistis Sophia nel caos, desiderose di toglierle tutta la sua luce: non era
ancora compiuto il comando che la riguardava, di trarla cioè dal caos; né, dal
primo mistero, mi era ancora giunto il comando di salvarla dal caos. Dunque,
mentre tutte le materiali emanazioni dell’arrogante la stavano opprimendo, lei
gridò e pronunciò la quinta penitenza:
1.- Luce della mia salvezza, ti lodo nel luogo dell’altezza,
e ancora nel caos.
2.- Ti loderò con la lode con la quale ti ho lodato
nell’altezza, e con la quale ti ho lodato nel caos.
3.- La mia forza è
piena di tenebre, la mia luce è discesa nel caos.
4.- Io stessa sono
diventata come gli arconti del caos, discesi nelle tenebre inferiori; sono
diventata come un corpo materiale che, in alto, non ha alcuno che lo salvi.
5.- Sono diventata ancora come materie, gettate nel caos,
dalle quali fu tolta la loro forza, (materie) che tu non hai salvato e che, per
tuo comando, sono perite.
6.- Ora mi hanno posto nelle tenebre inferiori, tra le
tenebre e le materie morte, prive di forza.
7.- Su di me hai pronunciato un comando e ogni cosa che tu
hai stabilito:
8.- il tuo spirito è svanito, mi ha abbandonato; è dietro il
tuo comando che le emanazioni del mio eone non mi hanno aiutato, mi hanno
odiato e si sono separate da me; ed io non sono ancora completamente
annientata.
9.- La mia luce è scemata; con tutta la luce che si trova in
me ho innalzato grida alla luce in alto, e ho allargato le mie mani verso di
te.
10.- Dunque, luce, porterai a compimento il tuo comando nel
caos? I liberatori, giunti per tuo comando, si leveranno nelle tenebre,
verranno, e ti saranno discepoli?
11.- Diranno, forse, nel caos, il mistero del tuo nome?
12.- O diranno piuttosto il tuo nome in una materia del
caos, ove tu non purificherai?
13.- Ma io ti lodo, luce, e la mia penitenza giungerà a te,
in alto.
14.- Venga su di me la tua luce,
15.- poiché hanno sottratta la mia luce, e dal tempo in cui
sono stata emanata mi trovo in mezzo ai dolori a causa della luce. Mentre
guardavo in alto verso la luce, volsi lo sguardo in basso alla forza luminosa
che si trova nel caos: mi alzai e discesi.
16.- Venne su di me il tuo comando, gli sgomenti da te
stabiliti per me, mi hanno condotta allo smarrimento,
17.- abbondanti come acque mi hanno circondata, mi hanno
attanagliata per tutto il tempo.
18.- Dietro il tuo comando i miei compagni di emanazione non
mi hanno soccorso, tu non hai permesso che il mio compagno mi liberasse dalle
tribolazioni. Questa è la quinta penitenza pronunciata da Pistis Sophia, mentre
tutte le emanazioni materiali dell’arrogante seguitavano a opprimerla.
Cap. 42
Detto questo ai suoi
discepoli, Gesù proseguì: - Chi ha orecchie da intendere, intenda! Colui che si
sente ribollire lo spirito, si faccia avanti ed esponga la soluzione del
pensiero della quinta penitenza di Pistis Sophia.
Dopo che Gesù disse queste parole, Filippo si alzò, depose
il libro che aveva in mano - è lui, infatti, che scrive tutto quello che Gesù
dice e tutto quello che fa - e si precipitò davanti a lui, dicendo: - Signore,
sono dunque solo io colui al quale tu hai dato il compito di avere cura del
mondo registrando tutti i discorsi che pronunceremo e ciò che faremo? Non mi
hai concesso di farmi avanti per comunicare la soluzione dei misteri di Pistis
Sophia; eppure più volte ho sentito ribollire il mio spirito che, sciolto, mi
costringeva energicamente a farmi avanti per comunicare la soluzione della
penitenza di Pistis Sophia! Ma non ho potuto farmi avanti perché sono lo
scrivano di tutti i discorsi.
Udito Filippo, Gesù rispose: - Ascolta, Filippo. Tu sei
beato, perciò ti voglio parlare. A te, a Tommaso e a Matteo, il primo mistero
ha assegnato il compito di scrivere tutti i discorsi che pronuncerò e farò, e
tutte le cose che voi vedrete. Ma il numero dei discorsi che tu devi scrivere,
per ora, non è ancora completo: quando sarà completo, potrai farti avanti e
annunziare quello che vuoi. Voi tre, dunque, dovete registrare tutti i discorsi
che dirò e farò, e tutte le cose che voi vedrete, affinché possiate
testimoniare ogni cosa concernente il regno dei cieli.
Cap. 43
Dopo aver parlato così, Gesù disse ai suoi discepoli: - Chi
ha orecchie per intendere, intenda! Maria si precipitò nuovamente avanti, si
pose vicino a Filippo, e disse a Gesù: - Signore, il mio abitante di luce ha
orecchie, con la mia forza sono preparata a intendere, e ho compreso la parola
che hai detto. Ascolta, dunque, Signore, quanto dico liberamente; tu che ci hai
detto: «Chi ha orecchie per intendere, intenda». In merito alla parola che hai
detto a Filippo: «A te, a Tommaso e a Matteo, a voi tre, il primo mistero ha
assegnato il compito di scrivere tutti i discorsi del regno della luce per
renderne testimonianza», ascolta la soluzione che comunico a proposito di
questa parola; è quanto la tua forza luminosa ha profetato per mezzo di Mosè:
«Ogni cosa sarà stabilita da due e tre testimoni». I tre testimoni sono:
Filippo, Tommaso, Matteo.
Udita questa parola, Gesù disse: - Benissimo, Maria! La
soluzione della parola è questa. Ora fatti avanti tu, Filippo, annunzia la
soluzione della quinta penitenza di Pistis Sophia; poi siediti, scrivi tutti i
discorsi che pronuncerò, fino a quando sia completato il numero della parte di
parole del regno della luce che devi scrivere. In seguito, ti farai avanti e
dirai quanto il tuo spirito comprenderà. Adesso, tuttavia, annunzia la
soluzione della quinta penitenza di Pistis Sophia. Allora Filippo rispose e
disse a Gesù: - Ascolta, Signore, mentre dico la soluzione della sua penitenza.
A tal proposito, la tua forza aveva già profetato per mezzo di Davide con il
Salmo 87.
1.- Signore, Dio della mia salvezza, giorno e notte grido
verso di te.
2.- Giunga al tuo cospetto la mia supplica, inchina il tuo
orecchio alla mia preghiera, Signore.
3.- Poiché la mia anima è sazia di mali, la mia vita si è
accostata al mondo inferiore.
4.- Sono annoverato
tra coloro che sono scesi nella tomba, sono come un uomo privo di aiuto.
5.- Coloro che sono liberi, diventano, tra i morti, come gli
uccisi che dormono gettati nelle fosse, dei quali tu non ti ricordi più, e sono
recisi dalla tua mano.
6.- Sono stato messo dentro una fossa, tra le tenebre e le
ombre di morte.
7.- Su di me si è abbattuto il tuo furore, tutte le tue
apprensioni sono venute su di me. Pausa (διαψαλµα).
8.- Hai allontanato da me i miei conoscenti; mi hanno
considerato un abominio: mi hanno valutato, e non sono stato accettato.
9.- Il mio occhio si annebbia dalla miseria: tutto il giorno
ho gridato verso di te, Signore; verso di te ho steso le mie mani.
10.- Farai meraviglie tra i morti, risorgeranno i medici e
ti loderanno?
11.- Sarà annunziato il tuo nome nelle tombe?
12.- E la tua giustizia in un paese da te dimenticato?
13.- Eppure io ho gridato verso di te, Signore, e la mia
preghiera ti giunge di buon mattino.
14.- Non volgere il tuo sguardo da me,
15.- poiché sono misero, sono tra i dolori fin dalla
giovinezza; allorché mi innalzai, mi sono umiliato e risollevato.
16.- Su di me sono passati i tuoi furori, i tuoi terrori mi
hanno sconvolto.
17.- Come acque mi hanno avvolto. Mi attanagliano tutto il
giorno.
18.- Hai allontanato da me i miei amici, i miei conoscenti
dalla mia miseria. Questa è la soluzione del mistero della quinta penitenza
pronunciata da Pistis Sophia, allorché era oppressa nel caos.
Cap. 44
Udite queste parole
da Filippo, Gesù gli disse: - Benissimo, caro Filippo. Ora vieni, siediti, e
scrivi la tua parte di tutti i discorsi che pronuncerò e farò, e tutte le cose
che tu vedrai -. Filippo subito si sedette e prese a scrivere. Seguitando a
parlare, Gesù disse ai suoi discepoli: - Pistis Sophia gridò allora verso la
luce, la quale gli perdonò il peccato, allorché abbandonò il suo luogo per
discendere tra le tenebre. Essa pronunciò così la sesta penitenza.
1.- Ti ho lodato, luce, nelle tenebre inferiori.
2.- Esaudisci la mia penitenza, presta attenzione alla voce
della mia supplica.
3.- Se pensi al mio peccato, o luce, non potrò stare davanti
a te, e tu mi abbandonerai.
4.- Tu, luce, sei
infatti il mio liberatore; per amore della luce del tuo nome, ho creduto in te,
luce.
5.- La mia forza ha
creduto nel tuo mistero. La mia forza ha avuto fiducia nella luce mentre si
trovava in alto, e ha avuto fiducia in essa mentre si trovava in basso, nel
caos.
6.- Tutte le forze che sono in me abbiano fiducia nella
luce, mentre mi trovo in basso nelle tenebre; e abbiano fiducia in essa
allorché verranno al luogo in alto.
7.- Essa ha, infatti, misericordia di noi e ci salva: in
essa c’è un grande mistero salvifico.
8.- A causa della mia trasgressione, essa libererà dal caos
tutte le forze; poiché io ho abbandonato il mio luogo e sono discesa nel caos.
Ora, comprenda colui la cui mente è in alto.
Cap. 45
Terminate queste
parole ai suoi discepoli, Gesù disse loro: - Comprendete il modo in cui vi
parlo? Andrea si fece avanti e disse: - Signore, a proposito della soluzione
della sesta penitenza di Pistis Sophia, la tua forza luminosa ha già profetato
per mezzo di Davide con il Salmo 129:
1.- Dal profondo gridai verso di te, Signore.
2.- Ascolta la mia voce! Le tue orecchie siano attente alla
voce delle mie suppliche!
3.- Se tu guardi le mie colpe, Signore, chi potrà resistere?
4.- Siccome presso di te c’è il perdono, per amore del tuo
nome ti attendo, Signore.
5.- L’anima mia ha
atteso la tua parola.
6.- Dal mattino fino alla sera, la mia anima ha sperato nel
Signore: Israele speri nel Signore dal mattino fino alla sera.
7.- Perché presso il Signore c’è grazia, presso di lui c’è
una grande salvezza;
8.- egli salverà Israele da tutte le sue colpe.
Gesù gli disse: - Benissimo, Andrea beato! Questa è la
soluzione della sua penitenza. In verità in verità ti dico: ti renderò perfetto
in tutti i misteri della luce e in tutte le conoscenze dall’interno degli
interni fino all’esterno degli esterni, dall’ineffabile fino alla tenebra delle
tenebre, dalla luce delle luci fino al fondo della materia, dagli Dèi fino ai
demoni, da tutti i signori fino ai decani, da tutte le potenze fino ai
servitori, dalla creazione dell’uomo fino a quella delle bestie, degli animali
e dei rettili, sicché tu sarai detto perfetto, perfezionato in ogni pienezza.
In verità in verità ti dico: nel luogo ove sarò io nel regno di mio Padre,
quivi sarai anche tu con me. Quando sarà compiuto il numero perfetto nel quale
verrà decomposta la miscela, comanderò che siano condotti tutti gli Dèi tiranni
che non hanno consegnato la loro luce purificata; comanderò al fuoco saggio -
quello attraversato da coloro che sono perfetti - di divorare quei tiranni fino
a quando non abbiano consegnato la più piccola (parte) purificata della loro
luce.
Terminate queste parole ai suoi discepoli Gesù domandò loro:
- Comprendete il modo in cui vi parlo? - Maria rispose: - Sì, Signore, ho
compreso la parola che hai detto. A proposito della parola che hai detto, cioè
che alla decomposizione di tutta la miscela tu siederai su di una forza
luminosa e i tuoi discepoli, cioè noi, siederemo alla tua destra, che
giudicherai gli Dèi tiranni che non hanno consegnato la loro luce purificata, e
che il fuoco saggio li divorerà fino a quando non abbiano consegnato la più piccola
(parte) di luce che si trova in essi: a proposito, dunque, di questa parola, la
tua forza luminosa ha già profetato per mezzo di Davide con il Salmo 81: «Dio
siederà nell’assemblea degli Dèi, sottoporrà a giudizio gli Dèi». Gesù le
rispose: - Benissimo, Maria.
Cap. 46
Gesù proseguì il discorso ai suoi discepoli, dicendo: -
Quando Pistis Sophia terminò di pronunciare la sua sesta penitenza per il
perdono della sua trasgressione, si volse ancora in alto per vedere se i suoi
peccati erano stati perdonati, e per vedere se sarebbe stata tratta fuori dal
caos; ma il primo mistero non l’aveva ancora esaudita: non aveva ancora
comandato il perdono dei suoi peccati e la sua estrazione dal caos. Allorché,
dunque, si volse verso l’alto per scorgere se la sua penitenza era stata accolta,
vide che tutti gli arconti dei dodici eoni la deridevano e si rallegravano che
la sua penitenza non fosse stata accolta. Alla vista della loro derisione,
rimase molto triste; alzò la sua voce in alto pronunciando la settima
penitenza.
1.- O luce, a te ho elevato la mia forza, mia luce!
2.- Ho creduto in te. Non permettere ch’io sia disprezzata,
non permettere che gli arconti dei dodici eoni mi odino e si rallegrino su di
me.
3.- Giacché non
saranno confusi tutti coloro che credono in te; restino nelle tenebre coloro
che mi hanno privata della mia luce, non ne traggano alcun vantaggio, sia,
invece, tolta da loro.
4.- Indicami le tue
vie, luce: su di loro sarò salva. Indicami le tue strade: affinché sia salvata
dal caos.
5.- Guidami alla tua
luce. Conosca che tu, luce, sei il mio liberatore. Su di te porrò la mia
fiducia lungo tutto il mio tempo.
6.- Liberami, luce, giacché la tua misericordia è eterna.
7.- Non imputarmi,
luce, la trasgressione che, nella mia ignoranza commisi all’inizio; liberami
piuttosto, luce, per opera del tuo grande mistero che perdona i peccati a
motivo della tua bontà.
8.- La luce, infatti,
è buona e retta: perciò mi concederà la via della libertà dalla mia
trasgressione.
9.- Le mie forze, ridotte dalla paura di fronte alle
emanazioni materiali dell’arrogante, essa le guiderà in conformità del suo
comandamento: alle mie forze, ridotte dagli spietati, essa insegnerà la sua
conoscenza.
10.- Infatti, tutte le conoscenze della luce sono
liberazioni e sono misteri per tutti coloro che cercano i luoghi della sua
eredità e i suoi misteri.
11.- Per amore del mistero del tuo nome, perdona, luce, la
mia trasgressione: essa è grande.
12.- A ognuno che ha fiducia nella luce, essa concede il
mistero che vuole;
13.- la sua anima dimorerà nei luoghi della luce e la sua
forza erediterà il tesoro della luce.
14.- La luce dà forza a quanti credono in essa; il nome del
suo mistero è di coloro che hanno fiducia in essa; indicherà loro il luogo
dell’eredità, che è nel tesoro della luce.
15.- Ma io ho creduto sempre nella luce: essa, infatti,
libererà i miei piedi dai vincoli delle tenebre.
16.- Guarda, luce, e liberami, poiché nel caos hanno tolto
il mio nome.
17.- Molto più numerose di tutte le emanazioni sono le mie
afflizioni e la mia angustia: liberami dalla mia trasgressione e da queste
tenebre.
18.- Vedi il dolore della mia angustia, e perdona la mia
trasgressione.
19.- Considera gli
arconti dei dodici eoni, che mi hanno odiata per gelosia.
20.- Vigila sulla mia forza, liberami, non permettere ch’io
resti in queste tenebre, poiché ho creduto in te,
21.- ed essi mi hanno
giudicata una grande stupida, per il fatto che ho creduto in lei, o luce.
22.- Ed ora, luce,
libera le mie forze dalle emanazioni dell’arrogante che mi opprimono.
Ora, chi è saggio,
sia saggio. Dopo che Gesù parlò così ai suoi discepoli, si fece avanti Tommaso,
e disse: - Signore, io sono saggio, sono abbondantemente saggio. Il mio spirito
è volenteroso e sono lieto che tu ci abbia parlato con queste parole. Tuttavia,
finora, ho tollerato i miei fratelli per non irritarli: ho tollerato che ognuno
di essi si presentasse davanti a te per esporre la soluzione della penitenza di
Pistis Sophia. Ora, dunque, a proposito della soluzione della settima penitenza
di Pistis Sophia, la tua luce luminosa ha profetato per mezzo del profeta
Davide nel Salmo 24.
1.- Signore, a te elevai l’anima mia, mio Dio!
2.- A te mi sono
affidato, non sia confuso, né disprezzato dai miei nemici.
3.- Tutti coloro che sperano in te non saranno confusi;
siano piuttosto confusi quanti agiscono iniquamente senza motivo.
4.- Signore, indicami
la tua via, insegnami le tue strade!
5.- Conducimi sulla
via della tua verità e ammaestrami; poiché tu sei il mio Dio, il mio salvatore,
spererò in te tutto il giorno.
6.- Ricorda la tua
misericordia, Signore, e le tue grazie, poiché esse sono da sempre.
7.- Non ricordare i peccati della mia gioventù e quelli
della mia ignoranza; ricordati, invece, di me conforme all’abbondanza della tua
grazia e della tua bontà, Signore.
8.- Buono e retto è
il Signore; perciò mostrerà ai peccatori la via.
9.- Guiderà gli umili
in giudizio, insegnerà agli umili la sua via.
10.- Tutte le vie del Signore sono grazia e verità per
coloro che cercano la sua giustizia e le sue testimonianze.
11.- Per amore del tuo nome, perdona i miei peccati: sono
grandi.
12.- Chi è colui che teme il Signore? Egli gli stabilirà
leggi lungo la via che ha scelto.
13.- La sua anima dimorerà nel benessere, e la sua
discendenza erediterà la terra.
14.- Il Signore è
forza per coloro che lo temono, il nome del Signore è di coloro che lo temono,
per annunziare a essi la sua alleanza.
15.- I miei occhi
sono sempre rivolti al Signore, perché egli districherà i miei piedi dalla
rete. 16.- Rivolgiti a me e fammi grazia, poiché io sono solo e misero.
17- Le tribolazioni del mio cuore si sono moltiplicate;
tirami fuori dalle mie angustie.
18.- Guarda la mia abiezione e la mia miseria, perdona tutti
i miei peccati.
19.- Vedi quanto si sono moltiplicati i miei nemici, e con
quale odio ingiusto mi odiano.
20.- Custodisci la mia anima e liberami; non resti confuso,
poiché ho sperato in te.
21.- Quanti sono privi di malizia e sinceri si sono
associati a me, perché io ti ho atteso costantemente, Signore.
22.- Dio, salva Israele da tutte le sue angustie.
Udite le parole di Tommaso, Gesù gli disse: - Benissimo,
Tommaso! Bene. Questa è la soluzione della settima penitenza di Pistis Sophia.
In verità in verità ti dico: tutte le generazioni del mondo ti proclameranno
beato sulla terra perché io ti ho rivelato questo, perché tu hai ricevuto dal
mio spirito, e perché sei divenuto comprensivo e spirituale avendo compreso
quanto ti dico. Ti colmerò dunque di tutta la luce e di tutta la forza dello
spirito, affinché d’ora in poi tu comprenda tutto ciò che ti sarà detto, e ciò
che vedrai. Ancora molto poco, e io ti parlerò di tutte le cose dell’alto:
dall’esterno fino all’interno, e dall’interno fino all’esterno.
Cap. 47
Proseguendo il suo
discorso, Gesù disse ai suoi discepoli: - Allorché Pistis Sophia pronunciò nel
caos la sua settima penitenza, non mi era ancora giunto, dal primo mistero, il
comando di liberarla e di estrarla dal caos; ma io, spontaneamente, senza alcun
comando, mosso da misericordia la condussi in un luogo più ampio, sempre nel
caos. Allorché le emanazioni materiali dell’arrogante notarono che essa era
stata condotta in un luogo più ampio del caos, cessarono alquanto di
opprimerla, pensando che sarebbe stata portata completamente fuori dal caos. Ma
allora Pistis Sophia non comprese che io sarei stato il suo aiuto, né mi
conosceva affatto: seguitava invece a lodare la luce del tesoro che una volta
aveva visto e nella quale aveva creduto; pensava che quella fosse il suo aiuto,
quella che aveva lodato; pensava che quella fosse la vera luce. Aveva creduto
nella luce appartenente al vero tesoro, per questo sarà estratta dal caos e
sarà accolta la sua penitenza. Tuttavia, non era ancora giunto a compimento il comandamento
del primo mistero per cogliere la sua penitenza. E ora udite quanto accadde a
Pistis Sophia: a voi dirò ogni cosa.
Allorché nel caos, la condussi in un luogo più ampio, le
emanazioni dell’arrogante smisero di opprimerla pensando che sarebbe stata
condotta completamente fuori del caos. Ma quando le emanazioni dell’arrogante
constatarono che Pistis Sophia non era stata condotta fuori del caos, ripresero
insieme a opprimerla vigorosamente. Essa pronunciò l’ottava penitenza, poiché
quelle non avevano smesso di opprimerla, e avevano ripreso a opprimerla al
massimo. Essa pronunciò questa penitenza:
1.- In te, luce, ho sperato! Non mi abbandonare nel caos,
salvami e liberami secondo la tua conoscenza.
2.- Guardami e liberami! Sii il mio liberatore, luce!
Salvami e guidami alla tua luce.
3.- Tu, infatti, sei il mio salvatore! Mi guiderai a te! Per
amore del mistero del tuo nome conducimi a te e dammi il tuo mistero.
4.- Mi libererai da questa forza dal volto di leone, che mi
è stata posta come una trappola, poiché tu sei il mio salvatore.
5.- Porrò tra le tue mani la mia luce purificata: tu mi hai
liberata, luce, secondo la tua conoscenza.
6.- Ti sei adirata contro coloro che mi custodiscono, ma non
potranno afferrarmi interamente: infatti, io ho creduto nella luce.
7.- Mi rallegrerò e innalzerò inni poiché tu hai avuto
compassione di me, hai tenuto conto dell’oppressione nella quale mi trovo, e mi
hai liberato. Tu libererai dal caos anche la mia forza.
8.- Non mi hai abbandonato in potere della forza dal volto
di leone, bensì mi hai guidato in un luogo ove non c’è oppressione.
9.- Luce, abbi misericordia di me, poiché mi hanno oppresso
nuovamente. A motivo del tuo comando, la luce che è in me, la mia forza e la
mia mente sono sconvolti.
10.- Trovandomi in queste oppressioni, la mia forza ha
iniziato a scemare, così pure il numero del mio tempo mentre mi trovo nel caos.
La mia luce è diminuita, perché hanno sottratto la mia forza e sono scosse
tutte le mie forze.
11.- Più di tutti gli arconti degli eoni - che mi odiano - e
più delle ventiquattro emanazioni - nel cui luogo mi trovo - sono diventata
priva di forza; mio fratello, il mio compagno, ebbe paura di aiutarmi, nel
luogo in cui mi hanno posta.
12.- Tutti gli arconti dell’alto mi considerarono come una
materia priva di luce: sono diventata come una forza materiale caduta dagli
arconti;
13.- e tutti coloro che si trovano negli eoni hanno detto:
«È diventata caos»; perciò, le forze spietate mi hanno circondato
contemporaneamente parlando di privarmi di tutta la mia forza.
14.- Io però ho avuto fiducia in te, luce, e dissi: «Il mio
salvatore sei tu»;
15.- nelle tue mani è riposta la sorte che tu mi hai
assegnato. Liberami dalle mani delle emanazioni dell’arrogante che mi opprimono
e perseguitano.
16.- Manda su di me la tua luce - davanti a te, infatti, io
sono un nulla -; liberami conforme alla tua misericordia.
17.- Ho lodato il tuo nome, non permettere, luce, che sia
disprezzata. Il caos copra le emanazioni dell’arrogante: siano esse cacciate
tra le tenebre.
18.- Si chiuda la bocca di coloro che vogliono astutamente
divorarmi, e dicono: «Asportiamo tutt’intera la sua luce!» sebbene io non abbia
fatto loro male alcuno.
Cap. 49
Quando Gesù terminò
di parlare, si fece avanti Matteo, e disse: - Signore, il tuo spirito mi ha
mosso e la tua luce mi ha risvegliato per annunciare l’ottava penitenza di
Pistis Sophia. Su di essa, infatti, ha già profetato la tua forza per mezzo di
Davide nel Salmo 30.
1.- Ho sperato in te, Signore! Non sia mai confuso! Liberami
secondo la tua giustizia.
2.- China a me il tuo orecchio, affrettati a liberarmi! Sii
per me un Dio protettore, e una casa rifugio per liberarmi.
3.- Tu, infatti, sei la mia fortezza e il mio sostegno; nel
tuo nome tu mi guidi e nutri.
4.- Tu mi
districherai da questa rete, che mi hanno nascosto. Tu sei il mio rifugio.
5.- Nelle tue mani affido il mio spirito. Tu mi hai salvato,
Signore, tu il vero Dio.
6.- Hai in odio
quanti si affidano alla presuntuosa nullità. Io invece ho fiducia.
7.- Esulterò nel Signore, e mi allieterò nella tua grazia:
tu, infatti, hai guardato alla mia miseria, hai liberato l’anima mia dalle mie
angustie.
8.- Non mi hai
abbandonato in potere del mio nemico; hai posto i miei piedi su di uno spazio
ampio.
9.- Pietà, Signore, poiché sono angustiato, dalla collera è
sconvolto il mio occhio, la mia anima e il mio corpo. 1
0.- I miei anni si sono consumati nella tristezza, la mia
anima si è consumata nei gemiti, la mia forza si è afflosciata per la miseria,
le mie ossa si sono disfatte.
11.- Sono diventato l’obbrobrio di tutti i miei nemici e dei
miei vicini, sono diventato un terrore per i miei conoscenti, quanti mi vedono
fuggono da me.
12.- Nel loro cuore, caddi in oblio come un cadavere, sono
come un coccio gettato via.
13.- Ho udito il disprezzo da parte dei molti che mi
circondano: insieme si radunavano contro di me e si consigliavano per privarmi
della mia anima,
14.- ma io ebbi fiducia in te, Signore; dissi: «Tu sei il
mio Dio!».
15.- Le mie sorti sono nelle tue mani; liberami dalla mano
dei miei nemici, salvami dai miei persecutori.
16.- Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo, e liberami
secondo la tua grazia, Signore.
17.- Non sia confuso, poiché ti ho invocato; siano confusi
gli empi e si volgano verso l’Amenti.
18.- Ammutoliscano le labbra mendaci, che parlano insolenti
con superbia e disprezzo.
Cap. 50
Udite queste parole, Gesù disse: - Bene, Matteo! Ora, in
verità ti dico: quando sarà raggiunto il numero perfetto e il tutto sarà
trasferito in alto, io siederò nel tesoro della luce, voi siederete sulle
dodici forze luminose, fino a che non ristabiliremo tutti gli ordini dei dodici
eoni nel luogo della loro eredità, ognuno al suo posto -. Detto questo, soggiunse:
- Comprendete ciò che dico?
Si fece avanti Maria e disse: - A questo proposito, Signore,
tu ci hai parlato una volta con la parabola: «Voi avete perseverato con me
nelle prove. Io vi darò in eredità un regno - come il Padre mio lo diede in
eredità a me - affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno,
affinché sediate su dodici troni e giudichiate le dodici tribù di Israele» -.
Egli rispose: - Benissimo, Maria. Gesù seguitò ancora a dire ai suoi discepoli:
- Allorché le emanazioni dell’arrogante oppressero, nel caos, Pistis Sophia,
questa pronunciò la nona penitenza:
1.- Abbatti, luce, quelli che hanno tolto la mia forza;
prendi la forza di coloro che hanno preso la mia.
2.- Poiché io sono la tua forza e la tua luce! Vieni a
liberarmi.
3.-Una grande
oscurità copra i miei oppressori. Di’ alla mia forza: «Io sono colui che ti
libererà!».
4.-Quanti desiderano privarmi completamente della mia forza,
siano privati della loro. Quanti desiderano privarmi completamente della mia
luce, si volgano al caos e diventino inermi.
5.- La loro forza sia come polvere, il tuo angelo Jeu li
abbatta.
6.- Allorché si dirigano verso l’alto, li afferri l’oscurità
e scivolino rivolti verso il caos, li insegua il tuo angelo Jeu e li scacci giù
tra le tenebre.
7.- Senza ch’io abbia arrecato loro male alcuno, mi hanno
teso una trappola con una forza dal volto di leone - dalla quale sarà tolta la
sua luce -, e hanno oppresso la mia forza, che esse non mi potranno togliere.
8.- Ora, dalla forza dal volto di leone togli, o luce, ciò
che è purificato, senza che se ne accorga; siccome l’arrogante ha concepito il
pensiero di togliere la mia luce, tu togli la sua: sia eliminata la luce della
forza dal volto di leone, poiché essa mi tese la trappola.
9.- Ma la mia forza
esulterà nella luce e gioirà, poiché sarà liberata;
10.- tutte le parti della mia forza esclameranno: «Non c’è
liberatore all’infuori di te!» poiché tu mi libererai dal potere della forza
dal volto di leone, che tolse la mia forza, mi libererai dal potere di coloro
che mi privarono della mia forza e della mia luce.
11.- Essi, infatti, sono venuti contro di me dicendo
bugiardamente: «Conosco il mistero della luce, che è in alto», nel quale io
avevo creduto, e mi hanno costretto (dicendo): «Manifestaci il mistero della
luce, che è in alto», (mistero) che io non conosco.
12.- Mi hanno ricambiato con tutto questo male: poiché ho
creduto nella luce dell’alto, essi hanno reso senza luce la mia forza.
13.- Sotto la loro costrizione, sedevo nelle tenebre; ma
l’anima mia era fiaccata dalla tristezza.
14.- O luce, per amore della quale io ti lodo, liberami! So
che tu mi libererai, poiché da quando mi trovavo nel mio eone ho compiuto la
tua volontà. Ho compiuto la tua volontà come gli invisibili, che sono nel mio
luogo, e come il mio compagno; allorché guardavo fissamente cercando la tua
luce, ero triste.
15.- Tutte le emanazioni dell’arrogante mi hanno ora
circondato, si rallegrano di me e mi opprimono assai, senza ch’io le conosca;
sono fuggite, mi hanno abbandonata, non hanno avuto pietà di me.
16.- Si sono nuovamente voltate, mi hanno messo alla prova,
mi hanno oppressa con una dura oppressione, hanno digrignato i denti contro di
me, col desiderio di privarmi integralmente della mia luce.
17.- Fino a quando, luce, sopporti che esse mi opprimano?
Libera la mia forza dai loro pensieri malvagi, liberami dal potere della forza
dal volto di leone; poiché in questo luogo mi trovo sola tra gli invisibili.
18.- Voglio lodarti, luce, tra tutti coloro che si
attorniano contro di me; voglio gridare verso di te, tra tutti coloro che mi
opprimono.
19.- Non permettere, luce, che gioiscano di me coloro che mi
odiano e anelano a privarmi della mia forza, coloro che mi odiano e muovono gli
occhi contro di me, sebbene io non abbia fatto nulla a essi.
20.- Mentre mi interrogavano sui misteri della luce - che io
non conosco -, mi adulavano con dolci parole; parlavano in modo subdolo contro
di me e montavano in collera, perché io avevo creduto nella luce che è in alto.
21.- Spalancarono
contro di me le loro fauci, dicendo: «Su, prendiamo la sua luce!».
22.- Tu, luce, ora conosci il loro inganno; non sopportarli
più; il tuo aiuto non sia lungi da me.
23.- Affrettati, luce, a giudicarmi e a vendicarmi.
24.- Conforme alla tua bontà, non protrarre oltre il tuo
giudizio su di me. Non permettere, luce delle luci, che prendano la mia luce,
25.- che dicano nel loro cuore: «La nostra forza si è
saziata della sua luce»; che dicano: «Abbiamo divorato la sua forza».
26.- Scenda su di loro l’oscurità, siano privi di forza
coloro che desiderano prendere la mia luce, siano ricoperti dal caos e dalle
tenebre coloro che dicono: «Prendiamo la sua luce e la sua forza!».
27.- Liberami, affinché possa essere lieta; amo, infatti, il
tredicesimo eone, che è il luogo della giustizia, e dirò per sempre: «Splenda
sempre più la luce del tuo angelo Jeu»,
28.- e nel tredicesimo eone la mia lingua ti loderà in ogni
tempo, nella tua conoscenza.
Cap. 51
Pronunciate queste
parole ai suoi discepoli, Gesù disse loro: - Chi tra voi è desto, ne annunzi la
loro soluzione. Si fece avanti Giacomo; baciò il petto di Gesù e disse: - Mio
Signore, il tuo spirito mi ha risvegliato, e sono volenteroso di annunziare la
loro soluzione. In merito a esso la tua forza ha già profetato per mezzo di
Davide nel Salmo 34 col quale egli così espresse la nona penitenza di Pistis
Sophia:
1.- Giudica, Signore, chi mi fa torto, combatti contro
coloro che mi combattono. 2.- Imbraccia arma e scudo, levati in mio aiuto.
3.- Sfodera la spada e mascherala davanti ai miei
oppressori; di’ alla mia anima: «Io sono la tua salvezza!».
4.- Siano confusi e svergognati quanti insidiano l’anima
mia; indietreggino e siano confusi quanti meditano il male contro di me.
5.- Siano come paglia in balia del vento, l’angelo del
Signore li insegua.
6.- La loro strada
sia tenebrosa e scivolosa, li perseguiti l’angelo del Signore.
7.- Poiché senza ragione hanno nascosto un laccio contro di
me, a loro propria rovina, e vanamente hanno disprezzato l’anima mia.
8.- Li sorprenda il
laccio che non conosco, li avvolga la rete che nascosero contro di me e cadano
nel laccio.
9.- La mia anima
esulti, invece, nel Signore, si allieti per la propria salvezza.
10.- Tutte le mie ossa, diranno: «Chi è come te, Signore,
che liberi il misero da chi è più forte di lui, che salvi il misero e il povero
dalle mani di coloro che lo rapinano?».
11.- Comparvero testimoni maligni e mi interrogarono su ciò
che non conosco;
12.- mi ripagavano il bene col male, e (con) sterilità (per)
l’anima mia.
13.- Quando mi affliggevano, io mi vestivo di sacco,
umiliavo con il digiuno l’anima mia, e la mia preghiera tornava al mio seno.
14.- Ti ero gradito come mio vicino e mio fratello, mi sono
umiliato come chi è in lutto, come un afflitto.
15.- Esultavano su di
me e divennero svergognati; a mia insaputa, si ammassarono flagelli contro di
me; si separarono senza rimpianto.
16.- Mi hanno messo alla prova e mi hanno sprezzantemente
disprezzato; hanno digrignato i denti contro di me.
17.- Quando volgerai a me il tuo sguardo, Signore? Restaura
la mia anima dalle loro azioni malvagie, salvami dalle mani dei leoni.
18.- Ti loderò, Signore, in una grande adunanza, tra un
popolo numeroso inneggerò a te.
19.- Non si rallegrino su di me coloro che ingiustamente mi
avversano, quelli che senza motivo mi odiano e strizzano l’occhio.
20 .- Poiché mi rivolgono parole pacifiche, mentre
astutamente covano ira.
21.- Spalancano contro di me le loro fauci, e dicono: «Bene!
I nostri occhi l’hanno contemplato».
22.- Hai visto, Signore, non tacere! Non allontanarti da me,
Signore!
23.- Sorgi, Signore! Presta attenzione al mio giudizio;
presta attenzione alla mia vendetta, mio Dio e mio Signore!
24.- Giudicami, Signore, conformemente alla tua giustizia;
non si rallegrino essi su di me, mio Dio;
25.- non dicano: «Bene, anima nostra!»; non dicano:
«L’abbiamo divorato!».
26.- Siano insieme confusi e svergognati, quanti si
rallegrano sulla mia sfortuna; siano rivestiti di onta e di obbrobrio quanti si
vantano contro di me.
27.- Esultino e si rallegrino quanti desiderano la mia
giustizia; e dicano: «Il Signore sia grande e si innalzi!» quanti vogliono la
pace del suo servo.
28.- La mia lingua gioirà tutto il giorno della tua
giustizia e del tuo onore.
Cap. 52
Allorché Giacomo
terminò di parlare, Gesù disse: - Molto bene, Giacomo. Questa è la soluzione
della nona penitenza di Pistis Sophia. In verità in verità ti dico: tu sarai il
primo nel regno dei cieli; prima di tutti gli invisibili, di tutti gli Dèi, di
tutti gli arconti che si trovano nel tredicesimo eone e nel dodicesimo eone; ma
non solo tu, bensì chiunque porterà a compimento i miei misteri.
Detto ciò, soggiunse loro: - Comprendete in che modo vi
parlo? Nuovamente si lanciò innanzi Maria e disse: - Sì, Signore! Ciò è quanto
tu dicesti una volta: gli ultimi saranno i primi, e i primi saranno gli ultimi.
I primi, creati prima di noi, saranno gli invisibili, gli Dèi, e gli arconti
poiché sorsero prima dell’umanità; ma gli uomini che accoglieranno i misteri
saranno i primi nel regno dei cieli.
Proseguì nuovamente Gesù e disse ai suoi discepoli: - Dopo
che Pistis Sophia proclamò la nona penitenza, fu nuovamente oppressa dalla
forza dal volto di leone, che desiderava asportarle tutte le forze. Essa,
allora, alzò di nuovo grida verso la luce, dicendo: «O luce nella quale ho
creduto fin dall’inizio, e per la quale ho sopportato questi grandi dolori,
aiutami!». E in quell’ora fu accolta la sua penitenza. Il primo mistero
l’esaudì, e io fui mandato da un suo comando. Venni ad aiutarla e la condussi
fuori dal caos perché si era pentita, perché aveva creduto nella luce e aveva
sopportato questi grandi dolori e questi grandi pericoli. Era stata ingannata
dal divino arrogante; e da null’altro era stata ingannata se non da una forza
luminosa a motivo della somiglianza con quella luce nella quale aveva creduto.
Per comando del primo mistero fui perciò mandato ad aiutarla segretamente. Io
però non ero mai stato nel luogo degli eoni; tuttavia ero passato attraverso
tutti loro senza che se ne accorgesse alcuna forza, né quelle dell’interno
degli interni, né quelle dell’esterno degli esterni, eccetto esclusivamente il
primo mistero. Quando, dunque, giunsi nel caos per aiutarla, essa vide che ero
intelligente, molto splendente, e misericordioso verso di lei. Io, infatti, non
ero arrogante come la forza dal volto di leone che aveva preso la forza
luminosa da Sophia e l’aveva oppressa per togliere tutta la luce che si trova
in lei. Sophia vide che splendevo diecimila volte più della forza dal volto di
leone, che ero molto misericordioso verso di lei; comprese che provenivo
dall’altezza delle altezze nella cui luce essa aveva creduto fin dall’inizio.
Si fece coraggio, Pistis Sophia, e pronunziò la decima penitenza dicendo:
1.- Nella mia oppressione, ho gridato verso di te, luce
delle luci, e tu mi hai esaudita.
2.- Salva la mia forza, o luce, dalle labbra ingiuste ed
empie, e dalle trappole ingannatrici.
3.- La luce che con scaltro inganno mi fu tolta, verrà data
a te.
4.- Poiché le trappole dell’arrogante e i lacci dello
spietato sono estesi.
5.- Guai a me! La mia dimora era lontana, e mi trovavo nelle
dimore del caos.
6.- La mia forza si trova in luoghi che non sono i miei.
7.- Lusingavo quegli spietati, e mentre li lusingavo essi
litigavano contro di me, senza motivo.
Cap. 53
Dette queste cose ai suoi discepoli, Gesù proseguì: - Ora si
faccia avanti colui che è mosso dal proprio spirito e dica la soluzione della
decima penitenza di Pistis Sophia. Pietro rispose e disse: - Signore, a questo
proposito ha già profetato la tua forza luminosa per mezzo di Davide allorché
essa, nel Salmo 119, disse:
1.- Nella mia oppressione, grido verso di te, Signore, e tu
mi esaudisci.
2.- Salva, Signore, l’anima mia da labbra ingiuste e da
lingua ingannatrice.
3.- Che cosa si darà a te e che cosa si aggiungerà a te, da
una lingua ingannatrice?
4.- I dardi del forte sono acuminati con tizzoni del
deserto.
5.- Guai a me! La mia
dimora era lontana, e io abitavo nelle tende di Kedar.
6.- La mia anima ha abitato, come ospite, in molti luoghi.
7.- Io ero tutto pace con coloro che odiano la pace. Quando
parlavo, mi facevano guerra senza motivo.
Questa, Signore, è la soluzione della decima penitenza
pronunciata da Pistis Sophia allorché le emanazioni materiali dell’arrogante la
opprimevano, queste e la loro forza dal volto di leone, e allorché tutti la
opprimevano duramente.
Gesù gli disse: - Molto bene Pietro! Questa è la soluzione
della decima penitenza di Pistis Sophia.
Cap. 54
Gesù proseguì
nuovamente il discorso dicendo ai suoi discepoli: - Allorché la forza dal volto
di leone mi vide tutto splendente avvicinare Pistis Sophia, si inferocì ancor
più ed emanò una quantità di emanazioni molto violente. Dopo ciò, Pistis Sophia
pronunziò la undicesima penitenza, dicendo:
1.- Perché la forza poderosa si è innalzata nel male?
2.- La sua vista mi priva ogni momento della mia luce; come
ferro tagliente mi hanno privato della mia forza.
3.- Io preferii
discendere nel caos invece di rimanere nel tredicesimo eone, luogo della virtù.
4.- Esse desideravano
dirigermi con inganno, per divorare tutta intera la mia luce.
5.- Perciò la luce adesso prenderà tutta intera la loro
luce, e sarà annientata anche tutta intera la loro materia; egli toglierà la
loro luce, non permetterà che si trattengano nel tredicesimo eone - loro
abitazione -, non lascerà il loro nome nel luogo di coloro che vivranno.
6.- Le ventiquattro
emanazioni vedranno ciò che ti accadrà, o forza dal volto di leone: avranno
paura, non saranno disobbedienti, bensì consegneranno quanto, della loro luce,
è purificato.
7.- Vedendoti, si rallegreranno su di te, e diranno: «Ecco
una emanazione che non ha consegnato quanto, della sua luce, è purificato
affinché venisse salvato; si è invece vantata della quantità di luce della sua
forza - poiché essa non emana dalla forza che si trova in essa -, e ha detto:
Voglio prendere la luce di Pistis Sophia, (luce) che da lei sarà tolta». Si
faccia ora avanti colui la cui forza si è elevata, e proclami la soluzione
dell’undicesima penitenza di Pistis Sophia.
Si fece avanti Salome, e disse: - Mio Signore, a questo
proposito ha già profetato la tua forza luminosa per mezzo di Davide allorché
disse, nel Salmo 51:
1.- Perché si vanta del male il potente?
2.- La tua lingua
pratica l’ingiustizia tutto il giorno, come lama affilata hai praticato
l’inganno.
3.- Preferisci il male al bene, preferisci parlare
dell’ingiustizia più che della giustizia.
4.- Ami tutte le parole che sommergono, e una lingua
ingannatrice.
5.- Perciò Dio ti annienterà completamente: ti strapperà e
ti scaccerà dalla tua abitazione, svelerà la tua radice e ti getterà via dai
viventi.
6.- I giusti
vedranno, avranno paura, sogghigneranno su di lui, e diranno:
7.- «Ecco un uomo che non pose Dio quale suo aiuto, ma
confidava nell’abbondanza della sua ricchezza e si vantava della sua boria».
8.- Io invece sono
come un ulivo fruttifero nella casa del Signore; ho posto la mia fiducia nella
grazia di Dio per tutta l’eternità.
9.- Ti loderò, perché tu hai agito in mio favore,
persevererò nel tuo nome poiché è benevolo al cospetto dei tuoi santi. Questa,
mio Signore, è la soluzione dell’undicesima penitenza di Pistis Sophia: io l’ho
detta, in conformità del tuo desiderio, mossa dalla tua forza luminosa.
Udite queste parole di Salome, Gesù disse: - Bene, Salome!
In verità, in verità ti dico: «Io ti renderò perfetta in tutti i misteri del
regno della luce».
Cap. 55
Gesù proseguì poi
nuovamente il discorso dicendo ai suoi discepoli: - Tutto splendente, mi
avvicinai dunque al caos per prendere la luce di quella forza dal volto di
leone. Mentre io ero tutto splendente, essa ebbe molta paura e gridò al suo
dio, l’arrogante, invocando aiuto. Il dio arrogante, dal tredicesimo eone,
molto irritato, guardò subito giù verso il caos desideroso di aiutare la sua
forza dal volto di leone. E la forza dal volto di leone con tutte le sue emanazioni
circondò subito Pistis Sophia nell’intento di togliere interamente la luce che
si trovava in Sophia. Allorché essi opprimevano Sophia, lei gridò verso l’alto,
volgendosi verso di me affinché l’aiutassi. Rivolta verso l’alto, essa vide
l’arrogante molto irritato: ebbe paura e pronunciò la dodicesima penitenza, a
causa dell’arrogante e delle sue emanazioni. Gridò così verso di me, dicendo:
1.- Non dimenticare, o luce, la mia lode.
2.- L’arrogante e la sua forza dal volto di leone hanno,
infatti, spalancato le loro fauci contro di me, e hanno agito fraudolentemente
contro di me.
3.- Mi hanno
circondato nell’intento di privarmi della mia forza; mi hanno odiato perché ti
ho lodato.
4.- Invece di amarmi, mi hanno calunniata: io, però, innalzo
lodi.
5.- Tramarono il piano di prendere la mia forza, perché io
ti ho lodato, o luce. Mi hanno odiato perché io ti ho amato.
6.- Vengano le tenebre sull’arrogante. L’arconte delle
tenebre esteriori sia alla sua destra.
7.- Quando lo
giudichi, privalo della sua forza: avendo escogitato di privarmi della mia
luce, tu privalo della sua.
8.- Vadano in rovina
tutte le forze della luce che si trova in lui. La sua gloria la riceva un altro
dei tre dotati di triplice forza.
9.- Tutte le forze delle sue emanazioni siano senza luce, e
la sua materia resti priva di luce.
10.- Le sue emanazioni rimangano nel caos, non possano più
andare nel loro luogo. Svanisca la luce che si trova in esse, non vada al
tredicesimo eone, al suo luogo.
11.- Il ricevitore della luce, il purificatore delle luci,
purifichi tutte le luci che si trovano nell’arrogante, e le tolga da lui.
12.- Gli arconti delle tenebre inferiori dominino sulle sue
emanazioni: nessuno le accolga nel proprio luogo, nessuno dia ascolto alla
forza delle sue emanazioni nel caos.
13.- Sia tolta la luce che si trova nelle sue emanazioni,
nel tredicesimo eone siano cancellati i loro nomi; meglio, i loro nomi siano
eliminati da quel luogo per sempre.
14.- Sulla forza dal volto di leone sia addossato il peccato
di colui che l’ha emanato davanti alla luce, e non sia cancellata l’iniquità
della materia da lui (l’arrogante) prodotta.
15.- Il loro peccato sia sempre davanti alla luce; a loro
non sia mai concesso guardare fuori, e i loro nomi siano eliminati da ogni
luogo.
16.- Poiché non ebbero cura di me, ma hanno oppresso colei
dalla quale presero la luce e la forza; e dopo la situazione nella quale mi
avevano posto, desideravano togliere integralmente da me la mia luce.
17.- Hanno avuto piacere di scendere giù nel caos: dimorino
in esso, e d’ora in poi non saranno più condotti fuori. Non vollero come
abitazione il luogo della virtù: d’ora in poi non saranno più accolti in esso.
18.- Indossò le tenebre come un abito: esse penetrarono in
lui come acqua, si immisero in tutte le sue forze come olio.
19.- Si avvolga nel caos come in un abito, si cinga con le
tenebre come una cintura di cuoio per sempre.
20.- Così accada a coloro che hanno attirato su di me tali
cose a motivo della luce, e hanno detto: «Prendiamo tutta la sua luce!».
21.- Ma tu, o luce, abbi misericordia di me a motivo del
mistero del tuo nome, e salvami nella benevolenza della tua grazia.
22.- Poiché hanno preso la mia luce e la mia forza: dentro
di me la tua forza è scossa, non ho potuto stare dritta in mezzo a loro.
23.- Sono diventata come materia che è caduta; sono stata
gettata qua e là come un demone che si trova nell’aria.
24.- La mia forza è andata in rovina, poiché non possiedo
alcun mistero e la mia materia è venuta meno a causa della mia luce, che mi
hanno sottratta.
25.- Mi deridevano,
mi guardavano facendo segni verso di me.
26.- Aiutami secondo la tua misericordia. Ora colui il cui
spirito è volenteroso si faccia avanti e dica la soluzione della dodicesima
penitenza di Pistis Sophia.
Cap. 56
Andrea si fece avanti e disse: - Mio Signore e Salvatore, in
merito a questa penitenza, pronunziata da Pistis Sophia, ha già profetato la
tua forza luminosa per mezzo di Davide, dicendo, nel Salmo 108:
1.- Non tacere, Dio, alla mia lode. Poiché la bocca del
peccatore e l’inganno hanno spalancato le loro fauci contro di me: mi hanno
parlato con lingua ingannatrice.
3.- Mi hanno attorniato con parole di odio e mi hanno
combattuto senza motivo.
4.- Invece di amarmi, mi hanno teso insidie; ma io pregavo.
5.- Mi resero male per bene, e odio per il mio amore.
6.- Metti su di lui
un peccatore, un diavolo stia alla sua destra.
7.- Quando viene giudicato ne esca condannato, la sua
preghiera risulti un peccato.
8.- I suoi giorni
siano diminuiti, un altro assuma il suo ufficio.
9.- Divengano orfani
i suoi figli, sua moglie vedova.
10.- Girino raminghi
i suoi figli a mendicare, siano scacciati dalle loro case.
11.- L’usuraio estorca i suoi averi, estranei depredino
tutti i suoi guadagni.
12.- Non ci sia chi l’assista, né uno che abbia compassione
dei suoi orfani.
13.- I suoi figli siano sterminati, il suo nome cancellato
in una generazione.
14.- Davanti al Signore sia ricordato il peccato dei suoi
padri, l’iniquità di sua madre non sia cancellata:
15.- siano sempre al cospetto del Signore, la sua memoria
venga cancellata dalla terra.
16.- Poiché non si degnò di usare compassione, perseguitò un
uomo povero e meschino, perseguitò uno dal cuore affranto, per ucciderlo.
17.- Amò la maledizione: lo raggiunga! Non desiderò la
benedizione: resti lontana da lui!
18.- Indossò la maledizione come un abito e si trasfuse come
acqua nel suo interno, come olio dentro le sue ossa;
19.- sia per lui come un abito nel quale si avvolge, come
una cintura che lo stringe per sempre.
20.- Questa è la paga per quanti mi calunniano presso il
Signore, e proferisce accuse contro l’anima mia.
21.- Ma tu, Signore, Signore, fammi grazia, per amore del
tuo nome, liberami!
22.- Io, infatti, sono povero, io sono meschino, il mio
cuore è angustiato dentro di me.
23.- Come un’ombra incurvata sono tolto di mezzo, sono
portato via come una locusta.
24.- Le mie ginocchia sono fiacche per il digiuno, la mia
carne si è trasformata per (la mancanza) dell’olio.
25.- Per essi, sono oggetto di scherno; alla mia vista
scuotono il capo.
26.- Soccorrimi, Signore Dio! Liberami secondo la tua
grazia.
27.- Sappiano che è stata la tua mano, che l’hai fatto tu,
Signore. Questa, dunque, è la soluzione della dodicesima penitenza pronunciata
da Pistis Sophia, allorché si trovava nel caos.
Cap. 57
Gesù riprese
nuovamente il discorso, dicendo ai suoi discepoli: - Pistis Sophia gridò poi
ancora una volta verso di me, dicendo: «O luce delle luci, io ho compiuto la
trasgressione nei dodici eoni e discesi da loro: perciò ho pronunciato le
dodici penitenze in corrispondenza di ogni eone. Ma ora, o luce delle luci,
perdona la mia trasgressione! Essa è molto grave in quanto ho abbandonato i
luoghi dell’altezza e sono venuta ad abitare nei luoghi del caos». Detto ciò,
Pistis Sophia proseguì ancora pronunciando la tredicesima penitenza:
1.- Esaudiscimi mentre li lodo, o luce delle luci!
Esaudiscimi mentre pronunzio la penitenza del tredicesimo eone, del luogo dal
quale sono discesa, affinché giunga a compimento la tredicesima penitenza per
il tredicesimo eone; questi che io ho trasgredito e dai quali sono discesa.
2.- Or dunque, o luce
delle luci, esaudiscimi mentre lodo te che sei nel tredicesimo eone, il mio
luogo, dal quale sono uscita.
3.- Nel tuo grande mistero, liberami, o luce! Nel tuo
perdono, perdona la mia trasgressione.
4.- Dammi il battesimo, perdona i miei peccati, purificami
dalla mia trasgressione.
5.- La mia trasgressione è la forza dal volto di leone, che
a te non rimarrà celata per sempre: è per causa sua che sono discesa.
6.- Tra gli invisibili - nel cui luogo mi trovavo - io sola
ho commesso la trasgressione e sono discesa nel caos. Ho compiuto la
trasgressione davanti a te, affinché si adempisse il tuo comandamento.
Dunque, Pistis Sophia disse questo: Ora chi è stimolato dal
proprio spirito sicché afferri le di lei parole, si faccia avanti e ne proclami
i pensieri. Si fece avanti Marta, e disse: - Mio Signore, il mio spirito mi
spinge a proclamare la soluzione di quanto ha detto Pistis Sophia. In
proposito, ha già profetato la tua forza per mezzo di Davide nel Salmo 50,
dicendo:
1.- «Sii propizio a me, o Dio, secondo la tua grande grazia,
secondo l’abbondanza della tua misericordia cancella il mio peccato!
2.- Salvami a fondo dalla mia iniquità, 3.- e il mio peccato
sia sempre davanti a me,
4.- sicché tu ti dimostri giusto nelle tue parole e quando
mi giudichi abbi la vittoria».
Questa è la soluzione delle parole pronunciate da Pistis
Sophia. Gesù disse: - Molto bene, Marta! Beata te!
Cap. 58
Gesù proseguì nuovamente il suo discorso dicendo ai suoi
discepoli: - Quando Pistis Sophia pronunciò quelle parole, giunse a compimento
il tempo della sua estrazione dal caos. Io stesso, senza il primo mistero,
estrassi da me una forza luminosa e la diressi giù verso il caos, affinché essa
estraesse Pistis Sophia dai luoghi profondi del caos dirigendola verso il luogo
superiore del caos, in attesa che giungesse il comando del primo mistero e lei
venisse così estratta integralmente dal caos. La mia forza luminosa guidò
Pistis Sophia verso i luoghi superiori del caos. Allorché le emanazioni
dell’arrogante notarono che Pistis Sophia era guidata verso i luoghi superiori
del caos, l’inseguirono anche in alto volendo riportarla verso i luoghi
inferiori del caos; ma la mia forza luminosa, che avevo mandato per trarre
Pistis Sophia dal caos, era molto splendente. Guidata verso i luoghi superiori
del caos, lei innalzò nuovamente una lode e gridò verso di me, dicendo:
1.- Ti voglio lodare, luce, perché anelavo venire da te. Ti
voglio lodare, luce, perché tu sei il mio liberatore.
2.- Non abbandonarmi nel caos! Liberami, luce dell’altezza,
poiché a te ho innalzato la mia lode.
3.- Spontaneamente, mi hai inviato la tua luce e mi hai
liberato; tu mi hai guidato verso i luoghi superiori del caos.
4.- Le emanazioni
dell’arrogante che mi inseguono, vengano sprofondate nei luoghi inferiori del
caos e non possano più giungere a vedermi nei luoghi superiori.
5.- Le copra una grande oscurità, su di esse venga il buio
più fitto. Nella luce della tua forza, che tu mi hai mandato per liberarmi, non
possano più vedermi, sicché non ricevano più potere su di me.
6.- La deliberazione che presero di sottrarmi la forza, non
abbia effetto; avendo esse parlato di sottrarre la mia luce, sia piuttosto
sottratta la loro (luce), invece della mia.
7.- Hanno parlato di sottrarre tutta la mia luce, ma non
hanno potuto sottrarla, perché era con me la tua forza luminosa.
8.- Avendo esse deliberato senza il tuo comando, o luce, non
riuscirono a prendere la mia luce.
9.- Siccome ho creduto nella luce, non avrò paura; la luce è
il mio liberatore, non avrò paura. Colui la cui forza è elevata, esponga ora la
soluzione delle parole pronunciate da Pistis Sophia. Appena Gesù terminò di
dire queste parole ai suoi discepoli, si fece avanti Salome, e disse: -
Signore, la mia forza mi costringe a esporre la soluzione delle parole
pronunciate da Pistis Sophia.
Per mezzo di Salomone, la tua forza ha già profetato,
dicendo:
1.- Ti ringrazio, Signore, poiché tu sei il mio Dio.
2.- Non mi abbandonare, Signore, poiché tu sei la mia
speranza.
3.- Gratuitamente mi hai dato ragione, e per mezzo tuo sono
liberato.
4.- Cadano quanti mi inseguono, e non permettere che mi
vedano.
5.- Una nuvola di fumo copra i loro occhi, una caligine li
oscuri, non permetta loro di vedere il giorno, affinché non riescano ad
afferrarmi.
6.- La loro deliberazione resti inefficace, quanto hanno
deliberato ricada su di loro.
7.- Hanno escogitato una deliberazione, ed è rimasta senza
effetto.
8.- Pur essendo
potenti, sono rimasti vinti; il male che avevano deciso, si è abbattuto su di
loro.
9.- La mia speranza è nel Signore: non avrò paura poiché tu
sei il mio Dio, il mio salvatore.
Allorché Salome
terminò di parlare, Gesù disse: - Molto bene, Salome, ben detto. Questa è la
soluzione delle parole pronunciate da Pistis Sophia.
Cap. 59
Gesù riprese
nuovamente il suo discorso, dicendo ai suoi discepoli: Quando Pistis Sophia,
nel caos, terminò di pronunciare queste parole, la forza luminosa che avevo
inviato per liberarla, io la trasformai in una corona luminosa intorno sul suo
capo, affinché le emanazioni dell’arrogante da allora in poi non potessero più
impadronirsene. Allorché divenne una corona luminosa sul suo capo, si mossero
tutte le cattive materie che si trovavano in lei e tutte furono in lei
purificate: furono annientate e rimasero nel caos, mentre le emanazioni
dell’arrogante le guardavano e se ne rallegravano. La pura luce genuina che era
in Sophia diede forza alla luce della mia forza luminosa divenuta corona
attorno al suo capo. In seguito, quando la luce pura circondò quella di Pistis
Sophia, la luce pura di lei non si ritirò dalla corona della forza della fiamma
luminosa, affinché non gliela derubassero le emanazioni dell’arrogante. Dopo di
questo, la pura forza luminosa di Sophia iniziò a lodare: a lodare la mia forza
luminosa, che formava una corona intorno al suo capo. Lei inneggiò, dicendo:
1.- La luce è divenuta corona del mio capo: da essa non mi
ritirerò, affinché non me la sottraggano le emanazioni dell’arrogante.
2.- Anche se si muoveranno tutte le materie io non mi
muoverò.
3.- Anche se tutte le mie materie vanno in rovina e restano
nel caos - queste materie viste dalle emanazioni dell’arrogante -, io non andrò
in rovina.
4.- «Poiché è con me la luce, e io stessa sono con la luce».
Queste sono le parole pronunciate da Pistis Sophia. Si
faccia ora avanti colui che afferra il pensiero di queste parole, e ne proclami
la soluzione.
Si fece avanti Maria, la madre di Gesù, e disse: - Figlio
mio secondo il mondo, mio Dio e mio salvatore secondo l’alto, ordinami di
proclamare la soluzione delle parole pronunciate da Pistis Sophia. Gesù le
rispose: - Tu pure, Maria - secondo la materia - hai ricevuto una forma che è
in Barbelo, e hai ricevuto - secondo la luce - una somiglianza con la vergine
luce, tu e l’altra beata Maria; per causa tua sono sorte le tenebre; da te,
inoltre, è venuto il corpo materiale nel quale io mi trovo, (corpo) che ho
purificato e raffinato. Ora ti ordino di proclamare la soluzione delle parole
pronunciate da Sophia. Maria, madre di Gesù, rispose: - Mio Signore, a
proposito di queste parole, la tua forza luminosa profetò già per mezzo di
Salomone nell’Ode 19, dicendo:
1.- «Il Signore è sul mio capo come una corona, e io non
sarò senza di lui.
2.- Mi è stata
intrecciata la vera corona. In me essa ha fatto germogliare i tuoi rami.
3.- Poiché non è come una corona secca, che non germoglia.
Tu, infatti, sei vivo sul mio capo, e da me hai tratto germogli.
4.- I tuoi frutti
sono pieni e maturi, ripieni della tua salvezza».
Udite queste parole di Maria, sua madre, Gesù le disse: -
Benissimo! In verità in verità ti dico: «Da un confine all’altro della terra
sarai proclamata beata, poiché in te dimorò la promessa del primo mistero e per
opera di quella promessa saranno liberati tutti quelli della terra e tutti
quelli dell’alto: quella promessa è l’inizio e la fine».
Cap. 60
Gesù proseguì nuovamente il suo discorso dicendo ai suoi
discepoli: - Allorché Pistis Sophia ebbe finito di pronunciare la tredicesima
penitenza, proprio in quell’ora terminò il comando a proposito di tutti i
tormenti decretati per Pistis Sophia a motivo della perfezione del primo mistero,
che esiste fin dall’inizio; era giunto il tempo di liberarla dal caos e trarla
fuori da tutte le tenebre. Poiché la sua penitenza era stata accolta dal primo
mistero: quel primo mistero mi mandò, dall’alto, una grande forza luminosa
affinché io prestassi soccorso a Pistis Sophia e la traessi fuori dal caos.
Guardai agli eoni che sono in alto e vidi la forza luminosa mandatami dal primo
mistero affinché io salvassi Sophia dal caos.
Allorché la vidi venir fuori dagli eoni e dirigersi
velocemente verso di me - che ero al di sopra del caos -, scaturì da me
un’altra forza luminosa, anch’essa per prestare soccorso a Pistis Sophia. La
forza luminosa venuta dall’alto per opera del primo mistero discese sulla forza
luminosa scaturita da me: si incontrarono ambedue e divennero un unico flusso
luminoso più grande. Detto questo ai suoi discepoli, Gesù domandò: -
Comprendete il modo in cui vi parlo?
Si precipitò avanti ancora Maria, e disse: - Mio Signore, io
comprendo ciò che tu dici. In merito alla soluzione di questa parola, ha già
profetato la tua forza luminosa per mezzo di Davide nel Salmo 84: 10.- «Grazia
e bontà si sono incontrate, virtù e pace si sono baciate. 11.- La verità
germogliò dalla terra, la virtù guardò giù dal cielo». La «grazia» è la forza
luminosa che venne giù dal primo mistero, poiché il primo mistero esaudì Pistis
Sophia ed ebbe pietà di tutti i suoi tormenti. La «verità» invece è la forza
sprigionatasi da te, poiché hai portato a compimento la verità liberandola dal
caos. Inoltre, la «virtù» è la forza sprigionatasi per opera del primo mistero
e che dirigeva Pistis Sophia. La «pace» poi è la forza sprigionatasi da te per
penetrare nelle emanazioni dell’arrogante, ed estrarre da esse quella luce da
loro tolta a Pistis Sophia, cioè tu la ricongiunga in Pistis Sophia, rendendola
serena con la sua forza. La «verità» invece è la forza che si è sprigionata da
te allorché eri nei luoghi inferiori del caos. Perciò la tua forza disse, per
mezzo di Davide: «La verità germogliò dalla terra»; tu, infatti, eri nei luoghi
inferiori del caos. Mentre, la «virtù» che «guardò giù dal cielo», è la forza
sprigionatasi dall’alto per opera del primo mistero, ed è entrata in Pistis
Sophia.
Cap. 61
Udite queste parole, Gesù disse: - Bene, Maria! Tu beata che
erediterai l’intero regno della luce. Si fece avanti anche Maria, la madre di
Gesù, e disse: - Mio Signore e mio Salvatore, comanda anche a me di ripetere
questa parola. Gesù rispose: - Non ostacolo colui il cui spirito è
intelligente, bensì lo incito ancora di più affinché esprima il pensiero che lo
muove. Or dunque, Maria, mia madre secondo la materia, nella quale ho
soggiornato, ti comando di esporre anche tu il pensiero del discorso. Maria rispose:
- Mio Signore, a proposito di quanto profetò la tua forza per mezzo di Davide:
«La grazia e la virtù si sono incontrate, la virtù e la pace si sono baciate.
La verità germogliò dalla terra, la virtù guardò giù dal cielo». Questa parola,
profetata dalla tua forza, riguarda te.
Infatti quando tu eri piccolo, prima che lo spirito venisse
su di te, mentre ti trovavi in una vigna insieme a Giuseppe, dall’alto discese
lo spirito, venne da me in casa mia: essendo uguale a te, io non lo riconobbi,
e pensai che fossi tu. Lo spirito mi disse: «Dov’è il mio fratello Gesù?
Desidero incontrarlo». Allorché mi disse questo, io rimasi imbarazzata: pensai
che fosse un fantasma (venuto) per tentarmi. Io lo presi, lo legai al piede del
letto in casa mia per recarmi da voi in campagna, da te e da Giuseppe, nella
vigna ove Giuseppe metteva i pali. Quando tu mi hai sentito raccontare il fatto
a Giuseppe, te ne sei rallegrato e hai domandato: «Dov’è? Voglio vederlo,
oppure l’aspetterò qui in questo luogo».
Ma Giuseppe udite queste parole ne rimase sconvolto. Siamo
saliti insieme, siamo entrati in casa e abbiamo trovato lo spirito legato al
letto: guardavamo te e lui, riscontrando che tu e lui eravate uguali. Il legato
al letto fu sciolto: egli ti abbracciò e ti baciò; anche tu baciasti lui e
siete diventati una cosa sola. Ecco dunque la parola e la sua soluzione. La
«grazia» è lo spirito venuto giù dall’alto per opera del primo mistero il quale
ebbe pietà del genere umano e mandò il suo spirito affinché perdonasse i
peccati di tutto il mondo, affinché (gli uomini) ricevessero i misteri ed
ereditassero il regno della luce. La «verità» è, invece, la forza che prese
dimora in me: quando uscì da Barbelo divenne per te un corpo materiale e
predicò il vero luogo. La «virtù» è lo spirito che, dall’alto, portò i misteri
per darli al genere umano. La «pace» poi, è la forza che prese dimora nel tuo
corpo materiale, secondo il mondo, quello che ha battezzato il genere umano
fino a renderlo estraneo al peccato, e rappacificato col tuo spirito, facendo
così la pace con le emanazioni della luce; cioè la «grazia e la verità si sono
baciate». Allorché è detto «la verità germogliò dalla terra» la «verità» è il
tuo corpo materiale germogliato da me secondo il mondo umano e ha predicato il
vero luogo. Inoltre, allorché è detto «la virtù guardò giù dal cielo»: la
«virtù» è la forza che guardò giù dall’alto, (la forza) che darà al genere
umano i misteri della luce affinché (gli uomini) diventino giusti e buoni, ed
ereditino il regno della luce.
Udite queste parole pronunciate da sua madre Maria, Gesù
disse: - Benissimo, Maria!
Cap. 62
Si fece avanti
l’altra Maria, e disse: - Mio Signore, sopportami e non ti adirare con me. Da
quando, infatti, tua madre ha parlato con te a proposito della soluzione di
queste parole, la mia forza mi ha reso inquieta spingendomi a farmi avanti per
proferire anch’io la soluzione di queste parole.
Gesù le rispose: - Ti comando di proferire la loro
soluzione. Maria disse: - Mio Signore, «la grazia e la virtù si sono
incontrate»: la «grazia» è lo spirito venuto su di te allorché tu ricevesti il
battesimo da Giovanni; la «grazia» è dunque lo spirito divino venuto su di te:
egli ebbe pietà del genere umano, venne quaggiù, incontrò la forza del buon
Sabaoth, forza che si trova in te e che ha predicato i luoghi veri. È detto poi
«la virtù e la pace si sono baciate»: la «virtù» è lo spirito della luce venuto
su di te e ha portato i misteri dell’alto per darli agli uomini; la «pace»,
invece, è la forza del buon Sabaoth che si trova in te - questi che ha
battezzato e ha perdonato il genere umano -, forza che ha rappacificato gli
uomini con i figli della luce. Inoltre, come proclamò la tua forza per mezzo di
Davide, «la verità germogliò dalla terra» cioè la forza del buon Sabaoth [è
detto «germogliò dalla terra»] germogliò la tua madre Maria, che è
un’abitatrice terrestre. «La virtù guardò giù dal cielo»: si tratta dello
spirito che è in alto, il quale portò, dall’alto, tutti i misteri e li diede al
genere umano; gli uomini divennero così giusti e buoni, ed ereditarono il regno
della luce. Dopo che Gesù ebbe ascoltato queste parole, disse: - Bene, Maria!
Tu sei erede della luce.
Si fece nuovamente avanti Maria, la madre di Gesù. Si
prostrò ai suoi piedi, li baciò, e disse: - Mio Signore, mio figlio, e mio
salvatore, non irritarti contro di me! Permettimi, invece, di enunciare ancora
una volta la soluzione di queste parole. «La grazia e la verità si sono
incontrate»: sono io Maria, tua madre, ed Elisabetta, la madre di Giovanni, da
me incontrata. La «grazia» è la forza di Sabaoth presente in me e sprigionatasi
da me, cioè tu; tu che hai avuto pietà di tutto il genere umano. La «verità» è,
invece, la forza presente in Elisabetta, cioè Giovanni, che è venuto, ha
predicato la via della verità - che sei tu -, predicando davanti a te. Inoltre:
«la grazia e la verità si sono incontrate», sei tu, mio Signore, che ti sei
incontrato con Giovanni nel giorno in cui hai dovuto ricevere il battesimo. Tu
e Giovanni siete pure la «virtù e la pace si sono baciate».
«La verità germogliò dalla terra, la virtù guardò giù dal
cielo», riguarda il tempo nel quale tu hai servito a te stesso, allorché avevi
l’aspetto di Gabriele e, dal cielo, hai guardato giù a me, e mi hai parlato:
dopo che mi hai parlato, tu germogliasti in me, cioè la «verità» - la forza del
buon Sabaoth presente nel tuo corpo materiale - è la «verità» che germogliò
dalla terra. Udite queste parole di sua madre, Maria, Gesù disse: - Benissimo!
Questa è la soluzione di tutte le parole sulla mia forza luminosa che un tempo
ha profetato per mezzo del profeta Davide.
NOTA DI UNO SCRIBA
Questi sono i nomi che darò dall’infinito: scrivili con un
segno affinché d’ora in avanti i figli di Dio siano manifesti. Il nome
dell’immortale è: ααα, ωωω . Il nome della voce per la quale si mosse l’uomo
perfetto è: ιιι. Le spiegazioni dei nomi di questi misteri sono: il primo è ααα
e la sua spiegazione è ϕϕϕ; il secondo è µµµ oppure ωωω e la sua spiegazione è
ααα; il terzo è ψψψ e la sua spiegazione è οοο; il quarto è ϕϕϕ e la sua
spiegazione è ννν; il quinto è δδδ e la sua spiegazione è ααα. Colui che è sul
trono è ααα: questa è la spiegazione del secondo: ααα, ααα, ααα; questa è la
spiegazione del nome intero.
PISTIS
SOPHIA Secondo Libro
Cap. 63
Si fece avanti Giovanni, e disse: - Signore, comanda anche a
me di annunziare la soluzione delle parole che la tua forza luminosa profetò
per opera di Davide -. Gesù rispose a Giovanni: - Anche a te comando di
annunziare la soluzione delle parole che la mia forza luminosa profetò per
opera di Davide:
10.- «La grazia e la verità si sono incontrate, la virtù e
la pace si sono baciate.
11.- La verità germogliò dalla terra, la virtù guardò giù
dal cielo».
Giovanni rispose: - Questa è la parola che una volta tu ci
hai detto: «Io sono venuto dall’alto, sono penetrato nel buon Sabaoth e ho
abbracciato la forza luminosa presente in lui». «La grazia e la verità si sono
abbracciate»: tu sei la «grazia» essendo stato mandato dai luoghi dell’alto da
tuo Padre, il primo mistero, il quale guarda dentro; egli ti ha mandato
affinché tu avessi pietà del mondo intero. La «verità», invece, è la forza del
buon Sabaoth, la quale egli unì a te e che tu hai spinto verso sinistra, tu che
sei il primo mistero che guarda fuori; il piccolo buon Sabaoth prese la forza e
la spinse nella materia di Barbelo e predicò il vero luogo a tutti i luoghi di
coloro che sono a sinistra: la materia di Barbelo costituisce oggi il tuo
corpo. «La virtù e la pace si sono baciate»: la «virtù» sei tu, tu che per
mezzo di tuo Padre - il primo mistero che guarda dentro - hai portato tutti i
misteri, e hai battezzato la forza del buon Sabaoth; tu sei andato nel luogo
degli arconti, hai dato loro i misteri dell’alto ed essi divennero giusti e
buoni. La «pace» invece è la forza di Sabaoth, cioè la tua anima penetrata
nella materia di Barbelo e tutti gli arconti dei sei eoni di Yabraoth hanno
fatto pace con il primo mistero della luce. La «verità» che «germogliò dalla
terra», è la forza del buon Sabaoth la quale, uscita dal luogo della destra -
fuori del tesoro della luce -, è andata nel luogo di coloro che sono a
sinistra: entrata nella materia di Barbelo ha predicato loro i misteri del
luogo vero. «La virtù» che «guardò dal cielo», sei tu - il primo mistero che
guarda fuori - mentre venivi dagli spazi dell’alto con i misteri del regno
della luce; sei disceso sull’abito luminoso, ricevuto dalla mano di Barbelo,
cioè su Gesù, il nostro salvatore, sul quale sei disceso come una colomba.
Quando Giovanni terminò di proferire queste parole, il primo mistero che guarda
fuori gli disse: - Bene, Giovanni, amato fratello!
Cap. 64
Il primo mistero
proseguì ancora dicendo: - La forza venuta dall’alto, cioè io mandato dal mio
Padre a liberare Pistis Sophia dal caos, io, la forza sprigionatasi da me, e
l’anima ricevuta dal buon Sabaoth, ci siamo messi insieme e diventammo un unico
flusso luminoso, molto splendente. Per comando di mio Padre, il primo mistero
che guarda dentro, chiamai giù dagli eoni Gabriele e Michele, diedi loro il
flusso luminoso, e li diressi giù nel caos ad aiutare Pistis Sophia, a
riprendere le forze luminose, che le erano state tolte dalle emanazioni
dell’arrogante, e a restituirle a Pistis Sophia. Appena essi portarono il
flusso luminoso giù nel caos, subito in tutto il caos vi fu un grande splendore
che si estendeva a tutti i luoghi delle emanazioni; alla vista della grande
luce di quel flusso, le emanazioni dell’arrogante furono colpite da reciproca
paura: quel flusso le privò di tutte le forze luminose tolte a Pistis Sophia.
Le emanazioni dell’arrogante non riuscirono a trattenere il
flusso luminoso nel caos tenebroso, né riuscirono ad afferrarlo con l’arte
dell’arrogante, dominatore delle emanazioni.
Gabriele e Michele diressero il flusso luminoso sul corpo
materiale di Pistis Sophia instillando in esso tutte le luci che le erano state
tolte. Il suo corpo materiale divenne tutto splendente; così tutte le forze di
lei, la cui luce era stata sottratta, ricevettero la luce; la loro mancanza di
luce cessò poiché ricevettero quella luce che era stata loro tolta: per opera
mia, infatti, fu data loro la luce. Michele e Gabriele che hanno compiuto il
servizio portando nel caos il flusso luminoso, riceveranno i misteri della
luce: a loro fu affidato il flusso luminoso che io diedi loro da portare nel
caos. Michele e Gabriele non tennero per se stessi alcuna delle luci di Pistis
Sophia, di quelle luci che le erano state sottratte dalle emanazioni
dell’arrogante. Allorché il flusso luminoso immise in Pistis Sophia tutte le
forze luminose - che le erano state sottratte dalle emanazioni dell’arrogante
-, essa divenne tutta splendente; e anche le forze luminose che si trovavano in
Pistis Sophia, quelle che non le erano state tolte dalle emanazioni
dell’arrogante, divennero nuovamente felici e si riempirono di luce. Le luci
immesse dentro Pistis Sophia rianimarono il suo corpo materiale nel quale non
c’era più alcuna luce: era in procinto di andare in rovina, o sarebbe andato in
rovina; ma esse raddrizzarono tutte le sue forze, che erano in procinto di
sciogliersi; acquisirono una forza luminosa, divennero di nuovo come erano
state prima, e riacquistarono la percezione luminosa. Per opera del mio flusso
luminoso, tutte le forze luminose di Pistis Sophia si riconobbero
reciprocamente e furono liberate per mezzo della luce di quel flusso.
Dopo aver detto ai discepoli quanto era accaduto a Pistis
Sophia nel caos, il primo mistero domandò loro: - Comprendete il modo con cui
vi parlo?
Cap. 65
Si fece avanti Pietro, e disse: - A proposito della
soluzione delle parole dette da te, ecco ciò che ha profetato la tua forza
luminosa per mezzo di Salomone nelle sue Odi:
1.- Scaturì un flusso e divenne un fiume grande e vasto.
2.- Trasse tutto a sé
e si diresse verso il tempio.
3.- Dighe e costruzioni non riuscirono a contenerlo, né
poterono contenerlo gli artifici di coloro che trattengono le acque.
4.- Fu condotto su
tutto il paese e abbracciò tutto.
5.- Bevvero coloro che si trovavano sulla sabbia asciutta;
la loro sete fu smorzata ed estinta, quando la mano dell’Altissimo diede loro
il dono.
6.- Beati i ministri
di quel dono, ai quali fu affidata l’acqua del Signore.
7.- Essi hanno
rinfrescato le labbra riarse, i privi di forza hanno ricevuto la gioia del
cuore; hanno afferrato anime, instillando in esse l’alito, affinché non
morissero.
8.- Hanno ristabilito membra cadute, hanno dato forza alla
loro debolezza, hanno dato luce ai loro occhi.
9.- Tutti, infatti,
si sono riconosciuti nel Signore e sono stati liberati per mezzo dell’acqua
della vita eterna.
Ascolta ora, mio Signore, ch’io esponga chiaramente la
parola, così come profetò la tua forza per mezzo di Salomone. «Scaturì un
flusso e divenne un fiume grande e vasto», cioè il flusso luminoso si è diffuso
nel caos in tutti i luoghi delle emanazioni dell’arrogante. La parola detta
dalla tua forza per mezzo di Salomone: «Trasse tutto a sé e si diresse verso il
tempio», significa: trasse dalle emanazioni dell’arrogante tutte le forze
luminose, che esse avevano sottratto da Pistis Sophia, e le immise di nuovo in
Pistis Sophia. La parola detta dalla tua forza: «Dighe e costruzioni non
riuscirono a contenerlo», significa: le emanazioni dell’arrogante non
riuscirono a contenere il flusso luminoso dentro le mura dell’oscurità del
caos. La parola detta (dalla tua forza): «Fu condotto su tutto il paese e
riempì ogni cosa», significa: allorché Gabriele e Michele condussero il flusso
luminoso sul corpo di Pistis Sophia, immisero in essa tutte quelle luci che le
emanazioni dell’arrogante le avevano sottratto, e il suo corpo materiale
divenne splendente. La parola detta (dalla tua forza): «Bevvero coloro che si
trovano sulla sabbia asciutta», significa: ricevettero luce tutti coloro che si
trovano in Pistis Sophia, la luce dei quali era prima stata sottratta.
La parola detta (dalla tua forza): «La loro sete fu smorzata
ed estinta», significa: nelle loro forze cessò la mancanza di luce, poiché era
stata data loro la luce che era stata loro sottratta. Come disse la tua forza:
«Fu dato loro il dono per opera dell’Altissimo», significa: per opera del
flusso luminoso - proveniente da me che sono il primo mistero - fu data loro la
luce. Come disse la tua forza: «Beati i ministri di quel dono», questa è la
parola detta da te: Michele e Gabriele, che sono stati ministri avendo portato
nel caos il flusso luminoso e riportato fuori, riceveranno i misteri della luce
dell’alto; a essi, infatti, fu affidato il flusso luminoso. Come disse la tua
forza: «Essi hanno rinfrescato le labbra riarse», significa: Michele e Gabriele
non si appropriarono alcuna delle luci di Pistis Sophia, che essi sottrassero
alle emanazioni dell’arrogante, bensì le immisero in Pistis Sophia. La parola
detta (dalla tua forza): «I privi di forza hanno ricevuto la gioia del cuore»,
significa: tutte le altre forze di Pistis Sophia, che non erano state prese
dalle emanazioni dell’arrogante, si rallegrarono molto e, dal loro compagno
luminoso, si riempirono di luce, poiché le immisero in esse.
La parola detta dalla tua forza: «Hanno dato vita ad anime
instillando in esse l’alito affinché non morissero», significa: allorché essi
immisero le luci in Pistis Sophia, diedero vita al suo corpo materiale - dal
quale erano prima state sottratte le luci - che era in procinto di perire. La
parola detta dalla tua forza: «Hanno ristabilito membra cadute affinché non
cadano più», significa: allorché essi immisero in lei le sue luci, si
ristabilirono tutte le sue forze che erano in procinto di svanire. Come ha
detto la tua forza: «Hanno dato forza alla loro debolezza», significa:
ricevettero nuovamente la loro luce, e divennero come erano state prima. La
parola detta (dalla tua forza): «Hanno dato luce ai loro occhi», significa:
nella luce ricevettero la percezione, e riconobbero che il flusso luminoso
appartiene all’alto. La parola detta (dalla tua forza): «Tutte si sono
riconosciute nel Signore», significa: tutte le forze di Pistis Sophia si sono
riconosciute per opera del flusso luminoso. La parola detta (dalla tua forza):
«Sono state liberate per mezzo dell’acqua della vita eterna», significa: sono
state liberate per mezzo dell’intero flusso luminoso. La parola detta (dalla
tua forza): «Il flusso luminoso trasse tutto a sé e si volse verso il tempio»,
significa: allorché il flusso luminoso prese tutte le luci di Pistis Sophia,
sottraendole alle emanazioni dell’arrogante, le immise in Pistis Sophia, poi si
voltò, uscì dal caos e venne su di te, su di te che sei il tempio. Questa è la
soluzione di tutte le parole che la tua luce luminosa disse per mezzo di
Salomone. Allorché il primo mistero udì queste parole pronunciate da Pietro,
gli disse: - Bene! Tu beato, Pietro! Questa è la soluzione delle parole che
sono state dette.
Cap. 66
Il primo mistero proseguì nuovamente il discorso, dicendo: -
Prima di estrarre Pistis Sophia dal caos - dal Padre mio, il primo mistero, che
guarda dentro, non mi era ancora stato comandato -, dopo che le emanazioni
dell’arrogante riconobbero che era stato il mio flusso luminoso a prendere da
loro le forze luminose, che erano state sottratte a Pistis Sophia, e le aveva
immesse in Pistis Sophia, e dopo che videro Pistis Sophia splendente come era
stata all’inizio, si irritarono contro Pistis Sophia; innalzarono di nuovo
grida al loro arrogante affinché venisse in loro aiuto di modo che potessero
nuovamente sottrarre le forze presenti in Pistis Sophia.
Dall’alto, dal tredicesimo eone, l’arrogante mandò un’altra
grande luce: venne giù nel caos come una freccia volante per aiutare le sue
emanazioni a sottrarre di nuovo le luci a Pistis Sophia. Allorché discese
quella forza, le emanazioni dell’arrogante presenti nel caos e che tormentavano
Pistis Sophia ripresero coraggio; ripresero a perseguitare Pistis Sophia con
grande spavento e grande turbamento. La tormentavano (così) alcune delle
emanazioni dell’arrogante: una prese l’aspetto di un grosso serpente, un’altra
prese l’aspetto di un basilisco dalle sette teste, un’altra prese l’aspetto di
un drago; anche la prima forza dell’arrogante, quella dall’aspetto di leone, e
tutte le sue altre numerosissime emanazioni, vennero insieme, tormentarono
Pistis Sophia, la ricondussero nei luoghi inferiori del caos e la turbarono di
nuovo molto. Mentre esse la turbavano, lei fuggì da loro e venne nei luoghi
superiori del caos: le emanazioni dell’arrogante la perseguitarono e la
turbarono molto.
Il tiranno Adamas guardò dai dodici eoni: anch’egli,
infatti, era adirato contro Pistis Sophia perché essa desiderava andare dalla
luce delle luci, al di sopra di tutti loro; per questo era adirato contro di
lei. Quando il tiranno Adamas guardò dai dodici eoni, vide che le emanazioni
dell’arrogante tormentavano Pistis Sophia per sottrarle tutte le luci. Allorché
la forza di Adamas discese nel caos, da tutte le emanazioni dell’arrogante,
allorché quel demone discese nel caos, gettò a terra Pistis Sophia, e la forza
dall’aspetto di leone, quella dall’aspetto di serpente, quella dall’aspetto di
basilisco, quella dall’aspetto di drago e tutte le altre numerosissime
emanazioni dell’arrogante circondarono tutte insieme Pistis Sophia con
l’intento di sottrarle nuovamente le sue forze: oppressero molto Pistis Sophia
e la minacciarono. Mentre l’opprimevano e la tormentavano, lei alzò di nuovo
grida verso la luce e, lodandola, disse:
1.- «O luce che mi hai aiutato, venga su di me la tua luce.
2.- Poiché tu sei il
mio ombrello! Vengo a te, a te, luce! Credendo in te, luce.
3.- Tu, infatti, sei colui che mi libera dalle emanazioni
dell’arrogante e del tiranno Adamas: tu mi libererai da tutte le sue violente
minacce».
Allorché Pistis Sophia disse questo, dietro il comando di
mio Padre - il primo mistero che guarda dentro - mandai nuovamente Gabriele e
Michele e il grande flusso luminoso affinché aiutassero Pistis Sophia. Comandai
a Gabriele e a Michele di trarre Pistis Sophia dalle loro mani di modo che i
suoi piedi non toccassero più l’oscurità inferiore; comandai che la guidassero
lungo i luoghi del caos dai quali doveva venire estratta. Quando gli angeli e
il flusso luminoso discesero nel caos, tutte le emanazioni dell’arrogante e le
emanazioni di Adamas videro il flusso luminoso pieno di splendore - la sua luce
era al di là di ogni misura -, ebbero paura, e abbandonarono Pistis Sophia. Il
grande flusso luminoso circondò Pistis Sophia da tutte le parti, dalla sua sinistra,
dalla sua destra e da ogni sua parte, e divenne una corona luminosa sul suo
capo.
Circondata dal flusso luminoso, Pistis Sophia riprese molto
coraggio: il flusso non desistette dal circondarla da ogni parte; lei non ebbe
paura delle emanazioni dell’arrogante, che sono nel caos, né ebbe paura della
nuova forza dell’arrogante immessa nel caos come freccia volante, né, in fine,
si intimorì davanti alla forza demoniaca di Adamas che era giunta dagli eoni.
Dietro mio comando - io sono il primo mistero che guarda
dentro - il flusso luminoso risplendette moltissimo: circondava Pistis Sophia
da tutte le parti, e Pistis Sophia dimorava in mezzo alla luce; una grande luce
alla sua sinistra, alla sua destra, su ogni suo lato, mentre una corona le
circondava il capo. Tutte le emanazioni dell’arrogante non riuscivano a
cambiare il suo aspetto, né riuscivano a sopportare l’ardore della grande luce
del flusso luminoso formante una corona attorno al suo capo. A motivo del suo
grande splendore, molte tra le emanazioni dell’arrogante caddero alla sua
destra, molte caddero alla sua sinistra, e - data la sua grande luce - non
potevano in alcun modo avvicinarsi a Pistis Sophia; anzi, caddero l’una
sull’altra o si accostarono tutte insieme. Non potevano recare alcun male a
Pistis Sophia, perché essa aveva fiducia nella luce.
Dietro il comando di mio Padre - il primo mistero che guarda
dentro -, io stesso discesi, splendentissimo, nel caos; mi accostai alla forza
splendente dal volto di leone, le tolsi integralmente la sua luce, e trattenni
tutte le emanazioni dell’arrogante di modo che d’ora in poi non vadano più al
loro luogo, cioè al tredicesimo eone. Presi la forza da tutte le emanazioni
dell’arrogante le quali caddero poi nel caos impotenti, e condussi fuori Pistis
Sophia che era sulla destra di Gabriele e di Michele; il grande flusso luminoso
rientrò in lei e Pistis Sophia contemplò i nemici con i suoi occhi, poiché io
avevo sottratto la loro forza. Condussi Pistis Sophia fuori dal caos, mentre
calpestava l’emanazione dell’arrogante dal volto di serpente, mentre calpestava
l’emanazione dal volto di basilisco dalle sette teste, mentre calpestava la
forza dal volto di leone e dal volto di drago. Volli che Pistis Sophia
dominasse sulla emanazione dell’arrogante dal volto di basilisco a sette teste,
la cui malignità era più efficace di tutti gli altri: io, il primo mistero, mi
posi sopra di essa, la privai di tutte le sue forze e annientai tutta la sua
materia di modo che d’ora in poi non sorga più da essa alcuna discendenza.
Cap. 67
Detto questo, il
primo mistero domandò ai suoi discepoli: - Comprendete il modo in cui vi parlo?
Si fece avanti Giacomo e disse: - Mio Signore, in merito alla soluzione delle
parole che tu hai detto, la tua forza luminosa così ha profetato per mezzo di
Davide, nel Salmo 90.
1.- «Chi dimora sotto la tutela dell’Altissimo, abiterà
sotto l’ombra del Dio del cielo.
2.- Egli dirà al
Signore: «Tu sei la mia consistenza e il mio rifugio, mio Dio, sul quale
confido».
3.- Egli, infatti, mi libererà dai lacci dei cacciatori e da
parole violente.
4.- Ti porrà all’ombra del suo petto, confiderai sotto le
sue ali, la sua verità ti circonderà come uno scudo. 5.- Tu non avrai paura di
terrori notturni né di una freccia volante di giorno.
6.- Da una cosa che striscia nelle tenebre, da una calamità
e da un demone nel meriggio.
7.- Mille cadranno alla tua sinistra e diecimila alla tua
destra, ma a te non si avvicineranno.
8.- Bensì con i tuoi occhi guarderai e vedrai la ricompensa
dei peccatori.
9.- Poiché tu, Signore, sei la mia speranza! Ti sei posto
l’Altissimo come rifugio.
10.- Non ti si accosterà disgrazia, né piaga si avvicinerà
alla tua dimora.
11.- Poiché per te ordinerà ai suoi angeli di difenderti in
tutte le tue vie,
12.- Ti sosterrà con le sue mani affinché il tuo piede non
inciampi in un ciottolo.
13.- Camminerai sul serpente e sul basilisco, calpesterai il
leone e drago.
14.- Poiché ebbe fiducia in me, lo libererò; lo porrò
all’ombra, poiché egli riconobbe il mio nome.
15.- Alzerà grida a me, e io l’esaudirò; gli sono vicino nel
suo tormento, lo libererò e lo onorerò.
16.- Ne moltiplicherò i giorni, e gli mostrerò la mia
salvezza».
Questa, mio Signore, è la soluzione delle parole dette da
te. Ascolta, ora, ch’io l’esponga apertamente. La parola detta dalla tua forza
per mezzo di Davide: «Chi dimora sotto la tutela dell’Altissimo, abiterà sotto
l’ombra del Dio del cielo», significa: allorché Pistis Sophia aveva fiducia
nella luce, abitava sotto la luce del flusso luminoso giunto dall’alto per
mezzo tuo. La parola detta dalla tua forza per mezzo di Davide: «Io dirò al
Signore: Tu sei la mia consistenza e il mio rifugio, mio Dio, sul quale
confido», è la parola con la quale inneggiò Pistis Sophia: «Tu sei la mia
consistenza, e io vengo a te». La parola detta dalla tua forza: «Mio Dio, sul
quale confido, tu mi libererai dai lacci dei cacciatori e da parole violente»,
è quanto ha detto Pistis Sophia: «Credo in te, o luce, poiché mi libererai
dalle emanazioni dell’arrogante e da quelle del tiranno Adamas; tu mi libererai
da tutte le loro violente minacce». La parola detta dalla tua forza per mezzo
di Davide: «Ti porrà all’ombra del suo petto, confiderai sotto le sue ali»,
significa: Pistis Sophia si è trovata nella luce del flusso luminoso
proveniente da te, è rimasta costantemente fiduciosa nella luce alla sua
sinistra e alla sua destra, che sono le ali del flusso luminoso.
La parola che la tua forza luminosa profetò per mezzo di
Davide: «La verità ti circonderà come uno scudo», designa la luce del flusso
luminoso che circondò Pistis Sophia da ogni parte come uno scudo. La parola
detta dalla tua forza: «Non avrà paura di terrori notturni», significa: Pistis
Sophia non ebbe paura dei terrori e dei turbamenti che si instillarono in lei,
nel caos, che è la notte. La parola detta dalla tua forza: «Non avrà paura di
una freccia volante di giorno», cioè Pistis Sophia non ebbe paura davanti alla
forza mandata in fine dall’arrogante, dall’alto, e giunta nel caos come una
freccia volante. La tua forza ha detto: «Non avrai paura di una freccia volante
di giorno», perché quella forza venne dal tredicesimo eone il quale è il
signore dei dodici eoni, e quello che dà luce a tutti gli eoni: per questo ha
detto «giorno».
La parola detta dalla tua forza: «Non avrà paura di una cosa
che striscia nelle tenebre», cioè: Pistis Sophia non ebbe paura davanti
all’emanazione dal volto di leone che faceva paura a Pistis Sophia nel caos,
che è le tenebre. La parola detta dalla tua forza: «Non avrà paura di una
calamità e di un demone nel meriggio», cioè: Pistis Sophia non ebbe paura
dell’emanazione demoniaca del tiranno Adamas che aveva gettato Pistis Sophia in
una grave calamità venuta da Adamas, dal dodicesimo eone. Per questo la tua
forza ha detto: «Non avrà paura di una calamità demoniaca nel meriggio»;
«meriggio» perché venne dai dodici eoni, che è il «meriggio»; e inoltre venne
dal caos, che è la notte; e perché venne dal dodicesimo eone, che si trova tra
i due. Per questo la tua forza luminosa ha detto «meriggio»: i dodici eoni si
trovano fra il tredicesimo eone e il caos.
La parola detta dalla tua forza luminosa per mezzo di
Davide: «Mille cadranno alla sua sinistra, diecimila alla sua destra, ma a lui
non si avvicineranno», cioè: allorché le numerosissime emanazioni
dell’arrogante non erano in grado di resistere alla grande luce del flusso
luminoso, molte di esse caddero a sinistra di Pistis Sophia, molte caddero alla
sua destra, ma non riuscirono ad avvicinarla per arrecarle danno. La parola
detta dalla tua forza luminosa per mezzo di Davide: «Bensì con i tuoi occhi guarderai,
e vedrai la ricompensa dei peccatori, poiché tu, Signore, sei la mia speranza»
cioè: Pistis Sophia ha guardato con i suoi occhi i suoi nemici, vale a dire le
emanazioni dell’arrogante cadute le une sulle altre; non solo essa ha visto con
i suoi occhi, ma tu pure, mio Signore, che sei il primo mistero, hai preso la
forza luminosa che si trovava nella forza dal volto di leone, hai sottratto la
forza da tutte le emanazioni dell’arrogante; infine, le hai trattenute nel caos
affinché d’ora in poi non vadano più nel loro luogo.
Pistis Sophia ha perciò guardato con i suoi occhi i propri
nemici, cioè le emanazioni dell’arrogante, proprio come Davide aveva profetato
a riguardo di Pistis Sophia, dicendo: «Bensì guarderai con i tuoi occhi e
vedrai la ricompensa dei peccatori»; non solo vide con i suoi occhi allorché
caddero l’una sull’altra nel caos, ma vide anche la ricompensa con la quale
furono retribuite. Siccome le emanazioni dell’arrogante avevano pensato di
togliere la luce a Pistis Sophia, tu le hai retribuite, le hai ripagate,
togliendo la forza luminosa che era in esse, invece delle luci di Sophia, la
quale aveva creduto nella luce dell’alto. Come disse la tua forza luminosa per
mezzo di Davide: «Ti sei posto l’Altissimo come rifugio, non ti si accosterà
disgrazia, né piaga si avvicinerà alla tua dimora», cioè: allorché Pistis
Sophia credette nella luce ed era tormentata, innalzò lodi, e le emanazioni
dell’arrogante non riuscirono ad arrecarle alcun male, non riuscirono ad
arrecarle danno, né in alcun modo riuscirono ad avvicinarla.
La parola detta dalla
tua forza luminosa per mezzo di Davide: «Per te egli ordinerà ai suoi angeli di
difenderti in tutte le tue vie, e ti sosterrà con le sue mani affinché il tuo
piede non inciampi in un ciottolo», designa nuovamente la parola: tu hai
comandato a Gabriele e a Michele di accompagnare Sophia in tutti i luoghi del
caos fino alla sua uscita, e di sollevarla sulle loro mani affinché i suoi
piedi non toccassero le tenebre inferiori, e non l’afferrassero quelli delle
tenebre inferiori. La parola detta dalla tua forza luminosa per mezzo di
Davide: «Calpesterai il serpente e il basilisco, calpesterai il leone e il
drago. Poiché ebbe fiducia in me, lo libererò, lo porterò nell’ombra, poiché
egli riconobbe il mio nome», designa la parola: allorché Pistis Sophia era in
procinto di uscire fuori dal caos, calpestò le emanazioni dell’arrogante,
quelle dal volto di serpente, quelle dal volto di basilisco aventi sette teste,
calpestò la forza dal volto di leone e quella dal volto di drago. Essa, infatti,
aveva creduto nella luce, perciò fu liberata da tutte quelle. Questa, mio
Signore, è la mia soluzione delle parole dette da te.
Cap. 68
Udite queste parole,
il primo mistero disse: - Bene, caro Giacomo! Il primo mistero riprese poi il
discorso ai suoi discepoli, dicendo: - Quando condussi Pistis Sophia fuori dal
caos, essa alzò di nuovo grida ed esclamò:
1.- «Sono stata liberata dal caos, e salvata dai vincoli
delle tenebre. Sono venuta da te, luce,
2.- poiché tu mi sei diventata luce da ogni parte
liberandomi e aiutandomi.
3.- Per mezzo della tua luce, tu hai ostacolato le
emanazioni dell’arrogante che lottavano contro di me; esse non poterono
avvicinarmi, perché era con me la tua luce liberatrice per mezzo del tuo flusso
luminoso.
4.- Mentre le emanazioni dell’arrogante mi tormentavano,
(mentre) sottraevano la mia forza e mi gettavano giù nel caos, mentre in me non
v’era più alcuna luce e io divenni così una materia pesante rispetto a esse,
5.- per mezzo tuo mi giunse un flusso di forza che mi
liberò: esso risplendeva alla mia sinistra e alla mia destra, mi circondava da
ogni parte affinché nessuna mia parte fosse priva di luce.
6.- Mi hai coperto
con la luce del tuo flusso, mi hai purificato da ogni mia cattiva materia, fui
sciolto da ogni mia materia per opera della tua luce.
7.- Fu il tuo flusso luminoso che mi ha innalzata e ha
eliminato da me le emanazioni dell’arrogante che mi opprimevano.
8.- Divenni grandemente fiduciosa per mezzo della tua luce,
della luce pura del tuo flusso.
9.- Le emanazioni dell’arrogante, che mi opprimevano, si
allontanarono da me; splendevo nella tua grande luce, poiché tu mi salvi in
ogni momento».
Questa è la penitenza pronunziata da Pistis Sophia allorché
venne fuori dal caos e fu salvata dai vincoli del caos. Ora chi ha orecchie da
intendere, intenda.
Cap. 69
Allorché il primo
mistero ebbe finito di rivolgere queste parole ai suoi discepoli, si fece
avanti Tommaso, e disse: - Signore, il mio abitante della luce ha orecchie, e
la mia mente ha afferrato le parole dette da te. Comandami, dunque, di esporre
apertamente la soluzione di queste parole. Il primo mistero rispose a Tommaso
-: Ti comando di esporre la soluzione dell’inno innalzatomi da Pistis Sophia.
Tommaso rispose: - A proposito dell’inno detto da Pistis
Sophia perché era stata liberata dal caos, così profetò la tua forza luminosa
per mezzo di Salomone, figlio di Davide, nelle sue Odi:
1.- «Sono libero dai vincoli, e sono fuggito verso di te,
Signore.
2.- Perché tu sei stato alla mia destra, liberandomi e
aiutandomi.
3.- Tu hai trattenuto i miei nemici, non si sono fatti
vedere, perché era con me il tuo sguardo liberandomi con la tua grazia.
4.- Fui disprezzato davanti a molti, e gettato via; davanti
a loro divenni come piombo.
5.- Da te mi giunse forza e aiuto, perché tu hai posto luci
alla mia destra e alla mia sinistra affinché nessun mio lato fosse privo di
luce.
6.- Fui coperto
dall’ombra della tua grazia, e fui sciolto dagli abiti di pelle.
7.- La tua destra mi ha innalzato, tu hai tolto da me
l’infermità.
8.- Divenni forte per opera della tua verità, e purificato
per opera della tua virtù.
9.- I miei nemici si allontanarono da me; fui giustificato
per opera della tua bontà, poiché la tua quiete dura per tutta l’eternità».
Questa è, dunque, mio
Signore, la soluzione della penitenza pronunciata da Pistis Sophia allorché fu
liberata. Ascolta, ora, e te la esporrò apertamente. La parola detta dalla tua
forza luminosa per mezzo di Salomone: «Sono libero dai vincoli, sono fuggito
verso di te, Signore», è la parola detta da Pistis Sophia: «Sono stata salvata
dai vincoli delle tenebre e sono venuta da te, luce». La parola detta dalla tua
forza: «Tu sei stato alla mia destra, liberandomi e aiutandomi», è ancora la
parola detta da Pistis Sophia: «Tu mi sei stato luce da ogni parte, liberandomi
e aiutandomi».
La parola detta dalla tua forza: «Tu hai trattenuto i miei
nemici, non si sono fatti vedere», è la parola detta da Pistis Sophia: «Per
mezzo della tua luce tu hai ostacolato le emanazioni dell’arrogante che
lottavano contro di me: esse non poterono avvicinarmi». La parola detta dalla
tua forza: «Era con me il tuo sguardo liberandomi con la tua grazia», è la
parola detta da Pistis Sophia: «Era con me la tua luce, che mi liberava per
mezzo del tuo flusso luminoso». La parola detta dalla tua luce: «Fui disprezzato
davanti a molti, e gettato via», è la parola detta da Pistis Sophia: «Le
emanazioni dell’arrogante mi hanno tormentato, mi hanno sottratto la forza, fui
disprezzato davanti a loro e gettato giù nel caos, mentre in me non v’era
alcuna luce».
La parola detta dalla tua forza: «Davanti a loro divenni
come piombo», è la parola detta da Pistis Sophia: «Allorché mi privarono delle
mie luci, io divenni, davanti a esse, come una materia pesante». Inoltre, la
parola detta dalla tua forza: «Per opera tua mi giunse una forza, che mi
aiutò», è ancora la parola detta da Pistis Sophia: «Per mezzo tuo mi giunse una
forza luminosa che mi liberò». La parola detta dalla tua forza: «Tu hai posto
luci alla mia destra e alla mia sinistra affinché nessun mio lato fosse privo
di luce», è la parola detta da Pistis Sophia: «La tua forza risplendeva alla
mia destra e alla mia sinistra e mi circondava da ogni parte affinché nessuna
mia parte fosse priva di luce». La parola detta dalla tua forza: «Fui coperto
dall’ombra della tua grazia», è ancora la parola detta da Pistis Sophia: «Mi
hai coperto con la luce del tuo flusso».
La parola detta dalla tua forza: «Fui sciolto dagli strati
di pelle», è ancora la parola detta da Pistis Sophia: «Mi hai purificato da
ogni mia cattiva materia, mi innalzai su di essa nella tua luce». La parola
detta dalla tua forza per mezzo di Salomone: «La tua destra mi ha innalzato e
ha tolto da me l’infermità», è la parola detta da Pistis Sophia: «Fu il tuo
flusso luminoso che mi ha innalzato e ha eliminato da me le emanazioni
dell’arrogante che mi opprimevano». La parola detta dalla tua forza: «Divenni
forte per opera della tua verità, e purificato per opera della tua virtù», è la
parola detta da Pistis Sophia: «Divenni forte per mezzo della tua luce, la luce
pura del tuo flusso». La parola detta dalla tua forza: «I miei nemici si
allontanarono da me», è la parola detta da Pistis Sophia: «Le emanazioni
dell’arrogante, che mi opprimevano, si allontanarono da me». La parola detta
dalla tua forza luminosa per mezzo di Salomone: «Fui giustificato per opera
della tua bontà, poiché la tua quiete dura per tutta l’eternità», è la parola
detta da Pistis Sophia: «Io sono giustificato per opera della tua bontà, poiché
tu liberi ognuno». Questa, mio Signore, è tutta la soluzione della penitenza
pronunciata da Pistis Sophia allorché fu liberata dal caos e sciolta dai
vincoli delle tenebre.
Cap. 70
Udite queste parole di Tommaso, il primo mistero gli disse:
- Benissimo, Tommaso! Beato te! Questa è la soluzione dell’inno pronunciato da
Pistis Sophia. Il primo mistero proseguì nuovamente a parlare, dicendo ai suoi
discepoli: - Pistis Sophia seguitò a lodarmi, dicendo:
1.- «Ti lodo! Con un tuo comando mi hai scacciata dall’eone
più elevato, quello che è in alto, e mi hai condotta giù ai luoghi che sono in
basso.
2.- E nuovamente con un tuo comando mi hai salvata dai
luoghi che sono in basso; e qui tu stesso hai tolto la materia che si trovava
nelle mie forze luminose: io l’ho vista.
3.- Hai disperso via da me le emanazioni dell’arrogante che
mi opprimevano e mi erano nemiche, e mi hai concesso il potere di sciogliermi
dai vincoli delle emanazioni di Adamas.
4.- Hai abbattuto il basilisco dalle sette teste, lo hai
gettato fuori con le mie mani, e mi hai posto al di sopra della sua materia. Lo
hai annientato affinché d’ora in poi non sorga più la sua discendenza.
5.- Eri con me dandomi forza in tutto questo: la tua luce mi
circondò in tutti i luoghi, e tu stesso hai reso impotenti tutte le emanazioni
dell’arrogante.
6.- Poiché tu hai sottratto la forza della loro luce, hai
raddrizzato la mia via, per condurmi fuori dal caos.
7.- Mi hai
allontanato dalle tenebre materiali, hai sottratto loro tutte le mie forze, la
cui luce era stata presa.
8.- Hai immesso in esse (nelle forze) della luce pura, e a
tutte le mie membra - sprovviste di luce - hai dato luce dalla luce dell’alto.
9.- Hai raddrizzato
la loro (delle membra) via, e la luce del tuo volto fu per me vita
indistruttibile.
10.- Mi hai guidato in alto, al di sopra del caos, del luogo
del caos e della distruzione, affinché tutte le materie che si trovavano in
esso, quelle che sono in quel luogo, fossero disgregate; affinché tutte le mie
forze fossero rinnovate nella tua luce e la tua luce fosse in ognuna di loro.
Hai depositato in me la luce del tuo flusso, e io sono diventata una luce
pura».
Questo è il secondo inno pronunciato da Pistis Sophia. Or
dunque, chi afferra questa penitenza, si faccia avanti, e la spieghi.
Cap. 71
Allorché il primo
mistero terminò queste parole, si fece avanti Matteo, e disse: - Ho afferrato
la soluzione dell’inno pronunciato da Pistis Sophia. Comandami di esporla
apertamente. Il primo mistero gli rispose: - Matteo, ti comando di esporre la
spiegazione dell’inno pronunciato da Pistis Sophia. Matteo rispose: - In merito
alla spiegazione dell’inno pronunciato da Pistis Sophia, la tua forza luminosa
ha già profetato per mezzo di un’Ode di Salomone.
1.- Colui che mi ha condotto giù dai luoghi elevati che sono
in alto, (è colui che) mi ha tratto fuori dai luoghi che sono in basso, nel
profondo.
2.- Colui che ha preso ciò che si trova nel mezzo, mi ha
istruito su di esso.
3.- Colui che ha disperso i miei nemici e i miei oppositori,
mi ha concesso il potere sui vincoli, per scioglierli.
4.- Colui che, con le mie mani, ha abbattuto il serpente
dalle sette teste, mi ha posto sopra la sua radice affinché estingua la sua
discendenza.
5.- Tu eri con me,
aiutandomi; in tutti i luoghi mi circondava il tuo nome.
6.- La tua destra ha
annientato il veleno del calunniatore, la tua mano ha appianato la via per i
tuoi fedeli.
7.- Tu li hai liberati dai sepolcri, li hai portati via di
mezzo ai cadaveri.
8.- Hai preso ossa morte, le hai rivestite di un corpo: a
quelle che erano immobili, tu hai dato l’energia vitale.
9.- La tua via è diventata indistruttibile e il tuo volto
anche.
10.- Hai guidato il tuo eone sulla rovina, affinché tutti
fossero disciolti e rinnovati, e la tua luce fosse il fondamento di tutti loro.
11.- Su di essi hai costruito la tua ricchezza, e sono
diventati una dimora santa».
Questa, mio Signore, è la soluzione dell’inno pronunciato da
Pistis Sophia. Ascolta, ora, ch’io l’esponga chiaramente. La parola detta dalla
tua forza per mezzo di Salomone: «Colui che mi ha condotto giù dai luoghi
elevati, che sono in alto, (è colui che) mi ha tratto fuori dai luoghi che sono
in basso, nel profondo», è la parola detta da Pistis Sophia: «Ti lodo! Con un
tuo comando mi hai scacciata da questo eone più elevato, quello che è in alto,
e mi hai condotta giù ai luoghi che sono in basso». La parola detta dalla tua
forza per mezzo di Salomone: «Colui che ha preso ciò che si trova nel mezzo, mi
ha istruito su di esso», è la parola detta da Pistis Sophia: «E nuovamente, tu
stesso hai purificato la materia che si trovava in mezzo alla mia forza: io l’ho
vista». La parola detta dalla tua forza per mezzo di Salomone: «Tu hai disperso
i miei nemici e i miei oppositori», è la parola detta da Pistis Sophia: «Hai
disperso via da me le emanazioni dell’arrogante, che mi opprimevano e mi erano
nemiche».
La parola detta dalla tua forza: «Colui che mi ha concesso
la sua sapienza sui vincoli, per scioglierli, è la parola detta da Pistis
Sophia: «Egli mi ha concesso la sua sapienza, per sciogliermi dai vincoli delle
emanazioni». La parola detta dalla tua sapienza: «Colui che con le mie mani ha
abbattuto il serpente dalle sette teste, mi ha posto sopra la sua radice,
affinché estingua la sua discendenza», è la parola detta da Pistis Sophia: «Tu
hai abbattuto, con le mie mani, il serpente dalle sette teste e mi hai posto al
di sopra della sua materia. Lo hai annientato affinché d’ora in poi non sorga
più la sua discendenza». La parola detta dalla tua forza: «Tu eri con me,
aiutandomi», è la parola detta da Pistis Sophia: «Eri con me dandomi la forza
in tutto questo». La parola detta dalla tua forza: «Il tuo nome mi circondò da
ogni luogo», è la parola detta da Pistis Sophia: «La tua luce mi circondò in
ogni loro luogo». La parola detta dalla tua forza: «La tua destra ha annientato
il veleno del calunniatore», è la parola detta da Pistis Sophia: «Per mezzo tuo
divennero impotenti tutte le emanazioni dell’arrogante, poiché tu hai sottratto
la luce della loro forza». La parola detta dalla tua forza: «La tua mano ha
appianato la via per i tuoi fedeli», è la parola detta da Pistis Sophia: «Tu
hai raddrizzato la mia via, per condurmi fuori dal caos, poiché io ho creduto
in te». La parola detta dalla tua forza: «Li hai liberati dai sepolcri, li hai
portati via di mezzo ai cadaveri», è la parola detta da Pistis Sophia: «Tu mi
hai liberato dal caos e mi hai allontanato dalle tenebre materiali, cioè dalle
emanazioni tenebrose che sono nel caos, alle quali hai sottratto la loro luce».
La parola detta dalla tua forza: «Hai preso ossa morte, le
hai rivestite di un corpo, a quelle che erano immobili tu hai dato l’energia
vitale», è la parola detta da Pistis Sophia: «Hai preso tutte le mie forze
nelle quali non v’era alcuna luce, hai immesso in esse della luce pura; a tutte
le mie membra, non mosse da alcuna luce, hai dato luce vitale (proveniente)
dalla tua altezza». La parola detta dalla tua forza: «La tua via è diventata
indistruttibile e il tuo volto anche», è la parola detta da Pistis Sophia: «Tu
mi hai raddrizzato la tua via, e la luce del tuo volto fu per me vita
indistruttibile». La parola detta dalla tua forza: «Hai guidato il tuo eone
sulla rovina affinché tutti fossero disciolti e rinnovati», è la parola detta
da Pistis Sophia: «Tu hai guidato me, tua forza, in alto al di sopra del caos e
della rovina, affinché tutte le materie che si trovano in quel luogo fossero
disgregate e tutte le mie forze fossero rinnovate nella luce».
La parola detta dalla
tua forza: «E la tua luce fosse il fondamento di tutti loro», è la parola detta
da Pistis Sophia: «E la tua luce fosse in ognuno di loro». La parola detta
dalla tua forza luminosa per mezzo di Salomone: «Su di lui hai posto la tua
ricchezza, ed è diventato una dimora santa», è la parola detta da Pistis
Sophia: «Hai consolidato su di me la luce del tuo flusso, e io sono diventata
una luce pura». Questa, mio Signore, è la soluzione dell’inno pronunciato da
Pistis Sophia.
Cap. 72
Udite queste parole
di Matteo, il primo mistero disse: - Molto bene, caro Matteo! Questa è la
soluzione dell’inno pronunciato da Pistis Sophia.
Il primo mistero proseguì ancora, dicendo: - Pistis Sophia
seguitò l’inno così:
1.- «Dirò: la luce più alta sei tu, poiché mi hai liberata,
mi hai guidata a te, e non hai permesso che le emanazioni dell’arrogante - a me
nemiche - prendessero la mia luce.
2.- O luce delle luci, a te innalzo un inno: tu mi hai
liberata!
3.- Tu, o luce, hai estratto la mia forza dal caos, mi hai
liberata da coloro che sono scesi giù tra le tenebre». Queste sono le parole
pronunciate ancora da Pistis Sophia. Or dunque si faccia avanti colui la cui
mente è intelligente, in quanto ha afferrato le parole pronunciate da Pistis
Sophia, e ne esponga la soluzione.
Quando il primo mistero terminò queste parole ai suoi
discepoli, si fece avanti Maria, e disse: - Mio Signore, la mia mente è sempre
intelligente e pronta a farsi avanti per esporre la soluzione delle parole
pronunciate da lei, ma temo le minacce di Pietro il quale ha in odio il nostro
genere (femminile). Ma il primo mistero le rispose: - Chiunque è ripieno di
spirito luminoso tanto da potere farsi avanti ed esporre la soluzione di ciò
che dico, non può venire impedito da alcuno.
Or dunque, Maria, fatti avanti ed esponi la soluzione delle
parole pronunciate da Pistis Sophia -. Al primo mistero, che si trovava tra i
discepoli, Maria rispose: - Mio Signore, a proposito delle parole dette da
Pistis Sophia, ecco quanto profetò una volta la tua forza luminosa per mezzo di
Davide:
1.- «Ti esalterò, Signore, poiché tu mi hai preso, non hai
permesso che i miei nemici si rallegrassero su di me.
2.- Signore, mio Dio, innalzai grida a te, e tu mi hai
guarito.
3.- Signore, hai
fatto risalire l’anima mia dall’inferno, mi hai liberato da coloro che sono
caduti nell’abisso».
Cap. 73
Dopo che Maria ebbe
parlato così, il primo mistero le disse: - Benissimo, Maria! Tu beata. Egli poi
continuò il suo discorso, dicendo ai discepoli: - Pistis Sophia proseguì ancora
quest’inno, e disse:
1.- «La luce fu il mio liberatore.
2.- Essa ha
trasformato in luce la mia tenebra, essa ha spezzato il caos che mi attorniava,
e mi ha cinta di luce».
Allorché il primo mistero terminò queste parole, si fece
avanti Marta e disse: - Mio Signore, a proposito di queste parole, la tua forza
ha già profetato per mezzo di Davide:
10.- «Il Signore è il mio aiuto.
11.- Egli ha trasformato in gioia il mio lamento, ha
stracciato il mio abito di mestizia, e mi ha cinto di gioia».
Allorché il primo mistero ebbe ascoltato queste parole dette
da Marta, disse: - Ben detto, Marta, molto bene. Il primo mistero continuò
ancora dicendo ai discepoli: - Pistis Sophia proseguì nuovamente l’inno, e
disse:
1.- «Loda, forza mia, la luce! Non dimenticare tutte le
forze della luce, che essa ti ha dato.
2.- Voi tutte forze che siete in me, lodate il nome del suo
santo mistero.
3.- Esso perdona ogni
tua trasgressione, ti libera da tutti i tuoi tormenti, dai quali eri afflitta
dalle emanazioni dell’arrogante.
4.- Esso ha liberato la tua luce dalle emanazioni
dell’arrogante, proprie della rovina; nella sua misericordia ti ha coronata di
luce, fino alla tua liberazione.
5.- Esso ti ha riempita di luce pura, e il tuo inizio si
rinnoverà come un invisibile dell’alto». Pistis Sophia inneggiò con queste
parole, poiché era stata liberata e pensava a tutte le cose ch’io avevo
compiuto per lei.
Cap. 74
Allorché il primo
mistero terminò di esporre ai discepoli queste parole, disse loro: - Chi ha
afferrato la soluzione di queste parole, si faccia avanti e l’esponga
apertamente. Si fece avanti nuovamente Maria, e disse: - Mio Signore, a
proposito delle parole con le quali ha inneggiato Pistis Sophia, la tua forza
luminosa così ha profetato per mezzo di Davide:
1.- «Anima mia, benedici il Signore; tutto quanto è in me,
benedica il suo santo nome.
2.- Anima mia, benedici il Signore; non dimenticare tutti i
suoi benefici.
3.- Egli perdona tutte le iniquità, egli guarisce tutte le
tue infermità.
4.- Egli salva la tua vita dalla rovina, egli ti corona di
grazia e di misericordia.
5.- Egli sazia con beni le tue brame; la tua giovinezza si
rinnova come quella di un’aquila»
Cioè: Sophia
diventerà come gli invisibili, che sono in alto. Egli ha detto: «come
un’aquila» perché la dimora delle aquile è in alto, come anche gli invisibili
sono in alto; cioè: Sophia risplenderà come gli invisibili, come essa era al
suo inizio. Quando il primo mistero udì queste parole di Maria, disse: - Bene,
Maria! Tu beata!
Poi il primo mistero proseguì il suo discorso, dicendo ai
discepoli: - Presa Pistis Sophia, la condussi in alto, in un luogo inferiore al
tredicesimo eone e le diedi un nuovo mistero di luce che non è quello del suo
eone, cioè (la condussi nel) luogo degli invisibili. Le diedi anche un inno
della luce affinché, d’ora in poi, gli arconti degli eoni non possano più nulla
contro di lei; la collocai in quel luogo, per poi seguirla e trasportarla più
in alto, al suo luogo.
Allorché la collocai in quel luogo, lei pronunciò nuovamente
un inno, dicendo:
1.- «Ho creduto con fede nella luce, questa si è ricordata
di me ed ha esaudito il mio inno.
2.- Dal caos e dalle tenebre inferiori di tutta la materia
essa condusse in alto la mia forza, condusse in alto me; mi ha collocato in un
eone più alto e più sicuro, mi ha collocato sulla via che conduce al mio luogo.
3.- Mi ha dato un nuovo mistero, che non è quello del mio
eone; mi ha dato pure un inno della luce. Ora, o luce, tutti gli arconti
vedranno ciò che tu hai fatto per me: avranno paura e crederanno nella luce». –
Questo è l’inno pronunciato da Pistis Sophia rallegrandosi
di essere stata estratta dal caos e condotta nei luoghi inferiori al
tredicesimo eone. Ora se qualcuno è mosso dalla propria mente, ed afferra la
soluzione del pensiero dell’inno pronunciato da Pistis Sophia, si faccia avanti
e la esponga. Si fece avanti Andrea, e disse: - Mio Signore, una volta la tua
forza luminosa ha profetato su di questo per mezzo di Davide:
1.- «Con pazienza ho sperato nel Signore; egli mi ha
prestato attenzione e ha ascoltato la mia supplica.
2.- Dalla fossa della miseria e dal limo fangoso, ha
sollevato l’anima mia: pose i miei piedi su di una roccia e raddrizzò i miei
passi.
3.- Collocò sulla mia bocca un canto nuovo, una lode al
nostro Dio. Molti vedranno, avranno paura e spereranno nel Signore».
4.- Dopo che Andrea espose il pensiero di Pistis Sophia, il
primo mistero gli disse: - Bene, Andrea! Tu beato!
Cap. 75
Egli (il primo
mistero) seguitò poi il discorso ai discepoli, dicendo: - Questi sono gli
eventi accaduti a Pistis Sophia. Dopo che la condussi al luogo inferiore al
tredicesimo eone, allorché ero in procinto di andare dalla luce e ritirarmi da
lei, lei mi disse:
«O luce delle luci, tu vuoi andare dalla luce e ritirarti da
me; ma il tiranno Adamas verrà a sapere che tu ti sei ritirato da me, verrà a
sapere che il mio liberatore non è qui. Egli verrà nuovamente in questo luogo,
lui e tutti i suoi arconti che mi odiano; e anche l’arrogante conferirà forza
alla sua emanazione dal volto di leone: verranno tutti per opprimermi insieme,
e sottrarmi tutta la mia luce, di modo ch’io rimanga impotente e di nuovo priva
di luce. Or dunque, o luce, o mia luce, togli la forza della loro luce affinché
d’ora in poi non siano più nella condizione di opprimermi».
Udite queste parole di Pistis Sophia, io risposi: «Mio
Padre, che mi ha emanato, non mi ha ancora comandato di privarli della loro
luce; tuttavia sigillerò i luoghi dell’arrogante e di tutti i suoi arconti che
ti hanno in odio perché tu hai creduto nella luce; sigillerò anche i luoghi di
Adamas e dei suoi arconti, affinché nessuno di loro sia in condizione di farti
guerra, fino a che non sia compiuto il loro tempo, e giunto il momento nel
quale il Padre mio mi comanderà di privarli della loro luce».
Cap. 76
Poi, le disse ancora:
«Ascolta! Voglio parlarti del loro tempo, di quando cioè accadrà ciò di cui ti
ho parlato. Accadrà quando saranno compiuti i tre tempi». Pistis Sophia mi
rispose: «D’onde debbo riconoscere, o luce, quando avranno luogo i tre tempi?
Allora io mi rallegrerò e gioirò della venuta del tempo nel quale tu mi
condurrai al mio luogo, inoltre gioirò dell’arrivo del tempo nel quale tu
priverai delle forze luminose tutti coloro che mi hanno in odio perché ho
creduto nella tua luce».
Io le risposi: «Quando vedrai la porta del tesoro della
grande luce aperta verso il tredicesimo eone, cioè verso sinistra: quando
quella porta è aperta, i tre tempi sono compiuti». Pistis Sophia mi rispose di
nuovo: «O luce, stando io in questo luogo, d’onde debbo riconoscere che quella
porta è aperta?»
Io le risposi: «Quando quella porta sarà aperta se ne
accorgeranno quanti si trovano in tutti gli eoni, in conseguenza della grande
luce che ci sarà in tutti i loro luoghi. Ecco tuttavia ch’io ho disposto in
modo che essi (gli arconti) non osino fare male alcuno contro di te, fino a
quando i tre tempi non siano compiuti. Tu, però, avrai a tuo piacere il potere
di scendere dai loro dodici eoni, di ritornare e recarti al tuo luogo, al di
sotto del tredicesimo eone, nel quale ora ti trovi. Non avrai però il potere di
oltrepassare la porta dell’alto, che introduce nel tredicesimo eone, entrando
nel tuo luogo dal quale ti sei allontanata.
Quando, tuttavia, si
compiranno i tre tempi, l’arrogante e tutti i suoi arconti ti opprimeranno
nuovamente per toglierti la tua luce: egli si adirerà contro di te pensando che
tu abbia trattenuto nel caos la sua forza, e ritenendo che tu abbia tolto a
essa la sua luce. Ti esaspererà per toglierti la tua luce, mandarla giù nel
caos e immetterla in quella sua emanazione, affinché egli sia in condizione di
uscire dal caos e giungere al suo luogo. A dare l’inizio sarà Adamas; ma io gli
toglierò tutte le tue forze e le restituirò a te: verrò e gliele toglierò. Or
dunque, nel tempo in cui ti opprimeranno, loda la luce e io non tarderò ad
aiutarti: mi affretterò da te, verrò nei luoghi che sono al di sotto di te,
scenderò nei loro luoghi per togliere da essi la luce; e verrò in questo luogo,
al di sotto del tredicesimo eone, nel quale ti ho posto, e ti porterò nel tuo
luogo dal quale sei uscita».
Allorché Pistis Sophia mi udiva pronunciare queste parole
provava una grande gioia. Io la posi nel luogo che si trova al di sotto del
tredicesimo eone, mi ritirai da lei e andai dalla luce.
Cap. 77
Tutti questi eventi accaduti a Pistis Sophia il primo
mistero li disse ai suoi discepoli; mentre raccontava tutti questi eventi tra i
suoi discepoli egli sedeva sul monte degli Ulivi. Proseguì poi nuovamente
dicendo loro: - Dopo tutto questo allorché mi trovavo nel mondo degli uomini e
sedevo lungo la strada, cioè in questo luogo, nel monte degli Ulivi, prima che
mi fosse mandato il mio abito - quello che avevo deposto nel ventiquattresimo
mistero dall’interno, che è il primo dall’esterno, il grande incontenibile nel
quale transitai - e prima ch’io mi fossi recato in alto per ricevere anche il
mio secondo abito, mentre sedevo con voi in questo luogo, qui nel monte degli
Ulivi, si compì il tempo a proposito del quale avevo detto a Pistis Sophia:
«Adamas e tutti i suoi arconti ti opprimeranno».
Allorché giunse quel tempo - e io mi trovavo nel mondo degli
uomini, ero con voi in questo luogo, cioè sedevo sul monte degli Ulivi -,
Adamas guardò dai dodici eoni, guardò giù verso i luoghi del caos: vide nel
caos la sua forza demoniaca nella quale non si trovava più assolutamente alcuna
luce, io, infatti, gliela avevo sottratta, vide che era tenebrosa e incapace di
recarsi al suo luogo, cioè ai dodici eoni.
Allora Adamas pensò a Pistis Sophia e si irritò molto contro
di lei pensando che fosse stata lei a trattenere la sua forza nel caos,
pensando che fosse stata lei a toglierle la sua luce. Esasperato, aggiunse
collera a collera; emanò una emanazione tenebrosa, e un’altra caotica, cattiva,
violenta per tormentare con esse Pistis Sophia; nel suo luogo, creò un luogo
oscuro per opprimervi Pistis Sophia, e prese molti dei suoi arconti. Iniziarono
a perseguitare Sophia: le due emanazioni tenebrose, emanate da Adamas, dovevano
condurla in quel tenebroso caos, da lui creato, e quivi opprimerla e
tormentarla fino a toglierle interamente la sua luce; Adamas doveva togliere la
luce da Pistis Sophia e darla alle due emanazioni tenebrose e violente; e
queste dovevano condurla (la luce) nel grande caos sotterraneo e oscuro, e
immetterla nella sua forza tenebrosa e caotica, la quale - forse - sarebbe così
stata in condizione di andare al suo luogo: infatti, era diventata molto
tenebrosa poiché le avevo sottratto la sua forza luminosa. Mentre era
perseguitata, Pistis Sophia alzò nuovamente il suo grido e lodò la luce, poiché
le avevo detto: «Quando sarai oppressa, lodami; e io mi affretterò a venire in
tuo aiuto». Io sedevo con voi in questo luogo, cioè sul monte degli Ulivi,
allorché lei veniva oppressa; allora lodò la luce, dicendo:
1.- O luce delle luci, io ho creduto in te. Liberami da
tutti questi arconti che mi perseguitano, e aiutami,
2.- affinché non mi sottraggano la mia luce come la forza
dal volto di leone. La tua luce, infatti, e il tuo flusso luminoso non sono con
me per liberarmi; al contrario, Adamas, irritato contro di me, afferma: «Tu hai
trattenuto la mia forza nel caos!».
3.- Ora, o luce delle
luci, se ho compiuto questo, se l’ho trattenuta, se ho fatto qualcosa di
ingiusto verso quella forza,
4.- se l’ho oppressa come essa ha oppresso me, possano pure
tutti questi arconti, che mi perseguitano, sottrarmi la mia luce e lasciarmi
vuota;
5.- il nemico Adamas perseguiti pure la mia forza,
l’afferri, mi sottragga la mia luce l’immetta nella sua forza, che è nel caos,
e trattenga nel caos la mia forza.
6.- Or dunque, o luce, afferrami con la tua ira, e innalza
la tua forza sui miei nemici, che si sono innalzati contro di me.
7.- Affrettati a salvarmi, in conformità di quanto hai
detto: «Io ti aiuterò!».
Cap. 78
Allorché il primo
mistero terminò queste parole ai discepoli, disse: - Colui che ha compreso
queste parole che vi ho detto, si faccia avanti e ne annunci la soluzione. Si
fece avanti Giacomo e disse: - In merito a quest’inno innalzato da Pistis
Sophia profetò già la tua forza luminosa nel settimo Salmo per mezzo di Davide.
1.- Signore, mio Dio; in te ho sperato. Liberami dai miei
persecutori, e salvami.
2.- Affinché non avvenga che rapisca la mia anima come un
leone, senza che alcuno la salvi e la liberi.
3.- Signore, mio Dio, se ho fatto questo, se c’è ingiustizia
nelle mie mani,
4.- se ho contraccambiato colui che mi ripagava col male, io
cada pure vuoto sotto i miei nemici;
5.- il mio nemico perseguiti l’anima mia e l’afferri,
calpesti al suolo la mia vita, prostri il mio onore nella polvere. Pausa
(διαψαλµα).
6.- Sorgi, Signore, nella tua ira! Alzati per la fine dei
miei nemici!
7.- Sorgi, conforme al comando, che tu hai stabilito!
Udite queste parole
di Giacomo, il primo mistero disse: - Bene, caro Giacomo!
Cap. 79
Il primo mistero
proseguì ancora, dicendo ai discepoli: - Quand’ebbe finito di pronunciare le
parole di questo inno, Pistis Sophia si voltò indietro per vedere se Adamas e i
suoi arconti si erano allontanati ritornando al loro eone; ma vedendo che la
inseguivano, si volse verso di loro e disse:
1.- «Perché mi inseguite dicendo che per me non c’è aiuto,
che essa non mi libera da voi?
2.- Ma la luce è un giudice giusto e forte, sebbene sia
longanime fino al tempo a proposito del quale mi disse: Verrò ad aiutarti! Egli
non volgerà la sua ira contro di voi per sempre. Questo è il tempo del quale
egli mi ha parlato.
3.- Se dunque non vi voltate indietro e se non cessate di
inseguirmi, la luce preparerà la sua forza, si preparerà con tutte le sue
forze.
4.- Ha preparato la
propria forza per sottrarvi le vostre luci, e diventiate tenebrosi; ha creato
le proprie forze per sottrarre la vostra forza, e mandarvi in rovina».
Detto questo, Pistis Sophia guardò verso il luogo di Adamas:
vide il tenebroso e caotico luogo da lui creato, vide le due tenebrose
emanazioni, molto violente, emanate da Adamas perché afferrassero Pistis
Sophia, la spingessero giù nel caos da lui creato, e quivi l’opprimessero e
tormentassero per toglierle la sua luce. Alla vista di quelle due tenebrose
emanazioni, e del luogo tenebroso creato da Adamas, Pistis Sophia ebbe paura e
gridò verso la luce, dicendo:
1.- «O luce, guarda il prepotente e iracondo Adamas! Egli ha
creato una tenebrosa emanazione,
2.- ne ha emanata una caotica, ne ha creato un’altra
tenebrosa e caotica, e sono pronte;
3.- ha creato il caos, o luce, per spingermi dentro di esso
e sottrarmi la mia forza luminosa: ma tu sottrai la sua!
4.- Ha architettato un progetto per sottrarmi la luce: ma
sia sottratta la sua! Ha proferito un’ingiustizia per sottrarmi la mia luce:
siano sottratte tutte le sue!».
Queste sono le parole dette da Sophia nel suo inno. Or
dunque, chi ha lo spirito desto si faccia avanti ed esponga la soluzione
dell’inno pronunciato da Pistis Sophia.
Cap. 80
Di nuovo si fece avanti Marta, e disse: - Signore, il mio
spirito è desto e afferra le parole da te dette. Comandami di esporre
chiaramente la loro soluzione. Il primo mistero rispose a Marta: - Marta, ti
comando di esporre la soluzione delle parole dette da Pistis Sophia nel suo
inno. Marta rispose: - Mio Signore, queste sono le parole che la tua forza
luminosa ha già profetato per mezzo di Davide nel settimo Salmo:
12.- «Dio è un giudice giusto, forte, longanime, non
manifesta la sua ira ogni giorno.
13.- Se non vi convertite, egli arroterà la sua spada; ha
teso il suo arco, l’ha approntato.
14.- Su di esso ha disposto strumenti mortali, ha creato le
sue frecce per coloro che verranno bruciati.
15.- Ecco: l’ingiustizia ha avuto le doglie del parto, ha
concepito il dolore e ha generato l’iniquità.
16.- Ha scavato una fossa e l’ha vuotata: cadrà dentro la
buca da lei creata.
17.- Il suo dolore ritornerà sul suo capo, la sua
ingiustizia ricadrà sulla sua testa».
Dopo che Marta parlò così, il primo mistero che guarda fuori
le disse: - Molto bene, Marta! Tu beata.
Cap. 81
Gesù, dunque, terminò di narrare ai suoi discepoli tutti gli
eventi accaduti a Pistis Sophia mentre si trovava nel caos: come ella lodò la
luce fino a quando la liberò, la trasse dal caos e la guidò nel dodicesimo
eone, e come essa fu salvata da tutte le oppressioni con le quali l’opprimevano
gli arconti, nel caos, perché lei anelava alla luce. Poi Gesù proseguì di nuovo
il discorso ai suoi discepoli, dicendo: - Dopo tutto questo, presi Pistis
Sophia e la guidai nel tredicesimo eone: io ero tutto splendente, la mia luce
sorpassava ogni misura. Entrai, tutto splendente, nel luogo dei ventiquattro
invisibili, ed essi restarono grandemente sconvolti: guardarono e videro
Sophia, ma non riconobbero me; non conobbero chi ero io, mi ritennero una
specie di emanazione del paese della luce.
Quando Sophia vide i suoi compagni, gli invisibili, ne provò
grande gioia e si rallegrò; volle annunziare loro le meraviglie che avevo
compiuto in lei giù sulla terra dell’umanità fino a quando la liberai. Si recò
nel mezzo degli invisibili e qui, in mezzo a loro, mi lodò dicendo:
1.- «Ti voglio lodare, o luce, perché tu sei il mio
salvatore. Tu sei un liberatore per sempre.
2.- Voglio innalzare
quest’inno alla luce perché mi ha liberato, mi ha estratto dalla mano degli
arconti miei nemici.
3.- Tu mi hai liberato da ogni luogo: mi hai liberato dalla
altezza e dalla profondità del caos, e dagli eoni degli arconti della sfera.
4.- Quando, io uscii
dall’altezza, andai vagando qua e là in luoghi senza luce, incapace di
ritornare al tredicesimo eone, la mia dimora.
5.- Infatti, in me non c’era né luce né forza. La mia forza
era integralmente svanita.
6.- La luce mi liberò da tutte le oppressioni: mentre ero
oppressa, lodai la luce, ed essa mi esaudì.
7.- Essa mi condusse nel creato degli eoni per introdurmi
nel tredicesimo eone, nella mia dimora.
8.- Voglio
ringraziarti, luce, perché mi hai liberata e per le tue gesta meravigliose
verso il genere umano.
9.- Allorché ero priva della mia forza, tu mi desti forza.
Allorché ero priva della mia luce, tu mi hai riempito di luce pura.
10.- Mi trovai nelle tenebre e nell’ombra del caos, legata
con le violenti catene del caos, e senza alcuna luce.
11.- Io, infatti,
avevo amareggiato e trasgredito il comandamento della luce, avevo irritato il
comandamento della luce, avendo abbandonato il mio luogo.
12.- Non appena scesi giù, fui priva della mia forza e senza
luce: nessuno mi soccorse.
13.- Nella mia oppressione, lodai la luce, ed essa mi liberò
da tutte le mie oppressioni.
14.- Poi ha infranto tutti i miei lacci, e mi ha estratta
dalle tenebre e dall’oppressione del caos.
15.- Voglio ringraziarti, o luce, perché mi hai liberata, e
perché le tue gesta meravigliose si sono realizzate nel genere umano.
16.- Tu hai spezzato le porte superiori delle tenebre, e le
vigorose spranghe del caos.
17.- Tu mi hai retrocesso dal luogo nel quale ho compiuto la
trasgressione e mi fu sottratta la mia forza, perché avevo trasgredito.
18.- Abbandonai i misteri, e discesi alle porte del caos.
19.- Ma quando venni oppressa, lodai la luce: essa mi liberò
da tutte le mie oppressioni.
20.- Tu mandasti il tuo flusso: mi diede forza, e mi liberò
da tutte le mie oppressioni.
21.- Voglio lodarti, luce, perché mi hai liberato, e per le
tue gesta meravigliose verso il genere umano».
Questo è l’inno di lode pronunciato da Pistis Sophia in
mezzo ai ventiquattro invisibili, volendo che essi conoscessero tutte le
meravigliose gesta che operai per lei, e volendo che conoscessero la mia venuta
nel mondo degli uomini ai quali diedi i misteri dell’alto.
Ora, chi ha il pensiero elevato si faccia avanti ed esponga
la soluzione dell’inno di lode pronunciato da Pistis Sophia.
Cap. 82
Allorché Gesù terminò di pronunciare queste parole, si fece
avanti Filippo e disse: - Gesù, mio Signore, il mio pensiero è elevato, e ho
afferrato la soluzione dell’inno detto da Sophia. Il profeta Davide ha già
profetato, in merito, nel Salmo 106, dicendo:
1.- Lodate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua
bontà.
2.- Così dicano i salvati dal Signore, egli li ha salvati
dalla mano dei loro nemici.
3.- Egli li ha radunati dalle loro contrade dall’oriente e
dall’occidente, dal settentrione e dal mare.
4.- Vagavano qua e là
nel deserto, in una regione priva di acqua, non rintracciavano la via alla
città loro dimora.
5.- Affamata e assetata, la loro anima veniva meno.
6.- Egli li liberò dalle angustie: alzarono le loro grida al
Signore, e nella loro oppressione egli li esaudì.
7.- Li guidò lungo una via diritta, affinché giungessero al
luogo della loro dimora. Ringrazino il Signore per le manifestazioni della sua
bontà, per le sue gesta meravigliose verso i figli degli uomini.
9.- Poiché egli ha saziato un’anima affamata, ha riempito di
beni un’anima digiuna.
10.- Sedevano nelle tenebre e nelle ombre mortali, avvinti
dalla miseria e dal ferro,
11.- perché avevano amareggiato la parola di Dio, irritato
il decreto dell’Altissimo.
12.- Il loro cuore era accasciato dalla sventura, erano
abbattuti e privi di aiuto.
13.- Nell’oppressione, alzarono grida al Signore, ed egli li
liberò dalle loro angustie,
14.- li trasse fuori dalle tenebre e dalle ombre mortali, e
ha spezzato i loro lacci.
15.- Ringrazino il Signore per le dimostrazioni della sua
bontà, per le sue gesta meravigliose verso i figli degli uomini.
16.- Poiché egli ha infranto le porte di bronzo, frantumato
le spranghe di ferro.
17.- Egli li accolse dal sentiero della loro iniquità: a
causa delle loro azioni inique erano stati umiliati.
18.- Il loro cuore aborriva ogni cibo, rasentavano le porte
della morte.
19.- Nell’oppressione, alzarono grida al Signore, ed egli li
liberò dalle loro angustie.
20.- Mandò la sua
parola e li guarì, li affrancò dalle loro sventure.
21.- Ringrazino il Signore per le dimostrazioni della sua
bontà, per le sue gesta meravigliose verso i figli degli uomini».
Questa, dunque, mio
Signore, è la soluzione dell’inno pronunciato da Sophia. E ora ascolta, mio
Signore, ch’io l’esponga chiaramente. La parola di Davide: «Lodate il Signore,
perché è buono, perché eterna è la sua bontà», è la parola detta da Sophia: «Ti
voglio lodare, o luce, perché tu sei il mio salvatore. Tu sei un liberatore per
sempre». E la parola di Davide: «Così dicano i salvati dal Signore, egli li ha
salvati dalla mano dei loro nemici», è la parola detta da Sophia: «Voglio
innalzare quest’inno alla luce perché mi ha liberato, mi ha estratto dalla mano
degli arconti miei nemici». E così per il resto del Salmo. Questa, dunque, mio
Signore, è la soluzione dell’inno pronunciato da Sophia in mezzo ai
ventiquattro invisibili allorché volle far loro conoscere tutte le gesta
meravigliose che operasti verso di lei, e allorché volle far loro sapere che tu
hai concesso i tuoi misteri al genere umano. Udite queste parole di Filippo,
Gesù disse: - Bene! Beato te, Filippo! Questa è la soluzione dell’inno
pronunciato da Sophia.
Cap. 83
Dopo tutto ciò, si
fece avanti Maria, si prostrò ai piedi di Gesù e gli disse: - Mio Signore, non
adirarti verso di me, se ti interrogo. Noi, infatti, ti interroghiamo con
franchezza e diligenza, poiché tu ci hai detto: «Cercate e troverete, bussate e
vi sarà aperto! Perché chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto». Ora, mio
Signore, chi posso trovare, a chi posso bussare, cioè chi è in grado di
rispondere alle parole che ti rivolgeremo, chi conosce la forza delle parole
sulle quali ti interrogheremo? Poiché tu con la mente ci hai dato una mente
della luce, ci hai elargito una percezione e un pensiero molto elevato, perciò
nel mondo degli uomini e nell’alto degli eoni non esiste alcuno che sia in
grado di dare una risposta alle parole che proporremo, all’infuori di te che
conosci tutto e sei perfetto in tutto. Noi, infatti, non interroghiamo alla
maniera con cui interrogano gli uomini del mondo: interroghiamo con la
conoscenza dell’alto che tu ci hai elargito, interroghiamo con quel tipo
eccellente di interrogazione che ci hai insegnato affinché, interrogando, ci
atteniamo a esso. Dunque, mio Signore, non adirarti verso di me, bensì svelami
le cose sulle quali ti interrogherò.
Udite le parole di Maria Maddalena, Gesù le rispose: -
Domanda quello che vuoi, e te lo svelerò con franchezza e diligenza. In verità
in verità vi dico: grande sia la vostra gioia e rallegratevi molto. Se
interrogate su ogni cosa con franchezza, ne sarò molto lieto, in quanto
interrogate su ogni cosa con franchezza e la vostra interrogazione è come si
conviene. Or dunque, domanda ciò che vuoi domandare, e io con gioia te lo
svelerò. Udite queste parole del salvatore, Maria provò grande gioia, se ne
rallegrò, e disse a Gesù: - Mio Signore e mio salvatore, di che genere sono i
ventiquattro invisibili, di che tipo, meglio, di che indole sono, o di che
indole è la loro luce?
Cap. 84
Gesù rispose e disse
a Maria: - Che cosa c’è in questo mondo di simile a essi, qual luogo in questo
mondo è paragonabile a loro? A che cosa dunque li paragonerò, che cosa dirò a
loro riguardo? In questo mondo non c’è, infatti, nulla che a essi si possa
paragonare, non esiste cosa alcuna comparabile a essi. In questo mondo non
esiste nulla che abbia lo stato naturale del cielo. In verità vi dico: ognuno
degli invisibili è nove volte più grande del cielo, della sfera che lo sovrasta
e dei dodici eoni tutti insieme; ve lo dissi già un’altra volta. In questo
mondo non v’è luce più eccellente della luce del sole: ebbene, in verità in
verità vi dico che i ventiquattro invisibili risplendono diecimila volte più
della luce del sole di questo mondo; ve lo dissi già un’altra volta. Infatti,
la luce del sole non si trova, in questo luogo, nella sua vera forma: poiché
questa luce attraversa molte cortine e molti luoghi; mentre, nella sua vera
forma, la luce del sole si trova nel luogo della luce vergine, risplende diecimila
volte più dei ventiquattro invisibili, del grande invisibile padre primordiale
e anche del grande dio dotato di triplice potenza: ve lo dissi già un’altra
volta. Sicché, Maria, non essendovi in questo mondo cosa alcuna, né luce né
forma, paragonabile ai ventiquattro invisibili di modo ch’io possa istituire un
confronto con essi, di qui a un poco condurrò te, i tuoi fratelli e i discepoli
tuoi compagni in tutti i luoghi dell’alto: vi condurrò nei tre spazi del primo
mistero - ma non nei luoghi dello spazio dell’ineffabile - e vedrete, senza
alcun paragone, tutte le loro forme dal vero. Quando vi condurrò in alto e
vedrete lo splendore di coloro che sono in alto proverete grande meraviglia.
Quando vi condurrò nel luogo degli arconti del destino,
vedrete lo splendore in cui si trovano: a motivo di questo splendore
sorprendentemente grande, questo mondo vi apparirà come densissima oscurità;
guarderete tutto il mondo dell’umanità, e il suo stato naturale vi apparirà
come un granello di polvere, sia a motivo della grande distanza che
considerevolmente lo separa, sia a motivo del suo grande stato naturale
considerevolmente più grande di esso.
Quando vi condurrò dai dodici eoni, vedrete lo splendore in
cui si trovano: a motivo di questo grande splendore il luogo degli arconti del
destino vi apparirà come densissima oscurità e il suo stato naturale vi
apparirà come un granello di polvere, sia a motivo della grande distanza che
considerevolmente lo separa sia a motivo del suo grande stato naturale
considerevolmente più grande di quello, come già altre volte vi dissi.
Quando poi vi condurrò al tredicesimo eone, vedrete lo
splendore in cui si trova: i dodici eoni vi appariranno come densissima
oscurità; guardando ai dodici eoni, il loro (luogo) vi sembrerà come un
granello di polvere sia a motivo della grande distanza che considerevolmente lo
separa, sia a motivo del grande stato naturale considerevolmente più grande di
quello.
Quando, in seguito, vi condurrò nel luogo di quelli del
mezzo vedrete lo splendore in cui si trovano: i tredici eoni vi appariranno
come densissima oscurità; guarderete nuovamente i dodici eoni e il loro
destino, tutta la bellezza, tutte le sfere, tutti i loro ordini nei quali si
trovano, e il loro stato naturale vi sembrerà come un granello di polvere sia a
motivo della grande distanza che considerevolmente li separa, sia a motivo del
loro grande stato naturale considerevolmente più grande di quelli.
Quando vi condurrò nel luogo di quelli della destra vedrete
lo splendore in cui si trovano: il luogo di quelli del mezzo vi apparirà come è
la notte nel mondo degli uomini; e guardando al (luogo di) mezzo il suo stato
naturale vi apparirà come un granello di polvere a motivo della grande distanza
che separa considerevolmente il luogo di quelli della destra.
Quando vi condurrò al paese della luce, cioè al tesoro della
luce, vedrete lo splendore nel quale si trova: il luogo di quelli della destra
vi apparirà come la luce di mezzogiorno nel mondo degli uomini allorché è senza
sole; guardando il luogo di quelli della destra, il loro stato naturale vi
apparirà come un granello di polvere a motivo della grande distanza che separa
considerevolmente il tesoro della luce.
Quando vi condurrò nel luogo delle eredità (di coloro) che
hanno ricevuto i misteri della luce, vedrete lo splendore della luce in cui si
trovano: il paese della luce vi apparirà come la luce del sole che è nel mondo
degli uomini, e guardando al paese della luce vi apparirà come un granello di
sabbia, sia a motivo della grande distanza che lo separa dal paese della luce,
sia a motivo della grandezza considerevolmente maggiore di quello.
Cap. 85
Allorché Gesù terminò di pronunciare queste parole, gli si
precipitò davanti Maria Maddalena, dicendo: - Mio Signore, non adirarti contro
di me se ti interrogo. Noi, infatti, ti interroghiamo su ogni cosa con
sicurezza. Gesù rispose a Maria: - Interroga su ciò che vuoi. Io ti risponderò
apertamente e manifesterò senza parabole; su tutto ciò che interroghi,
risponderò con chiarezza e sicurezza. Voglio rendervi perfetti su tutte le
forze e su tutte le pienezze dall’interno degli interni all’esterno degli esterni,
dall’ineffabile all’oscurità più densa, affinché siate denominati «le pienezze,
perfetti in ogni conoscenza».
Or dunque, Maria, domanda ciò che vuoi domandare, e io te lo
manifesterò con grande gioia e allegrezza. Udite, dal salvatore, queste parole,
Maria ne provò grande gioia e allegrezza, e domandò: - Mio Signore, nel tuo
regno, gli uomini del mondo che hanno accolto i misteri della luce saranno più
eccellenti delle emanazioni del tesoro? Io, infatti, ti ho udito affermare:
«Quando vi condurrò nel luogo di coloro che hanno accolto i misteri della luce,
allora il luogo delle emanazioni, cioè il paese della luce, vi apparirà come un
granello di polvere a motivo della grande distanza che lo separa e della grande
luce in cui si trova - il paese della luce è il tesoro, è il luogo delle
emanazioni -: dunque, mio Signore, nel regno della luce, gli uomini che
accoglieranno i misteri saranno più eccellenti del paese della luce e più
eccellenti di esse (delle emanazioni del tesoro)?
Cap. 86
Gesù rispose a Maria: - Bene, veramente tu domandi ogni cosa
con chiarezza e sicurezza. Tuttavia, ascolta, Maria, che ti parli della fine
dell’eone e dell’ascesa del tutto. Questo non avrà luogo adesso, ma io vi
dissi: «Quando vi condurrò nel luogo delle eredità di coloro che riceveranno il
mistero della luce, allora il tesoro della luce, il luogo delle emanazioni, vi
apparirà come un granello di polvere, soltanto come la luce giornaliera del
sole.
Dissi, dunque: ciò accadrà nel tempo della consumazione e
dell’ascesa del tutto. I dodici salvatori del tesoro e i dodici ordinamenti di
ognuno di essi, cioè le emanazioni delle sette voci e dei cinque alberi,
saranno con me nel luogo delle eredità della luce; saranno re con me, nel mio
regno; ognuno di loro è re sulle sue emanazioni, ognuno di loro è re nella
misura del suo splendore: il grande, conforme alla sua grandezza; il piccolo,
conforme alla sua piccolezza. Il salvatore delle emanazioni della prima voce
sarà nel luogo delle anime di coloro che, nel mio regno, hanno ricevuto il
primo mistero del primo mistero. Il salvatore delle emanazioni della seconda
voce sarà nel luogo delle anime di coloro che hanno ricevuto il secondo mistero
del primo mistero. Così, anche il salvatore delle emanazioni della terza voce
sarà nel luogo delle anime di coloro che hanno ricevuto il terzo mistero del
primo mistero nelle eredità della luce. Il salvatore delle emanazioni della
quarta voce del tesoro della luce sarà nel luogo delle anime di coloro che
hanno ricevuto il quarto mistero del primo mistero nelle eredità della luce. Il
quinto salvatore della quinta voce del tesoro della luce sarà nel luogo delle
anime di coloro che hanno ricevuto il quinto mistero del primo mistero nelle
eredità della luce. Il sesto salvatore delle emanazioni della sesta voce del
tesoro della luce sarà nel luogo delle anime di coloro che hanno ricevuto il
sesto mistero del primo mistero. Il settimo salvatore delle emanazioni della
settima voce del tesoro della luce sarà nel luogo delle anime che hanno
ricevuto il settimo mistero del primo mistero nel tesoro della luce.
L’ottavo salvatore, cioè il salvatore delle emanazioni del
primo albero del tesoro della luce sarà nel luogo di quelle anime che hanno
ricevuto l’ottavo mistero del primo mistero nelle eredità della luce. Il nono
salvatore, cioè il salvatore delle emanazioni del secondo albero del tesoro
della luce sarà nel luogo di quelle anime che hanno ricevuto il nono mistero
del primo mistero nelle eredità della luce. Il decimo salvatore, cioè il
salvatore delle emanazioni del terzo albero del tesoro della luce sarà nel
luogo di quelle anime che hanno ricevuto il decimo mistero del primo mistero
nelle eredità della luce. Così anche l’undicesimo salvatore, cioè il salvatore
del quarto albero del tesoro della luce sarà nel luogo di quelle anime che
hanno ricevuto l’undicesimo mistero del primo mistero nelle eredità della luce.
Il dodicesimo salvatore, cioè il salvatore delle emanazioni del quinto albero
del tesoro della luce sarà nel luogo di quelle anime che hanno ricevuto il
dodicesimo mistero del primo mistero nelle eredità della luce.
I sette amen e i cinque alberi e i tre amen saranno alla mia
destra essendo re nelle eredità della luce, mentre il salvatore gemello cioè il
figlio del figlio e i nove custodi staranno alla mia sinistra essendo re nelle
eredità della luce, e ognuno dei salvatori presiederà sugli ordini delle sue
emanazioni nelle eredità della luce come fanno nel tesoro della luce. Nelle
eredità della luce, i nove custodi del tesoro della luce saranno più eccellenti
dei salvatori; nel regno, il salvatore gemello sarà più eccellente dei nove
custodi; nel regno, i tre amen saranno più eccellenti del salvatore gemello;
nelle eredità della luce, i cinque alberi saranno più eccellenti dei tre amen.
Jeu e il custode della cortina della grande luce e i
ricevitori della luce, le due grandi guide primordiali e il grande Sabaoth,
quello buono, saranno re nel primo salvatore della prima voce del tesoro della
luce: (primo salvatore) che sarà nel luogo di coloro che hanno ricevuto il
primo mistero del primo mistero; infatti, Jeu e il custode del luogo di quelli
della destra, Melchisedek, il grande ricevitore della luce, e le due grandi
guide primordiali promanarono dalla luce pura e totalmente genuina del primo
fino al quinto albero. Jeu è il sorvegliante della luce, promanato per primo
dalla luce genuina del primo albero; invece il custode della cortina di quelli
della destra è promanato dal secondo albero; ambedue le guide primordiali
promanarono dalla luce pura e totalmente genuina del terzo e del quarto albero
del tesoro della luce; Melchisedek promanò dal quinto albero; il grande e buono
Sabaoth, che io chiamai mio padre, promanò da Jeu, sorvegliante della luce. Per
comando del primo mistero, l’ultimo assistente ha posto questi sei nel luogo di
quelli della destra per amministrare la raccolta della luce superiore dagli
eoni degli arconti, dai mondi e da tutti i generi che si trovano in essi: di
ognuno di questi vi dirò il compito che gli fu assegnato nella distribuzione
del tutto. A motivo, dunque, dell’importanza del compito loro assegnato saranno
re insieme nel primo salvatore della prima voce del tesoro della luce, il quale
sarà nel luogo delle anime di coloro che hanno ricevuto il primo mistero del primo
mistero.
La vergine luce e la grande guida del mezzo, che gli arconti
degli eoni sogliono chiamare il grande Jeu, in conformità del nome di un grande
arconte che si trova nel suo luogo, egli e la vergine luce e i suoi dodici
diaconi dai quali avete ricevuto forma e dai quali avete ricevuto la forza,
diventeranno tutti re con il primo salvatore della prima voce nel luogo delle
anime di coloro che hanno ricevuto il primo mistero del primo mistero nelle
eredità della luce. I quindici assistenti delle sette vergini luci, che sono
nel mezzo, si distribuiranno nei luoghi dei dodici salvatori. Gli altri angeli
del mezzo regneranno con me, ognuno in conformità del proprio splendore, nelle
eredità della luce: e io regnerò su tutti loro nelle eredità della luce.
Tutto ciò che vi ho detto ora non si realizzerà in questo
tempo: si realizzerà alla fine dell’eone, cioè quando tutto si scioglierà e
quando il numero delle anime perfette appartenenti alle eredità della luce sarà
salito interamente. Quanto vi ho detto non accadrà quindi prima della
consumazione, ma ognuno resterà nel luogo nel quale fu posto all’inizio fino a
quando sarà completo il numero della raccolta delle anime perfette. Le sette
voci, i cinque alberi, i tre amen, il salvatore gemello, i nove custodi, i
dodici salvatori, quelli del luogo di destra, quelli del luogo di mezzo ognuno
resterà nel luogo nel quale fu posto fino a tanto che non verrà aumentato
interamente il numero delle anime perfette delle eredità della luce. Anche
tutti gli arconti che fecero penitenza resteranno nel luogo nel quale furono
posti fino a quando non verrà aumentato interamente il numero delle anime della
luce: queste verranno tutte - ognuna nel tempo in cui riceverà i misteri -,
attraverseranno tutti gli arconti che fecero penitenza, e giungeranno nel luogo
di quelli di mezzo.
Questi di mezzo le battezzeranno, daranno a esse l’unzione
spirituale, e le sigilleranno con i sigilli dei loro misteri; esse
attraverseranno quelli di tutti i luoghi di mezzo, attraverseranno il luogo di
quelli della destra, l’interno del luogo dei nove custodi, l’interno del luogo
del salvatore gemello, l’interno del luogo dei tre amen e dei dodici salvatori,
l’interno dei cinque alberi e delle sette voci: ognuno darà a esse il sigillo
dei suoi misteri; esse proseguiranno nell’interno di tutti loro e andranno al
luogo delle eredità della luce; ognuna resterà nel luogo nel quale ricevette i
misteri nelle eredità della luce. In una parola: tutte le anime dell’umanità
che riceveranno i misteri della luce precederanno tutti gli arconti che fecero
penitenza, precederanno tutti quelli del luogo di mezzo e quelli dell’intero
luogo di destra, e precederanno quelli dell’intero luogo del tesoro della luce.
In una parola: esse precederanno tutti quelli del luogo del tesoro,
precederanno tutti quelli del luogo del primo precetto, entreranno nel loro
interno e andranno all’eredità della luce fino al luogo del loro mistero;
ognuna resterà nel luogo nel quale ricevette i misteri. Quelli del luogo di
mezzo, quelli della destra e quelli dell’intero luogo del tesoro, ognuno resta
nel luogo d’ordine nel quale fu posto all’inizio, fino a quando il tutto sarà
innalzato. Ognuno di loro porta a compimento l’ufficio che gli è stato affidato
in merito alla riunione delle anime che hanno ricevuto i misteri, l’ufficio
cioè di mettere i sigilli a tutte le anime che hanno ricevuto i misteri e
attraverseranno il loro interno per giungere all’eredità della luce. Or dunque,
Maria, questa è la parola sulla quale mi hai interrogato con chiarezza e
sicurezza. D’altronde chi ha orecchie per intendere, intenda.
Cap. 87
Allorché Gesù terminò
di pronunciare queste parole, gli si precipitò davanti Maria Maddalena e gli
disse: - Signore, il mio abitante della luce ha orecchie, e io afferro ogni
parola che tu dici. Or dunque, mio Signore, a proposito della parola che hai
detto: «Tutte le anime del genere umano che riceveranno i misteri della luce,
nelle eredità della luce precederanno tutti gli arconti che hanno fatto
penitenza, precederanno quelli dell’intero luogo della destra e quelli
dell’intero luogo del tesoro della luce», a proposito, dunque, di questa
parola, tu mio Signore, hai detto una volta: «I primi saranno ultimi e gli
ultimi saranno primi», cioè «gli ultimi» sono l’intero genere umano il quale
entrerà nel regno della luce prima di tutti quelli del luogo dell’alto, che
sono i primi. Per questo, mio Signore, ci hai detto: «Chi ha orecchie da
intendere, intenda», cioè desideravi sapere se afferriamo ogni parola detta da
te. Questa è, dunque, la parola, mio Signore! Quando lei terminò di pronunciare
queste parole, il salvatore rimase molto stupito delle risposte date: ella,
infatti, era diventata un pneuma integralmente puro. Gesù le rispose, dicendo:
- Bene! Tu sei pneumatica e pura, Maria. Questa è la soluzione della parola.
Cap. 88
Dopo queste parole, proseguendo il discorso, Gesù disse ai
suoi discepoli: - Ascoltate, e vi parlerò dello splendore di quelli dell’alto e
di come essi sono, allo stesso modo con cui vi ho parlato finora.
Quando vi condurrò nel luogo dell’ultimo assistente, quello
che circonda il tesoro della luce, e quando vi condurrò nel luogo di
quell’ultimo assistente e vedrete in quale splendore si trova, allora il luogo
dell’eredità della luce vi apparirà grande soltanto come una città di (questo)
mondo, sia a motivo della grandezza nella quale si trova quest’ultimo
assistente, sia a motivo dell’ampiezza della luce.
Vi parlerò anche dello splendore dell’assistente che
sovrasta il piccolo assistente; ma non vi potrò parlare dei luoghi che
sovrastano tutti gli assistenti. In questo mondo, infatti, non v’è alcuna
immagine per descriverli, in questo mondo non v’è alcuna similitudine per
potere istituire un confronto: né quanto alla grandezza, né quanto alla luce,
vi è qualcosa di simile perché io possa descriverli; non soltanto in questo
mondo non hanno alcuna similitudine, ma neppure con quelli dell’alto della
giustizia, dal loro luogo in giù. In realtà, dunque, non esiste, in questo
mondo, alcuna maniera per poterli descrivere a motivo del grande splendore di
quelli dell’alto, e a motivo dell’eccelsa e incommensurabile loro grandezza: in
questo mondo, non v’è proprio alcuna maniera per potere descrivere quello
splendore.
Allorché Gesù ebbe
finito di dire ai suoi discepoli queste parole, si fece avanti Maria Maddalena,
e disse a Gesù: - Mio Signore, non irritarti contro di me se ancora ti
interrogo, dopo averti importunato spesso. Non irritarti contro di me, mio
Signore, se ora ti interrogo su ogni cosa con chiarezza e sicurezza: infatti, i
miei fratelli annunziano questo al genere umano affinché gli uomini ascoltino,
si pentano, siano liberati dai terribili giudizi degli arconti maligni, vadano
in alto, ed ereditino il regno della luce. Giacché noi, mio Signore, siamo
caritatevoli non soltanto verso noi stessi, ma siamo caritatevoli verso
l’intero genere umano, affinché gli uomini siano liberati da tutti i terribili
giudizi. È dunque per questo, mio Signore, che ti interroghiamo su tutto con
chiarezza, perché i miei fratelli l’annunzino all’intero genere umano di modo
che gli uomini possano sfuggire i terribili arconti delle tenebre e salvarsi
dalle mani dei violenti ricevitori delle tenebre esteriori. Gesù ascoltò queste
parole di Maria e, provando una grande misericordia verso di lei, il salvatore
le rispose: - Domanda ciò che desideri, e te lo manifesterò con chiarezza e
sicurezza, senza parabole.
Cap. 89
Udite queste parole del salvatore, Maria provò una grande
gioia e se ne rallegrò molto. Domandò a Gesù: - Mio Signore, la grandezza del
secondo assistente di quanto supera quella del primo assistente, quanta è la
distanza che lo separa, o meglio di quanto è più splendente di quello?
A Maria, tra i discepoli, Gesù rispose: - In verità in
verità vi dico: una distanza grande, incommensurabile, separa il secondo
assistente dal primo assistente, sia quanto all’altezza e alla profondità, sia
quanto alla lunghezza e alla larghezza. Dista molto da lui: è una distanza
grande e incommensurabile da parte degli angeli e degli arcangeli, da parte
degli dei e da tutti gli invisibili. Ed è considerevolmente più grande di
quello in misura incalcolabile da parte degli angeli e degli arcangeli, da parte
degli dei e di tutti gli invisibili. Splende molto più di quello: la luce nella
quale si trova è totalmente incommensurabile, non essendovi, per essa, alcuna
misura; non può venire misurata da parte degli angeli e degli arcangeli, da
parte degli dei e di tutti gli invisibili, come già altra volta vi dissi.
Allo stesso modo anche il terzo, il quarto e il quinto
assistente sono uno più grande dell’altro, splendono l’uno più dell’altro;
l’uno è separato dall’altro da una distanza grande e incommensurabile da parte
degli angeli e degli arcangeli, da parte degli dei e di tutti gli invisibili,
come già altra volta vi dissi. Vi parlerò anche del tipo in cui è distribuito
ognuno di loro.
Cap. 90
Quando Gesù ebbe finito di dire queste parole ai suoi
discepoli, si fece avanti nuovamente Maria Maddalena, la quale proseguì
domandando a Gesù: - Mio Signore, coloro che hanno ricevuto il mistero della
luce, in che modo si troveranno in mezzo all’ultimo assistente? A Maria, tra i
discepoli, Gesù rispose: - Coloro che hanno ricevuto i misteri della luce
allorché escono dal corpo della materia degli arconti avranno, ognuno, il
proprio ordine proporzionato al mistero ricevuto: coloro che hanno ricevuto i misteri
superiori, dimoreranno nell’ordine superiore; coloro, invece, che hanno
ricevuto i misteri inferiori saranno negli ordini inferiori. In una parola,
ognuno rimarrà nel luogo fino al quale ha ricevuto i misteri: quivi rimarrà nel
suo ordine nell’eredità della luce. Perciò, una volta, vi dissi: «Dov’è il
vostro cuore, quivi sarà il vostro tesoro», cioè ognuno sarà nel luogo fino al
quale ha ricevuto i misteri.
Quando Gesù ebbe finito di dire queste parole ai suoi
discepoli, si fece avanti Giovanni e disse a Gesù: - Mio Signore e mio
salvatore, anche a me comanda di parlare davanti a te. Non irritarti contro di
me se ti interrogo su tutto con chiarezza e sicurezza. Tu, infatti, mio
Signore, mi hai fatto la promessa di manifestarci tutto ciò su cui ti
interrogheremo. Or dunque, mio Signore, non nasconderci assolutamente nulla di
quanto ti domanderemo. Con grande misericordia, Gesù rispose a Giovanni: -
Anche a te, beato e amato Giovanni, comando di proferire la parola che vuoi. Io
te la spiegherò faccia a faccia, e senza parabole; a te dirò tutto ciò su cui
mi interrogherai con chiarezza e sicurezza.
Giovanni rispose domandando a Gesù: - Mio Signore, ognuno
rimarrà, dunque, nell’ordine fino al quale ha ricevuto i misteri, e non avrà
alcun potere di recarsi in altri ordini a lui superiori, né avrà potere di
recarsi in altri ordini a lui inferiori?
Cap. 91
Gesù rispose e disse a Giovanni: - è veramente bene che voi
interroghiate su tutto con chiarezza e sicurezza. Ma ora ascolta quanto sto per
dirti. Chiunque ha ricevuto i misteri della luce dimorerà nel luogo fino al
quale ricevette i misteri: non ha il potere di recarsi in alto dagli ordini a
lui superiori. Sicché colui che ha ricevuto misteri nel primo comandamento ha
il potere di recarsi negli ordini a esso inferiori, cioè in tutti gli ordini
del terzo spazio, mentre non ha il potere di recarsi in alto negli ordini a
esso superiori. Colui che ha ricevuto i misteri del primo mistero - che è il
ventiquattresimo mistero dal di fuori e il capo del primo spazio esterno - ha
il potere di recarsi in tutti gli ordini che gli sono esterni, ma non ha il
potere di recarsi nei luoghi superiori a esso, oppure di attraversarli.
Ognuno di coloro che hanno ricevuto i misteri negli ordini
dei ventiquattro misteri, si recherà nel luogo del quale ha ricevuto i misteri:
avrà il potere di attraversare tutti gli ordini e gli spazi esteriori a esso,
ma non ha il potere di recarsi negli ordini superiori a esso e neppure di
attraversarli.
Chi ha ricevuto misteri negli ordini del primo mistero, che
è nel terzo spazio, ha il potere di recarsi in tutti gli ordini inferiori a
esso e di attraversarli tutti, ma non ha il potere di recarsi nei luoghi
superiori a esso e neppure di attraversarli. Chi ha ricevuto misteri nel primo
«dotato di triplice spirito», il quale domina tutti i ventiquattro misteri -
che dominano lo spazio del primo mistero, del cui luogo vi parlerò trattando
della distribuzione del tutto -, chi dunque riceverà il mistero di quel «dotato
di triplice spirito» costui ha il potere di recarsi in basso verso tutti gli
ordini inferiori a esso; ma non il potere di recarsi in alto negli ordini
superiori a esso, cioè in tutti gli ordini dello spazio dell’ineffabile. Chi ha
ricevuto il mistero del secondo «dotato di triplice spirito» ha il potere di
recarsi in tutti gli ordini del primo «dotato di triplice spirito», di
attraversarli tutti come pure tutti gli ordini che sono in essi; ma non ha il
potere di recarsi negli ordini superiori del terzo «dotato di triplice
spirito». Chi ha ricevuto il mistero del terzo «dotato di triplice spirito» -
che domina interamente sui tre dotati di triplice spirito e sui tre spazi del
primo mistero - ha il potere di recarsi in tutti gli ordini inferiori a esso;
ma non ha il potere di recarsi in alto negli ordini superiori a esso cioè negli
ordini dello spazio dell’ineffabile.
Chi ha ricevuto il mistero assoluto del primo mistero
dell’ineffabile, - (colui cioè che) ha ricevuto interamente i dodici misteri
del primo mistero i quali dominano tutti gli spazi del primo mistero -, chi
dunque riceverà quel mistero costui ha il potere di attraversare tutti gli
ordini degli spazi dei tre «dotati di triplice spirito» e i tre spazi del primo
mistero e tutti i loro ordini, ha anche il potere di attraversare tutti gli
ordini delle eredità della luce: ha il potere di attraversarli dall’esterno
verso l’interno e dall’interno verso l’esterno, dal di sopra al di sotto e dal
di sotto al di sopra, dall’altezza alla profondità e dalla profondità
all’altezza, dalla lunghezza alla larghezza e dalla larghezza alla lunghezza;
in una parola, costui ha il potere di attraversare tutti i luoghi delle eredità
della luce: nella eredità del regno della luce, egli ha il potere di dimorare
nel luogo che preferisce. In verità vi dico: allorché il mondo si dissolverà,
quell’uomo sarà re su tutti gli ordini della eredità.
Colui che riceverà
quel mistero dell’ineffabile, che sono io: quel mistero sa perché sono sorte le
tenebre, e perché è sorta la luce. Quel mistero sa perché è sorta la tenebra
delle tenebre, e perché è sorta la luce delle luci. Quel mistero sa perché è
sorto il caos, e perché è sorto il tesoro della luce. Quel mistero sa perché
sono sorti i giudizi, e perché sono sorti il paese della luce e il luogo delle
eredità della luce. Quel mistero sa perché sono sorte le punizioni dei
peccatori, e perché è sorta la tranquillità del regno della luce. Quel mistero
sa perché sono sorti i peccatori, e perché sono sorte le eredità della luce.
Quel mistero sa perché sono sorti gli empi, e perché sono sorti i buoni. Quel
mistero sa perché sono sorti i giudizi punitivi, e perché sono sorte tutte le
emanazioni della luce. Quel mistero sa perché è sorto il peccato, e perché sono
sorti i battesimi e i misteri della luce. Quel mistero sa perché è sorto il
fuoco della punizione, e perché sono sorti i sigilli della luce affinché il
fuoco a loro non nuoccia. Quel mistero sa perché è sorta la collera, e perché è
sorta la pace. Quel mistero sa perché è sorta la bestemmia, e perché sono sorti
gli inni della luce. Quel mistero sa perché sono sorte le preghiere della luce.
Quel mistero sa perché è sorta la maledizione, e perché è sorta la benedizione.
Quel mistero sa perché è sorta la cattiveria, e perché è sorto l’inganno. Quel
mistero sa perché è sorto l’assassinio, e perché è sorta la rianimazione delle
anime. Quel mistero sa perché sono sorti l’adulterio e la prostituzione, e
perché è sorta la purezza. Quel mistero sa perché è sorta l’unione sessuale, e
perché è sorta la continenza. Quel mistero sa perché sono sorti l’orgoglio e la
millanteria, e perché sono sorti l’umiltà e la dolcezza. Quel mistero sa perché
è sorto il pianto, e perché è sorto il riso. Quel mistero sa perché è sorta la
calunnia, e perché è sorta la buona reputazione. Quel mistero sa perché è sorta
l’obbedienza, e perché è sorta la disistima dell’uomo. Quel mistero sa perché
sono sorti i brontolamenti, e perché sono sorte la semplicità e l’umiltà. Quel
mistero sa perché è sorto il peccato, e perché è sorta la purezza. Quel mistero
sa perché è sorta la forza, e perché è sorta la debolezza. Quel mistero sa
perché è sorto il movimento del corpo, e perché è sorta la loro utilità. Quel
mistero sa perché è sorta la povertà, e perché è sorta la ricchezza. Quel
mistero sa perché è sorta la libertà del mondo, e perché è sorta la schiavitù.
Quel mistero sa perché è sorta la morte, e perché è sorta la vita. Cap. 92
Allorché Gesù terminò di proferire queste parole ai suoi discepoli, essi
provarono grande gioia e allegrezza nell’udire da Gesù tali parole.
Gesù proseguì nuovamente il discorso dicendo loro: -
Ascoltate ancora, miei discepoli, ch’io vi parli dell’intera conoscenza del
mistero dell’ineffabile. Quel mistero dell’ineffabile sa perché è sorta la
crudeltà, e perché è sorta la misericordia. Quel mistero sa perché è sorto il
tramonto, e perché è sorta l’eterna eternità. Quel mistero sa perché sono sorti
i rettili, e perché saranno annientati. Quel mistero sa perché sono sorti gli
animali selvatici, e perché saranno annientati. Quel mistero sa perché è sorto
il bestiame, e perché sono sorti gli uccelli. Quel mistero sa perché sono sorte
le montagne, e perché sono sorte le pietre preziose che si trovano in esse.
Quel mistero sa perché è sorta la materia dell’oro, e perché è sorta la materia
dell’argento. Quel mistero sa perché è sorta la materia del rame, e perché è
sorta la materia del ferro.. Quel mistero sa perché è sorta la materia del
piombo. Quel mistero sa perché è sorta la materia del vetro e perché è sorta la
materia della cera. Quel mistero sa perché sono sorte le βοταναι, cioè le erbe,
e perché sono sorte tutte le materie. Quel mistero sa perché sono sorti i corsi
d’acqua della terra, e ogni cosa che si trova in essi, e anche perché è sorta
la terra. Quel mistero sa perché sono sorti i mari e i corsi di acqua, e perché
nei mari sono sorti animali. Quel mistero sa perché è sorta la materia del
mondo, e perché esso verrà annientato interamente.
Cap. 93
Gesù proseguì ancora
a parlare ai suoi discepoli: - Miei discepoli, compagni e fratelli; ognuno
seguiti a mantenere desto il suo spirito per potere accogliere e afferrare
tutte le parole che vi dirò. D’ora in poi vi parlerò, infatti, di tutte le
conoscenze dell’ineffabile. Quel mistero sa perché è sorto l’Occidente e perché
è sorto l’Oriente. Quel mistero sa perché è sorto il meridione e perché è sorto
il settentrione. Ascoltate ancora miei discepoli, seguitate a mantenervi desti,
ascoltate l’intera conoscenza del mistero dell’ineffabile. Quel mistero sa
perché sono sorti i demoni, e perché è sorta l’umanità. Quel mistero sa perché
è sorto il calore, e perché è sorto il venticello gradito. Quel mistero sa
perché sono sorte le stelle, e perché sono sorte le nuvole. Quel mistero sa
perché la terra si profondò, e perché fu coperta dall’acqua. Quel mistero sa
perché la terra si seccò, e perché fu coperta dall’acqua.
Quel mistero sa perché è sorta la carestia, e perché è sorta
l’abbondanza. Quel mistero sa perché è sorta la brina, e perché è sorta la
rugiada salutare. Quel mistero sa perché è sorta la polvere, e perché è sorta
la dolce frescura. Quel mistero sa perché è sorta la grandine, e perché è sorta
la piacevole neve. Quel mistero sa perché è sorto il vento dell’occidente, e
perché è sorto il vento dell’oriente. Quel mistero sa perché è sorto il fuoco
dell’alto, e anche perché sono sorte le piogge. Quel mistero sa perché è sorto
il vento dell’oriente. Quel mistero sa perché è sorto il vento meridionale, e
perché è sorto il vento settentrionale. Quel mistero sa perché sono sorte le
stelle del cielo e i dischi degli astri, e perché è sorto il firmamento con
tutte le sue cortine. Quel mistero sa perché sono sorti gli arconti delle
sfere, e perché è sorta la sfera con tutti i suoi luoghi. Quel mistero sa
perché sono sorti gli arconti degli eoni, e perché sono sorti gli eoni con
tutte le loro cortine. Quel mistero sa perché sono sorti i tirannici arconti
degli eoni, e perché sono sorti gli arconti, che poi fecero penitenza. Quel
mistero sa perché sono sorti i liturghi, e perché sono sorti i decani. Quel
mistero sa perché sono sorti gli angeli, e perché sono sorti gli arcangeli.
Quel mistero sa perché sono sorti i signori, e perché sono sorti gli dei. Quel
mistero sa perché in alto è sorta anche la gelosia, e perché è sorta anche la
concordia. Quel mistero sa perché è sorto l’odio, e perché è sorto l’amore.
Quel mistero sa perché è sorta la discordia, e perché è sorta la concordia.
Quel mistero sa perché è sorta la cupidigia, perché è sorta la rinuncia a
tutto, e perché è sorta la brama del denaro. Quel mistero sa perché è sorto
l’amore del proprio ventre, e perché è sorta la sazietà. Quel mistero sa perché
sono sorti gli appaiati (συζυγοι) e perché sono sorti i non appaiati
(χωρισσυζυγοι). Quel mistero sa perché è sorta l’empietà, e perché è sorto il
timore di Dio. Quel mistero sa perché sono sorti gli astri, e perché sono sorte
le scintille. Quel mistero sa perché sono sorti i «dotati di triplice potenza»,
e perché sono sorti gli invisibili. Quel mistero sa perché sono sorti i padri
primordiali, e perché sono sorti i puri. Quel mistero sa perché è sorto il
grande arrogante, e perché sono sorti i suoi fedeli. Quel mistero sa perché è
sorto il grande dotato di triplice potenza, e perché sorse il grande invisibile
padre primordiale. Quel mistero sa perché è sorto il tredicesimo eone, e perché
è sorto il luogo di coloro che sono del mezzo. Quel mistero sa perché sono
sorti i ricevitori (della luce) del mezzo, e perché sono sorte le vergini luci.
Quel mistero sa perché sono sorti i diaconi del mezzo, e perché sono sorti gli
angeli del mezzo. Quel mistero sa perché è sorto il paese della luce, e perché
è sorto il grande ricevitore della luce. Quel mistero sa perché sono sorti i
custodi del luogo di quelli della destra, e perché sono sorte le guide di
questi. Quel mistero sa perché è sorta la porta della vita, e perché è sorto il
buon Sabaoth. Quel mistero sa perché è sorto il luogo di quelli della destra, e
perché è sorto il paese della luce, cioè il tesoro della luce. Quel mistero sa
perché sono sorte le emanazioni della luce, e perché sono sorti i dodici
salvatori.
Quel mistero sa perché sono sorte le tre porte del tesoro
della luce, e perché sono sorti i nove custodi. Quel mistero sa perché è sorto
il salvatore gemello, e perché sono sorti i tre amen. Quel mistero sa perché
sono sorti i cinque alberi, e perché sono sorti i sette amen. Quel mistero sa
perché è sorta l’inesistente miscela, e perché essa è purificata. Cap. 94 Gesù
proseguì ancora dicendo ai suoi discepoli: - Seguitate a essere desti, miei
discepoli! Ognuno di voi ponga davanti a se stesso la forza di percezione della
luce e ascolti attentamente. D’ora innanzi, infatti, vi parlerò di tutto il
vero luogo dell’ineffabile, e del mondo in cui egli è.
Udite queste parole di Gesù, i discepoli si scoraggiarono e
smisero di ascoltare. Allora si fece avanti Maria Maddalena, si precipitò ai
piedi di Gesù, li baciò e, piangendo, esclamò: - Abbi misericordia di me, mio
Signore, poiché i miei fratelli, dopo avere udito le parole che hai detto,
smisero di ascoltare! Or dunque, mio Signore, a proposito della conoscenza di
tutte queste cose da te dette e che si trovano nel mistero dell’ineffabile, ti
ho sentito dirmi: «D’ora in poi inizierò a parlare con voi sulla intera
conoscenza del mistero dell’ineffabile»; ma non sei ancora giunto ad adempiere
la parola che dici. Perciò i miei fratelli, dopo avere udito, smisero di
ascoltare e cessarono di comprendere il modo col quale tu parli loro. Or
dunque, mio Signore, se la conoscenza di tutto ciò si trova in quel mistero -
secondo le parole che tu dici -, dov’è sulla terra quell’uomo che abbia la
capacità di comprendere tale mistero, con tutte le sue conoscenze, e il tipo di
tutte queste parole che tu dici in proposito?
Cap. 95
Ascoltate queste parole di Maria e riconosciuto che i
discepoli, dopo avere ascoltato, incominciavano a scoraggiarsi, Gesù fece loro
coraggio, dicendo: - Non rattristatevi, miei discepoli, a proposito del mistero
dell’ineffabile pensando di non poterlo comprendere. In verità vi dico: «Quel
mistero è vostro e di ognuno di coloro che vi ascolterà rinunciando a tutto
questo mondo e a tutta la materia che è in esso, rinunciando a tutti i cattivi
pensieri che sono in esso, rinunciando a tutte le sollecitazioni di questo
eone».
Or dunque, vi dico che per chiunque rinuncerà a tutto questo
mondo e a quanto si trova in esso, e si assoggetterà alla Divinità, quel
mistero sarà più facile di tutti i misteri del regno della luce, sarà compreso
prima di tutti, sarà più semplice di tutti. Colui che perviene alla conoscenza
di quel mistero, rinuncia a tutto questo mondo e a tutte le sollecitazioni che
si trovano in esso. È per questo che, una volta, vi dissi: «Quando siete
afflitti e aggravati sotto il vostro peso, venite a me e vi ristorerò; poiché
il mio peso è leggero e il mio giogo è dolce».
Or dunque, chi
accoglierà quel mistero, rinuncia a tutto il mondo e alle sollecitazioni di
tutta la materia che si trova in esso. Perciò, miei discepoli, non siate tristi
pensando di non potere comprendere quel mistero. In verità vi dico: quel
mistero si comprende prima di tutti i misteri. In verità vi dico: quel mistero
è vostro, e di ognuno che rinunzierà a tutto il mondo e a tutta la materia che
in esso si trova. Or dunque, miei discepoli, miei compagni, e miei fratelli,
ascoltate, e vi inciterò alla conoscenza del mistero dell’ineffabile del quale
vi parlo. Ormai, infatti, sono giunto a parlarvi della conoscenza completa
nella distribuzione del tutto, poiché la distribuzione del tutto è la sua
conoscenza.
Ma ora ascoltate, e vi parlerò progressivamente in merito
alla conoscenza di quel mistero. Quel mistero sa per qual motivo i cinque
assistenti si sono affaticati, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri.
Quel mistero sa per qual motivo la grande luce delle luci si è affaticata, e
per qual motivo è uscita dai senza-padri.
Quel mistero sa per qual motivo il primo comandamento si è
affaticato, e per qual motivo si è diviso in sette misteri, per qual motivo è
detto primo comandamento, e per qual motivo è uscito dai senza-padri. Quel
mistero sa per qual motivo la grande luce degli incavi luminosi si è
affaticata, per qual motivo si è disposta senza emanazioni, e per qual motivo è
uscita dai senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo il primo mistero, cioè
il ventiquattresimo mistero dal di fuori, si è affaticato, per qual motivo
imitò in se stesso i dodici misteri in conformità del numero della quantità
degli incontenibili e degli infiniti, e per qual motivo è uscito dai
senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo i dodici immobili si sono
affaticati, per qual motivo si sono disposti con tutti i loro ordini, e per
qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo i non
scossi si sono affaticati, per qual motivo si sono disposti divisi in dodici
ordini, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri i quali appartengono agli
ordini dello spazio dell’ineffabile. Quel mistero sa per qual motivo si sono
affaticati gli impensabili, i quali appartengono al secondo spazio
dell’ineffabile, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri.
Quel mistero sa per qual motivo i dodici non-segnati si sono
affaticati, per qual motivo si sono posti dietro tutti gli ordini dei
non-indicati, essendo essi incontenibili e infiniti, e per qual motivo sono
usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo i non-indicati si sono
affaticati, essi che non si sono svelati né messi in pubblico, in conformità
della disposizione dell’unico, dell’ineffabile, e per qual motivo sono usciti
dai senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo gli υπερβατοι (profondissimi)
si sono affaticati, e per qual motivo si sono divisi, pur essendo un unico
ordine, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per qual
motivo i dodici ordini degli ineffabili si sono affaticati, e per qual motivo
si sono divisi, essendo tre parti, e per qual motivo sono usciti dai
senza-padri.
Quel mistero sa per qual motivo tutti gli incorruttibili,
essendo dodici luoghi, si sono affaticati, per qual motivo si sono disposti in
un unico ordine, distribuiti l’uno dopo l’altro, per qual motivo si sono divisi
e hanno formato diversi ordini, pur essendo incontenibili e infiniti, e per
qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo gli
infiniti si sono affaticati, per qual motivo - essendo dodici spazi infiniti e
tre ordini di spazi - si sono disposti e si sono collocati in conformità della
disposizione dell’unico, dell’ineffabile, e per qual motivo sono usciti dai
senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo si sono affaticati i dodici
incontenibili i quali appartengono agli ordini dell’unico, dell’ineffabile, e
per qual motivo sono usciti dai senza-padri, fino a quando furono portati nello
spazio del primo mistero, cioè nel secondo spazio.
Quel mistero sa per
qual motivo le ventiquattro miriadi di lodatori si sono affaticati, per qual
motivo si sono estesi fuori della cortina del primo mistero, cioè fuori del
mistero gemello dell’unico, dell’ineffabile, di quel mistero che guarda dentro
e fuori, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per
qual motivo si sono affaticati tutti gli incontenibili - che ho appena
menzionato -, i quali sono nei luoghi del secondo spazio dell’ineffabile, cioè
lo spazio del primo mistero, e per qual motivo quegli incontenibili e quegli
infiniti sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per qual motivo i
ventiquattro misteri del primo dotato di triplice spirito si sono affaticati,
per qual motivo sono stati chiamati i ventiquattro spazi del primo dotato di
triplice spirito, e per qual motivo sono usciti dal secondo dotato di triplice
spirito. Quel mistero sa per qual motivo si sono affaticati i ventiquattro
misteri del secondo dotato di triplice spirito, e per qual motivo sono usciti
dal terzo dotato di triplice spirito. Quel mistero sa per qual motivo si sono
affaticati i ventiquattro misteri del terzo dotato di triplice spirito, cioè i
ventiquattro spazi del terzo dotato di triplice spirito, e per qual motivo sono
usciti dai senza-padri.
Quel mistero sa per qual motivo si sono affaticati i cinque
alberi del primo dotato di triplice spirito, per qual motivo si sono diffusi
l’uno dopo l’altro e legati l’uno all’altro con tutti i loro ordini, e per qual
motivo sono usciti dai senza-padri.
Quel mistero sa per
qual motivo si sono affaticati i cinque alberi del secondo dotato di triplice
spirito, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per
qual motivo si sono affaticati i cinque alberi del terzo dotato di triplice
spirito, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per
qual motivo si sono affaticati i preincontenibili del primo dotato di triplice
spirito, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero sa per
qual motivo si sono affaticati i preincontenibili del secondo dotato di
triplice spirito, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri. Quel mistero
sa per qual motivo si sono affaticati tutti i preincontenibili del terzo dotato
di triplice spirito, e per qual motivo sono usciti dai senza-padri.
Quel mistero sa per qual motivo si è affaticato il primo,
dal di sotto, dei dotati di triplice spirito - questi dotati di triplice
spirito appartengono agli ordini dell’unico, dell’ineffabile -, e per qual
motivo è uscito dal secondo dotato di triplice spirito. Quel mistero sa per
qual motivo il terzo dotato di triplice spirito - cioè il primo, dall’alto,
dotato di triplice spirito - si è affaticato, e per qual motivo è uscito dal
dodicesimo - predotato di triplice spirito, il quale è nell’ultimo luogo dei senza-padri.
Quel mistero sa per qual motivo si sono distribuiti tutti i luoghi, quelli che
sono nello spazio dell’ineffabile e quelli che si trovano in essi, e per qual
motivo sono usciti dall’ultimo membro dell’ineffabile. Quel mistero conosce se
stesso, (conosce) per qual motivo si e affaticato per uscire dall’ineffabile,
cioè da colui che domina su tutti loro, e che li ha distribuiti tutti in
conformità dei loro ordini.
Cap. 96
- In occasione della distribuzione del tutto vi parlerò di
tutti costoro; in una parola: tratterò di tutti quelli dei quali vi ho parlato,
di quelli che sorgeranno e di quelli che verranno, di quelli che emanano e di
quelli che escono, di quelli che sono fuori su di essi, e di quelli che sono
cresciuti in essi, di quelli che occuperanno il luogo del primo mistero e di
quelli che si trovano nello spazio dell’ineffabile. Vi parlerò di costoro
perché ve li manifesterò: ve ne parlerò in conformità del luogo di ognuno e in
conformità dell’ordine di ognuno nella diffusione del tutto. Vi manifesterò
tutti i loro misteri che li dominano tutti; vi manifesterò i loro pre-dotati di
triplice spirito e i loro super dotati di triplice spirito, che dominano i
misteri e i loro ordini. Il mistero dell’ineffabile sa per qual motivo sono
sorti tutti costoro dei quali vi parlai apertamente, e sa che tutti sono sorti
per lui: esso, infatti, è il mistero presente in tutti costoro, è l’uscita di
tutti loro, è l’ascesa di tutti loro, l’installazione di tutti loro. Il mistero
dell’ineffabile è il mistero presente in tutti costoro dei quali vi ho parlato
e dei quali vi parlerò in occasione della distribuzione del tutto; esso è il
mistero presente in tutti costoro, è l’unico mistero dell’ineffabile, è la
conoscenza di tutto ciò che vi ho detto, di quello che ancora non vi ho detto e
vi dirò.
A voi tutti parlerò di questo in occasione della
distribuzione del tutto, parlerò dell’intera conoscenza di ognuno e per qual
motivo sono sorti. Esso è l’unica parola dell’ineffabile. Vi parlerò della
distribuzione di tutti i loro misteri, dei tipi di ognuno, e del modo in cui
ebbero compimento in tutte le loro figure. Vi parlerò del mistero dell’unico,
dell’ineffabile, di tutti i suoi tipi, di tutte le sue figure, dell’intera sua
disposizione, del motivo per cui è uscito dall’ultimo membro dell’ineffabile:
infatti quel mistero è la installazione di tutti loro. Quel mistero
dell’ineffabile è l’unica parola che esiste nella lingua dell’ineffabile, ed è
la disposizione della soluzione di tutte le parole che vi ho detto. Facile
cammino, nell’aldilà, per coloro che quaggiù avranno accolto «l’unica parola»
dell’ineffabile Colui che accoglierà l’unica parola di quel mistero, che adesso
vi dirò, tutti i suoi tipi, tutte le sue figure e i modi per portare a
compimento il suo mistero - poiché voi siete perfetti, interamente perfetti, e
completerete tutta la conoscenza di quel mistero e di tutta la sua
disposizione: a voi, infatti, sono affidati tutti i misteri - ascoltate,
dunque, e vi parlerò di quel mistero, cioè: Colui che accoglierà l’unica parola
del mistero, del quale vi ho parlato, allorché uscirà dal corpo della materia
degli arconti e verranno i ricevitori erinnici - i quali sciolgono tutte le
anime che escono dal corpo -, verranno, dunque, i ricevitori erinnici per scioglierla
dalla materia degli arconti. Ma quando i ricevitori erinnici scioglieranno
un’anima che accolse quest’unico mistero dell’ineffabile - del quale vi ho
parlato ora -, non appena l’avranno sciolta dal corpo della materia,
quest’anima, in mezzo a quei ricevitori, diverrà un grande flusso luminoso.
Davanti alla luce di
quell’anima i ricevitori avranno molta paura: a seguito della paura provata
alla vista della grande luce, i ricevitori perderanno la forza, cadranno,
desisteranno completamente. L’anima che ricevette il mistero dell’ineffabile,
essendo un grande flusso luminoso, volerà in alto: i ricevitori non la potranno
afferrare, ignorando come è fatta la via che lei percorrerà. Diventa un grande
flusso luminoso, volerà in alto e nessuna forza sarà in condizione di
trattenerla, non sarà in condizione neppure di avvicinarla. Lei, invece,
attraverserà tutti i luoghi degli arconti e tutti i luoghi delle emanazioni
della luce, senza dare, in alcun luogo, né risposte, né difese, né segni
segreti: infatti, nessuna forza di arconti, nessuna forza di emanazioni della
luce, sarà in condizione di avvicinare quell’anima. Bensì, tutti nei loro
luoghi la loderanno: tutti i luoghi degli arconti e tutti i luoghi delle
emanazioni della luce, spaventati di fronte alla luce del flusso che avvolge
quell’anima, (la loderanno) fino a quando lei, attraversati tutti i luoghi,
giungerà al luogo dell’eredità del mistero da lei accolto, cioè il mistero
dell’unico, dell’ineffabile, e fino a quando lei si unirà con le sue membra. In
verità vi dico: In quel luogo ella si tratterrà quanto lo scoccare di una
freccia.
Ora, in verità vi dico: Ogni uomo che accoglierà quel
mistero dell’ineffabile e giungerà al compimento di tutti i suoi tipi e di
tutte le sue figure, quest’uomo si trova sì nel mondo, ma supera tutti gli
angeli e li supererà tutti ancora di più. È un uomo che si trova nel mondo, ma
supera tutti gli arcangeli, e li supererà tutti ancora di più; è un uomo che si
trova nel mondo, ma supera tutti i tiranni, e si innalzerà al di sopra di tutti
loro; è un uomo che si trova nel mondo, ma supera tutti i signori, e si
innalzerà al di sopra di tutti loro; è un uomo che si trova nel mondo, ma
supera tutti gli dei, e si innalzerà al di sopra di tutti loro; è un uomo che
si trova nel mondo, ma supera tutti gli astri, e si innalzerà al di sopra di
tutti loro; è un uomo che si trova nel mondo, ma supera tutti i puri, e si
innalzerà al di sopra di tutti loro; è un uomo che si trova nel mondo, ma
supera tutti i dotati di triplice forza, e si innalzerà al di sopra di tutti
loro; è un uomo che si trova nel mondo, ma supera tutti i padri primordiali, e
si innalzerà al di sopra di tutti loro; è un uomo che si trova nel mondo, ma
supera tutti gli invisibili, e si innalzerà al di sopra di tutti loro; è un
uomo che si trova nel mondo, ma supera il grande e invisibile padre primordiale
e si innalzerà anche al di sopra di lui; è un uomo che si trova nel mondo, ma
supera tutti quelli del luogo di mezzo, e si innalzerà al di sopra di tutti
loro; è un uomo che si trova nel mondo, ma supera le emanazioni del tesoro
della luce, e si innalzerà al di sopra di tutte loro; è un uomo che si trova
nel mondo, ma supera la miscela e si innalzerà completamente al di sopra di
essa; è un uomo che si trova nel mondo, ma supera l’intero luogo del tesoro, e
si innalzerà completamente al di sopra di esso; è un uomo che si trova nel
mondo, ma dominerà con me nel mio regno; è un uomo che si trova nel mondo, ma è
un re nella luce; è un uomo che si trova nel mondo, ma non è uno del mondo. In
verità vi dico: quell’uomo sono io, e io sono quell’uomo.
Quando avverrà la dissoluzione del mondo cioè quando verrà
tolto il tutto e quando verrà tolto completamente il numero delle anime
perfette, quando sarò re in mezzo all’ultimo assistente, quando sarò re su
tutte le emanazioni della luce, re sui sette amen, sui cinque alberi, sui tre
amen e sui nove custodi, re sul figlio del figlio - cioè il salvatore gemello
-, quando sarò re sui dodici salvatori e sull’intero numero delle anime
perfette che accoglieranno i misteri nella luce, allora tutti gli uomini che riceveranno
i misteri nell’ineffabile, saranno re con me e siederanno nel mio regno alla
mia destra e alla mia sinistra. In verità vi dico: quegli uomini sono io, e io
sono essi. Per questo una volta vi dissi: Siederete sui vostri troni, nel mio
regno, alla mia sinistra e alla mia destra, e regnerete con me. Quindi non ebbi
timore né mi vergognai di chiamarvi «miei fratelli e miei amici», poiché sarete
re con me nel mio regno.
Ora vi dico questo sapendo che vi darò il mistero
dell’ineffabile: quel mistero sono io, io sono quel mistero. Or dunque non
sarete soltanto voi a regnare con me, ma tutti gli uomini che accoglieranno il
mistero dell’ineffabile saranno re con me nel mio regno: io sono loro, loro
sono io; tuttavia il mio trono li supererà. Poiché nel mondo avrete da soffrire
più di tutti gli uomini, fino a tanto che avrete annunziato tutte le parole che
vi dirò, perciò, nel mio regno, i vostri troni saranno uniti al mio. È per
questo che, una volta, vi dissi: Dove sarò io, là saranno con me anche i miei
dodici diaconi. Tuttavia, Maria Maddalena e il vergine Giovanni supereranno
tutti i miei discepoli e tutti gli uomini che accoglieranno i misteri
nell’ineffabile; saranno alla mia destra e alla mia sinistra: io sono loro,
loro sono io; saranno uguali a voi in ogni cosa, però il loro trono supererà il
vostro, e il mio trono supererà il vostro e quello di tutti gli uomini che
troveranno la parola dell’ineffabile. In verità vi dico: gli uomini che
conosceranno quella parola, avranno la conoscenza di tutte queste parole che vi
ho detto: quelle della profondità e quelle dell’altezza, quelle della lunghezza
e quelle della larghezza; in una parola, avranno la conoscenza di tutte queste
parole che vi ho detto e di quelle che ancora non vi ho detto; queste ve le
dirò secondo il luogo e secondo l’ordine nella distribuzione del tutto. In
verità vi dico: sapranno come è stato disposto il mondo, sapranno in quale tipo
sono stati disposti quelli dell’alto, sapranno per quale motivo è sorto il
tutto.
Cap. 97
Quando il salvatore disse questo si precipitò avanti Maria
Maddalena, e disse: - Mio Signore, sopportami e non ti adirare con me se
interrogo su ogni cosa con chiarezza e sicurezza. Or dunque, mio Signore, altro
è la parola del mistero dell’ineffabile, e altro è la parola dell’intera
conoscenza. Il salvatore rispose: - Sì, altro è il mistero dell’ineffabile e
altro è la parola dell’intera conoscenza.
Maria replicò ancora
dicendo al salvatore: - Mio Signore, sopportami se ti interrogo, e non ti
adirare con me. Or dunque, mio Signore, soltanto se mentre viviamo abbiamo la
conoscenza dell’intera parola dell’ineffabile, potremo ereditare il regno della
luce? Il salvatore rispose dicendo a Maria: - Certo! Chiunque, infatti, avrà
accolto il mistero del regno della luce, erediterà fino al luogo del quale ha
ricevuto misteri; tuttavia costui non ha la conoscenza del tutto, (non ha la
conoscenza) del motivo per il quale il tutto è sorto, se non conosce l’unica
parola dell’ineffabile, la quale è la conoscenza del tutto.
Di nuovo,
chiaramente: Io sono la conoscenza del tutto. Inoltre, è impossibile conoscere
l’unica parola della conoscenza se prima non si ha accolto il mistero
dell’ineffabile; tutti gli uomini che accoglieranno i misteri nella luce
erediteranno fino al luogo del quale hanno ricevuto i misteri. Perciò, una
volta, vi dissi: «Colui che crede a un profeta, riceverà la ricompensa di un
profeta, chi crede a un giusto riceverà la ricompensa di un giusto», cioè
ognuno andrà al luogo fino al quale avrà ricevuto i misteri. Colui che riceve
di meno, erediterà un mistero minore; colui che riceve un mistero superiore,
erediterà i luoghi superiori. Nella luce del mio regno, ognuno dimorerà al
proprio luogo, e ognuno avrà potere sugli ordini che sono al di sotto di lui;
ma non avrà il potere di andare agli ordini che sono al di sopra di lui:
resterà nel luogo dell’eredità della luce del mio regno in una luce grande,
incommensurabile sia per gli dei e sia per gli invisibili, e godrà di grande
gioia e di grande allegria.
E adesso ascoltate. Vi parlerò della gloria di coloro che
accoglieranno il mistero del primo mistero. A colui che riceverà il mistero di
quel primo mistero accadrà che, giunto il tempo in cui uscirà dal corpo della
materia degli arconti, verranno i ricevitori erinnici per condurre l’anima di
quell’uomo fuori dal corpo; nelle mani dei ricevitori erinnici quell’anima
diverrà un grande flusso luminoso; davanti alla luce di quell’anima i
ricevitori avranno paura, mentre l’anima andrà in alto attraversando tutti i
luoghi degli arconti e tutti i luoghi delle emanazioni della luce: ma in nessun
luogo della luce e in nessun luogo degli arconti ella darà risposte, difese,
segni segreti; ella attraverserà, invece, tutti i luoghi, li percorrerà tutti
fino a che giunga a regnare al di sopra di tutti i luoghi del primo salvatore.
Allo stesso modo, a colui che riceverà il secondo mistero
del primo mistero - o riceverà il terzo, il quarto, fino al dodicesimo mistero
del primo mistero - accadrà che giunto il tempo in cui uscirà dal corpo della
materia degli arconti, verranno i ricevitori erinnici per condurre l’anima di
quell’uomo fuori dal corpo della materia; nelle mani dei ricevitori erinnici,
quelle anime diverranno un grande flusso luminoso; davanti alla luce di quelle
anime, i ricevitori avranno paura, perderanno la forza e cadranno in faccia a
loro, mentre quelle anime voleranno subito in alto percorrendo tutti i luoghi
degli arconti e tutti i luoghi delle emanazioni della luce: ma in nessun luogo
daranno risposte, difese, segni segreti; attraverseranno, invece, tutti i
luoghi, li percorreranno tutti, e regneranno su tutti i luoghi dei dodici
salvatori; di modo che coloro che riceveranno il secondo mistero del primo
mistero, nelle eredità della luce, regneranno su tutti i luoghi del secondo
salvatore; ugualmente sarà per coloro che riceveranno il terzo, il quarto, il
quinto, il sesto, fino al dodicesimo, mistero del primo mistero: ognuno regnerà
su tutti i luoghi di quel salvatore fino al quale ricevette il mistero.
Colui che riceverà il dodicesimo mistero del primo mistero
cioè il mistero assoluto del quale vi parlo, chi dunque riceverà quei dodici
misteri che appartengono al primo mistero, allorché uscirà dal mondo - divenuto
un grande flusso luminoso - attraverserà tutti i luoghi degli arconti e tutti i
luoghi della luce, e regnerà su tutti i luoghi dei dodici salvatori. Tuttavia,
costoro non potranno essere uguali a quelli che riceveranno l’unico mistero
dell’ineffabile: colui che riceverà quei misteri resterà in quegli ordini, che
sono eccellenti; resterà negli ordini dei dodici salvatori.
Cap. 98
Allorché Gesù terminò
di dire queste parole ai suoi discepoli, si fece avanti Maria Maddalena, baciò
i piedi di Gesù, e disse: - Mio signore, sopportami, e non adirarti con me se
ti interrogo! Abbi misericordia di me, mio signore, e manifestaci tutte le cose
sulle quali ti interrogherò. Or dunque, mio Signore, come il primo mistero
possiede dodici misteri, così l’ineffabile possiede un unico mistero? Gesù le
rispose: - È vero, egli possiede un unico mistero. Ma quel mistero, sebbene sia
l’unico mistero, equivale a tre misteri di tipo diverso l’uno dall’altro.
Inoltre, sebbene sia unico, equivale a cinque misteri di tipo diverso l’uno
dall’altro: sicché questi cinque misteri, nel mistero del regno nelle eredità
della luce, sono uguali l’uno all’altro, ma il tipo di ognuno è diverso da
quello dell’altro; e il loro regno è più eccellente e più elevato dell’intero
regno dei dodici misteri del primo mistero; ma nel regno essi non sono uguali
all’unico mistero del primo del regno della luce.
Così pure, nel regno della luce i tre misteri non sono
uguali, bensì il tipo di uno è diverso dall’altro. Anch’essi, nel regno, non
sono uguali all’unico mistero del primo mistero nel regno della luce: diverso è
pure il tipo di ognuno dei tre, e diverso è il tipo della figura dall’uno
all’altro. Il primo mistero del primo mistero: se tu compi il suo mistero, se
tu ti ci fermi, se tu lo compi bene in tutte le sue figure, allora tu esci
subito dal tuo corpo, diventi un grande flusso luminoso, attraversi tutti i
luoghi degli arconti e tutti i luoghi della luce, mentre tutti hanno paura
davanti alla luce di quell’anima fino a quando lei giunge nel luogo del suo
regno. Il secondo mistero del primo mistero: se tu compi bene il suo mistero in
tutte le sue figure - l’uomo che compirà il suo mistero se pronuncia quel
mistero sul capo di un altro uomo qualsiasi che esce dal corpo, se glielo
pronuncia in ambedue le orecchie, se dunque l’uomo che esce dal corpo ha
ricevuto i misteri per la seconda volta ed è partecipe della parola della
verità - in verità vi dico: allorché quell’uomo esce dal corpo della materia,
la sua anima diverrà un grande flusso luminoso e attraverserà tutti i luoghi
fino a quando lei giunge nel regno di quel mistero.
Ma se quell’uomo non ricevette alcun mistero e non è
partecipe della parola della verità - se colui che compie quel mistero,
pronuncia quel mistero sul capo dell’uomo che esce dal corpo, ma non ricevette
alcuno dei misteri della luce e non ha comunione con le parole della verità -
in verità vi dico: allorché quell’uomo esce dal corpo, non verrà giudicato in
alcun luogo dagli arconti, né verrà castigato in alcun luogo, né lo toccherà il
fuoco, a motivo del grande mistero dell’ineffabile che è con lui; ci si affretterà
grandemente consegnandolo l’uno all’altro, accompagnandolo da un luogo
all’altro e da ordine a ordine fino a quando sarà portato davanti alla vergine
luce, mentre tutti i luoghi hanno paura di fronte al mistero e al segno del
regno dell’ineffabile, che è in lui. Quando lo porteranno davanti alla vergine
luce, questa luce della vergine luce vedrà il segno del mistero del regno
dell’ineffabile che è in lui: la vergine luce si meraviglia, lo mette a prova,
ma non permette che sia portato alla luce fino a quando non abbia compiuto
tutta intera la condotta della luce di quel mistero, cioè: la continenza, la
rinunzia al mondo e a tutta la materia che in esso si trova.
La vergine luce lo segna con un sigillo superiore, cioè
questo...(nella trasmissione del testo si è perso il sigillo che qui era
indicato, N.d.T.) e in ogni mese nel quale egli uscì dal corpo della materia,
lo immette in un corpo che diventerà giusto e troverà la vera divinità e i
misteri superiori, così li erediterà, ed erediterà la luce eterna, la quale è
il dono del secondo mistero del primo mistero dell’ineffabile. Il terzo mistero
di quell’ineffabile: l’uomo che compirà quel mistero, quando esce dal corpo,
non soltanto erediterà il regno del mistero, ma se avrà portato a compimento
quel mistero e l’avrà compiuto in tutte le sue figure cioè se avrà eseguito e
compiuto bene quel mistero, se avrà invocato quel mistero su di un uomo che
esce dal corpo e che conobbe quel mistero, sia che abbia egli indugiato sia che
non abbia indugiato, costui si trova (sotto la minaccia) dei terribili tormenti
degli arconti, dei loro terribili giudizi, e dei loro fuochi spaventosi; in
verità vi dico: allorché per lui sarà invocato questo mistero, quando l’uomo
sarà uscito dal corpo, essi subito si affretteranno a trasportarlo in alto, se
lo trasmetteranno l’un l’altro fino a trasportarlo davanti alla vergine luce;
la vergine luce lo segnerà con un sigillo superiore, cioè questo...(vedi nota
precedente, N.d.T.) e ogni mese lo immetterà nel corpo giusto il quale troverà
la vera divinità e il mistero superiore, sicché erediterà il regno della luce.
Questo è il dono del terzo mistero dell’ineffabile. Or
dunque chiunque riceverà dai cinque misteri dell’ineffabile, quando esce dal
corpo, erediterà fino al luogo di quel mistero. Il regno di quei cinque misteri
è superiore al regno dei dodici misteri del primo mistero, e questo è superiore
a tutti i misteri che sono sotto di esso. Ma, nel loro regno, quei cinque
misteri dell’ineffabile sono uguali, però non sono uguali ai tre misteri
dell’ineffabile. Chiunque, invece, riceve dai tre misteri dell’ineffabile,
quando esce dal corpo, erediterà fino al regno di quel mistero. Nel regno,
ognuno di quei tre misteri è uguale all’altro; nel regno, essi sono superiori e
più elevati dei cinque misteri dell’ineffabile, ma non eguagliano l’unico
mistero dell’ineffabile. Chiunque, invece, riceve l’unico mistero
dell’ineffabile erediterà il luogo dell’intero regno: già altra volta vi parlai
di tutta la sua gloria.
Chiunque riceverà il mistero (che è) nello spazio del tutto,
dell’ineffabile, e tutti gli altri misteri riuniti nelle membra dell’ineffabile
- delle quali non vi ho ancora parlato come pure della loro estensione, del
modo in cui sono disposte, del tipo di ognuna, del come egli sia, del motivo
per cui è detto «l’ineffabile» o del motivo per cui egli è esteso con tutte le
sue membra, di quante siano le sue membra e quali siano tutte le sue
disposizioni: di questo ora non vi parlerò, ma sulle quali vi intratterrò
allorquando sarò in procinto di esporvi l’estensione del tutto, cioè quando vi
dirò le sue estensioni e la sua descrizione, come egli sia, l’ordine e
l’armonia di tutte le sue membra appartenenti alla disposizione dell’unico, del
Dio vero e inavvicinabile -, dunque, fino al luogo in cui ognuno riceverà
misteri nello spazio dell’ineffabile, fino a quel luogo egli erediterà.
Quelli dell’intero luogo dello spazio dell’ineffabile in
nessun luogo danno risposte, o difese o segni segreti, giacché non hanno segni
segreti e non hanno ricevitori, ma attraversano tutti i luoghi fino a che
arrivano a quel luogo del regno del quale ricevettero il mistero. Così pure
anche coloro che riceveranno misteri nel secondo spazio, non hanno risposte o
difese, giacché in quel modo essi non hanno segni segreti, essendo lo spazio
del primo mistero del primo mistero.
Quelli del terzo spazio esterno, cioè del terzo spazio dal
di fuori: in quello spazio, ogni luogo ha i suoi ricevitori, le sue risposte,
le sue difese, i suoi segni segreti; di essi vi parlerò quando vi esporrò quel
mistero, cioè, quando vi parlerò della distribuzione del tutto. Tuttavia quando
giungerà il dissolvimento del tutto, quando cioè sarà completo il numero delle
anime perfette, e sarà completo il mistero a motivo del quale è sorto il tutto,
trascorrerò mille anni, in conformità degli anni della luce, come re di tutte
le emanazioni della luce e di tutto il numero delle anime perfette, che
ricevettero tutti i misteri.
Cap. 99
Allorché Gesù terminò
di dire queste parole ai suoi discepoli, si fece avanti Maria Maddalena e gli
domandò: - Mio Signore, un anno della luce a quanti anni del mondo corrisponde?
Gesù rispose a Maria: - Un giorno della luce corrisponde a
mille anni del mondo, sicché trecentosessantacinquemila anni del mondo
corrispondono a un unico anno della luce. Io, dunque, trascorrerò mille anni
della luce come re in mezzo all’ultimo assistente, come re di tutte le
emanazioni della luce e dell’intero numero delle anime perfette, che
ricevettero i misteri della luce. Voi, miei discepoli, e ognuno che riceverà il
mistero dell’ineffabile, sarete con me, alla mia destra e alla mia sinistra,
essendo voi re con me nel mio regno. Coloro che riceveranno i tre misteri di
quell’ineffabile saranno re con voi nel regno della luce, ma non saranno uguali
a voi e a coloro che riceveranno il mistero dell’ineffabile: benché siano re,
resteranno dietro di voi. Coloro che riceveranno i cinque misteri
dell’ineffabile, benché siano re, resteranno dietro quelli dei tre misteri.
Coloro che riceveranno il dodicesimo mistero del primo mistero, resteranno
ancora dietro di quelli dei cinque misteri dell’ineffabile, pur essendo re in
conformità dell’ordine di ognuno. Tutti coloro che riceveranno misteri in ogni
luogo dello spazio dell’ineffabile, saranno essi pure re, ma resteranno dietro
di quelli che hanno ricevuto il mistero del primo mistero, distribuiti in
conformità della gloria di ognuno: in modo che coloro che ricevettero i misteri
superiori resteranno nei luoghi superiori, e coloro che ricevettero i misteri
inferiori resteranno nei luoghi inferiori, pur essendo re nella luce del mio
regno. Soltanto questi sono l’eredità del regno del primo spazio
dell’ineffabile.
Coloro poi che riceveranno tutti i misteri del secondo
spazio, cioè dello spazio del primo mistero, rimarranno ugualmente nella luce
del mio regno distribuiti in conformità della gloria di ognuno: ciascuno si
troverà in quel mistero fino al quale ha ricevuto; quelli che ricevono i
misteri superiori, resteranno nei luoghi superiori; e quelli che ricevono i
misteri inferiori resteranno nei luoghi inferiori, nella luce del mio regno.
Questa è l’eredità del secondo re, per coloro che ricevono il mistero del secondo
spazio del primo mistero. Coloro che ricevono i misteri del terzo spazio, cioè
del primo spazio esterno, resteranno dietro il secondo re, distribuiti nella
luce del mio regno in conformità della gloria di ognuno; ciascuno resterà in
quel luogo fino al quale ha ricevuto misteri: quelli che ricevono i misteri
superiori resteranno nei luoghi superiori; e quelli che ricevono i misteri
inferiori, resteranno nei luoghi inferiori.
Queste sono le tre eredità del regno della luce. I misteri
di queste tre eredità della luce sono molto numerosi: li troverete nei due
grandi libri di Jeu. Ma io vi darò e vi parlerò dei grandi misteri di ogni
eredità: questi sono più alti di ogni luogo, cioè sono i capi di ogni luogo e
di ogni ordine, ed essi guideranno l’intero genere umano nei luoghi superiori
in conformità dello spazio dell’eredità. Voi, dunque, non avete bisogno dei
restanti misteri inferiori, tuttavia li troverete nei due libri di Jeu, scritti
da Enoc, allorché io parlai con lui nel paradiso di Adamo, dall’albero della
conoscenza e dall’albero della vita. Or dunque, quando vi avrò esposto l’intera
distribuzione, io allora vi darò e vi parlerò dei grandi misteri delle tre
eredità del mio regno, cioè dei capi dei misteri che vi darò e dei quali vi
parlerò con tutte le loro figure con tutti i loro tipi con tutte le loro cifre
e con i sigilli dell’ultimo spazio, cioè del primo spazio esterno. Vi parlerò
delle risposte, delle difese, e dei segni segreti di quello spazio. Invece, il
secondo spazio interno non possiede risposte, né difese, né segni segreti, né
cifre, né sigilli, possiede soltanto tipi e figure.
Cap. 100
Quando il salvatore ebbe finito di dire tutto questo ai suoi
discepoli, si fece avanti Andrea, e disse: - Mio Signore, non ti irritare verso
di me! Compatiscimi, e manifestami il mistero della parola intorno alla quale
ti interrogherò: infatti, mi è difficile e non l’ho afferrata. Il salvatore gli
rispose: - Domanda quello che vuoi, e io te lo manifesterò faccia a faccia,
senza parabole. Andrea replicò: - Mio Signore, sono molto stupito e
meravigliato su come gli uomini che sono nel mondo e nel corpo di questa
materia, allorché escono da questo mondo, possano attraversare questi
firmamenti, tutti questi arconti, tutti i signori, tutti gli dei, tutti questi
grandi invisibili, tutti quelli del luogo di mezzo, quelli dell’intero luogo
della destra, tutti i grandi delle emanazioni della luce, e introdursi tra
tutti costoro ed ereditare il regno della luce. Questa cosa, mio Signore, per
me è difficile.
Allorché Andrea finì
di parlare, lo spirito del salvatore si agitò, ed egli esclamò: - Fino a quando
ti devo sopportare? Fino a quando mi debbo intrattenere con te? Tuttora non hai
compreso e sei ignorante? Non sai, dunque, e non capisci che voi, tutti gli
angeli, tutti gli arcangeli, gli dei, i signori, tutti gli arconti, tutti i
grandi invisibili, tutti quelli (del luogo) di mezzo, quelli dell’intero luogo
della destra, tutti i grandi delle emanazioni della luce e tutta la loro
gloria, (non capite) che tutti voi insieme provenite da un’unica e identica
pasta, che tutti voi provenite dalla stessa miscela? Dietro un comando del
primo mistero, la miscela fu posta sotto costrizione fino a tanto che si
purificassero tutti i grandi delle emanazioni della luce e tutta la loro
gloria, fino a tanto che si purificassero dalla miscela; non si sono purificati
sotto la costrizione in conformità della disposizione dell’unico,
dell’ineffabile.
Essi non hanno sofferto, non si sono cambiati nei luoghi,
non si sono affaticati, non si sono travasati in corpi diversi, non hanno
subito tormenti di qualsiasi genere. Voi, invece, siete soprattutto il resto
del tesoro, siete il resto del luogo di quelli della destra, siete il resto del
luogo di quelli del mezzo, siete il resto di tutti gli invisibili e di tutti
gli arconti, in una parola, voi siete il resto di tutti costoro. Voi avete
passato grandi sofferenze e grandi tormenti durante i travasi in diversi corpi
del mondo. E dopo tutte queste sofferenze, voi stessi avete rivaleggiato e
combattuto rinunciando a tutto il mondo e alla materia che è in esso, non avete
desistito dalla ricerca fino a tanto che avete trovato tutti i misteri del
regno della luce che vi hanno purificato, vi hanno resi luce genuina, molto
purificata, e siete divenuti luce genuina. Perciò vi dissi, una volta: «Cercate
e troverete!». A voi, dunque, dissi:
Cercate i misteri della luce i quali purificano il corpo
della materia e lo rendono luce genuina, molto purificata. In verità vi dico: a
motivo del genere umano, il quale è materiale, io mi sono affaticato e ho
portato agli uomini tutti i misteri della luce per purificarli essendo essi il
resto dell’intera materia della loro materia; se non avessi portato a loro i
misteri purificanti, dell’intero genere umano non si sarebbe salvata anima
alcuna, ed essi non avrebbero potuto ereditare il regno della luce. Infatti, le
emanazioni della luce, essendo pure, non hanno bisogno dei misteri; ne ha,
invece, bisogno il genere umano poiché gli uomini sono tutti resti materiali.
Perciò, una volta, vi dissi: «I sani non hanno bisogno del medico, bensì i
malati», cioè quelli della luce, essendo luci pure, non hanno bisogno dei
misteri; ne ha invece bisogno il genere umano, poiché gli uomini sono resti
ilici.
Or dunque, annunziate all’intero genere umano: giorno e
notte non desistete dal cercare fino a tanto che troviate i misteri
purificanti! Dite al genere umano: rinunziate a tutto il mondo e a tutta la
materia che è in esso. Infatti, colui che, nel mondo, compra e vende, colui che
mangia e beve della sua materia, colui che vive in tutte le sue sollecitazioni
e in tutti i suoi rapporti, alla sua restante materia costui aggiunge ancora
altre materie; giacché tutto questo mondo, tutto ciò che si trova in esso, tutti
i suoi rapporti, sono resti materiali, e ognuno sarà interrogato a proposito
della propria purezza. Perciò, una volta, vi dissi: «rinunziate a tutto il
mondo e a tutta la sua materia, per non assommare altra materia alla restante
vostra materia».
Perciò annunziate a tutto il genere umano: «rinunziate al
mondo intero e a tutti i suoi rapporti, per non assommare altra materia alla
restante materia che è in voi». Dite loro: «giorno e notte non desistete dal
cercare, non arrestatevi fino a tanto che abbiate trovato i misteri
purificanti, i quali vi purificheranno e vi renderanno luce pura: così potrete
andare in alto ed erediterete la luce del mio regno». Or dunque, Andrea e tutti
i tuoi fratelli, tuoi condiscepoli: è per merito delle vostre rinunzie e di
tutte le sofferenze sopportate in ogni luogo, delle vostre trasformazioni in
ogni luogo e dei travasi in diversi corpi, dei vostri tormenti, che dopo tutto
ciò avete ricevuto i misteri purificanti e siete diventati luce pura, molto
purificata.
È per questo che ora andrete in alto, penetrerete in tutti i
luoghi di tutte le grandi emanazioni, e sarete re nel regno eterno della luce.
Ma quando uscirete dal corpo e andrete in alto, quando arriverete nel luogo
degli arconti, davanti a voi proveranno vergogna tutti gli arconti perché siete
il resto della loro materia e siete diventati una luce più pura di tutti loro.
E quando voi arriverete nel luogo del grande invisibile, nel luogo di quelli
del mezzo e di quelli della destra, nei luoghi delle grandi emanazioni della
luce, sarete onorati da tutti costoro poiché siete il resto della loro materia
e siete divenuti luce purificata come tutti loro: tutti i luoghi innalzeranno
un inno davanti a voi, fino al vostro arrivo nel luogo del regno. Questa è la
risposta alle parole che mi avete rivolto. E ora, Andrea, ti trovi ancora
nell’infedeltà e nell’ignoranza?
Dopo che il salvatore parlò così, Andrea - e non lui solo,
ma tutti i discepoli - capirono chiaramente che avrebbero ereditato il regno
della luce. Si gettarono, tutti insieme, ai piedi di Gesù, gridarono, piansero,
e supplicarono il salvatore, dicendo: - Signore, perdona al nostro fratello il
peccato d’ignoranza. Il salvatore rispose: - Perdono e perdonerò! Per questo mi
ha mandato il primo mistero affinché io perdoni i peccati di ognuno.
LA CONCLUSIONE DELL’ALTRO LIBRO
Cap. 101
... e coloro che sono
degni dei misteri dimoranti nell’ineffabile, sono quelli che non sono usciti;
costoro esistono prima del primo mistero e - facendo un confronto e un paragone
della parola affinché possiate comprendere - sono le membra dell’ineffabile.
Ognuno esiste in conformità dell’onore della sua gloria: il capo in conformità
dell’onore del capo, l’occhio in conformità dell’onore degli occhi, le orecchie
in conformità dell’onore delle orecchie, e così le altre membra, di modo che la
cosa è manifesta: vi è una quantità di membra, ma un unico corpo. Dissi questo
a mo’ d’esempio, di confronto, di paragone, non nella forma vera, né ho
manifestato la parola nella verità, bensì il mistero dell’ineffabile. Per tutte
le membra che sono in esso - secondo la parola di cui mi sono servito nel
confronto -, per quelle, cioè, che dimorano nel mistero dell’ineffabile, per
quelle che dimorano in esso, e anche per i tre spazi dopo di quelle, in
conformità dei misteri, per tutte queste io sono, in assoluta verità, il loro
tesoro, all’infuori del quale non c’è alcun altro tesoro, (sono il tesoro) che
nel mondo non ha uguali; tuttavia ci sono ancora parole, misteri, e luoghi.
Ora, beato è colui che ha trovato le parole dei misteri del
primo spazio esterno; un dio è colui che ha trovato queste parole dei misteri
del secondo spazio, che è in mezzo; un salvatore e un incontenibile è colui che
ha trovato le parole dei misteri del terzo spazio interno; costui è eccellente
più di tutti, è uguale a quelli che si trovano nel terzo spazio: avendo egli
ricevuto il mistero nel quale essi si trovano e nel quale stanno, è uguale a
essi. Ma colui che ha trovato le parole dei misteri che vi ho descritto, con un
paragone, come membra dell’ineffabile, in verità vi dico: quest’uomo, che con
divina verità ha trovato le parole di quei misteri, è veramente il primo e
uguale a lui (all’ineffabile), perché per mezzo di quelle parole e di quei
misteri, anche il tutto sorse per opera di quel primo. Infatti, la gnosi della
conoscenza dell’ineffabile è quella nella quale oggi ho parlato con voi
PISTIS SOPHIA Terzo Libro
Cap. 102
Gesù proseguì il
discorso dicendo ai suoi discepoli: - Quando sarò andato alla luce, annunziate
a tutto il mondo, dite loro (agli abitanti): giorno e notte non desistete dal
cercare, non arrestatevi, fino a tanto che abbiate trovato i misteri del regno
della luce che vi purificheranno, vi renderanno luce pura, e vi guideranno al
regno della luce. Dite loro: rinunziate a tutto il mondo, a tutta la materia
che è in esso, a tutte le sue sollecitazioni, a tutti i suoi peccati, in una
parola, a tutti i rapporti con esso, affinché siate degni dei misteri della
luce, e possiate sfuggire a tutti i castighi che si trovano nei giudizi. Dite
loro: rinunziate a mormorare, affinché siate degni dei misteri della luce e
possiate sfuggire al fuoco dall’aspetto di cane. Dite loro: rinunziate
all’ascoltazione, affinché siate degni dei misteri della luce e possiate
sfuggire ai giudizi dall’aspetto di cane. Dite loro: rinunziate a fomentare
disordini, affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire ai
castighi di Ariel. Dite loro: rinunziate alla calunnia, affinché siate degni
dei misteri della luce e possiate sfuggire alle correnti di fuoco dall’aspetto
di cane. Dite loro: rinunziate alle false testimonianze, affinché siate degni
dei misteri della luce, affinché possiate scampare e sfuggire alle correnti di
fuoco dall’aspetto di cane.
Dite loro: rinunziate all’orgoglio e alla millanteria,
affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire alle voragini
di fuoco di Ariel. Dite loro: rinunziate all’amor proprio, affinché siate degni
dei misteri della luce e possiate sfuggire ai giudizi dell’Amenti. Dite loro:
rinunziate alla loquacità, affinché siate degni dei misteri della luce e
possiate sfuggire ai fuochi dell’Amenti. Dite loro: rinunziate alla malignità,
affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire ai castighi
dell’Amenti. Dite loro: rinunziate alla cupidigia, affinché siate degni dei
misteri della luce e possiate sfuggire alle correnti di fuoco dall’aspetto di
cane. Dite loro: rinunziate all’amore del mondo, affinché siate degni dei
misteri della luce e possiate sfuggire agli abiti di pece e di fuoco
dall’aspetto di cane.
Dite loro: rinunziate al latrocinio, affinché siate degni
dei misteri e possiate sfuggire alle correnti di fuoco di Ariel. Dite loro:
rinunziate ai cattivi discorsi, affinché siate degni dei misteri della luce e
possiate sfuggire ai castighi delle correnti di fuoco. Dite loro: rinunziate
alla cattiveria, affinché siate degni dei misteri della luce e possiate
sfuggire ai mari di fuoco di Ariel. Dite loro: rinunziate alla crudeltà,
affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire ai giudizi dall’aspetto
di draghi. Dite loro: rinunziate all’ira, affinché siate degni dei misteri
della luce e possiate sfuggire alle correnti di fuoco dall’aspetto di draghi.
Dite loro: rinunziate alla maledizione, affinché siate degni dei misteri della
luce e possiate sfuggire ai mari di fuoco dall’aspetto di draghi.
Dite loro: rinunziate
al furto, affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire ai
mari gorgoglianti dall’aspetto di draghi. Dite loro: rinunziate alla rapina,
affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire a Yaldabaoth.
Dite loro: rinunziate alla maldicenza, affinché siate degni dei misteri della
luce e possiate sfuggire ai fiumi di fuoco dall’aspetto di leoni. Dite loro:
rinunziate alla guerra e alla contesa, affinché siate degni dei misteri della
luce e possiate sfuggire ai fiumi ardenti di Yaldabaoth. Dite loro: rinunziate
all’ignoranza, affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire
ai ministri di Yaldabaoth e ai mari di fuoco. Dite loro: rinunziate alla
malignità, affinché siate degni dei misteri della luce e possiate sfuggire a
tutti i demoni di Yaldabaoth e a tutti i suoi castighi.
Dite loro: rinunziate all’insensatezza, affinché siate degni
dei misteri della luce, e possiate sfuggire agli ardenti mari di pece di
Yaldabaoth. Dite loro: rinunziate all’adulterio, affinché siate degni dei
misteri del regno della luce, e possiate sfuggire ai mari di zolfo e di pece
dall’aspetto di leone. Dite loro: rinunziate all’assassinio, affinché siate
degni dei misteri della luce e possiate sfuggire all’arconte dall’aspetto di
coccodrillo - costui, che si trova nel freddo, è la prima creatura delle tenebre
esteriori. Dite loro: rinunziate alla crudeltà e all’empietà, affinché siate
degni dei misteri della luce, e possiate sfuggire agli arconti delle tenebre
esteriori. Dite loro: rinunziate all’ateismo, affinché siate degni dei misteri
della luce e possiate sfuggire al gemito e allo stridore di denti. Dite loro:
rinunziate alla magia, affinché siate degni del mistero della luce, e possiate
sfuggire al grande freddo e alla grandine delle tenebre esteriori. Dite loro:
rinunziate alla bestemmia, affinché siate degni dei misteri della luce, e
possiate sfuggire al drago delle tenebre esteriori.
Dite loro: rinunziate alle false dottrine, affinché siate
degni dei misteri della luce, e possiate sfuggire ai castighi del grande drago
delle tenebre esteriori. Dite a coloro che insegnano dottrine false e a
chiunque è da loro ammaestrato: guai a voi! Poiché se non fate penitenza e se
non abbandonate il vostro errore, perverrete ai castighi del grande drago e
delle tenebre esteriori, castighi molto terribili, non sarete mai più immessi
nel mondo, ma sarete totalmente privi di esistenza fino alla fine. Dite a
coloro che abbandoneranno la vera dottrina del primo mistero: guai a voi!
Poiché il vostro castigo è terribile più di quello di tutti gli altri uomini;
resterete nel freddo intenso, nel ghiaccio e nella grandine in mezzo al drago e
alle tenebre esteriori, e da quel momento nessuno vi immetterà nel mondo, ma
sarete annientati in quel luogo: nella dissoluzione del tutto, sarete consumati
e resterete per sempre privi di esistenza. Dite piuttosto agli uomini del
mondo: siate tranquilli, affinché possiate ricevere i misteri della luce e
andare in alto nel regno della luce.
Dite loro: siate
amanti degli uomini, affinché siate degni dei misteri della luce e possiate
andare in alto nel regno della luce. Dite loro: siate miti, affinché possiate
ricevere i misteri della luce e andare in alto nel regno della luce. Dite loro:
siate pacifici, affinché possiate ricevere i misteri della luce e andare in
alto nel regno della luce. Dite loro: siate misericordiosi, affinché possiate
ricevere i misteri della luce e andare in alto nel regno del cielo. Dite loro:
date elemosine, affinché possiate ricevere i misteri della luce e andare in
alto nel regno della luce. Dite loro: assistete i poveri, i malati, gli
oppressi, affinché possiate ricevere i misteri della luce e andare in alto nel
regno della luce. Dite loro: siate amanti di Dio, affinché possiate ricevere i
misteri del regno e andare in alto nel regno della luce. Dite loro: siate
giusti, affinché possiate ricevere i misteri della luce e andare in alto nel
regno della luce. Dite loro: siate buoni, affinché possiate ricevere i misteri
della luce e andare in alto nel regno della luce.
Dite loro: rinunziate a tutto, affinché possiate ricevere i
misteri della luce e andare in alto nel regno della luce. Questi sono tutti i
confini della via per coloro che sono degni dei misteri della luce. A costoro,
dunque, che hanno compiuto queste rinunce, date i misteri della luce e non
nascondeteli a loro in modo assoluto, anche se sono peccatori e sono incorsi in
tutti i peccati e in tutti i misfatti, dei quali vi ho parlato, affinché si
convertano, facciano penitenza e siano nella sottomissione della quale vi
parlo: date loro i misteri della luce, non nascondeteli loro in modo assoluto,
poiché è a motivo della peccaminosità che ho portato nel mondo i misteri, per
perdonare tutti i loro peccati commessi fin dall’inizio. Perciò, una volta, vi
dissi: «Non sono venuto per chiamare i giusti». Or dunque ho portato i misteri
affinché siano perdonati i peccati di ognuno ed essi (gli uomini) siano accolti
nel regno della luce. I misteri, infatti, sono il dono del primo mistero per
cancellare i peccati ed i misfatti di tutti i peccatori.
Cap. 103
Allorché Gesù ebbe finito di rivolgere queste parole ai suoi
discepoli, si fece avanti Maria e disse al salvatore: - Mio Signore, un uomo
giusto, perfetto in ogni giustizia, privo di qualsiasi peccato, verrà messo
alla prova con castighi e giudizi, oppure no? Quest’uomo verrà trasferito nel
regno del cielo, oppure no? Il salvatore rispose a Maria: - (Per) un uomo
giusto, perfetto in ogni giustizia che non ha mai commesso peccato, e mai ha
ricevuto alcuno dei misteri della luce, allorché giunge il tempo nel quale egli
esce dal corpo vengono subito i ricevitori di uno dei grandi dotati di triplice
potenza - uno di costoro è più grande - strappano l’anima di quell’uomo dalle
mani dei ricevitori erinnici e trascorrono tre giorni girando con essa tutte le
creature del mondo; dopo i tre giorni la conducono giù nel caos per portarla in
tutti i castighi dei giudizi, e per sottoporla a tutti i giudizi. I fuochi del
caos non la molestano molto, ma solo parzialmente, per breve tempo. Molto
presto hanno pietà di lei: la traggono fuori dal caos e la conducono sulla via
di mezzo attraverso tutti quegli arconti i quali non la castigano con i loro
duri giudizi, sebbene il fuoco dei loro luoghi la molesti parzialmente.
Quando essa sarà portata nel luogo del crudele Yachthanabas,
certo, non la potrà punire con i suoi maligni giudizi, ma la tratterà per breve
tempo mentre il fuoco dei suoi castighi la molesta parzialmente; presto,
tuttavia, hanno pietà di lei e la conducono in alto, fuori dai loro luoghi; non
la portano tra gli eoni affinché gli arconti degli eoni, fraudolentemente, non
la portino via; la portano, invece, sulla via della luce del sole e davanti
alla vergine luce. Questa l’esamina, vede che è pura da peccati, ma non
permette che sia portata dalla luce, dato che non ha in se stessa il segno del
regno del mistero: la segna con un segno superiore e la fa gettare in basso nel
corpo, negli eoni della virtù; questo corpo sarà buono, troverà i segni dei
misteri della luce, ed erediterà eternamente il regno della luce. Tuttavia se
questo pecca una, due, o tre volte, sarà rinviato indietro nel mondo, secondo
il genere di peccati commessi: di questo genere vi parlerò dopo che vi avrò
parlato della distribuzione del tutto.
Ma in verità in verità vi dico: anche se un uomo è giusto e
non ha commesso assolutamente alcun peccato, è impossibile che sia portato nel
regno della luce: egli, infatti, non ha in se stesso il segno del regno dei
misteri. In una parola, è impossibile condurre anime alla luce, se non hanno i
misteri del regno della luce.
Cap. 104
Quando Gesù ebbe
finito di rivolgere queste parole ai suoi discepoli, si fece avanti Giovanni e
disse: - Posto che un uomo peccatore e trasgressore, un uomo completo in ogni
misfatto, si allontani da tutto ciò e rinunzi a tutto il mondo e a tutta la
materia che in esso si trova per amore del regno del cielo; noi, fin
dall’inizio, gli diamo i misteri della luce, quelli del primo spazio esterno.
Ma se, ricevuti i misteri, dopo un breve periodo si volta
indietro e trasgredisce; e se ancora ritorna, si allontana da tutti i peccati,
si converte, rinunzia a tutto il mondo e a tutta la materia che in esso si
trova, sicché viene ancora a trovarsi in uno stato di grande penitenza e noi,
conoscendo che egli in tutta verità anela verso Dio, gli diamo il secondo
mistero del primo spazio esterno. Similmente, se egli di nuovo si allontana e
trasgredisce tanto da trovarsi ancora nei peccati del mondo, se ritorna
nuovamente, si allontana dai peccati del mondo, rinunzia a tutto il mondo e a
tutta la materia che in esso si trova sicché viene a trovarsi in uno stato di
grande penitenza e noi, sapendo con certezza che egli non finge, ci volgiamo a
lui e gli diamo i misteri dell’inizio, quelli che si trovano nel primo spazio
esterno. Similmente, se di nuovo si allontana, pecca, e viene a trovarsi in
ogni genere (di peccati): vuoi tu che noi gli perdoniamo fino a sette volte, e
gli diamo i misteri che si trovano nel primo spazio esterno fino a sette volte?
Il salvatore rispose a Giovanni: - Non perdonategli soltanto fino a sette
volte! In verità vi dico: Perdonategli fino a molte volte sette, e ogni volta
dategli i misteri dall’inizio, quelli che si trovano nel primo spazio esterno;
forse potrete guadagnare l’anima di quel fratello, ed egli erediterà il regno
della luce.
Perciò allorché una volta mi interrogaste dicendo: «Se il
nostro fratello pecca contro di noi, vuoi tu che gli perdoniamo fino a sette
volte?» io vi risposi con una parabola, dicendo: «Non solo fino a sette volte,
ma fino a settanta volte sette». Dunque, perdonatelo tante volte e dategli ogni
volta i misteri che sono nel primo spazio esterno: forse, potrete guadagnare
l’anima di quel fratello ed egli ereditare il regno della luce. In verità in
verità vi dico: colui che darà vita e libererà anche una sola anima, costui -
oltre all’onore che possiede nel regno della luce - riceverà pure un altro
onore per l’anima da lui liberata; sicché colui che libererà molte anime -
oltre all’onore che possiede nel regno della luce - riceverà molti altri onori
per le anime che ha liberato.
Cap. 105
Appena il salvatore
disse questo, gli si precipitò davanti Giovanni, dicendo: - Mio Signore,
sopportami, se ti interrogo! D’ora in poi, infatti, desidero interrogarti in
merito al modo con cui dobbiamo predicare all’umanità. Se io do a quel mio
fratello un mistero dei misteri dell’inizio che si trovano nel primo spazio
esterno e se gli do ancora molti misteri, ma egli non si comporta in modo degno
del regno del cielo, vuoi tu che lo introduciamo nei misteri del secondo
spazio? Forse conquisteremo l’anima di quel fratello, il quale si convertirà,
farà penitenza ed erediterà il regno della luce. Vuoi tu che lo introduciamo
nei misteri del secondo spazio, oppure no? Il salvatore replicò, e disse a
Giovanni: - Se è un fratello che non finge, ma anela veramente a Dio, se voi
gli avete dato più volte i misteri dell’inizio ed egli, costretto dagli
elementi del destino, non si comporta in modo degno dei misteri del regno della
luce: perdonatelo, introducetelo e dategli il primo mistero che si trova nel
secondo spazio; forse, conquisterete l’anima di quel fratello. Se egli non si è
comportato in modo degno dei misteri della luce, se ha compiuto trasgressioni e
peccati di ogni genere, ma poi ritorna, prova grande penitenza, rinunzia a
tutto il mondo, e desiste dai peccati del mondo; se sapete con certezza che
egli non finge, ma anela veramente a Dio: volgetevi nuovamente a lui,
perdonatelo, introducetelo e dategli il secondo mistero che si trova nel
secondo spazio del primo mistero; forse conquisterete l’anima di quel fratello,
ed egli erediterà il regno della luce.
Se, nuovamente, non
si è comportato in modo degno dei misteri, ma ha compiuto trasgressioni e
peccati di ogni genere, ma poi ritorna ancora, prova grande penitenza, rinunzia
a tutto il mondo e a tutta la sua materia, e desiste dai peccati del mondo; se
sapete con certezza che egli non finge, ma anela veramente a Dio, volgetevi di
nuovo a lui: perdonatelo, accogliete la sua penitenza, giacché il primo mistero
è compassionevole e misericordioso; introducete quell’uomo, dategli l’uno dopo
l’altro i tre misteri che si trovano nel secondo spazio del primo mistero. Se
quell’uomo commette trasgressioni e ogni genere di peccati, da questo momento
non dovete più perdonargli, né accogliere la sua penitenza: sia per voi come
uno scandalo e un trasgressore. In verità in verità vi dico: quei tre misteri
gli saranno testimonianze per la sua ultima penitenza, e da questo momento non
proverà più pentimento. In verità vi dico: da questo momento l’anima di
quell’uomo non sarà più portata indietro verso il mondo superiore, ma resterà
nelle dimore del drago delle tenebre esteriori. È a proposito delle anime di
simili uomini che, una volta, vi parlai con una parabola, dicendo: «Se tuo
fratello pecca contro di te, convincilo tra te e lui da soli: se ti ascolta,
conquisti tuo fratello; ma se non ti ascolta, prendi con te anche un altro. Se
quello non ascolta né te né l’altro, conducilo alla chiesa: se non ascolta gli
altri, consideralo come un trasgressore e uno scandalo», cioè se non è capace
del primo mistero, dategli il secondo; se non è capace del secondo, dategli i
tre (misteri) uniti insieme - questi sono la chiesa -; se non è capace del
terzo mistero, consideratelo come uno scandalo e un trasgressore.
La parola che una volta vi dissi: «Affinché ogni parola sia
salda per mezzo di due o tre testimoni», significa: quei tre testimoni
deporranno per il suo ultimo pentimento. In verità vi dico: se quell’uomo prova
pentimento, nessun mistero gli può perdonare i suoi peccati, né si può
accettare il suo pentimento né può assolutamente venire ascoltato da qualsiasi
mistero eccetto che dal primo mistero del primo mistero e dal mistero
dell’ineffabile: soltanto questi accoglieranno la penitenza di quell’uomo e perdoneranno
i suoi peccati, giacché quei misteri sono compassionevoli e misericordiosi, e
perdonano in ogni tempo.
Cap. 106
Allorché il salvatore terminò di dire queste cose, si fece
nuovamente avanti Giovanni, dicendo al salvatore: - Mio Signore, posto che un
fratello molto peccatore rinunzi a tutto il mondo, a tutta la sua materia, a
tutti i suoi peccati e a tutte le sue preoccupazioni, e noi, dopo averlo
esaminato, sappiamo che egli non è astuto né ipocrita, ma con rettitudine e
verità anela a Dio, sappiamo che è diventato degno dei misteri del secondo o
del terzo spazio: vuoi tu, in una parola, che gli diamo misteri del secondo o
del terzo spazio, prima che abbia ricevuto misteri delle eredità della luce?
Vuoi che glieli diamo, oppure no? Il salvatore rispose a Giovanni tra i
discepoli: - Se sapete con certezza che quell’uomo ha rinunziato a tutto il
mondo, a tutte le sue preoccupazioni, a tutti i suoi rapporti, e a tutti i suoi
peccati; se sapete in verità che egli non gioca d’astuzia, che non gioca
d’ipocrisia, che non è curioso di conoscere come son fatti i misteri, bensì
anela veramente a Dio: a un tale uomo non nascondeteli! Dategli misteri del
secondo e del terzo spazio; voi stessi esaminate di quale mistero sia degno, e
dategli quel mistero di cui è degno, e non nascondeteglielo: altrimenti, se voi
glielo nascondete, sarete colpevoli di una grave condanna.
Se voi gli date una volta del secondo o del terzo spazio ed
egli ritorna di nuovo a peccare: dovete proseguire ancora fino alla seconda e
alla terza volta. Se egli continua a peccare, non dovete proseguire, poiché
quei tre misteri gli saranno testimoni della sua ultima penitenza. In verità vi
dico: chi darà di nuovo a quell’uomo misteri dal secondo o dal terzo spazio, è
colpevole di una grave condanna; per voi, invece, deve essere come un
trasgressore e uno scandalo. In verità vi dico: da questo momento, l’anima di
quell’uomo non sarà più portata indietro; la sua abitazione sarà nella gola del
drago delle tenebre esteriori, nel luogo del gemito e dello stridore di denti;
e nella dissoluzione del mondo, la sua anima sarà annientata, sarà consunta da
gelo intenso, da fuoco violento e sarà eternamente priva di esistenza.
Ma se egli ancora una
volta si converte e rinunzia a tutto il mondo, a tutte le sue preoccupazioni, e
a tutti i suoi peccati e si trova in una (nuova) grande maniera di vivere e in
una grande penitenza, nessun mistero può accogliere la sua penitenza né può
esaudirlo per averne misericordia e accogliere la sua penitenza e perdonare i
suoi peccati, eccetto il mistero del primo mistero e il mistero
dell’ineffabile: soltanto questi accoglieranno la penitenza di quell’uomo e
perdoneranno i suoi peccati, giacché quei misteri sono compassionevoli e
misericordiosi e perdonano i peccati in ogni tempo.
Cap. 107
Appena il salvatore disse questo, Giovanni proseguì di
nuovo, dicendo: - Mio Signore, sopportami, se ti interrogo, e non ti irritare
con me. Domando, infatti, ogni cosa con chiarezza e sicurezza per sapere come
dovremo predicare agli uomini del mondo. Il salvatore rispose a Giovanni: -
Domanda qualsiasi cosa. Quanto domanderai, te lo manifesterò faccia a faccia,
apertamente, senza parabole, con sicurezza. Giovanni proseguì: - Se andiamo a
predicare e giungiamo in una città o in un villaggio e gli uomini di quella
città ci vengono incontro con grande astuzia e grande ipocrisia, ci accolgano,
ci conducano in casa loro, mostrando il desiderio di provare i misteri del
regno della luce; se si comportano, ipocritamente, con sottomissione, mentre
noi, credendo che anelino a Dio, diamo loro i misteri del regno della luce, ma
poi veniamo a sapere che non hanno agito in modo degno del mistero, veniamo a
sapere che si sono comportati in modo ipocrita, che sono stati scaltri verso di
noi, e che in ogni luogo hanno persino reso i misteri oggetto di scherno
mettendo a prova sia noi sia i nostri misteri: che cosa ne sarà di questo
genere (di uomini)? Il salvatore rispose a Giovanni: - Se entrate in una città
o villaggio, nella casa ove andate e siete accolti, comunicate un mistero.
Se ne sono degni, conquisterete le loro anime ed
erediteranno il regno della luce; ma se non ne sono degni, e agiscono
scaltramente verso di voi, se rendono persino i misteri oggetto di scherno
mettendo a prova sia voi sia i misteri: invocate il primo mistero del primo
mistero il quale ha misericordia di ognuno; dite: «Anche tu, mistero - da noi
comunicato a queste anime empie e inique che non hanno agito in modo degno del
tuo mistero, e ci hanno fatto oggetto di scherno -, restituisci a noi il
mistero e rendile eternamente estranee al mistero del tuo regno». Scuotete la
polvere dai vostri piedi, in testimonianza contro di essi, dicendo: «Siano le
vostre anime come la polvere di casa vostra!». In verità vi dico: in quell’ora
ritorneranno a voi i misteri da voi dati a loro, e saranno tolte tutte le
parole e tutti i misteri del luogo fino al quale ricevettero le figure. A
proposito degli uomini di tal genere vi parlai, una volta con una parabola,
dicendo: «Nella casa in cui entrerete e sarete accolti, dite: “Pace a voi!”.
Se ne sono degni, su di loro verrà la pace; ma se non ne
sono degni, la pace ritornerà a voi», cioè se quegli uomini si comportano in
modo degno dei misteri e anelano veramente a Dio, date loro i misteri del regno
della luce. Ma se sono ipocriti con voi e agiscono astutamente contro di voi -
senza che ve ne accorgiate -; se dopo che avete dato loro i misteri del regno
della luce, essi ne fanno ancora oggetto di scherno, mettendo a prova sia voi
sia i misteri: eseguite il primo mistero del primo mistero, ed esso vi
restituirà tutti i misteri che avete dato loro, e li renderà eternamente
estranei ai misteri della luce. Da questo momento, uomini del genere non
saranno più ricondotti nel mondo, bensì in verità vi dico: la loro dimora è
nella gola del drago delle tenebre esteriori. Tuttavia se in un tempo di
penitenza rinunziano a tutto il mondo, a tutta la sua materia, e a tutti i
peccati del mondo, e si trovano nella totale sottomissione ai misteri della
luce: nessun mistero li può ascoltare, né perdonare i loro peccati, eccetto lo
stesso mistero dell’ineffabile il quale ha misericordia di ognuno e perdona i
peccati di ognuno.
Cap. 108
Allorché Gesù ebbe finito di dire queste parole ai suoi
discepoli, Maria si prostrò ai piedi di Gesù e li baciò. Maria disse: - Mio
Signore, sopportami se ti interrogo, e non irritarti verso di me! Il salvatore
rispose a Maria: - Domanda ciò che desideri domandare, e te lo manifesterò
apertamente.
Maria proseguì: - Mio Signore, posto che ci sia un fratello
buono ed eccellente, ricolmato da noi con tutti i misteri della luce, e questo
fratello abbia un altro fratello o un parente o semplicemente un altro uomo
peccatore ed empio, oppure non sia peccatore ma sia uscito dal corpo, e il
cuore del buon fratello sia tormentato e triste a proposito di quello - dato
che si trova tra i giudizi e i castighi -: or dunque, mio Signore, che cosa
dobbiamo fare per sottrarlo ai castighi e ai violenti giudizi? Il salvatore
rispose e disse a Maria: - A proposito di questa parola, vi parlai già altra
volta. Ma ascoltate. Ne parlerò di nuovo affinché siate perfetti in tutti i
misteri e siate chiamati «i perfetti in ogni pienezza». Or dunque, dato che
desiderate che tutti gli uomini, sia i peccatori sia quelli che non hanno alcun
peccato, siano sottratti ai violenti giudizi e ai severi castighi, bensì siano
trasferiti in un corpo giusto il quale trovi i misteri della divinità che vada
in alto ed erediti il regno della luce, compite il terzo mistero
dell’ineffabile, e dite: «Portate l’anima di questo e di quell’uomo, che ci sta
a cuore, strappatela da tutti i castighi degli arconti, affrettatevi a condurla
davanti alla vergine luce; in ogni mese lei la segni con un sigillo superiore,
ogni mese la vergine luce la immetta in un corpo, che diventi giusto e buono,
di modo che possa andare in alto ed ereditare il regno della luce». Se
parlerete così, in verità vi dico: tutti coloro che prestano servizio in ogni
ordine dei giudizi degli arconti si affretteranno a passarsi quell’anima fino a
condurla davanti alla vergine luce; la vergine luce la sigillerà con i segni
del regno dell’ineffabile, la consegnerà ai suoi ricevitori, i ricevitori la
immetteranno in un corpo che sarà giusto e troverà i misteri della luce,
diverrà buono, e lei andrà in alto a ereditare il regno della luce. Ecco,
questo è quanto mi chiedete.
Cap. 109
Maria disse: - Or
dunque, mio Signore, tu hai portato i misteri nel mondo affinché l’uomo non
morisse a motivo della morte assegnatagli dagli arconti del destino: sia che a
uno sia stato assegnato di morire di spada, sia che gli sia stato assegnato di
morire a causa di acque, di tormenti, di torture, di maltrattamenti previsti
dalle leggi o di qualsiasi altra cattiva morte; tu, dunque, non hai portato i
misteri nel mondo affinché, per opera loro, l’uomo non morisse per opera degli
arconti del destino, bensì affinché morisse di morte improvvisa e non provasse
alcun dolore dai vari generi di morte? Molti sono, infatti, coloro che ci
perseguitano a causa tua, molti coloro che ci perseguitano a causa del tuo
nome: così quando essi ci tormentano noi possiamo pronunciare il mistero, e
subito uscire dal corpo senza provare alcun dolore. Il salvatore, rivolto a
tutti i suoi discepoli, rispose: - A proposito della parola sulla quale mi
interrogate, vi parlai già un’altra volta.
Ma ascoltate e ve ne parlerò di nuovo. Non voi soltanto, ma
ogni uomo che porterà a compimento il primo mistero del primo mistero
dell’ineffabile, chi eseguirà quel mistero e lo porterà a compimento in tutte
le sue figure in tutti i suoi tipi in tutte le sue posizioni, costui non verrà
fuori del corpo mentre l’esegue; bensì dopo che avrà portato a compimento quel
mistero, le sue figure e tutti i suoi tipi, in ogni momento in cui invocherà
quel mistero, si salverà da tutto ciò che gli è stato assegnato dagli arconti
del destino. In quell’ora egli verrà fuori dal corpo della materia degli
arconti, la sua anima diventerà un grande flusso luminoso, volerà in alto,
attraverserà tutti i luoghi degli arconti e tutti i luoghi della luce, e
giungerà fino al luogo del suo regno: in nessun luogo darà risposte né difese,
poiché essa non ha segni segreti.
Cap. 110
Dopo che Gesù disse
questo, si fece avanti Maria, si precipitò ai suoi piedi, li baciò, e disse: -
Mio Signore, ti interrogherò ancora. Manifestaci (quanto domandiamo), non
nascondercelo! Gesù rispose a Maria: - Domandate ciò che volete, e ve lo
manifesterò chiaramente, senza parabole.
Maria riprese, dicendo: - Mio Signore, non hai, dunque,
portato nel mondo i misteri a motivo della povertà e della ricchezza, a motivo
della debolezza e della forza, a motivo delle malattie e dei corpi sani in una
parola, a motivo di ogni cosa del genere? Affinché, quando andiamo in luoghi
della terra, ma questi non credono, non ascoltano le nostre parole - mentre,
tuttavia, eseguiamo in quei luoghi un mistero del genere -, essi sappiano in
tutta verità che noi predichiamo le parole del Dio del tutto?
Il salvatore rispose dicendo a Maria e ai discepoli: - Ciò
che voi mi domandate a proposito di questo mistero, sul quale mi interrogate
già ve lo diedi; ma lo voglio ripetere e dirvi la parola. Or dunque, Maria, non
tu soltanto, ma ogni uomo che porterà a compimento la risurrezione di morti
questo (mistero), che una volta vi ho dato, - (mistero) che sana i demoni,
tutti i dolori, tutte le malattie, i ciechi, i paralitici, gli storpi, i muti,
i sordi -, colui dunque che riceve un mistero e lo porterà a compimento,
qualsiasi cosa chieda - povertà, ricchezza, debolezza, forza, malattia, corpo
sano, ogni guarigione del corpo, risurrezione dei morti, guarigione di
paralitici, ciechi, sordi, muti, storpi, tutte le malattie e tutti i dolori -,
in breve colui che porta a compimento quel mistero e domanderà una qualsiasi di
quelle cose delle quali ho parlato, gli si avvereranno molto presto.
Quando il salvatore
disse questo, si fecero avanti i discepoli e gridarono insieme: - Salvatore, a
causa delle meraviglie che ci hai detto, ci hai fatto proprio impazzire; hai
trasportato le nostre anime, le hai spinte a uscire fuori di noi verso di te,
poiché noi proveniamo da te.
Or dunque, a motivo di queste meraviglie, che ci hai detto,
le nostre anime sono impazzite e molto sollecitate dal desiderio di andare in
alto verso il luogo del tuo regno.
Cap. 111
Detto questo da parte
dei discepoli, il salvatore seguitò a parlare ai suoi discepoli: - Quando
andate in città, in regni, in regioni, predicate anzitutto così: «Investigate
in ogni tempo, e non desistete fino a quando troverete i misteri della luce,
che vi condurranno nel regno della luce».
Dite: «Guardatevi dalle dottrine erronee. Molti, infatti,
verranno in mio nome e diranno “sono io!”, sebbene non lo sia, e indurranno
molti in errore». Or dunque, a tutti gli uomini che vengono da voi, che credono
a voi, che ascoltano le vostre parole e agiscono in modo degno dei misteri
della luce, date i misteri della luce, non nascondeteli loro. A chi è degno dei
misteri superiori, dateglieli; a chi è degno dei misteri inferiori, dateglieli:
non nascondete nulla a nessuno! Ma il mistero della risurrezione dei morti e
della guarigione dei malati, non datelo a nessuno, né istruite in esso: poiché
è il mistero degli arconti, sia esso sia tutte le sue invocazioni. Perciò non
datelo ad alcuno, né istruite in esso, fino a quando non avrete consolidato la
fede in tutto il mondo; quando andate in città o in regioni e non siete
accolti, non vi si crede e le vostre parole non sono ascoltate, voi, in quei
luoghi risuscitate morti, guarite, in quei luoghi, paralitici, ciechi e
malattie di ogni genere: per mezzo di tutto ciò essi crederanno che voi
predicate il Dio del tutto e crederanno alle vostre parole. Per questo vi ho
dato quel mistero: allo scopo di consolidare la fede in tutto il mondo.
Detto questo, il
salvatore proseguì il discorso dicendo a Maria: - Or dunque, ascolta, Maria, a
proposito della parola che mi hai rivolto: «Chi costringe gli uomini a
peccare?». Or dunque, ascolta. Quando nasce un bambino, debole è la sua forza,
debole la sua anima, debole il suo spirito di opposizione: in una parola, i tre
sono deboli e nessuno di essi percepisce cosa alcuna, buona o cattiva che sia,
a motivo del grave peso dell’incapacità di conoscere. Anche il corpo è debole,
e il bambino si nutre con i cibi del mondo degli arconti: la forza assimila
parte della forza che si trova nei cibi, l’anima assimila parte dell’anima che
si trova nei cibi, lo spirito di opposizione assimila parte della cattiveria e
della concupiscenza che si trova nei cibi. Il corpo assimila, invece, la
materia che si trova nei cibi e che non percepisce; ma la fatalità non prende
nulla dai cibi perché non è mescolata con essi, bensì se ne va nello stesso
modo in cui viene nel mondo.
La forza, l’anima, e lo spirito di opposizione da piccoli
diventano grandi, e ognuno di essi percepisce in conformità della sua natura:
la forza percepisce in funzione della ricerca della luce dell’alto; l’anima
percepisce in funzione della ricerca del luogo della giustizia, luogo misto,
essendo il luogo della miscela; lo spirito di opposizione ricerca tutte le
cattiverie e concupiscenze, e tutti i peccati; il corpo non percepisce nulla a
meno che assorba forza dalla materia. I tre percepiscono subito ognuno secondo
la sua natura. I ricevitori erinnici incaricano i ministri di seguirli e di
essere testimoni di tutti i peccati che commettono, a motivo del genere e del
modo in cui intendono punirli (poi) nei giudizi. In seguito, lo spirito di
opposizione osserva e percepisce tutti i peccati e il male comandatigli, per
l’anima, dagli arconti del grande destino: e li fa all’anima.
La forza interiore muove l’anima alla ricerca del luogo
della luce e di tutta la divinità, mentre lo spirito di opposizione devia
l’anima e la costringe a fare continuamente tutte le di lui iniquità, passioni
e peccati: assegnato continuamente all’anima, egli le è nemico e le fa compiere
ogni male e ogni peccato, e stimola i ministri erinnici affinché le siano
testimoni in ogni peccato che egli le fa compiere; inoltre se di notte o di
giorno lei vuole riposare, egli la scuote con i sogni e le passioni del mondo
la spinge a bramare ogni cosa del mondo; in una parola l’incita verso tutte
quelle cose che gli arconti gli hanno ordinato: è ostile all’anima e le fa
compiere quanto a lei non piace. In realtà, è questo, Maria il nemico
dell’anima, è questo che la costringe fino a tanto che compia ogni peccato.
Quando, dunque, giunge a compimento il tempo di quell’uomo,
esce per prima l’ora fatale e, per mezzo degli arconti e dei loro lacci con i
quali sono uniti dal destino, conduce l’uomo alla morte. Vengono poi i
ricevitori erinnici: traggono quell’anima fuori dal corpo; i ricevitori
erinnici trascorrono con quell’anima tre giorni trasportandola in tutti i
luoghi e inviandola da tutti gli eoni del mondo; la seguono lo spirito di
opposizione e l’ora fatale, mentre la forza ritorna alla vergine luce.
Dopo i tre giorni, i ricevitori erinnici conducono
quell’anima giù nell’Amenti del caos; e portatala giù nel caos, la consegnano
ai tormentatori. In conformità della disposizione delle opere degli arconti a
proposito dell’uscita delle anime, i ricevitori se ne ritornano ai loro luoghi,
e lo spirito di opposizione diventa il ricevitore di quell’anima, essendogli
stata consegnata; la trasferisce in proporzione al castigo per i peccati
commessi, dimostrando una grave ostilità contro quell’anima. Allorché l’anima
avrà terminato di subire, nel caos, i castighi meritati in proporzione dei
peccati commessi, lo spirito di opposizione - al quale era stata affidata -
dopo averla trasferita in ogni luogo a motivo dei peccati commessi, l’estrarrà
dal caos e la condurrà sulla via degli arconti di mezzo; qui giunta, gli
arconti l’interrogheranno sui misteri dell’ora fatale: se essa non li ha
trovati, l’interrogheranno sulla loro ora fatale; gli arconti puniranno
quell’anima in proporzione dei peccati di cui è colpevole: del genere dei suoi
castighi vi parlerò trattando della distribuzione del tutto.
Compiuto per
quell’anima il tempo dei castighi, secondo i giudizi degli arconti di mezzo, lo
spirito di opposizione estrarrà l’anima dai luoghi degli arconti di mezzo e la
porterà davanti alla luce del sole conforme al comando del primo uomo, Jeu: la
porterà davanti al giudice, davanti alla vergine luce. Questa la esaminerà, la
troverà un’anima peccatrice, getterà dentro di lei la propria forza luminosa
per rinfrancarla, per il corpo, per la comunione della percezione: del loro
genere vi parlerò trattando della distribuzione del tutto. La vergine luce
sigilla quell’anima, e la consegna a uno dei suoi ricevitori e la fa gettare in
un corpo degno dei peccati da lei commessi. In verità vi dico: lei non
rilascerà quell’anima libera dalle trasformazioni del corpo fino a quando non
avrà terminato il suo ultimo ciclo in base ai suoi meriti.
Di tutto ciò, del loro genere e del tipo di corpi nei quali
sono immesse le anime a seconda dei peccati di ognuno, vi parlerò in seguito:
vi dirò tutto allorché vi parlerò della distribuzione del tutto.
Cap. 112
Gesù proseguì ancora
il discorso, dicendo: - Se, invece, un’anima non ha seguito lo spirito di
opposizione in tutte le sue azioni, ma è diventata buona, ha accolto i misteri
della luce che sono nel secondo spazio oppure nel terzo spazio, allorché giunge
il tempo dell’uscita di quell’anima dal corpo, lo spirito di opposizione e
l’ora fatale seguono quell’anima sulla via che la conduce in alto. Ma prima che
si allontani verso l’alto, essa (l’anima) pronuncia il mistero che scioglie i
sigilli e tutti i vincoli dello spirito di opposizione con i quali gli arconti
lo avvinsero all’anima: dopo che l’ha pronunciato, i vincoli dello spirito di
opposizione si sciolgono, egli si astiene dall’andare in quell’anima, abbandona
quell’anima eseguendo il comando degli arconti del grande destino, i quali gli
avevano detto: «Non allontanarti da quest’anima fino a quando essa non ti avrà
detto il mistero dello scioglimento di tutti i sigilli con i quali ti abbiamo
avvinto all’anima».
Allorché l’anima avrà pronunciato il mistero dello
scioglimento dei sigilli e di tutti i vincoli dello spirito di opposizione,
egli si astiene dall’andare in quell’anima e si astiene dal restare avvinto a
lei: nell’istante in cui lei pronuncia un mistero, abbandona l’ora fatale al
suo luogo presso gli arconti che sono sulla via di mezzo; lei pronuncia il
mistero e abbandona lo spirito di opposizione agli arconti del destino, al
luogo nel quale lei era stata avvinta a lui. In quell’istante lei, tutta splendente,
diventa un grande flusso luminoso, e i ricevitori erinnici che l’avevano
condotta fuori dal corpo, avranno paura della luce di quell’anima e cadranno al
suo cospetto. In quell’istante quell’anima diventerà un grande flusso luminoso,
diventerà completamente un’ala luminosa, attraverserà tutti i luoghi degli
arconti e tutti gli ordini della luce fino a raggiungere il luogo del suo
regno, fino a quello del quale ella ha ricevuto i misteri.
Se invece un’anima ha ricevuto i misteri nel primo spazio
esterno, e - dopo avere ricevuto i misteri - li compie, ma poi torna indietro e
pecca nuovamente, dopo il compimento dei misteri: allorché giunge il tempo
dell’uscita di quell’anima vengono i ricevitori erinnici e conducono
quell’anima fuori dal corpo; l’ora fatale e lo spirito di opposizione seguono
quell’anima, giacché lo spirito di opposizione è avvinto a lei con i sigilli e
con i vincoli degli arconti, esso segue quell’anima che cammina sulla via dello
spirito di opposizione. Essa pronuncia il mistero dello scioglimento di tutti i
vincoli e di tutti i sigilli con i quali gli arconti hanno avvinto all’anima lo
spirito di opposizione. Allorché l’anima pronuncia il mistero dello
scioglimento dei sigilli, subito si sciolgono i vincoli dei sigilli che
avvincono l’anima allo spirito di opposizione. Allorché l’anima pronuncia il
mistero dello scioglimento dei sigilli, subito si scioglie lo spirito di
opposizione e cessa di essere assegnato a lei.
Nell’istante in cui l’anima pronuncia un mistero, trattiene
lo spirito di opposizione e l’ora fatale, e permette che la seguano, tuttavia
nessuno di essi l’ha in suo potere, bensì è lei che ha potere su di essi; in
quell’istante giungono i ricevitori di quell’anima con i misteri da lei
ricevuti e la sottraggono dalle mani dei ricevitori erinnici; questi ricevitori
se ne ritornano alle azioni degli arconti, a disposizione dell’estrazione delle
anime. Mentre i ricevitori di quell’anima, appartenendo alla luce, saranno per
lei ali luminose e abiti luminosi: non la condurranno nel caos - non è lecito,
infatti, condurre nel caos le anime che ricevettero i misteri -, la conducono
invece sulla via degli arconti di mezzo.
Quando perviene agli arconti di mezzo, questi arconti -
spaventosi, fuoco violento, facce perverse, in una parola, spaventosi al di là
di ogni misura - vanno incontro all’anima; ma nel momento in cui l’anima
pronuncia il mistero della difesa da loro, essi cadono atterriti di fronte a
lei pieni di paura, avendo lei pronunciato il mistero e la difesa da loro. L’anima
abbandona a loro la propria ora fatale, dicendo: «Prendetevi la vostra ora
fatale! Da questo istante io non vengo nei vostri luoghi. Io vi sono diventata
estranea per sempre, dato che andrò nel luogo della mia eredità». Dopo che
l’anima avrà detto questo, i ricevitori della luce voleranno in alto con lei,
la condurranno tra gli eoni del destino, mentre lei presenta, in ogni luogo, la
sua difesa e i suoi sigilli, dei quali vi parlerò trattando della distribuzione
dei misteri.
Lei dà agli arconti
lo spirito di opposizione, pronuncia davanti a loro il mistero dei vincoli con
i quali esso era stato avvinto a lei; dice loro: «Prendetevi il vostro spirito
di opposizione! Da questo istante io non vengo nel vostro luogo. Io sono
diventata estranea a voi, per sempre»; e dà a ognuno il suo sigillo e la sua
difesa. Dopo che l’anima avrà detto questo, i ricevitori volano in alto con
lei, la sottraggono dagli eoni del destino e la conducono su attraverso tutti
gli eoni, mentre lei presenta in ogni luogo la sua difesa, la difesa per tutti
i luoghi e i sigilli per i tiranni del re, di Adamas: presenta la difesa a
tutti gli arconti di tutti i luoghi della sinistra. Le difese e i sigilli di
ognuno ve li dirò trattando della distribuzione dei misteri. I ricevitori di
quell’anima la condurranno poi dalla vergine luce: quell’anima presenterà alla
vergine luce i sigilli e la gloria degli inni.
La vergine luce e le altre sette vergini-luce esamineranno
insieme quell’anima, insieme troveranno in lei i loro segni, i loro sigilli, i
loro battesimi, i loro carismi. La vergine luce segna quell’anima con il
sigillo, i ricevitori della luce battezzano quell’anima, le danno il crisma
spirituale, e ognuna delle vergini-luce la sigilla con i suoi segni. In fine i
ricevitori della luce la affidano al grande Sabaoth, il buono, che si trova
alla porta della vita, nel luogo di quelli della destra, il quale è detto
«padre». Quell’anima gli dà la gloria dei suoi inni, i suoi sigilli, le sue
difese; e Sabaoth, il grande e buono, la sigilla con i suoi sigilli. A tutto il
luogo di quelli della destra, l’anima presenta la propria conoscenza, la gloria
degli inni e i sigilli; tutti la segnano con i loro sigilli, mentre Melchisedek
- il grande ricevitore della luce - il quale si trova nel luogo di quelli della
destra, sigilla quell’anima; i ricevitori di Melchisedek sigillano quell’anima
e la guidano al tesoro della luce.
A tutti i luoghi
della luce essa presenta la gloria, l’onore, la lode degli inni e tutti i
sigilli. Tutti quelli del luogo del tesoro della luce la segnano con i loro
sigilli, ed essa entra nel luogo dell’eredità -.
Cap. 113
Dopo avere parlato così ai suoi discepoli, il salvatore
domandò loro: - Comprendete voi il modo in cui vi parlo? Nuovamente si fece
avanti Maria e disse: - Sì, mio Signore, comprendo il modo in cui mi parli e
afferro tutte (le parole). Or dunque, a proposito di queste parole che dici, la
mia mente ha suscitato in me quattro pensieri: il mio uomo luminoso mi ha
mossa, ha gioito e ribollito in me desiderando uscire da me per penetrare in
te. Ascolta, dunque, mio Signore, e ti dirò i quattro pensieri che sono sorti
dentro di me. Questo è il primo pensiero sorto in me a proposito della parola
detta da te: «Or dunque, l’anima presenta la difesa e il sigillo a tutti gli
arconti che si trovano nei luoghi del re, cioè di Adamas, presenta la difesa,
l’onore, la gloria di tutti i loro sigilli, e gli inni dei luoghi della luce».
A proposito di questa parola, una volta tu ci hai parlato cosi: «Allorché ti fu
presentato un denaro, visto che era d’argento e di rame, hai domandato: “Di chi
è questa immagine?”. Essi risposero: “Di Cesare”. Ma tu, osservato che era una
fusione d’argento e di rame, hai detto: “Date, dunque, a Cesare ciò che è di
Cesare, e a Dio ciò che è di Dio”»; cioè, quando l’anima riceve i misteri,
presenta la difesa a tutti gli arconti e al luogo del re, di Adamas, l’anima dà
onore e gloria a tutti quelli del luogo della luce.
E la parola: «Esso
(il denaro) risplendette allorché osservasti che era composto d’argento e di
rame»; è il tipo, cioè, della forza luminosa che è in lei (nell’anima),
corrispondente all’argento purificato, (ed è il tipo) dello spirito di
opposizione che è in lei, corrispondente al rame materiale. Questo, mio
Signore, è il primo pensiero. Il secondo pensiero riguarda invece quanto ci hai
detto ora a proposito dell’anima che riceve i misteri: «Quando essa giunge al
luogo degli arconti della via di mezzo, questi le vanno incontro con grande
paura; l’anima presenta loro il mistero della paura ed essi temono davanti a
lei la quale consegna l’ora fatale al suo luogo, consegna lo spirito di
opposizione al suo luogo, dà la difesa e i sigilli a ognuno degli arconti della
via di mezzo, dà l’onore, la gloria e la lode dei sigilli e degli inni a tutti
quelli del luogo della luce».
A proposito di questa
parola, tu mio Signore, per mezzo della bocca del nostro fratello Paolo, una
volta ci hai detto: «Date il tributo a chi è dovuto il tributo, date il timore
a chi è dovuto il timore, date la tassa a chi è dovuta la tassa, date l’onore a
chi è dovuto l’onore, date la lode a chi è dovuta la lode, e non siate debitori
verso alcuno»; e cioè, mio Signore, l’anima che ha ricevuto i misteri presenta
la difesa a tutti i luoghi. Questo, mio Signore, è il secondo pensiero. Il
terzo pensiero, poi, concerne la parola che tu ci hai detto una volta: «Lo
spirito di opposizione è ostile all’anima e l’induce a compiere ogni peccato, a
seguire ogni passione, e nei castighi la convince di tutti i peccati che le ha
fatto commettere: in breve, è ostile all’anima sotto ogni aspetto».
A proposito di questa
parola, una volta ci hai detto: «I nemici dell’uomo sono i suoi familiari»,
cioè i familiari dell’anima, che sono lo spirito di opposizione e l’ora fatale,
in ogni tempo ostili all’anima inducendola in ogni peccato e misfatto. Ecco,
mio Signore, questo è il terzo pensiero. Il quarto pensiero riguarda invece la
parola che hai detto: «Allorché l’anima esce dal corpo percorre la via con lo
spirito di opposizione; quando essa non trova il mistero dello scioglimento da
tutti i vincoli e dai sigilli, connessi allo spirito di opposizione, di modo
che questo cessi di esserle assegnato, quando dunque non lo trova (questo
mistero), lo spirito di opposizione guida l’anima alla vergine luce, la
giudicatrice; la giudicatrice, la vergine luce, esamina quell’anima; trova che
ha peccato e non scopre in lei i misteri della luce; allora la consegna a uno
dei suoi ricevitori; questo ricevitore la guida e la immette nel corpo; e dalle
trasformazioni di quel corpo essa non si libera fino a quando non avrà compiuto
l’ultimo ciclo».
A proposito di questa parola, una volta ci hai detto:
«Rappacificati con il tuo nemico mentre sei con lui lungo la via, affinché il
tuo nemico non ti consegni al giudice, e il giudice non ti consegni al servo, e
il servo non ti getti in prigione: da questo luogo non uscirai se prima non
avrai pagato fino all’ultimo centesimo». D’onde è chiara la parola: ogni anima
che esce dal corpo percorre la via con lo spirito di opposizione e non trova il
mistero dello scioglimento di tutti i sigilli e di tutti i vincoli sicché possa
liberarsi dallo spirito di opposizione il quale è legato a lei; quell’anima che
non ha trovato i misteri della luce e non ha trovato i misteri della
liberazione dallo spirito di opposizione il quale è legato a lei, non avendoli
trovati, lo spirito di opposizione guida quell’anima dalla vergine luce; la vergine
luce, quella guidatrice, consegna l’anima a uno dei suoi ricevitori; il suo
ricevitore getta quell’anima nella sfera degli eoni e non si libererà più dalle
trasformazioni del corpo fino a quando non avrà compiuto l’ultimo ciclo che le
fu assegnato. Questo, mio Signore, è il quarto pensiero.
Cap. 114
Udite queste parole di Maria, Gesù disse: - Bene, Maria
tutta beata, pneumatica! Queste sono le soluzioni delle parole dette da me.
Maria proseguì dicendo: - Mio Signore, ti interrogo ancora poiché d’ora in
avanti voglio cominciare a interrogarti su ogni cosa con sicurezza. Perciò, mio
Signore, abbi pazienza con noi e manifestaci ogni cosa sulla quale ti
interrogheremo affinché conosciamo in qual modo i miei fratelli devono
predicare a tutto il genere umano. Dopo che ella parlò così al salvatore, con
grande misericordia verso di lei, il salvatore le rispose: - In verità in
verità vi dico: non solo vi manifesterò ogni cosa sulla quale mi interrogherete,
ma d’ora in poi vi manifesterò anche altre cose sulle quali non avete pensato
di interrogarmi, cose che non salgono al cuore degli uomini, e che ignorano
anche tutti gli dei che sono tra gli uomini. Or dunque, Maria, interroga su ciò
che vuoi, e te lo manifesterò faccia a faccia, senza parabole.
Cap. 115
Maria allora domandò:
- Mio Signore, in che modo i battesimi perdonano i peccati? Io ti ho udito
dire: «I ministri erinnici accompagnano l’anima per esserle testimoni di tutti
i peccati commessi, e poterla convincere nei giudizi». Or dunque, mio Signore,
i misteri dei battesimi cancellano i peccati, che sono nelle mani dei ministri
erinnici, di modo che siano dimenticati? Ebbene, mio Signore, spiegaci in che
modo essi perdonano i peccati: desideriamo saperlo con sicurezza. Il salvatore
rispose e disse a Maria: - Hai parlato bene. In verità, i ministri testimoniano
tutti i peccati; ma rimangono nei giudizi afferrando le anime e convincendo
tutte le anime dei peccatori che non hanno ricevuto alcun mistero, e le
trattengono nel caos castigandole.
Questi ministri erinnici, tuttavia, non sono in grado di
attraversare il caos per raggiungere gli ordini che sono al di sopra del caos e
convincere le anime che escono da quei luoghi. Non è dunque permesso opprimere
le anime che hanno ricevuto i misteri e condurle nel caos affinché i ministri
erinnici le convincano; i ministri erinnici convincono le anime dei peccatori,
trattengono queste che non hanno ricevuto alcun mistero e che essi estraggono
dal caos; mentre non hanno alcun potere di convincere le anime che hanno
ricevuto i misteri, poiché non escono dai loro luoghi, e anche perché, quando
escono, non sono in condizione di porsi accanto a esse; non possono, comunque,
condurle in quel caos. Ascoltate, inoltre, e vi esporrò in verità la parola: in
che modo, cioè, il mistero del battesimo rimette i peccati. Quando peccano le
anime che sono ancora nel mondo, giungono di certo i ministri erinnici e sono
testimoni di tutti i peccati commessi dall’anima, sicché non abbiano a uscire
dai luoghi del caos per convincerla nei giudizi fuori del caos.
Lo spirito di opposizione è testimone di tutti i peccati
commessi dall’anima per convincerla nei giudizi che hanno luogo fuori del caos;
egli non è soltanto testimone, ma sigilla tutti i peccati delle anime, li lega
all’anima affinché tutti gli arconti dei giudizi dei peccati riconoscano che
quella è un’anima peccatrice e affinché, dai sigilli legati a lei dallo spirito
di opposizione, sappiano il numero dei peccati da lei commessi, e sia poi
punita secondo il numero dei peccati commessi. Fanno così con tutte le anime
peccatrici. Se uno, dunque, riceve i misteri dei battesimi, il suo mistero
diventerà un fuoco grande, molto intenso e saggio, brucerà i peccati, penetrerà
nel segreto dell’anima, consumerà tutti i peccati che lo spirito di opposizione
aveva legato a lei; allorché ha terminato di purificarla da tutti i peccati che
lo spirito di opposizione aveva legato a lei, di nascosto entra nel corpo, di
nascosto perseguita tutti i persecutori e li separa, a fianco del lato del
corpo; esso, infatti, perseguita lo spirito di opposizione e l’ora fatale, li
separa dalla forza e dall’anima, e li pone a lato del corpo: separa da una
parte lo spirito di opposizione, l’ora fatale e il corpo, mentre separa da
un’altra parte l’anima e la forza. Il mistero del battesimo resta nel mezzo
delle due (parti), separandole costantemente l’una dall’altra per renderle
pulite e pure affinché non siano contaminate dalla materia. Or dunque è in
questo modo, Maria, che i misteri dei battesimi perdonano i peccati e tutti i
misfatti.
Cap. 116
Detto questo il
salvatore domandò ai suoi discepoli: - Comprendete il modo in cui vi parlo? Maria
si precipitò innanzi, dicendo: - Sì, mio Signore! Io scruto diligentemente
tutte le parole che dici. A proposito della parola sul perdono dei peccati una
volta ci hai parlato con una parabola, dicendo: «Io sono venuto a gettare fuoco
sulla terra» e ancora: «che cosa voglio io se non che bruci?»; e di nuovo hai
chiaramente distinto, dicendo: «Ho un battesimo per battezzare con esso, e come
sopporterò fino a che sia compiuto?
Credete voi ch’io sia venuto a gettare pace sulla terra? No,
sono venuto a gettare divisione. Infatti, d’ora in poi cinque saranno in una
casa: tre saranno divisi contro due, e due contro tre». Questa, mio Signore, è
la parola che hai detto chiaramente, cioè la parola: «Io sono venuto a gettare
fuoco sulla terra, e che cosa voglio io se non che bruci?». Ciò significa, mio
Signore: tu hai portato nel mondo i misteri dei battesimi, e ciò che gradisci è
che essi consumino tutti i peccati delle anime e le purifichino. E di nuovo hai
poi chiaramente distinto, dicendo: «Ho un battesimo per battezzare con esso, e
come sopporterò fino a che sia compiuto?»; cioè, tu non resterai nel mondo fino
a che i battesimi saranno compiuti e purificate le anime perfette. In fine, la
parola che ci hai detto: «Credete voi ch’io sia venuto a gettare pace sulla
terra? No, sono venuto a gettare divisione. Infatti, d’ora in poi cinque
saranno in una casa: tre saranno divisi contro due, e due contro tre»; cioè tu
hai portato nel mondo il mistero dei battesimi, ed esso ha operato una
divisione nei corpi del mondo separando da una parte lo spirito di opposizione,
il corpo e l’ora fatale, e separando da un’altra parte l’anima e la forza,
cioè: «Tre saranno divisi contro due, e due contro tre». Quando Maria terminò
di parlare, il salvatore disse: - Bene! Tu sei pneumatica e luce genuina,
Maria! Questa è la soluzione della parola.
Cap. 117
Maria riprese
nuovamente a parlare, dicendo: - Mio Signore, proseguirò a porti domande.
Sopportami, dunque, mentre ti interrogo. Ecco che abbiamo conosciuto
apertamente in qual modo i battesimi rimettono i peccati. Ma ora, in qual modo
rimettono i peccati il mistero di questi tre spazi, e i misteri di questo primo
mistero, e i misteri dell’ineffabile? Li rimettono nello stesso modo dei
battesimi, oppure no? Il salvatore rispose: - No. In tutti i luoghi degli
arconti, tutti i misteri dei tre spazi perdonano all’anima tutti i peccati che
l’anima ha commesso (fin) dall’inizio: essi glieli perdonano. Inoltre perdonano
i peccati che essa commetterà fino al tempo in cui sarà operante ognuno dei
misteri: quando vi esporrò tutto, vi dirò il tempo nel quale ogni mistero sarà
operante. Anche il mistero del primo mistero e i misteri dell’ineffabile, in
tutti i luoghi degli arconti, perdonano all’anima tutti i peccati e tutti i
misfatti che l’anima ha commesso; non solo glieli perdonano tutti, ma non le
ascrivono alcun peccato da quest’ora fino a tutta l’eternità, qual dono di quel
grande mistero e del suo straordinariamente grande splendore.
Cap. 118
Dopo aver parlato così, il salvatore domandò ai suoi
discepoli: - Comprendete il modo in cui vi parlo? Rispose di nuovo Maria,
dicendo: - Sì mio Signore! Mi sono già impadronita di tutte le parole che dici.
Or dunque, mio Signore, a proposito della parola che hai detto: «Tutti i
misteri dei tre spazi perdonano i peccati e coprono i di lei misfatti», su
questa parola ha già profetato così Davide, il profeta, dicendo: «Beati coloro
i cui peccati sono perdonati, e i cui misfatti sono coperti». E a proposito della
parola che hai detto: «Il mistero del primo mistero e il mistero
dell’ineffabile perdonano, a tutti gli uomini che riceveranno quei misteri, non
soltanto i peccati che commisero (fin) dall’inizio, ma non glieli ascriveranno
neppure da quest’ora fino all’eternità», su questa parola ha già profetato
Davide, dicendo: «Beati coloro ai quali il Signore Dio non ascriverà i
peccati», cioè da quest’ora non verranno ascritti peccati a quanti ricevono i
misteri del primo mistero e a quanti hanno ricevuto i misteri dell’ineffabile.
Dopo che Maria parlò
così, il salvatore le disse: - Bene! Tu sei pneumatica e luce genuina, Maria!
Questa è la soluzione della parola. Maria proseguì ancora, dicendo: - Mio
Signore, se un uomo riceve misteri dai misteri del primo mistero, poi torna
indietro, pecca, e commette trasgressioni; ma se in seguito si converte, si
pente, e prega in ogni suo mistero, sarà perdonato, oppure no? Il salvatore
rispose e disse a Maria: - In verità in verità vi dico, chiunque riceverà i
misteri del primo mistero qualora torni indietro e trasgredisca dodici volte e
poi dodici volte si penta: non appena egli prega nel mistero del primo mistero,
gli sarà perdonato; ma se dopo le dodici volte trasgredisce di nuovo, torna
indietro e trasgredisce: non gli sarà perdonato in eterno affinché si volga a
ogni suo mistero. Ma egli non ha questo pentimento a meno che abbia ricevuto i
misteri dell’ineffabile i quali hanno misericordia in ogni tempo e perdonano in
ogni tempo.
Cap. 119
Maria proseguì di
nuovo, e disse: - Mio Signore, e se invece coloro che hanno ricevuto i misteri
del primo mistero tornano indietro, commettono trasgressioni, ed escono dal
corpo prima di pentirsi, erediteranno il regno oppure no, dato che hanno
ricevuto il dono del primo mistero? Il salvatore rispose e disse a Maria: - In
verità in verità vi dico, ogni uomo che dopo avere ricevuto misteri nel primo
mistero commette trasgressioni una prima una seconda e una terza volta, se esce
dal corpo prima di pentirsi, il suo giudizio sarà molto più grave di tutti i
giudizi: la sua dimora sarà tra le fauci del drago delle tenebre esteriori e
alla fine di tutto ciò egli sarà annientato tra i castighi e consumato per
sempre, poiché ricevette il dono del primo mistero, ma non ha perseverato in
esso.
Maria rispose: - Mio Signore, tutti gli uomini che
riceveranno i misteri del mistero dell’ineffabile, poi commettono trasgressioni
e vengono meno alla loro fede, ma in seguito, mentre sono ancora in vita, si
convertono e si pentono: quante volte sarà loro perdonato? Il salvatore rispose
e disse a Maria: - In verità in verità vi dico: a ogni uomo che riceverà i
misteri dell’ineffabile, non solo gli sarà perdonato se una volta commette
trasgressioni ma poi si converte e si pente; bensì gli sarà perdonato anche se
in ogni tempo commetta trasgressioni e, mentre è ancora in vita, si converte e
si pente senza ipocrisia, e poi di nuovo si converte, si pente, e prega in
ognuno dei suoi misteri: gli sarà, dunque, perdonato in ogni tempo perché ha
partecipato al dono dei misteri dell’ineffabile, e perché quei misteri sono
misericordiosi e perdonano in ogni tempo.
Maria riprese nuovamente, e disse a Gesù: - Mio Signore, a
coloro che riceveranno i misteri dell’ineffabile, ma poi torneranno indietro,
commetteranno trasgressioni, verranno meno alla loro fede, e usciranno dal
corpo prima di pentirsi, a costoro che cosa accadrà? Il salvatore rispose, e
disse a Maria: - In verità in verità vi dico: tutti gli uomini che riceveranno
misteri dell’ineffabile - sono davvero beate quelle anime che riceveranno
questi misteri! Ma se tornano indietro, se commettono trasgressioni, ed escono
dal corpo prima che si siano pentiti, avranno un giudizio più severo di tutti i
giudizi, e molto violento, anche se quelle anime sono nuove ed è per loro la
prima volta che vengono al mondo. Da quell’ora in poi non ritorneranno più alle
trasformazioni del corpo, e non saranno più in condizione di fare qualcosa, ma
verranno gettate fuori nelle tenebre esteriori e consumate; saranno eternamente
prive di esistenza.
Cap. 120
Dopo aver parlato
così, il salvatore domandò ai suoi discepoli: - Comprendete il modo in cui vi
parlo? Maria rispose: - Mi sono impadronita di tutte le parole che hai detto. Or
dunque, mio Signore, questa è la parola detta da te: «Coloro che riceveranno i
misteri dell’ineffabile - quelle anime sono davvero beate! -, ma se tornano
indietro, se commettono trasgressioni, se vengono meno alla loro fede, ed
escono dal corpo senza essersi pentite da quest’ora in poi non sono più capaci
di tornare alle trasformazioni del corpo, né a qualcosa d’altro, bensì verranno
gettate fuori nelle tenebre esteriori, in quel luogo saranno consumate ed
eternamente prive di esistenza».
È a proposito di
questa parola che tu, una volta, ci hai detto: «Il sale è buono; ma se il sale
diventa insipido, con che cosa lo si può salare? Non è più buono né per il
letame né per la terra, ma lo si getta via»; cioè sono beate tutte le anime che
parteciperanno ai misteri dell’ineffabile ma se una volta commettono
trasgressioni da quell’ora in poi non sono più capaci di ritornare nel corpo né
a qualcosa d’altro, saranno invece gettate nelle tenebre esteriori, e in quel
luogo verranno consumate. Detto questo al salvatore, egli le rispose: - Bene!
Tu sei pneumatica e genuina, Maria! Questa è la soluzione della parola.
Maria proseguì ancora, dicendo: - Mio Signore, a tutti gli
uomini che hanno ricevuto i misteri del primo mistero e i misteri
dell’ineffabile, e non hanno commesso trasgressioni e con rettitudine, senza
ipocrisia, hanno conservato la loro fede nei misteri, qualora - per impulso del
destino - pecchino, ma poi si convertano, si pentano e preghino nuovamente in
ognuno dei loro misteri, quante volte sarà accordato loro il perdono? Il
salvatore rispose e disse a Maria, tra i suoi discepoli: - In verità in verità vi
dico: tutti gli uomini che riceveranno i misteri dell’ineffabile e, inoltre, i
misteri del primo mistero, peccano ogni volta sotto l’impulso del destino. Se,
mentre sono ancora in vita, si convertono, si pentono, e restano in ognuno dei
loro misteri, sarà loro accordato il perdono in ogni tempo, poiché quei misteri
sono misericordiosi e perdonano in ogni tempo.
Perciò, una volta, vi
dissi: «Quei misteri non solo perdoneranno loro i peccati commessi (fin)
dall’inizio, ma da quel momento non li ascrivono più a coloro, dei quali vi ho
detto che si pentono in ogni tempo, e perdoneranno anche i peccati commessi di
nuovo». Se, invece, coloro che partecipano al mistero dell’ineffabile e ai
misteri del primo mistero tornano indietro, peccano, ed escono dal corpo senza
essersi pentiti, anche costoro diverranno come quelli che commisero
trasgressioni e non se ne sono pentiti: anche per essi, la dimora sarà tra le
fauci del drago delle tenebre esteriori, saranno consumati ed eternamente privi
di esistenza. Perciò vi dico: tutti gli uomini che riceveranno i misteri se
conoscessero il tempo della loro uscita dal corpo starebbero attenti e non
peccherebbero, per potere così ereditare eternamente il regno della luce.
Cap. 121
Dopo avere parlato così ai suoi discepoli, il salvatore
domandò loro: - Comprendete il modo in cui vi parlo? Rispose Maria e disse: -
Sì, mio Signore! Con attenzione ho indagato attentamente tutte le parole che
dici. A proposito, dunque, di questa parola, ci hai detto una volta: «Se il
padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro per penetrare
in casa, veglierebbe e non permetterebbe che alcuno penetri in casa sua». Dopo
che Maria parlò così, il salvatore disse: - Bene! Tu sei pneumatica, Maria!
Questa è la parola. Il salvatore proseguì poi dicendo ai suoi discepoli: - Or
dunque, a tutti gli uomini che riceveranno i misteri nella luce annunziate e
dite loro così: state attenti e non peccate affinché, passando un giorno dopo
l’altro, voi non usciate dal corpo senza esservi pentiti, e diventiate
eternamente estranei al regno della luce. Dopo che il salvatore ebbe parlato
così, Maria rispose: - Grande, mio Signore, è la misericordia di questi misteri
che perdonano i peccati in ogni tempo!
Il salvatore rispose a Maria in mezzo ai suoi discepoli: -
Se oggi un re, che è un uomo di questo mondo, fa un regalo a uomini suoi
simili, e perdona anche gli assassini, i pederasti, e altri peccati gravi
meritevoli di morte, perché a lui conviene agire così pur essendo un uomo di
questo mondo; quanto più l’ineffabile e il primo mistero, i quali sono i
signori di tutto, hanno potere di agire in ogni cosa secondo il loro
beneplacito perdonando a ognuno di coloro che parteciperà ai misteri. O ancora,
se oggi un re veste un soldato con un abito regale e lo manda in altre regioni
ove commette omicidi e gravi peccati meritevoli di morte, ma non gli sono
ascritti e nessuno è in condizione di fargli del male perché egli indossa abiti
regali, quanto più questo vale per coloro che indossano i misteri degli abiti
dell’ineffabile e quelli del primo mistero, essendo costoro i signori di tutti
quelli che sono in alto e di tutti quelli che sono in basso.
Cap. 122
Poi Gesù vide una donna che era venuta per fare penitenza:
egli l’aveva battezzata tre volte, ma lei non aveva compiuto ciò che è degno
dei battesimi; e il salvatore volle mettere alla prova Pietro per vedere se era
misericordioso e perdonasse come egli aveva loro ordinato. Disse, dunque, a
Pietro: - Ecco, quest’anima l’ho battezzata tre volte e questa è la terza volta
che non compie ciò che è degno dei misteri della luce. Perché occupa il corpo
inutilmente?
Or dunque, Pietro, eseguisci il mistero della luce, che
rescinde le anime dalla eredità della luce; eseguisci quel mistero affinché
l’anima di questa donna sia rescissa dall’eredità della luce. Dicendo questo,
il salvatore metteva alla prova Pietro, per vedere se egli era misericordioso e
perdonasse. Dopo che il salvatore parlò così, Pietro disse: - Mio Signore,
permetti che ancora questa volta le diamo i misteri superiori. Se ella è
idonea, tu le hai concesso di ereditare il regno della luce; se, invece, ella
non è idonea, l’hai rescissa dal regno della luce. Dopo che Pietro parlò così,
il salvatore riconobbe che Pietro era misericordioso e perdonava come lui.
Dopo tutto questo, il salvatore disse ai suoi discepoli: -
Avete compreso tutte queste parole e la tipologia di questa donna? Maria
rispose, e disse: - Mio Signore, ho compreso i misteri delle cose accadute a
questa donna. Ora, in merito alle cose che le sono accadute, una volta tu ci
hai narrato una parabola, dicendo: «Un uomo aveva, nella sua vigna, un albero
di fico. Andò a cercarne i frutti, ma non ne trovò alcuno. Disse
all’agricoltore: “Sono tre anni che vengo a cercare i frutti da quest’albero di
fico, ma non ne traggo vantaggio alcuno. Taglialo! Perché occupa inutilmente il
suolo?”
Ma quello rispose e disse: “Mio Signore, abbi pazienza verso
di esso ancora quest’anno; gli scaverò intorno e lo concimerò. Se l’anno
prossimo darà frutti, lo lascerai; se invece non troverai frutti, lo
taglierai”». Ecco, mio Signore, questa è la soluzione della parola. Il
salvatore rispose e disse a Maria: - Bene! Tu sei pneumatica! Questa è la
parola.
Cap. 123
Maria proseguì di
nuovo, e disse al salvatore: - Mio Signore, se un uomo fu partecipe dei
misteri, ma non ha compiuto ciò che è degno dei misteri, bensì si è voltato
indietro e ha peccato; in seguito però si è pentito e ha provato un profondo
pentimento, è lecito ai miei fratelli rinnovargli il mistero che aveva ricevuto
o piuttosto dargli un mistero tra i misteri inferiori? È lecito oppure no? Il
salvatore rispose e disse a Maria: - In verità in verità vi dico: non il
mistero, che ha già ricevuto, né uno inferiore l’esaudirà per la remissione dei
suoi peccati, bensì sono i misteri più alti di quelli che ha già ricevuti
quelli che l’esaudiranno per la remissione dei suoi peccati. Or dunque, Maria,
i tuoi fratelli gli diano il mistero più alto di quello che ha ricevuto:
accoglieranno la sua penitenza e perdoneranno i suoi peccati; quello, infatti,
l’ha già ricevuto una volta, gli altri poi li ha superati in alto; quello non
l’esaudisce per la remissione dei suoi peccati, bensì un mistero più alto di
quello già ricevuto: questo rimetterà i suoi peccati.
Se invece egli ha già ricevuto i tre misteri in ambedue gli
spazi o nel terzo (spazio) interno, e in seguito si è voltato indietro e ha
commesso trasgressioni, non c’è alcun mistero che l’esaudisca aiutandolo nel
suo pentimento: né i superiori né gli inferiori, ad eccezione del mistero del
primo mistero e dei misteri dell’ineffabile: questi l’esaudiranno e
accoglieranno il suo pentimento. Maria proseguì: - Mio Signore, se un uomo ha
ricevuto dei misteri fino a due o tre nel secondo o nel terzo spazio, e non ha
commesso trasgressioni, ma si mantiene nella sua fede con rettitudine e senza
ipocrisia: gli è concesso ricevere un mistero nello spazio che preferisce,
oppure no? Il salvatore rispose e disse a Maria: - Ogni uomo che ha ricevuto
misteri nel secondo e nel terzo spazio, non ha commesso trasgressioni e si è
mantenuto nella sua fede senza ipocrisia, costui può ricevere misteri nello
spazio che preferisce, dal primo fino all’ultimo, perché non ha commesso
trasgressioni.
Cap. 124
Maria proseguì: - Mio
Signore, un uomo che ha conosciuto la divinità e ha ricevuto dei misteri della
luce, ma poi è tornato indietro, ha commesso trasgressioni, ha agito
iniquamente e non si è poi convertito provandone pentimento, e un uomo che non
ha trovato la divinità e non l’ha conosciuta, e quest’uomo è inoltre peccatore
ed empio, quando ambedue escono dal corpo quale di loro due riceverà maggiori
sofferenze nei giudizi? Il salvatore rispose nuovamente, e disse a Maria: - In
verità in verità ti dico: l’uomo che ha conosciuto la divinità, che ha ricevuto
i misteri della luce, e ha peccato e non si è convertito provandone pentimento,
nei giudizi punitivi riceverà sofferenze, avrà grandi sofferenze e giudizi
molto più severi in paragone all’uomo empio e iniquo che non ha conosciuto la
divinità. Ed ora, chi ha orecchie da intendere, intenda!
Dopo che il salvatore parlò così, Maria, precipitatasi
avanti, disse: - Mio Signore, il mio uomo luminoso ha orecchie, e io ho
afferrato integralmente la parola detta da te. A proposito di questa parola una
volta ci hai detto con una parabola: «Il servo che conosceva la volontà del suo
padrone, ma non ha preparato e non ha adempiuto la volontà del suo padrone,
riceverà severe battiture, mentre quello che non la conosceva e non l’ha
adempiuta, ne meriterà di meno. Poiché da colui al quale più fu concesso, più
si esigerà, da colui al quale più fu affidato, più sarà richiesto». Cioè, mio
Signore, colui che ha conosciuto la divinità e trovato i misteri della luce, e
ha commesso trasgressioni, sarà punito con un giudizio molto più severo di
colui che non ha conosciuto la divinità. Questa, mio Signore, è la soluzione
della parola.
Cap. 125
Maria proseguì ancora
e disse al salvatore: - Mio Signore, dato che la fede e i misteri si
manifesteranno, e dato che le anime vengono al mondo in molti cicli, se
(queste) non hanno cura di ricevere i misteri nella speranza di riceverli
quando verranno in un altro ciclo, non si troveranno in pericolo di non
pervenire a ricevere i misteri? Il salvatore rispose e disse ai suoi discepoli:
- Predicate a tutto il mondo e dite agli uomini: combattete per ricevere
misteri della luce in questo tempo travagliato, e per entrare nel regno della
luce. Non addossate un giorno all’altro e un ciclo all’altro nella speranza di
pervenire e ricevere i misteri allorché verrete nel mondo in un altro ciclo.
Costoro non sanno quando giungerà a compimento il numero delle anime perfette:
quando, infatti, sarà giunto a compimento il numero delle anime perfette,
chiuderò le porte della luce e da quell’ora in poi nessuno potrà più entrare e
nessuno uscire essendo completo il numero delle anime perfette e completo il
mistero del primo mistero per amore del quale ebbe origine il tutto, e quel
mistero sono io. Da quell’ora in poi nessuno più potrà entrare nella luce e
nessuno uscirne. Infatti, al sopraggiungere del tempo nel quale il numero delle
anime perfette sarà completo - prima che io abbia dato fuoco al mondo per
purificare gli eoni, le cortine, e firmamenti, tutta la terra intera e tutte le
materie che in essa si trovano - l’umanità esisterà ancora.
In quel tempo,
dunque, in quei giorni, si manifesteranno ancora maggiormente la fede e i
misteri. Molte anime giungeranno attraverso i cicli delle trasformazioni del
corpo, e tra quelle che giungono nel mondo, ve ne saranno alcune che mi hanno
ascoltato, proprio in questo tempo mentre insegnavo; dopo che il numero delle
anime perfette è giunto a compimento, esse troveranno i misteri della luce, li
accoglieranno, verranno alle porte della luce, ma scopriranno che il numero
delle anime perfette è completo, scopriranno cioè il compimento del primo
mistero e la conoscenza del tutto: troveranno chiuse le porte della luce, e
constateranno che da allora in poi è impossibile che qualcuno entri o esca.
Quelle anime picchieranno alla porta della luce, dicendo: «Signore, aprici!».
Ma io risponderò: «Non so d’onde siate!».
Esse replicheranno: «Abbiamo ricevuto dei tuoi misteri e
l’intera tua dottrina, e ci hai ammaestrati sulle piazze». Ma io risponderò:
«Non so d’onde siate, voi che finora s siete stati operatori di iniquità!
Perciò, andate nelle tenebre esteriori». Da quell’ora andranno nelle tenebre
esteriori ove è pianto e stridore di denti. Perciò predicate a tutto il mondo,
e dite: lottate per la rinuncia a tutto il mondo e a tutta la materia che in
esso si trova, affinché possiate ricevere i misteri della luce prima che sia
giunto a compimento il numero delle anime perfette, (affinché) non siate
lasciati fuori dell’uscio della porta della luce e non siate indirizzati alle
tenebre esteriori. Or dunque, chi ha orecchie da intendere, intenda.
Dopo che il salvatore parlò così, di nuovo si fece avanti
Maria, e disse: - Mio Signore, non solo il mio uomo luminoso ha orecchie, ma la
mia anima ha ascoltato e compreso tutte le parole dette da te. Ora, mio
Signore, a proposito delle parole che hai detto: «Predicate a tutti gli uomini
del mondo, e dite loro: lottate per ricevere i misteri della luce in questo
tempo travagliato, affinché possiate ereditare il regno della luce...
PISTIS SOPHIA Quarto Libro
Cap. 126
Proseguì nuovamente Maria, e disse a Gesù: - Di che genere
sono le tenebre esteriori, o meglio quanti luoghi di punizione ci sono in esse?
Gesù rispose e disse a Maria: - Le tenebre esteriori sono un grande drago con
la coda in bocca, sono fuori del mondo e circondano tutto il mondo. Dentro di
esse, i luoghi di condanna sono molti: dodici sono le terribili camere di
tormenti, in ogni camera c’è un arconte, e l’aspetto di ogni arconte è diverso
l’uno dall’altro. Il primo arconte, quello che si trova nella prima camera, ha
l’aspetto di coccodrillo con la coda in bocca: dalle fauci del drago viene
fuori tutto il ghiaccio, tutta la polvere, tutto il freddo, tutte le infermità;
nel suo luogo è chiamato con il suo autentico nome, cioè «Enchthonin».
L’arconte che si trova nella seconda camera ha l’aspetto di
gatto, questo è il suo autentico aspetto; nel suo luogo è chiamato «Charachar».
L’arconte che si trova nella terza camera ha l’aspetto di cane, questo è il suo
autentico aspetto; nel suo luogo è chiamato «Archaroch». L’arconte che si trova
nella quarta camera ha l’aspetto di serpente, questo è il suo autentico
aspetto; nel suo luogo è chiamato «Archrochar». L’arconte che si trova nella
quinta camera ha l’aspetto di toro nero, questo è il suo autentico aspetto; nel
suo luogo è chiamato «Marchur».
L’arconte che si
trova nella sesta camera ha l’aspetto di cinghiale, questo è il suo autentico
aspetto; nel suo luogo è chiamato «Lamchamor». L’arconte della settima camera
ha l’aspetto di un orso, questo è il suo autentico aspetto; nel suo luogo è
chiamato con il suo autentico nome, «Luchar». L’arconte dell’ottava camera ha
l’aspetto d’avvoltoio, questo è il suo autentico aspetto; il suo nome, nel suo
luogo, è «Laraoch». L’arconte della nona camera ha l’aspetto di basilisco,
questo è il suo autentico aspetto; il suo nome, nel suo luogo, è «Archeoch».
Nella decima camera vi è una quantità di arconti, ognuno ha
sette teste di drago, nel suo aspetto autentico; quello che è al di sopra di
tutti, nel suo luogo è chiamato col suo nome, «Zaramoch». Nell’undicesima
camera si trova una quantità di arconti, ognuno ha sette teste con l’aspetto di
gatto, nel suo aspetto autentico: il grande, quello che è al di sopra di essi,
nel suo luogo è chiamato «Rochar». Nella dodicesima camera si trova una grande
quantità di arconti, ognuno ha sette teste con l’aspetto di cane, nel suo
aspetto autentico; il grande, quello che è al di sopra di essi, nel suo luogo è
chiamato «Chremaor». Ora, questi arconti di queste dodici camere si trovano
all’interno del drago delle tenebre esteriori: ognuno ha un nome a seconda
delle ore, ognuno cambia d’aspetto a seconda delle ore; inoltre, ognuna di
queste dodici camere ha una porta che conduce verso l’alto. Sicché il drago
delle tenebre esteriori consta di dodici camere oscure, e ogni camera ha una
porta che conduce verso l’alto. Un angelo dell’alto vigila ogni porta delle
camere: li ha posti Jeu, il primo uomo, il sorvegliante della luce, l’inviato
del primo comandamento, come custodi del drago affinché sia lui sia tutti gli
arconti che sono nelle sue camere non si ribellino.
Cap. 127
Dopo che il salvatore
parlò così, Maria Maddalena gli domandò: - Mio Signore, le anime che saranno
condotte in quel luogo passeranno attraverso queste dodici porte delle camere
ognuno in corrispondenza del giudizio che merita? Il salvatore rispose e disse
a Maria: - Non ogni anima è condotta nel drago attraverso queste porte, ma
soltanto le anime dei bestemmiatori, di coloro che si trovano nell’errore, di
tutti coloro che insegnano l’errore, dei pederasti, le anime degli uomini
contaminati ed empi, di tutti gli ateisti, degli omicidi, degli adulteri, dei
fattucchieri, e tutte le anime di coloro che, mentre sono in vita, non provano
alcun pentimento, bensì proseguono nel loro peccato; e ancora tutte le anime
che sono rimaste fuori, cioè quelle che hanno ricevuto il numero dei cicli loro
fissato nella sfera, ma non hanno provato pentimento.
Nel loro ultimo ciclo, queste anime e tutte quelle di cui
ora ho parlato, dalle fauci della coda del drago saranno condotte nelle camere
delle tenebre esteriori; allorché le anime saranno condotte nelle tenebre
esteriori, nelle fauci della sua coda, egli volterà la coda nella propria bocca
chiudendole dentro. Le anime verranno dunque condotte nelle tenebre esteriori.
Il drago delle tenebre esteriori ha dodici nomi autentici, scritti sulle sue
porte, uno su ogni porta delle camere: tali nomi sono l’uno diverso dall’altro,
ma ognuno dei dodici è contenuto nell’altro, sicché colui che pronuncerà un
nome, pronuncia anche tutti gli altri. E questi ve li dirò allorché vi esporrò
la distribuzione del tutto.
Tale, dunque, è la natura delle tenebre esteriori, cioè del
drago. Dopo che il salvatore parlò così, Maria domandò al salvatore: - I
castighi di quel drago sono allora più terribili di tutti i castighi dei
giudizi? Il salvatore rispose a Maria: - Non solo sono più terribili di tutti i
castighi dei giudizi, ma tutte le anime condotte in quel luogo saranno
annientate dall’intensità del freddo e della grandine, e dalla straordinaria
violenza del fuoco di quel luogo; ma anche quando il mondo sarà dissolto, quando
cioè il tutto salirà, quelle anime saranno annientate dal freddo intenso e
dalla straordinaria violenza del fuoco e resteranno eternamente prive di
esistenza.
Maria domandò: - Guai
alle anime dei peccatori! Or dunque, mio Signore, è più intenso il fuoco del
luogo dell’umanità, oppure è più intenso il fuoco dell’Amenti? Il salvatore
rispose a Maria: - In verità ti dico: il fuoco dell’Amenti è nove volte più
intenso del fuoco dell’umanità, e il fuoco dei castighi del grande caos è nove
volte più intenso di quello dell’Amenti, e il fuoco dei giudizi degli arconti,
che si trovano sulla via di mezzo, è nove volte più intenso del fuoco dei
castighi del grande caos, e il fuoco del drago delle tenebre esteriori è sette
volte più intenso di tutti i castighi e dei giudizi degli arconti, che sono
nella via di mezzo.
Cap. 128
Dopo che il salvatore
parlò così a Maria, questa si batté il petto, alzò la voce e pianse, e con lei
tutti i discepoli; poi disse: - Guai ai peccatori! Molti, infatti, sono i loro
giudizi. Maria si fece avanti, si prostrò ai piedi di Gesù, li baciò, e disse:
- Mio Signore, sopportami se ti interrogo, non adirarti con me che spesso ti
sono seccante. D’ora in poi voglio, infatti, iniziare a interrogarti su di ogni
cosa con sicurezza. Il salvatore rispose a Maria: - Interroga su di ogni cosa
che desideri, e io te la manifesterò con chiarezza e senza parabole.
Maria domandò: - Mio Signore, se un uomo buono ha portato a
compimento tutti i misteri, ma ha un parente o semplicemente un altro uomo il
quale è empio, ha commesso tutti i peccati che sono meritevoli delle tenebre
esteriori, e non ha provato alcun pentimento, oppure - nelle trasformazioni del
corpo - ha terminato il suo numero di cicli. Quest’uomo, totalmente inutile, è
uscito dal corpo; noi sappiamo con certezza che ha peccato ed è meritevole
delle tenebre esteriori, ma che cosa dobbiamo fare per lui, per salvarlo dai
castighi del drago delle tenebre esteriori, e affinché sia trasferito in un
corpo giusto, trovi i misteri del regno della luce, diventi buono, vada in alto
ed erediti il regno della luce?
Il salvatore rispose a Maria: - Se un uomo è meritevole
delle tenebre esteriori o ha peccato in proporzione ai castighi dei castighi
che l’aspettano, e non ha provato alcun pentimento, o è un peccatore che ha
terminato il suo numero di cicli nelle trasformazioni del corpo senza provare
alcun pentimento; questi uomini dei quali parlo, allorché escono dal corpo sono
condotti nelle tenebre esteriori.
Or dunque, se desiderate trasferirli dalle tenebre esteriori
e da tutti i castighi in un corpo giusto, (nel quale l’anima) trovi i misteri
della luce, sicché vada in alto ed erediti il regno della luce, eseguite
l’unico mistero dell’ineffabile il quale perdona i peccati in ogni tempo.
Quando avrete terminato di compiere questo mistero, dite
così: «L’anima di questo o quell’uomo alla quale penso in cuor mio, sia che si
trovi nel luogo dei castighi delle camere delle tenebre esteriori, sia che si
trovi in altri castighi delle camere delle tenebre esteriori, sia che si trovi
in altri castighi dei draghi, sia da tutti trasferita; e se ha terminato il
numero dei cicli delle sue trasformazioni sia condotta davanti alla vergine
luce. La vergine luce la sigilli con il sigillo dell’ineffabile, e ogni mese la
getti giù in un corpo giusto, ove trovi i misteri della luce, divenga buona,
vada in alto ed erediti il regno della luce. In fine, allorché avrà terminato i
cicli delle trasformazioni, quell’anima sia condotta davanti alle sette
vergini-luce preposte al battesimo; esse lo pongano su quell’anima, la
sigillino con il segno del regno dell’ineffabile e la conducano negli ordini
della luce».
Allorché compite il mistero, direte così. In verità vi dico:
l’anima per la quale pregherete se si trova nel drago delle tenebre esteriori,
questo estrarrà la coda dalla bocca e lascerà libera quell’anima; se invece si
trova in ogni altro luogo dei giudizi degli arconti, in verità vi dico che i
ricevitori di Melchisedek si affretteranno a strappargliela, sia quando il
drago la lascia libera sia quando si trova tra i giudizi degli arconti; in una
parola, i ricevitori di Melchisedek la strapperanno da qualsiasi luogo nel
quale essa si trovi; la condurranno nel luogo di mezzo davanti alla vergine
luce e la vergine luce la esaminerà, e vedrà il segno del regno dell’ineffabile
che si trova in quell’anima.
Qualora nella trasformazione dell’anima o nella
trasformazione del corpo non abbia ancora terminato il numero dei cicli, la
vergine luce la segna con un segno superiore, si affretta a farla immettere
ogni mese in un corpo giusto che trovi i misteri della luce, affinché diventi
buona e vada in alto nel regno della luce. Se quell’anima ha ricevuto il suo
numero di cicli, la vergine luce l’esamina, ma non permette che sia castigata
perché ha ricevuto il suo numero di cicli, bensì la affida alle sette vergini-luce.
Le sette vergini-luce esaminano quell’anima, la battezzano con i loro
battesimi, le danno l’unzione pneumatica, la conducono al tesoro della luce e
la pongono nell’ultimo ordine della luce ove resta fino a quando siano salite
tutte le anime perfette; e allorché esse si dispongono a togliere le cortine
del luogo di quelli della destra, ungono nuovamente quell’anima, la purificano
e la pongono negli ordini del primo salvatore, che è nel tesoro della luce.
Cap. 129
Dopo che il salvatore terminò di dire queste parole ai suoi
discepoli, Maria disse a Gesù: - Mio Signore, ti ho sentito dire: coloro che
riceveranno i misteri dell’ineffabile oppure che riceveranno dei misteri del
primo mistero, diventeranno raggi luminosi e flussi luminosi che attraversano
ogni luogo fino a raggiungere il luogo delle loro eredità. Il salvatore rispose
e disse a Maria: - Se ricevono il mistero mentre sono ancora in vita, quando
escono dal corpo diventano raggi luminosi e flussi luminosi e attraversano ogni
luogo fino a raggiungere il luogo delle loro eredità.
Ma se sono peccatori
e sono usciti dal corpo senza provare alcun pentimento, se in loro favore voi
eseguite il mistero dell’ineffabile affinché siano rimossi da tutti i castighi
e gettati in un corpo giusto, che diverrà buono ed erediterà il regno della
luce oppure sarà portato nell’ultimo ordine della luce, costoro non sono in
condizione di attraversare i luoghi, in quanto non sono essi che compiono il
mistero, bensì sono i ricevitori di Melchisedek che li seguono e li conducono
dalla vergine luce. I ministri dei giudizi degli arconti si affrettano molte
volte a prendere quelle anime e a trasmettersele l’un l’altro fino a guidarle
davanti alla vergine luce.
Cap. 130
Maria proseguì,
dicendo al salvatore: - Mio Signore, se un uomo ha ricevuto i misteri della
luce che sono nel primo spazio esterno e, compiutosi il tempo fino al quale
giungono quei misteri, quell’uomo prosegue ricevendo di nuovo misteri dai
misteri che sono all’interno dei misteri, che egli ha già ricevuto. Ma, in
seguito, quell’uomo è diventato trascurato non avendo pregato con la preghiera
che elimina la cattiveria dei cibi che egli mangia e beve, e a motivo della
cattiveria dei cibi egli è vincolato all’asse del destino degli arconti, e a
motivo dell’ineluttabile necessità degli elementi egli ha di nuovo peccato dopo
che si era compiuto il tempo fino al quale giunge il mistero: egli, infatti,
era diventato trascurato non aveva pregato con la preghiera che elimina la
cattiveria delle anime e le purifica. Quell’uomo, dunque, è uscito dal corpo
prima di essersi nuovamente pentito, prima di ricevere nuovamente misteri dai
misteri che sono all’interno dei misteri che aveva già ricevuto, quei misteri
che accolgono di nuovo il pentimento e perdonano i peccati.
Quando uscì dal corpo noi sapevamo con certezza che
quell’uomo, a causa dei peccati commessi, veniva portato in mezzo al drago
delle tenebre esteriori, (sapevamo) che nel mondo non ha alcun aiuto e che
nessuno ha compassione di lui per eseguire in suo favore il mistero
dell’ineffabile affinché sia rimosso dal mezzo del drago delle tenebre
esteriori e condotto nel regno della luce. Or dunque, mio Signore, che cosa gli
accadrà affinché possa liberarsi dai castighi del drago delle tenebre
esteriori? Non abbandonarlo per alcun motivo, Signore! Egli, infatti, ha
sopportato sofferenze nelle persecuzioni e nell’intera divinità nella quale si
trova.
Or dunque, o salvatore, abbi pietà di me! Nessuno dei nostri
parenti abbia a trovarsi in un caso del genere. Abbi pietà di tutte le anime
che si troveranno in casi di questo genere! Tu, infatti, sei la chiave che apre
la porta di tutto, e che chiude la porta di tutto: il tuo mistero le abbraccia
tutte. Ebbene, Signore, abbi pietà di queste anime! Per un sol giorno esse
hanno invocato i tuoi misteri, e vi hanno creduto veramente, senza ipocrisia.
Ebbene, Signore, nella tua bontà, offri loro un dono, offri loro la pace nella
tua misericordia.
Quando Maria terminò di parlare, il salvatore la benedisse
molto per le parole che aveva detto. Grande era la misericordia del salvatore.
Egli disse a Maria: - A tutti gli uomini che si troveranno nello stato che tu
hai descritto, mentre sono ancora in vita, date il mistero di uno dei dodici
nomi delle camere del drago delle tenebre esteriori: questi io ve li darò
quando avrò finito di esporvi tutto, dall’interno all’esterno, e dall’esterno
all’interno. Tutti gli uomini che avranno trovato il mistero di uno dei dodici
nomi di quel drago delle tenebre esteriori, e tutti gli uomini, anche se sono
grandi peccatori, che prima hanno ricevuto i misteri della luce e poi hanno
commesso trasgressioni oppure non hanno portato a compimento alcun mistero,
allorché hanno compiuto i cicli delle trasformazioni e allorché escono dal
corpo senza essersi nuovamente pentiti, quando sono condotti tra i castighi in
mezzo al drago delle tenebre esteriori restano nei cicli e restano tra i
castighi in mezzo al drago; ma se mentre sono in vita e si trovano nel mondo
conoscono il mistero di uno dei dodici nomi degli angeli e pronunciano uno dei
loro nomi mentre sono in mezzo tra i castighi del drago, nell’ora in cui lo
pronunciano, tutto il drago si metterà in movimento, sarà scosso enormemente,
la porta della camera nella quale si trovano le anime di quegli uomini si aprirà
verso l’alto e l’arconte della camera nella quale si trovano quegli uomini
getterà le anime fuori dal drago delle tenebre esteriori, perché hanno trovato
il mistero del nome del drago.
Quando l’arconte getta fuori le anime, gli angeli di Jeu, il
primo uomo, che sorvegliano le camere di quel luogo, si affrettano a strappare
quelle anime per portarle davanti a Jeu, il primo uomo, l’inviato del primo
comandamento. Jeu, il primo uomo, guarda le anime e le esamina: trova che hanno
terminato i loro cicli e che non è permesso portarle nuovamente nel mondo - non
essendo concesso portare nuovamente nel mondo le anime che furono gettate nelle
tenebre esteriori.
Qualora esse non abbiano ancora terminato i loro cicli nelle
trasformazioni del corpo, i ricevitori di Jeu le trattengono presso di sé, fino
a quando non abbiano compiuto per esse il mistero dell’ineffabile e le abbiano
trasferite in un corpo buono il quale troverà i misteri della luce ed erediterà
il regno della luce. Ma se Jeu, esaminandole, trova che hanno terminato i loro
cicli - e che non è quindi permesso rimandarle nuovamente nel mondo - e che
presso di esse non c’è neppure il segno dell’ineffabile, allora Jeu ha
misericordia di esse, e le conduce davanti alle sette vergini luce. Queste le
battezzano con i loro battesimi, ma non danno loro l’unzione pneumatica, e le
conducono al tesoro della luce; tuttavia non le pongono negli ordini
dell’eredità non avendo esse né il segno né il sigillo dell’ineffabile. Le
liberano però da tutti i castighi, le pongono nella luce del tesoro, da sole e
in disparte, fino a quando il tutto salirà e fino al tempo in cui saranno
tirate le cortine del tesoro della luce: le ripuliscono, le purificano a fondo,
danno nuovamente a esse dei misteri, le pongono nell’ultimo ordine del tesoro;
quelle anime saranno salvate da tutti i castighi dei giudizi.
Dopo avere parlato così, il salvatore domandò ai suoi
discepoli: - Avete compreso il modo in cui vi parlo? Maria rispose nuovamente e
disse: - Mio Signore, questa è la parola che ci hai detto con una parabola,
dicendo: «Fatevi un amico dalla mammona di iniquità, affinché, quando voi
sarete dei superstiti, egli vi accolga nelle capanne eterne». Chi è dunque la
mammona di iniquità, se non il drago delle tenebre esteriori? E questa è la
parola: colui che conoscerà uno dei nomi del drago delle tenebre esteriori,
qualora rimanga superstite nelle tenebre esteriori o qualora abbia terminato i
cicli delle trasformazioni, se pronuncia il nome del drago, egli sarà salvato,
uscirà dalle tenebre e sarà accolto nel tesoro della luce. Questa è la parola,
mio Signore. Il salvatore rispose e disse a Maria: - Bene, pneumatica e
genuina! Questa è la soluzione.
Cap. 131
Maria proseguì: - Mio
Signore, il drago delle tenebre esteriori viene in questo mondo, oppure no? Il
salvatore rispose e disse a Maria: - Quando la luce del sole è fuori nel mondo,
copre le tenebre del drago; ma quando il sole è sotto il mondo, restano le
tenebre del drago che sono come un velo del sole e allora l’alito delle tenebre
viene nel mondo sotto l’aspetto di fumo notturno; cioè, quando il sole ritrae i
suoi raggi, il mondo non è in grado di sopportare il vero aspetto delle tenebre
del drago, poiché ne sarebbe distrutto, e andrebbe in rovina. Dopo che il
salvatore parlò così, Maria prosegui ancora domandando al salvatore: - Mio
Signore, ti interrogo ancora, non nascondermi (nulla).
Or dunque, mio Signore, chi è che costringe l’uomo a
peccare? Il salvatore rispose e disse a Maria: - Sono gli arconti del destino
che costringono l’uomo a peccare. Maria rispose domandando al salvatore: - Mio
Signore, gli arconti vengono, forse, giù nel mondo per costringere l’uomo a
peccare? Il salvatore rispose e disse a Maria: - Non è in questo modo che essi
discendono nel mondo. Quando, per mezzo degli arconti del destino, un’anima
antica è in procinto di discendere, gli arconti di quel grande destino - i
quali si trovano nei luoghi del capo degli eoni che è il luogo denominato
«luogo del regno di Adamas» e il luogo che sta di fronte alla vergine luce -
gli arconti, dunque, del luogo di quel capo danno all’anima antica un calice
dell’oblio, proveniente dal seme della cattiveria, ripieno di ogni genere di
passioni e di ogni oblio. Non appena l’anima beve dal calice, dimentica tutti i
luoghi nei quali era andata, e tutti i castighi tra i quali era passata. Quel
calice dell’acqua dell’oblio diventa un corpo all’esterno dell’anima,
rassomigliante all’anima in tutte le forme, e simile a lei: esso è il
cosiddetto spirito di opposizione.
Se, invece, è un’anima nuova tratta dal sudore degli arconti
e dalle lacrime dei loro occhi, o piuttosto dall’alito della loro bocca, in
breve, se è una delle anime nuove, o una di quel genere di anime che sono
tratte dal sudore, i cinque grandi arconti del grande destino prendono il
sudore di tutti gli arconti dei loro eoni, l’impastano assieme, lo dividono e
lo trasformano in anima. Se poi essa (l’anima) è un resto di luce purificata,
Melchisedek lo porta dagli arconti. I cinque grandi arconti del grande destino
impastano insieme questo resto e lo trasformano in tante singole anime,
cosicché ognuno degli arconti degli eoni, ognuno di loro, mette nell’anima la
sua parte: perciò lo impastano assieme, e così tutti prendono parte nell’anima.
Quando i cinque grandi arconti dividono i componenti per trasformarli in anime,
li traggono dal sudore degli arconti. Ma quando (l’anima) proviene dal resto
della luce purificata, Melchisedek, il grande ricevitore della luce, lo porta
dagli arconti; oppure, quando (le anime) provengono dalle lacrime dei loro
occhi o dall’alito della loro bocca, in breve, quando sono anime di tal genere,
allorché i cinque arconti dividono i componenti e li trasformano in diverse
anime; oppure se si tratta di un’anima antica, è lo stesso arconte che si trova
tra i capi degli eoni a mescolare il calice dell’oblio con il seme della
cattiveria: lo impasta con ognuna delle nuove anime, nel tempo in cui si trova
nel luogo del capo.
Questo calice
dell’oblio diviene per l’anima lo spirito di opposizione: resta all’esterno
dell’anima, le fa da abito essendole simile sotto ogni aspetto ed essendo un
involucro all’esterno di lei, come un abito. I cinque grandi arconti del grande
destino degli eoni, l’arconte del disco solare e l’arconte del disco lunare
soffiano in quell’anima e da essi viene fuori una parte della mia forza che
l’ultimo assistente gettò nella miscela; quella parte di forza resta dentro
l’anima, disciolta e sussistente per suo proprio potere, in forza della
disposizione stabilita per dare all’anima la percezione affinché, in ogni
tempo, tenda alle opere della luce dell’alto.
Quella forza
assomiglia all’anima sotto ogni aspetto e le è uguale; non può restare
all’esterno dell’anima, bensì rimane all’interno di lei, come le ho ordinato
fin dall’inizio. Quando la volli gettare nel primo comandamento, le comandai di
rimanere all’esterno delle anime, in forza della disposizione del primo
mistero. Vi dirò tutte queste parole trattando della distribuzione del tutto, a
proposito della forza e anche a proposito dell’anima: in che modo sono create,
quale arconte le crea, e qual è il diverso modo d’essere dell’anima.
Trattando della distribuzione del tutto vi dirò quanti sono
coloro che creano le anime: vi dirò i nomi di tutti coloro che creano le anime,
vi dirò in che modo furono preparati lo spirito di opposizione e l’ora fatale;
vi dirò i nomi dell’anima prima della purificazione e i nomi dopo che è
purificata e resa genuina. Vi dirò i nomi dello spirito di opposizione; vi dirò
i nomi dell’ora fatale; vi dirò i nomi di tutti i vincoli con i quali gli
arconti legano all’anima lo spirito di opposizione; vi dirò i nomi di tutti i
decani i quali creano, nel mondo, l’anima nei corpi dell’anima; vi dirò in che
modo vengono create le anime; vi dirò il tipo di ogni anima; vi dirò il tipo
delle anime degli uomini, degli uccelli, delle bestie, dei rettili; vi dirò il
tipo di tutte le anime e quello di tutti gli arconti inviati nel mondo,
affinché siate perfetti in ogni conoscenza.
Vi dirò tutto ciò
trattando della distribuzione del tutto; dopo tutto questo, vi dirò per qual
motivo è avvenuto tutto ciò. E ora ascoltate e, come vi dissi, vi parlerò a
proposito dell’anima. I cinque grandi arconti del grande destino degli eoni,
gli arconti del disco solare e gli arconti del disco lunare soffiano in
quell’anima, e da loro esce una parte della mia forza, come vi dissi sopra, e
la parte di questa forza rimane all’interno dell’anima affinché l’anima possa
sussistere.
All’esterno
dell’anima mettono lo spirito di opposizione, che la sorveglia e le è stato
assegnato; gli arconti lo avvincono all’anima con i loro sigilli, con i loro
vincoli, e lo sigillano a lei affinché in ogni tempo la costringa a compiere
costantemente le loro passioni e i loro misfatti; affinché lei li serva in ogni
tempo; affinché resti in ogni tempo, nelle trasformazioni del corpo, sotto la
loro sottomissione; lo sigillano a lei, affinché lei venga a trovarsi in tutti
i peccati e in tutte le passioni del mondo.
È per questo motivo che io ho portato i misteri nel mondo:
essi sciolgono tutti i vincoli e tutti i sigilli dello spirito di opposizione
che avvincono l’anima; essi rendono libera l’anima, la svincolano dai suoi
genitori, gli arconti, la trasformano in luce genuina; essi la conducono su nel
regno di suo padre, della prima uscita, del primo mistero, per sempre. È per
questo che, una volta, vi dissi: «Colui che non abbandona il padre e la madre,
e poi viene e mi segue, non è degno di me». In quel tempo, dunque, vi dissi:
«Dovete abbandonare i vostri genitori, gli arconti, affinché io vi renda figli
del primo mistero, per sempre».
Cap. 132
Dopo che il salvatore
parlò così, Salome si precipitò avanti, e disse: - Mio Signore, se i nostri
genitori sono gli arconti, com’è che nella legge di Mosè sta scritto: «Colui
che abbandonerà suo padre e sua madre deve morire?» In proposito, la legge non
ha, forse, parlato così? Dopo che Salome parlò così, irruppe la forza luminosa
che era in Maria Maddalena, la quale disse al salvatore: - Mio Signore,
ordinami di parlare a mia sorella Salome per dirle la soluzione della parola da
lei pronunciata. Udite queste parole di Maria, il salvatore la proclamò molto
beata. Poi il salvatore rispose, e disse a Maria: - Maria, ti comando di dire
la soluzione della parola pronunciata da Salome.
Dopo che il salvatore parlò così, Maria si precipitò verso
Salome, la baciò e le disse: - Sorella mia Salome, a proposito della parola
detta da te: nella legge di Mosè sta scritto: «Colui che abbandonerà suo padre
e sua madre, deve morire», or dunque, sorella mia Salome, (la legge) non ha
detto questo a proposito dell’anima, né a proposito del corpo, né a proposito
dello spirito di opposizione poiché tutti costoro sono figli degli arconti e
derivano da essi; invece ha detto questo a proposito della forza proveniente
dal salvatore, e (a proposito) dell’uomo luminoso che oggi è dentro di noi. La
legge ha detto pure: «Chiunque resterà fuori del salvatore e di tutti i suoi
misteri, cioè i suoi genitori, non solo deve morire, ma andrà in rovina
totale». Dopo che Maria parlò così, Salome si precipitò verso Maria, e la baciò
di nuovo; poi Salome disse: - Il salvatore ha forza bastante per rendermi
intelligente come te. Udite le parole di Maria, il salvatore la proclamò molto
beata.
Poi il salvatore riprese a parlare dicendo a Maria tra i
discepoli: - Ora ascolta, Maria, chi è che costringe l’uomo a peccare. Dunque,
gli arconti sigillano nell’anima lo spirito di opposizione in modo tale che
egli non la agiti nell’ora in cui le fa compiere ogni genere di peccati e ogni
genere di misfatti. Essi, inoltre, ordinano così allo spirito di opposizione:
«Quando l’anima esce dal corpo, dato che tu sei assegnato a lei, non agitarla,
e in ogni luogo dei giudizi, convincila a proposito di tutti i peccati che tu
le hai fatto commettere, affinché in ogni luogo dei giudizi lei sia punita e
non sia in condizione di andare in alto verso la luce e di ritornare nelle
trasformazioni del corpo». In una parola, essi comandarono allo spirito di
opposizione: «Non agitarla mai, in qualsiasi momento, affinché essa non
pronunci i misteri e non si sciolgano tutti i sigilli e tutti i vincoli con i
quali ti abbiamo vincolato a lei. Allorché essa pronuncia i misteri, si
sciolgono tutti i sigilli e tutti i vincoli, ed enuncia la difesa, allora
lasciala andare: essa appartiene a quelli della luce dell’alto, è estranea a
noi e a te; e, da quell’ora, non la potrai più afferrare.
Se, invece, non pronuncia i misteri dello scioglimento dei
tuoi vincoli, dei tuoi sigilli e delle difese del luogo, afferrala, non la
lasciare: tra i castighi e in tutti i luoghi dei giudizi, la devi convincere a
proposito di tutti i peccati che le hai fatto commettere; dopo, conduci l’anima
dalla vergine luce che la manderà ancora una volta nel ciclo». Gli arconti del
grande destino degli eoni la consegnano allo spirito di opposizione, gli
arconti chiamano i ministri dei loro eoni, che sono 365, danno loro l’anima e
lo spirito di opposizione vincolati insieme: lo spirito di opposizione
all’esterno dell’anima e la miscela della forza all’interno dell’anima; quella
si trova all’interno di tutte e due affinché siano in condizione di coesistere,
dato che è la forza che le regge ambedue. Gli arconti comandano ai ministri:
«Questo è il tipo che dovete mettere nel corpo della materia del mondo».
Cioè, dicono loro: «Mettete la miscela della forza, e
l’interno dell’anima dentro tutti loro, affinché siano in condizione di stare
su - giacché la loro erezione è proprio essa -; dopo l’anima, mettete lo
spirito di opposizione». Ordinano dunque ai loro ministri di immetterli nei
corpi dell’antitipo; e in questo modo i ministri degli arconti portano la
forza, l’anima e lo spirito di opposizione: portano questi tre giù nel mondo e
li versano nel mondo degli arconti di mezzo. Gli arconti di mezzo valutano lo spirito
di opposizione e l’ora fatale, il cui nome è µοιρα (Moira), che opera nell’uomo
fino a ucciderlo con la morte che gli è stata assegnata: ora fatale che gli
arconti del grande destino hanno vincolato all’anima. I ministri della sfera
legano insieme l’anima, la forza, lo spirito di opposizione e l’ora fatale, le
dividono tutte facendone due parti; cercano nel mondo l’uomo e la donna - ai
quali diedero i segni - per metterle dentro di loro: ne danno una parte
all’uomo e una parte alla donna tramite un cibo del mondo o tramite un alito di
aria o tramite l’acqua o qualsiasi altra cosa che bevono.
Vi dirò tutto questo: il genere e il tipo di ogni anima;
come esse (le anime) entrano nei corpi degli uomini, degli uccelli, delle
bestie, degli animali, dei rettili e di ogni specie che è nel mondo; vi dirò il
loro tipo, e sotto quale tipo entrano negli uomini: tutto ciò ve lo esporrò
trattando della distribuzione del tutto. Quando, dunque, i ministri degli
arconti ne gettano una parte nella donna e l’altra parte nell’uomo, nel modo
che vi ho detto, anche se sono lontani l’una dall’altro i ministri li
costringono, di nascosto, ad accordarsi l’un l’altra in un accordo del mondo.
Lo spirito di opposizione dell’uomo va a quella parte che è destinata al mondo
della materia del suo corpo, la porta e la immette nell’utero della donna,
nella parte destinata al seme della cattiveria. In quel momento entrano nel suo
corpo i 365 ministri degli arconti e vi prendono dimora. I ministri guidano
l’una all’altra le due parti; inoltre i ministri trattengono poi il sangue di
tutti i cibi della donna sia di quelli che mangerà sia di quelli che berrà: li
trattengono nel corpo della donna per quaranta giorni; dopo i quaranta giorni
essi impastano il sangue della forza derivante dai cibi, lo impastano bene
nell’utero della donna.
Dopo i quaranta giorni, essi ne trascorrono ancora altri
trenta a costruire le membra a immagine del corpo umano: ognuno costruisce un
membro. Vi parlerò dei decani che costruiscono il corpo, ve ne parlerò
trattando della distribuzione del tutto. Dunque, quando, dopo settanta giorni,
i ministri avranno completato il corpo intero e tutte le sue membra, nel corpo
che hanno costruito i ministri chiamano anzitutto lo spirito di opposizione;
poi chiamano l’anima dentro di esse; in fine chiamano nell’anima la miscela
della forza; all’esterno di tutto questo, essi mettono l’ora fatale: questa,
infatti, non è mescolata con essi, ma li accompagna e li segue.
Dopo di ciò, i
ministri, insieme, li sigillano con i sigilli dati loro dagli arconti:
sigillano il giorno nel quale essi presero dimora nel corpo della donna: lo
sigillano nella mano sinistra della creatura; sigillano - nella mano destra -
il giorno nel quale hanno completato il corpo; sigillano - in mezzo al cranio
del corpo della creatura - il giorno nel quale gli arconti gliela hanno
affidata; sigillano il giorno nel quale l’anima è uscita dagli arconti: lo sigillano
sul lato (sinistro) del cranio della creatura; sigillano il giorno nel quale
hanno impastate le membra facendone un’anima distinta: mettono il sigillo sul
lato destro del cranio della creatura; il giorno nel quale hanno vincolato
all’anima lo spirito di opposizione, lo sigillano sulla nuca della creatura; il
giorno nel quale gli arconti hanno soffiato la forza nel corpo, lo sigillano
sul cervello, che è in mezzo alla testa della creatura, e sul cuore della
creatura; il numero degli anni che l’anima trascorrerà nel corpo, lo sigillano
sulla fronte della creatura. Sigillano così tutti questi sigilli sulla
creatura. Il nome di tutti questi sigilli ve lo dirò, trattando della
distribuzione del tutto e, dopo la distribuzione del tutto, vi dirò per qual
motivo è avvenuto tutto ciò. Se voi potete comprendere: quel mistero sono io.
Or dunque, completato
tutto l’uomo - da tutti questi sigilli con i quali hanno sigillato il corpo -,
i ministri prendono quanto è caratteristico di ognuno e lo portano a tutti gli
arconti erinnici, quelli che sono preposti a tutti i castighi dei giudizi; e
questi li consegnano ai ricevitori affinché conducano le loro anime fuori dai
corpi. Costoro consegnano ai ricevitori quanto è caratteristico dei sigilli,
affinché possano conoscere il tempo in cui devono condurre le loro anime fuori
dai corpi, affinché possano conoscere il tempo in cui devono generare il corpo,
e mandino i loro ministri i quali devono presentarsi, accompagnare l’anima,
essere testimoni di tutti i peccati che commetterà: essi (i ministri) e lo
spirito di opposizione (saranno poi testimoni) del genere e del modo in cui
l’anima, nel giudizio, sarà punita. Allorché i ministri avranno dato agli
arconti quanto è caratteristico dei sigilli, si ritirano a disposizione dei
compiti loro assegnati dagli arconti del grande destino.
Quando ha compimento
il numero dei mesi per la nascita del bambino, il bambino viene partorito:
piccola è in lui la miscela della forza, piccola in lui è l’anima, piccolo è in
lui lo spirito di opposizione. Grande è invece l’ora fatale poiché non è
mescolata al corpo per dirigerne le parti costitutive; essa accompagna l’anima,
il corpo e lo spirito di opposizione fino alla uscita dell’anima dal corpo, a
motivo del genere di morte col quale lo ucciderà in conformità della morte
assegnatagli dagli arconti del grande destino. Se deve morire a causa di una
bestia, l’ora fatale dirige la bestia contro di lui affinché l’uccida; se deve
morire a causa di un serpente, o deve cadere, per sfortuna, in una fossa, o
deve impiccarsi, o deve morire in acqua, di un genere di morte o di un altro,
di una morte più cattiva o di una migliore; in breve, è l’ora fatale che lo
costringe alla sua morte. Questo è il compito dell’ora fatale. Non ha altro
compito all’infuori di questo. L’ora fatale accompagna ogni uomo fino al giorno
della sua morte.
Cap. 133
Maria domandò: - Dunque, a tutti gli uomini che sono nel
mondo accadrà quanto per essi è stato determinato dal destino, sia che si
tratti di bene oppure di male, di peccato, di morte, di vita? In una parola:
deve loro accadere tutto ciò che è stato determinato dagli arconti del destino?
Il salvatore rispose e disse a Maria: - In verità vi dico: tutto ciò che è
stato determinato dal destino, sia che si tratti di tutto bene o di tutto
peccato, in breve, tutto quanto per ognuno è stato determinato, gli accadrà. È
per questo che ora ho portato la chiave dei misteri del regno dei cieli,
altrimenti - nel mondo - non si salverebbe alcuna carne, sia che si tratti di
un giusto o di un peccatore.
Per questo, dunque, ora ho portato nel mondo la chiave dei
misteri: per sciogliere i peccatori che crederanno in me e mi ascolteranno; per
scioglierli dai vincoli e dai sigilli degli eoni degli arconti; per unirli ai
sigilli, agli abiti e agli ordini della luce. Cosicché colui che, nel mondo,
sciolgo dai vincoli e dai sigilli degli eoni degli arconti, sia sciolto, in
alto, dai vincoli e dai sigilli degli eoni degli arconti. Cosicché colui che,
nel mondo, avvinco ai sigilli, agli abiti e agli ordini della luce, nel paese
della luce sia unito agli ordini delle eredità della luce.
Mi sono preoccupato dei peccatori e ho portato loro i
misteri per scioglierli dagli eoni degli arconti e unirli alle eredità della
luce. Non soltanto (mi sono preoccupato) dei peccatori, ma anche 256 dei
giusti, per dare loro i misteri affinché siano accolti nella luce. Senza i
misteri non possono, infatti, essere accolti nella luce. Perciò non l’ho
nascosto, ma l’ho proclamato apertamente. Non ho diviso i peccatori, ma ho
proclamato e ho detto a tutti gli uomini, peccatori e giusti: «Cercate e
troverete, bussate e vi sarà aperto. Poiché chiunque cerca la verità, la
troverà; e a chi bussa sarà aperto». A tutti gli uomini, infatti, ho detto:
«Devono cercare i misteri del regno della luce che li purificano e rendono
genuini, e li guideranno nella luce». Per questo, Giovanni Battista profetò a
mio riguardo, dicendo: «Io vi ho battezzato con acqua per la penitenza in
remissione dei vostri peccati; colui che viene dopo di me, è più forte di me;
nella sua mano c’è il ventilabro; egli purificherà la sua aia: brucerà la pula
con fuoco inestinguibile, ma raccoglierà il grano nel suo granaio». La forza
presente in Giovanni ha profetato a mio riguardo poiché essa sapeva che io
avrei portato, nel mondo, i misteri; (sapeva) che avrei purificato i peccati
dei peccatori che crederanno in me e mi ascolteranno; (sapeva che) li avrei
trasformati in luce genuina e li avrei guidati nella luce.
Cap. 134
Dopo che Gesù parlò
così, Maria l’interrogò, dicendo: - Se gli uomini cercano, ma incontrano
dottrine erronee, d’onde possono conoscere se ti appartengono, oppure no? Il
salvatore rispose, e disse a Maria: - Una volta vi ho detto: «Siate come
prudenti cambiavalute! Trattenete quanto è buono, respingete quanto è cattivo».
Or dunque, a tutti gli uomini che vogliono cercare la divinità, dite: «Quando
il vento viene da settentrione sapete che ci sarà freddo, quando il vento viene
da meridione sapete che ci sarà caldo e calura». Or bene, dite loro: «Se dal
vento avete riconosciuto il volto del cielo e della terra, quando qualcuno
viene ad annunziarvi una divinità sapete bene se le loro parole concordano e si
armonizzano con tutte le vostre parole, quelle che vi ho detto per mezzo di due
o di tre testimoni. Se concordano con la disposizione dell’aria, del cielo, dei
cicli, delle stelle, dei luminari, della terra intera e di quanto in essa si
trova; e ancora (se concordano con la disposizione) di tutte le acque e di
quanto c’è in esse, dite loro che io annovererò tra i nostri coloro che
verranno da voi con parole che si armonizzano e concordano, in piena
conoscenza, con tutto ciò che vi ho detto».
Agli uomini parlerete
così, allorché predicate, affinché si guardino dalle false dottrine. Mi sono,
dunque, preoccupato dei peccatori e sono venuto nel mondo per liberarli.
Tuttavia, anche gli stessi giusti che non hanno mai fatto alcunché di male, e
non hanno mai peccato, è indispensabile che trovino i misteri che sono nei
libri di Jeu e che io feci scrivere da Enoc, quando, nel paradiso, parlavo con
lui dall’albero della conoscenza e dall’albero della vita. Glieli feci disporre
sulla roccia Ararad e vi posi l’arconte Calapataurot - che è al di sopra di
Gemmut, sul quale è il piede di Jeu, e circonda tutti gli eoni e i destini -:
posi quell’arconte come custode dei libri di Jeu, a motivo del diluvio e
affinché nessuno degli arconti ne fosse invidioso e li distruggesse. Questi ve
li darò dopo che vi avrò esposto la distribuzione del tutto.
Dopo che il salvatore
parlò così, Maria domandò e disse: - Mio Signore, qual è mai, nel mondo, l’uomo
che non abbia commesso alcun peccato e sia puro da ogni misfatto? E, infatti,
se è puro da uno, non può esserlo da un altro, onde possa trovare i misteri che
sono nei libri di Jeu. Perciò dico: nel mondo, nessun uomo può essere puro da
peccati, poiché se è puro da uno, non può essere puro da un altro. Il salvatore
rispose e disse a Maria: - Io vi dico: a motivo della perfezione del mistero
del primo mistero, se ne troverà uno tra mille, e due tra diecimila. Di questo
parlerò quando vi esporrò distintamente il tutto. Per tale motivo, dunque, mi
sono preoccupato e ho portato nel mondo i misteri, perché tutti sono sotto il
peccato, e tutti hanno bisogno del dono dei misteri.
Cap. 135
Maria domandò al
salvatore: - Mio Signore, prima che tu andassi nel luogo degli arconti e prima
che tu venissi quaggiù nel mondo, è forse entrata qualche anima nella luce? Il
salvatore rispose e disse a Maria: - In verità in verità vi dico: prima ch’io
venissi nel mondo, nessun’anima è entrata nella luce! Ma ora, dopo che sono
venuto, ho aperto le porte della luce, e ho aperto le vie che conducono alla
luce. Ora, colui che si comporta in modo degno dei misteri, può ricevere i
misteri ed entrare nella luce.
Maria proseguì,
dicendo: - Mio Signore, ho sentito, tuttavia, che i profeti sono entrati nella
luce. Il salvatore riprese, e disse a Maria: - In verità in verità ti dico:
nessun profeta è entrato nella luce! Bensì gli arconti degli eoni hanno parlato
con loro dagli eoni, e hanno comunicato loro il mistero degli eoni. Allorché io
giunsi nel luogo degli eoni, voltai Elia e lo mandai nel corpo di Giovanni
Battista; voltai anche gli altri in corpi giusti, che troveranno i misteri
della luce per andare in alto, ed erediteranno il regno della luce. Invece ad
Abramo, a Isacco, a Giacobbe, ho perdonato tutti i loro peccati e misfatti, ho
dato i misteri della luce negli eoni, e li ho posti nel luogo di Yabraoth e di
tutti gli arconti che hanno fatto penitenza. Allorché andrò in alto, quando
sarò in procinto di andare dalla luce, porterò con me, nella luce, le loro
anime. Però, in verità ti dico, Maria: essi non perverranno alla luce prima
ch’io abbia portato alla luce la tua anima e quella di tutti i tuoi fratelli. I
restanti patriarchi e giusti, da Adamo fino a oggi, che si trovano negli eoni e
in tutti gli ordini degli arconti, quando giunsi nel luogo degli eoni, ho fatto
in modo che, per mezzo della vergine luce, si volgessero in corpi che
diverranno tutti giusti: tutti costoro troveranno i misteri della luce,
entreranno nel regno della luce e lo erediteranno.
Maria rispose: - Noi
siamo più beati di tutti gli uomini, a motivo degli splendori che ci hai
manifestato! Il salvatore rispose e disse a Maria e a tutti i discepoli: - Vi
manifesterò tutti gli splendori dell’alto dall’interno degli interni
all’esterno degli esterni, affinché siate perfetti in ogni conoscenza e in ogni
pienezza, nell’altezza delle altezze e nella profondità delle profondità. Maria
proseguì e disse al salvatore: - Mio Signore, ecco che abbiamo riconosciuto
apertamente, con precisione e chiaramente, che tu hai portato la chiave dei
misteri del regno della luce, che rimettono i peccati alle anime, le
purificano, le trasformano in luce genuina e le guidano alla luce.
PISTIS SOPHIA Quinto Libro
Cap. 136
Allorché il nostro Signore Gesù fu crocifisso e, nel terzo
giorno, risorse dai morti, i suoi discepoli si radunarono attorno a lui, e lo
pregarono dicendo: Signore nostro, abbi misericordia di noi giacché abbiamo
abbandonato padre, madre, tutto il mondo, e ti abbiamo seguito. Allora Gesù,
stando con i suoi discepoli presso l’acqua dell’oceano, elevò questa preghiera,
dicendo: Ascoltami, Padre mio, Padre di ogni paternità, luce infinita: αεηιουω.
ιαω. αωι. ωια. ψινωϑερ. ϑερνωψ. νωψιτερ. ζαγουρη. παγουρη. νεϑµοµαω. νεψιοµαωϑ.
µαραχαχϑα. ϑµβαρραβαυ. ϑαρναχαχαν. ζοροχοϑορα. ιεου. σαβαωϑ [aeeiouo iao aoi
oia psinother Thernops nopsither sagoure pagoure nethmomaoth nepsiomaoth
marachachtha thobarrabau tharnachachan zorocothora ieou (Jeu) Sabaoth].
Mentre Gesù parlava così, Tommaso, Andrea, Giacomo e Simone
il cananeo si trovavano con lo sguardo rivolto verso oriente; Filippo e
Bartolomeo si trovavano rivolti verso settentrione; gli altri discepoli e
discepole stavano dietro Gesù; Gesù, poi, stava presso l’altare. Con i
discepoli indossanti abiti di lino e rivolgendosi ai quattro angoli del mondo,
Gesù gridò: ιαω ιαω ιαω. [iao iao iao] Questa è la spiegazione: jota, perché e
scaturito il tutto; alfa, perché ritornerà di nuovo; omega, perché avrà luogo
il compimento di tutti i compimenti.
Dopo avere parlato
così, Gesù disse: ιαϕϑα. ιαϕϑα. µουναηρ µουναηρ ερµανουηρ. ερµανουηρ [iaphtha
iaphtha mounaer mounaer ermanouer ermanour]. Cioè: tu, Padre di ogni paternità
delle cose infinite, ascoltami per amore dei miei discepoli, che ho condotto
davanti a te, affinché credano a tutte le parole della tua verità, e concedi
tutto ciò che ti chiederò, giacché conosco il nome del padre del tesoro della
luce. Pronunciando il nome del padre del tesoro della luce, Gesù - cioè
Aberamentho - gridò nuovamente, dicendo: - Tutti i misteri degli arconti, le
potestà, gli angeli, gli arcangeli, tutte le potenze, tutte le cose del dio
invisibile Agrammachamarei e Barbelo, e la sanguisuga (Bdella), si pongano da
un lato e si separino sulla destra. In quel momento tutti i cieli andarono
verso occidente, tutti gli eoni, la sfera, gli arconti e tutte le loro forze
fuggirono insieme verso occidente sulla sinistra del disco solare e del disco
lunare. Il disco solare era un grande drago dalla coda in bocca, raggiungeva le
sette forze di sinistra ed era tirato da quattro forze aventi l’aspetto di
cavalli bianchi. La base della luna aveva la forma di una nave, pilotata da un
drago maschio e da un drago femmina, e tirata da due tori; sulla parte
posteriore della luna si trovava la figura di un bambino il quale guidava i
draghi che sottraevano la luce agli arconti, mentre sulla parte anteriore c’era
una faccia di gatto. Tutto il mondo, le montagne e i mari, fuggirono insieme
verso occidente, sulla sinistra.
Mentre Gesù e i suoi discepoli restarono in mezzo a un luogo
aereo sulle vie della via di mezzo, posta sotto la sfera, e giunsero al primo
ordine della via di mezzo. Gesù poi si fermò nell’aria del luogo della via di
mezzo con i suoi discepoli. I discepoli domandarono a Gesù: - Che luogo è
questo nel quale ci troviamo? - Gesù rispose: - Sono i luoghi della via di
mezzo. Quando gli arconti di Adamas si ribellarono ed esercitarono
continuamente l’unione sessuale generando arconti, arcangeli, angeli, ministri e
decani, da destra venne Jeu, padre di mio padre, e li legò in una sfera del
destino. Esistono, infatti, dodici eoni: su di sei domina Sabaoth Adamas; sugli
altri sei domina suo fratello Yabraoth. Allora Yabraoth, con i suoi arconti,
credette ai misteri della luce, fu operoso nei misteri della luce, e abbandonò
il mistero dell’unione sessuale. Mentre Sabaoth Adamas, con i suoi arconti, si
ostinò nell’esercizio dell’unione sessuale. Allorché Jeu, padre di mio padre,
vide che Yabraoth aveva creduto, lo prese con tutti gli arconti che avevano
creduto insieme a lui, lo trasse seco, fuori della sfera, e lo condusse in
un’aria pura in faccia alla luce del sole tra i luoghi di coloro che sono nel
mezzo, e tra i luoghi del Dio invisibile: lo pose là con gli arconti che gli
avevano creduto. Prese, invece, e legò dentro la sfera Sabaoth Adamas e i suoi
arconti, che non erano stati operosi nei misteri della luce, ma continuamente
operosi nei misteri dell’unione sessuale: in ogni eone legò 1800 arconti, e
sopra di essi ne mise 360; sopra i 360 e sopra tutti gli arconti pose, come
sovrani, cinque altri grandi arconti, che in tutto il mondo dell’umanità sono
chiamati con questi nomi: il primo è chiamato Cronos, il secondo Ares, il terzo
Hermes, il quarto Afrodite, il quinto Zeus.
Cap. 137
Gesù proseguì,
dicendo: Ascoltate ora, e vi parlerò del loro mistero. Allorché Jeu li legò,
trasse una forza dal grande invisibile e la congiunse a colui che è chiamato
Cronos; trasse un’altra forza da ιψανταχουνχαινχουχεωχ
[Ipsantakounkainkoukeok], che è uno degli dei dotati di triplice forza, e la
congiunse ad Ares; trasse una forza da χαινχωωωχ [Kainkoook], anch’egli uno
degli dei dotati di triplice forza, e la congiunse a Hermes; trasse ancora una
forza da Pistis Sophia, la figlia di Barbelo, e la congiunse ad Afrodite.
Osservò, poi, che avevano bisogno di un timone per dirigere il mondo e gli eoni
della sfera, affinché nella loro cattiveria non lo distruggessero: andò nel
mezzo, trasse una forza dal piccolo Sabaoth, il buono, che è nel mezzo, e la congiunse
a Zeus, che è buono, affinché egli, nella sua bontà, li dirigesse. Fissò la
rotazione del suo ordine in modo che egli trascorra tredici mesi in ogni eone,
reggendolo affinché liberi dalla malignità della loro cattiveria tutti gli
arconti da lui raggiunti; e gli diede, quale dimora, due eoni i quali sono in
faccia a quelli di Hermes. Per la prima volta vi ho detto i nomi con i quali
gli uomini della terra sogliono chiamare questi cinque grandi arconti; ma ora
prestatemi attenzione e vi dirò quali sono i loro nomi immortali: Orimuth
corrisponde a Cronos; Munichunaphor corrisponde ad Ares; Tarpetanuph
corrisponde a Hermes; Chosi corrisponde ad Afrodite; Chonbal corrisponde a
Zeus. Tali sono i loro nomi immortali.
Cap. 138
Udite queste cose, i discepoli si prostrarono, adorarono
Gesù e gli dissero: - Siamo beati più di tutti gli uomini poiché ci hai
rivelato queste grandi meraviglie! Indi proseguirono adorando e dicendo: - Ti
preghiamo di rivelarci che vie sono queste? Gli si avvicinò Maria, si prostrò,
adorò i suoi piedi, baciò le sue mani, e gli disse: - Ebbene, mio Signore,
rivelaci: che utilità hanno le vie del mezzo? Da te, infatti, abbiamo udito che
esse sono poste al di sopra di grandi castighi; ora, nostro Signore, come ne
usciremo, come le sfuggiremo, e in qual maniera esse afferrano le anime, e per
quanto tempo restano le anime tra quei castighi? Abbi pietà di noi, Signore e
salvatore, affinché i ricevitori dei giudizi delle vie del mezzo non
trasportino le nostre anime per giudicarci tra i loro crudeli castighi,
affinché ereditiamo, invece, la luce del padre tuo e non diventiamo miseri e
privi di te.
Dopo che Maria, piangendo, ebbe parlato così, Gesù rispose
loro con grande misericordia: - Miei fratelli e miei diletti, che per amore del
mio nome avete abbandonato padre e madre, in verità a voi comunicherò tutti i
misteri e tutte le conoscenze. Vi comunicherò il mistero dei dodici eoni degli
arconti, i loro sigilli, i loro numeri, e il modo con cui chiamarli affinché
possiate pervenire ai loro luoghi. Vi comunicherò inoltre il mistero del
tredicesimo eone e il modo con cui chiamarlo affinché possiate pervenire ai
loro luoghi: vi comunicherò i loro numeri e i loro sigilli. Vi comunicherò il
battesimo di quelli di mezzo e il modo con cui chiamarlo affinché possiate
pervenire ai loro luoghi: vi annunzierò i loro numeri e i loro sigilli. Vi
comunicherò il battesimo di quelli della destra - che è il nostro luogo -, i
suoi numeri, i suoi sigilli, e il modo con cui chiamarlo affinché vi possiate
giungere. Vi comunicherò il grande mistero del tesoro di luce, e il modo con
cui chiamarlo affinché vi possiate giungere. Vi comunicherò tutti i misteri e
tutte le conoscenze, affinché siate chiamati «figli della pienezza, perfetti in
tutte le conoscenze e in tutti i misteri». Beati voi più di tutti gli uomini
che sono sulla terra poiché nel vostro tempo sono giunti i figli della luce.
Cap. 139
Gesù seguitò il discorso, dicendo: - Giunse poi il padre di
mio padre, cioè Jeu: prese altri 360 arconti tra gli arconti di Adamas, che non
avevano creduto al mistero della luce, e li legò a questi luoghi aerei nei
quali ora ci troviamo, al di sotto della sfera; al di sopra di loro pose altri
cinque grandi arconti, quelli cioè che si trovano sulla via del mezzo. Il primo
arconte della via di mezzo è detto Paraplex: è un arconte dall’aspetto di donna
con i capelli che scendono fino ai piedi, sotto il suo potere stanno
venticinque arcidemoni che sovrastano una quantità di altri demoni. Questi sono
i demoni che entrano negli uomini e li inducono all’ira, alla maledizione, alla
calunnia, sono essi che derubano e si prendono via le anime per mandarle
attraverso il loro fumo oscuro e i loro severi castighi.
Maria disse: - Non desisterò dall’interrogarti! Non ti
irritare contro di me, se ti interrogo su di ogni cosa. Gesù rispose: -
Interrogami su quello che vuoi! Maria riprese: - Mio Signore, rivelaci in che
modo derubano e si portano via le anime, di modo che lo comprendano anche i
miei fratelli. Disse Gesù, cioè Aberamentho: - Il padre di mio padre, cioè Jeu,
è l’addetto all’assistenza di tutti gli arconti, degli dei e delle forze
promananti dalla materia della luce del tesoro, e Zorocothora Melchisedek è il
messaggero di tutte le luci che vengono purificate negli arconti, essendo colui
che guida nel tesoro della luce: soltanto questi due sono le grandi luci. Il
loro compito è discendere agli arconti e purificarli; Zorocothora Melchisedek
porta via le luci che sono state purificate tra gli arconti e le guida al
tesoro della luce. Quando giunge il numero e il tempo per il loro compito, essi
discendono dagli arconti, li opprimono e li tormentano mentre portano via dagli
arconti ciò che è purificato. Appena essi desistono dall’opprimerli e dal
tormentarli, se ne ritornano nei luoghi del tesoro della luce. Quando giungono
nei luoghi di mezzo, Zorocothora Melchisedek prende le luci e le guida alla
porta di quelli di mezzo e al tesoro della luce, mentre Jeu se ne ritorna nei
luoghi di quelli della destra.
Fino a quando non giunge nuovamente il numero in base al
quale essi (Jeu e Zorocothora Melchisedek) verranno fuori, gli arconti in preda
alla collera della loro cattiveria, si ribellano, salgono subito verso le luci
- dato che in quel tempo essi (Jeu e Zorocothora Melchisedek) non si trovano là
-, portano via e derubano le anime che possono strappare e le consumano col
loro fumo oscuro e col loro fuoco malvagio. Allora, con i demoni a lei
soggetti, la potestà il cui nome è Paraplex prende le anime dei collerici, dei
maldicenti e dei calunniatori, le invia tra il fumo oscuro, e le manda in
rovina attraverso il suo fuoco malvagio, sicché inizino a essere distrutte e
disfatte; esse trascorrono 133 anni e nove mesi tra i castighi dei suoi luoghi,
mentre essa le tormenta nel fuoco della sua cattiveria. Dopo tutto questo
tempo, allorché la sfera si gira e il piccolo Sabaoth-Zeus giunge al primo eone
della sfera - quello che nel mondo è chiamato ariete di Bubasti - cioè ad
Afrodite, e allorché questa (Afrodite) giunge alla settima casa della sfera,
cioè alla bilancia, allora si tirano da parte le tende che si trovano tra
quelli della sinistra e quelli della destra. Il grande Sabaoth, il buono,
guarda dall’alto, da quelli che sono alla destra, mentre tutto il mondo e
l’intera sfera sono sconvolti; egli guarda giù sui luoghi della Paraplex, e
questi luoghi si dissolvono e vanno in rovina. Ma tutte le anime che si trovano
tra i suoi castighi saranno prese e respinte nuovamente nella sfera: esse,
infatti, sono state condannate alla distruzione tra i castighi della Paraplex.
Cap. 140
Egli proseguì il
discorso, dicendo: - il secondo ordine è chiamato Ariuth, la etiope: è un
arconte femmina, è tutta nera; sotto di lei stanno altri quattordici demoni che
comandano una quantità di altri demoni. Questi demoni che stanno sotto Ariuth,
la etiope, sono quelli che entrano negli uomini litigiosi per sollevare guerre,
e causare omicidi, per indurire il cuore e istigarlo alla collera, per causare
omicidi. Le anime che questa potestà deruberà e porterà via trascorreranno 113
anni nei suoi luoghi, mentre essa le tormenta col suo fumo oscuro e col suo
fuoco malvagio, portandole vicino alla distruzione. Poi la sfera si gira e
viene il piccolo Sabaoth, il buono, che nel mondo è chiamato Zeus: quando
giunge al quarto eone della sfera, cioè al cancro, mentre Bubasti - che nel
mondo è chiamata Afrodite - giunge al decimo eone della sfera, chiamata
capricorno, allora si tirano da parte le tende che si trovano tra quelli della
sinistra e quelli della destra. Jeu guarda fuori, verso destra, il mondo intero
sconvolto che si muove con tutti gli eoni della sfera; egli guarda le dimore
della Ariuth, la etiope, e tutti i luoghi di lei si dissolvono e vanno in
rovina. Ma tutte le anime che si trovano tra i suoi castighi saranno prese e
respinte nuovamente nella sfera: esse, infatti, sono state condannate alla
distruzione attraverso il suo fumo oscuro e il suo fuoco malvagio.
Egli proseguì, dicendo: - Il terzo ordine è chiamato Ecate
trifronte. Sotto il di lei potere si trovano altri ventisette demoni: sono
quelli che entrano negli uomini e li inducono a falsi giuramenti, a menzogne e
ai desideri di ciò che non è loro. Le anime che Ecate deruba e porta via, le
affida ai demoni che stanno sotto di lei affinché le tormentino col suo fumo
oscuro e col suo fuoco malvagio, mentre vengono torturate dai demoni. Esse
trascorrono 105 anni e sei mesi, durante i quali sono punite con severi
castighi, e iniziano a sciogliersi e ad annientarsi. Poi la sfera si gira,
viene il piccolo Sabaoth, il buono, quello del mezzo, che nel mondo è chiamato
Zeus, giunge all’ottavo eone della sfera, chiamato scorpione; quando giunge
Bubasti, chiamata Afrodite, e perviene al secondo eone della sfera, chiamato
toro, allora si tirano da parte le tende che si trovano tra quelli della
sinistra e quelli della destra. Zorocothora Melchisedek, dall’alto, guarda
fuori: il mondo e le montagne si agitano e gli arconti sono sconvolti; egli
guarda tutti i luoghi di Ecate, e tutti i luoghi di lei si dissolvono e vengono
annientati. Ma tutte le anime che si trovano tra i suoi castighi saranno prese
e respinte nuovamente nella sfera: esse, infatti, sono dissolte nel fuoco dei
suoi castighi.
Egli proseguì, dicendo: - Il quarto ordine è chiamato
Parhedron Typhon: è un arconte violento, sotto il cui potere si trovano
trentadue demoni; sono quelli che entrano negli uomini e l’inducono alla
concupiscenza, alla prostituzione, all’adulterio, e alla pratica continua della
relazione sessuale. Le anime che questo eone deruba e porta via trascorreranno
138 anni nei suoi luoghi; quei demoni le tormentano col suo fumo oscuro e col
suo fuoco malvagio, portandole vicine alla consumazione e all’annientamento.
Allorché la sfera si gira e giunge il piccolo Sabaoth, il buono, quello del
mezzo, chiamato Zeus; quando egli giunge al nono eone della sfera, chiamato
sagittario, e quando giunge Bubasti, quella che nel mondo è chiamata Afrodite,
e perviene al terzo eone della sfera, chiamato gemelli, allora si tirano da
parte le tende che si trovano tra quelli della sinistra e quelli della destra. Zarazaz
- colui che dai loro luoghi gli arconti chiamano col nome di un arconte
violento, cioè Maskelli - guarda fuori; guarda le dimore di Parhedron, e i suoi
luoghi si dissolvono e vengono annientati.
Ma tutte le anime che si trovano tra i suoi castighi saranno
prese e respinte nuovamente nella sfera: esse, infatti, sono state scemate dal
suo fumo oscuro e dal suo fuoco malvagio. Proseguì ancora il discorso, dicendo
ai suoi discepoli: - Il quinto ordine, il cui arconte è chiamato Yachthanabas,
è un arconte violento sotto il quale è posta una quantità di altri demoni.
Costoro entrano negli uomini e fanno in modo che essi non abbiano riguardo alla
persona, commettendo così ingiustizie verso i giusti, portando rispetto ai
peccatori, accettando doni a detrimento di un giudizio giusto, corrompendo il
giudizio, dimenticando i poveri e i bisognosi; i demoni accrescono nella loro
anima l’oblio e la preoccupazione per ciò che non arreca alcun vantaggio, di
modo che (gli uomini) non si diano pensiero della propria vita; sicché quando
escono dal corpo saranno rubati e portati via. Le anime che questo arconte ruba
e porta via si trovano tra i suoi castighi per 150 anni e otto mesi: egli le
consuma col suo fumo oscuro e col suo fuoco malvagio, mentre le tortura
acerbamente con la fiamma del suo fuoco. Allorché la sfera si gira giunge il
piccolo Sabaoth, il buono, che nel mondo è chiamato Zeus; quando arriva
all’undicesimo eone della sfera, detto acquario, e Bubasti arriva al quinto
eone della sfera, detto leone, allora si tirano da parte le tende che si
trovano tra quelli della sinistra e quelli della destra. Il grande Jao, il
buono, quello del mezzo, dall’alto guarda fuori sui luoghi di Yachthanabas, e
quei luoghi li dissolvono e vengono annientati. Ma tutte le anime che si
trovano tra i suoi castighi, saranno prese e respinte nuovamente nella sfera:
esse, infatti, sono condannate alla rovina tra i suoi castighi. Queste, dunque,
sono le operazioni della via di mezzo sulle quali mi avete interrogato.
Cap. 141
Udito ciò, i
discepoli si prostrarono, l’adorarono, e gli dissero: - Signore, aiutaci e abbi
misericordia di noi affinché veniamo preservati da questi castighi terribili,
preparati per i peccatori. Guai a loro, guai a loro figli degli uomini! Come
ciechi, brancolano nelle tenebre senza vedere. Abbi misericordia di noi,
Signore, per la grande cecità nella quale ci troviamo! Abbi misericordia
dell’intero genere umano! Infatti, alle loro anime sono tesi tranelli, come
fanno i leoni verso la preda: preparano la preda qual cibo ai castighi degli
arconti, a motivo dell’oblio e dell’ignoranza presenti negli uomini. Abbi,
dunque, compassione di noi, Signore nostro, nostro salvatore! Abbi misericordia
di noi, e salvaci in questo grande sgomento.
Ai suoi discepoli, Gesù rispose: - Consolatevi, non abbiate
paura! Voi, infatti, siete beati poiché vi ho costituiti signori su tutti
costoro, e ve li assoggetterò tutti. Ricordate che a voi, già prima che venissi
crocifisso, ho detto: «Vi darò le chiavi del regno del Cielo». Ebbene, ora vi
dico: ve le darò. Dopo avere parlato così, Gesù intonò un inno nel grande nome.
I luoghi della via di mezzo si nascosero, mentre Gesù e i suoi discepoli
restarono in un’aria straordinariamente luminosa.
Gesù disse ai suoi
discepoli: - Venite vicino a me! -. Ed essi gli si avvicinarono. Egli si voltò
ai quattro angoli del mondo, pronunciò sul loro capo il grande nome, li
benedisse, e soffiò sui loro occhi. Poi Gesù disse loro: - Guardate in alto, e
guardate: che cosa vedete? -. Essi alzarono gli occhi, e videro una luce grande
e molto violenta, che nessun abitante della terra può descrivere. Egli disse
nuovamente a loro: - Distogliete lo sguardo dalla luce, e guardate: che cosa
vedete? -. Dissero: - Vediamo fuoco, acqua, vino, e sangue. Gesù, cioè
Aberamentho, disse ai suoi discepoli: - In verità vi dico: allorché venni nel
mondo, io non portai nulla all’infuori di questo fuoco, di questa acqua, di
questo vino, e di questo sangue. Ho portato l’acqua e il fuoco dal luogo della
luce delle luci del tesoro della luce. Ho portato il vino e il sangue dal luogo
di Barbelo.
Dopo un breve intervallo, mio padre mi ha mandato lo Spirito
Santo sotto forma di una colomba. Il fuoco, l’acqua, e il vino sorsero per la
purificazione di tutti i peccati del mondo. Il sangue fu per me un segno, a
motivo del corpo umano che ho ricevuto nel luogo di Barbelo, la grande forza
del Dio invisibile. Lo Spirito, poi, precede tutte le anime e le guida nel
luogo della luce. Perciò vi dissi: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra»,
cioè sono venuto per purificare, col fuoco, i peccati del mondo intero. Perciò
dissi alla Samaritana: «Se tu conoscessi il dono di Dio, e colui che ti dice:
dammi da bere, tu la domanderesti a lui ed egli ti darebbe un’acqua viva, che
in te diventerebbe una fonte zampillante nella vita eterna».
Perciò presi pure un
calice di vino, lo benedissi, lo diedi a voi, dicendo: «Questo è il sangue
dell’alleanza, il quale sarà versato per voi in remissione dei vostri peccati».
Perciò, nel mio costato, fu infissa la lancia, e ne uscì acqua e sangue. Questi
sono i misteri della luce che perdonano i peccati, cioè le invocazioni e i nomi
della luce.
Poi Gesù comandò: -
Tutte le forze della sinistra se ne vadano ai loro luoghi! - Ma Gesù, con i
suoi discepoli, rimase sul monte della Galilea. I discepoli proseguirono,
pregandolo: - Fino a ora non hai fatto sì che siano perdonati i nostri peccati
e le nostre iniquità, e non ci hai resi degni del regno di tuo padre? Gesù
rispose loro: - In verità vi dico: non solo purificherò i vostri peccati, ma vi
renderò anche degni del regno del padre mio. Sulla terra, darò a voi il mistero
della remissione dei peccati, sicché a colui al quale voi perdonate sulla
terra, sia perdonato in cielo; e colui che voi vincolate sulla terra, sia
vincolato in cielo. Vi darò il mistero del regno dei cieli, affinché voi pure
compiate quei misteri per gli uomini.
Cap. 142
Disse, poi, loro
Gesù: - Portatemi fuoco e tralci di vite -. Glieli portarono. Egli innalzò
l’offerta: pose due recipienti di vino uno alla destra e l’altro alla sinistra
dell’offerta; davanti a essi pose l’offerta, mise un calice d’acqua sulla
destra, davanti al recipiente di vino, mise un calice di vino sulla sinistra,
davanti al recipiente di vino; secondo il numero dei discepoli, collocò dei
pani tra i calici e, dietro i pani, mise un bicchiere d’acqua. Ritto davanti
all’offerta, Gesù dispose i discepoli dietro di sé: indossavano tutti abiti di
lino, e nelle loro mani c’era il numero del nome del padre del tesoro della
luce.
Egli alzò la voce, dicendo: - Ascoltami, padre! Tu, padre di
ogni paternità, tu, luce infinita ιαω. ιουω. ιαω. αωι. ωια. ψινωϑερ. ϑερωψιν.
ωψιϑερ. νεϕϑοµαωϑ νεϕιοµαωϑ. µαραχαχϑα. µαρµαραχϑα. ιηανα. µεναµαν αµανηι.( del
cielo) του ουρανου ισραι. αµην. αµην. σουβαι. βαι. αππααπ. αµην αµην ϑερααραι.
(dietro) hapahoy αµην. αµην. σαρσαρσαρτου. αµην. αµην. -Kουρκιαµιν. µιαι. αµην.
αµην. ιαι. ιαι. τουαπ. αµην. αµην. αµην. µαιν. µαρι. µαριη. µαρει. αµην. αµην.
αµην. [iao iouo iao aoi oia psinother theropsin opsither nepthomaoth
nephiomaoth marachachtha marmarachtha ieana menaman amanei (del cielo) israi
amén amén sasarsartou amén amén kourkiamin miai amén amén iai iai touap amén
amén amén main mari marie marel amén amén amén] Ascoltami, padre! Tu padre di
ogni paternità. Invoco anche voi che perdonate i peccati, voi che purificate le
iniquità. Perdonate i peccati di questi discepoli che mi hanno seguito,
purificate le loro iniquità, e rendeteli degni di essere annoverati nel regno
del padre mio, del padre del tesoro della luce. Essi, infatti, mi hanno seguito
e hanno osservato i miei comandamenti.
Or dunque, padre, tu padre di ogni paternità, giungano
coloro che perdonano i peccati! I loro nomi, sono: σιϕιρεψνιχιευ. ζενει.
βεριµου. σοχαβριχηρ. ευϑαρι. να. ναι. διεισβαλµηριχ. µευνιπος. χιριε. ενταιρ.
µουϑιουρ. σµουρ. πευχηρ. οουσχους. µινιονορ. ισοχοβορϑα [siphirepsnichieu zenei
berimou sochabricher euthari na nai (abbi misericordia di me) dieisbalmerich
meunipos chirie entair mounthiour smour peucher oouschous minionor
isochobortha] Ascoltatemi mentre vi invoco! Perdonate i peccati di queste
anime; cancellate le loro iniquità. Siano rese degne di essere annoverate nel
regno del padre mio, del padre del tesoro della luce. Conosco, infatti, le tue
grandi forze e le invoco: αυηρ. βεβρω. αϑρονι. η ουρεϕ. η ωνε. σουϕεν.
χνιτουσοχρεωϕ. µαυωνβι. µνευωρ. σουωνι. χωχετεωϕ. χωχε. ετεωϕ. µεµωχ. ανηµϕ.
[auer bebro athroni e oureph e one souphen knitousochreoph mauonbi mneuor
souoni chocheteoph choche eteoph memoch anemph] Perdona i peccati di queste
anime, cancella le loro iniquità, commesse coscientemente e incoscientemente,
commesse nella prostituzione e nell’adulterio fino al giorno d’oggi. Perdona
loro e rendile degne di essere annoverate nel regno del padre mio, affinché,
padre santo, siano degne di partecipare a questa offerta. Padre, se tu mi hai
ascoltato, se hai perdonato i peccati di queste anime, e cancellato le loro
iniquità, e le hai rese degne di essere annoverate nel tuo regno, dammi un
segno in questa offerta.
E il segno, del quale
Gesù aveva parlato, avvenne. Disse Gesù ai suoi discepoli: - Gioite e
rallegratevi, poiché i vostri peccati sono perdonati, le vostre iniquità sono
cancellate, e voi siete annoverati nel regno del padre mio. Dopo che egli parlò
così, i discepoli provarono una grande gioia. Disse loro Gesù: - Negli uomini
che vi crederanno, nei quali non vi è alcuna falsità, e avranno ascoltato tutte
le vostre buone parole, compirete questo mistero seguendo questo metodo e
questa maniera; e fino al giorno in cui avrete compiuto per essi questo
mistero, i loro peccati e le loro iniquità saranno cancellati. Tuttavia,
nascondete questo mistero e non datelo a tutti gli uomini, ma soltanto a quelli
che faranno ogni cosa di cui vi ho parlato nei miei comandamenti. Questo,
infatti, è il vero mistero del battesimo per coloro i cui peccati sono
perdonati, e le cui iniquità saranno coperte. Questo è il battesimo della prima
offerta: esso addita la via verso il vero luogo, verso il luogo della luce.
Cap. 143
Gli dissero poi i
discepoli: - Rabbi, rivelaci il mistero della luce di tuo padre, poiché ti
abbiamo sentito dire: c’è ancora un battesimo di fuoco, c’è ancora un battesimo
dello Spirito Santo della luce, e c’è un’unzione spirituale, i quali guidano le
anime al tesoro della luce. Parlaci, dunque, del loro mistero, affinché
ereditiamo il regno del padre tuo. Gesù disse loro: - Non c’è mistero più
sublime dei misteri sui quali mi interrogate. Esso, infatti, guiderà la vostra
anima alla luce delle luci, ai luoghi della verità e del bene, al luogo del
santo di tutti i santi, al luogo nel quale non c’è donna né uomo; in quel luogo
non vi sono forme, ma solo una continua e indescrivibile luce. Nulla, dunque, è
più sublime di questi misteri sui quali mi interrogate, a eccezione del mistero
delle sette voci, delle loro quarantanove forze, e dei loro numeri. Né v’è
alcun nome più sublime di tutti loro: il nome nel quale si trovano tutti i
nomi, tutte le luci, e tutte le forze. Colui che conosce quel nome, allorché esce
dalla materia non può venire trattenuto né da fuoco né da tenebre né da potenza
né da arconte della sfera del destino né da angelo né da arcangelo né da forza.
Nulla può trattenere l’anima che conosce quel nome: allorché esce dal mondo e
proferisce al fuoco quel nome, lo spegne e la tenebra si ritira; se essa lo
proferisce ai demoni, ai ricevitori delle tenebre esteriori, ai loro arconti,
alle loro potestà, e alle loro forze, se ne andranno tutti in rovina; la loro
fiamma arderà, ed essi esclameranno: «Santo, santo sei tu, tu santo di tutti i
santi!». E quando dice quel nome ai ricevitori dei giudizi malvagi, alle loro
potestà, alle loro forze, anche a Barbelo, al dio invisibile, agli dei dotati
di triplice forza, non appena questo nome risuona Pistis Sophia Svelato Ο
Samael Aun Weor 268 in quei luoghi essi crolleranno disciolti e annientati, e
grideranno: «O luce delle luci, che si trova tra le luci infinite, ricordati di
noi e purificaci!». Quando Gesù finì di pronunciare queste parole, tutti i suoi
discepoli piansero con alte grida, dicendo...
PISTIS SOPHIA Sesto Libro
Cap. 144
Dopo questi eventi la
(l’anima) traggono attraverso fiumi di fuoco e attraverso mari di fuoco ove la
puniscono per altri sei mesi e otto giorni. Poi la conducono su alla via di
mezzo, e ogni arconte della via di mezzo la castiga tra i suoi castighi per
altri sei mesi e otto giorni. In seguito la conducono alla vergine luce la
quale giudica i buoni e i cattivi, affinché la giudichi. Quando la sfera si
gira, la consegna ai ricevitori, affinché la gettino negli eoni della sfera. I
ministri della sfera la guidano fuori verso un’acqua, al di sotto della sfera:
la quale diventa fuoco bollente contro di essa fino a purificarla
integralmente. Arriva poi Yaluham, il ricevitore di Sabaoth Adamas, il quale
offre alle anime il calice dell’oblio: porta un calice ripieno con l’acqua
dell’oblio, lo porge all’anima, essa ne beve, e dimentica ogni luogo e tutti i
luoghi ai quali si recò; la gettano poi giù in un corpo il quale trascorrerà il
suo tempo con il cuore costantemente agitato. Tale è il castigo contro colui
che maledice.
Maria si fece avanti e disse: - Mio Signore, quando esce dal
corpo, dove andrà il calunniatore, quale sarà il suo tormento? Gesù rispose: -
Allorché, attraverso la sfera si compie il tempo del calunniatore ed egli esce
dal corpo, giungono dietro di lui Abiut e Charmon, i ricevitori di Ariel:
guidano l’anima fuori dal corpo e passano tre giorni girando con lei e
istruendola sulle creature del mondo; poi la guidano giù nell’Amenti davanti ad
Ariel il quale la castiga con i suoi castighi per undici mesi e ventun giorni.
Poi la guidano nel caos davanti a Yaldabaoth e i suoi quarantanove demoni,
ognuno dei quali l’attacca per altri undici mesi e ventun giorni flagellandola
con fruste infuocate. Poi la guidano nei fiumi di fuoco e in mari bollenti di
fuoco e quivi la puniscono per altri undici mesi e ventun giorni. Poi la
portano sulla via di mezzo, e ognuno degli arconti la castiga con i suoi
castighi sulla via di mezzo per altri undici mesi e ventun giorni. Poi la
portano alla vergine luce, che giudica i giusti e i peccatori, affinché la
giudichi; allorché la sfera si gira, essa l’affida ai propri ricevitori
affinché la gettino negli eoni della sfera. I ministri della sfera la guidano
al di sotto della sfera, a un’acqua che - per lei - diventa fuoco bollente e corrosivo
per purificarla integralmente. In seguito, Yaluham, il ricevitore di Sabaoth
Adamas, porta il calice dell’oblio, lo porge all’anima, essa lo beve e
dimentica tutti i luoghi e tutte le cose, tutti i luoghi nei quali era andata.
Essi, poi, la immettono in un corpo che passerà il suo tempo angustiato. Questo
è il giudizio del calunniatore.
Cap. 145
Maria esclamò: -
Guai, guai ai peccatori! -. Salome domandò: - Mio Signore Gesù, qual è il
castigo di un omicida il quale non ha commesso alcun peccato all’infuori
dell’omicidio, allorché esce dal corpo? Gesù rispose: Allorché attraverso la
sfera si compie il tempo dell’omicida, che non ha commesso alcun altro peccato
all’infuori dell’omicidio, ed egli esce dal corpo, giungono i ricevitori di
Yaldabaoth, guidano la sua anima fuori dal corpo, legano i suoi piedi a un
grande demone, dall’aspetto di cavallo, il quale passa con lei tre giorni
facendola girare per il mondo. Poi la guidano nei luoghi del freddo e della
neve e quivi la puniscono per tre anni e sei mesi. Poi la guidano nel caos
davanti a Yaldabaoth e ai suoi quarantanove demoni: ogni demone la flagella per
altri tre anni e sei mesi. Poi la guidano nel caos davanti a Persefone e la
puniscono con i loro castighi per altri tre anni e sei mesi. Poi la portano
sulla via di mezzo, e ogni arconte della via di mezzo la punisce con i castighi
dei suoi luoghi per altri tre anni e sei mesi. Poi la conducono dalla vergine
luce, che giudica i giusti e i peccatori, affinché la giudichi; allorché la
sfera si gira, ella ordina che sia gettata nelle tenebre esteriori, fino al
momento in cui le tenebre esteriori saranno eliminate: allora essa sarà
annientata e disciolta. Questo è il castigo dell’omicida.
Cap. 146
Pietro disse: - Mio Signore, le donne la finiscano di
domandare, affinché possiamo domandare anche noi! Gesù disse a Maria e alle
donne: - Anche ai vostri fratelli maschi date l’occasione di presentare
domande. Pietro domandò: - Mio Signore, qual è il castigo di un predone e di un
ladro, ostinato nei suoi peccati, allorché esce dal corpo? Gesù rispose: -
Allorché, attraverso la sfera, si compie il tempo, giungono da lui i ricevitori
di Adonis, guidano la sua anima fuori dal corpo, passano con lei tre giorni
facendola girare e istruendola sulle creature del mondo. Poi la guidano giù
all’Amenti davanti ad Ariel il quale la punisce con i suoi castighi per tre
mesi, otto giorni e due ore. Poi la guidano nel caos, davanti a Yaldabaoth e ai
suoi quarantanove demoni, e ogni demone la punisce per altri tre mesi, otto
giorni e due ore. Poi la guidano sulla via di mezzo, e ogni arconte della via
di mezzo la punisce col suo fumo oscuro e col suo fuoco maligno per altri tre
mesi, otto giorni e due ore. Poi la guidano su dalla vergine luce, che giudica
i giusti e i peccatori, affinché la giudichi; allorché la sfera si gira, essa
l’affida ai propri ricevitori affinché la gettino negli eoni della sfera; i
ministri della sfera la guidano fuori, al di sotto della sfera, da un’acqua che
- per lei - diventa fuoco bollente e corrosivo per purificarla integralmente.
Poi Yaluham, il ricevitore di Sabaoth Adamas, porta il calice dell’oblio: lo
porge all’anima, essa lo beve e dimentica tutte le cose e tutti i luoghi nei
quali era andata; essi la gettano in un corpo paralitico, sformato e cieco.
Questo è il castigo del ladro.
Prese a parlare Andrea, dicendo: - Che cosa accadrà all’uomo
superbo e altezzoso, quando esce dal corpo? Gesù rispose: - Allorché,
attraverso la sfera, si compie il tempo di quel tale, giungono a lui i
ricevitori di Ariel, guidano la sua anima fuori dal corpo, passano con lei tre
giorni peregrinando per il mondo e istruendola sulle creature del mondo. Poi la
guidano giù nell’Amenti davanti ad Ariel, il quale la punisce con i suoi
castighi per venti mesi. Poi la guidano nel caos davanti a Yaldabaoth e i suoi
quarantanove demoni: egli e ognuno dei suoi demoni la punisce per altri venti
mesi. Poi la portano sulla via di mezzo, e ogni arconte della via di mezzo la
punisce per altri venti mesi. Poi la guidano davanti alla vergine luce,
affinché la giudichi; allorché la sfera si gira, essa l’affida ai propri
ricevitori affinché la gettino negli eoni della sfera. I ministri della sfera
la guidano, al di sotto della sfera, a un’acqua che - per lei - diventa fuoco
bollente e corrosivo per purificarla. Giunge, poi, Yaluham, il ricevitore di
Sabaoth Adamas, porta il calice con l’acqua dell’oblio, lo porge all’anima, lei
la beve e dimentica tutte le cose e tutti i luoghi nei quali era andata; la
gettano in un corpo sordomuto e odioso, di modo che tutti lo disprezzino continuamente.
Questo è il castigo dell’uomo superbo e altezzoso.
Tommaso domandò: - Qual è il castigo di un bestemmiatore
impenitente? Gesù rispose: - Allorché, attraverso la sfera, si compie il tempo
di quel tale, lo inseguono i ricevitori di Yaldabaoth, gli legano la lingua a
un grande demone dall’aspetto di cavallo e trascorrono tre giorni peregrinando
per il mondo con lui e punendolo. Poi lo guidano nel luogo del freddo e della
neve, ove lo puniscono per undici anni. Poi lo guidano giù nel caos davanti a
Yaldabaoth e i suoi quarantanove demoni, e ogni demone lo punisce per altri
undici anni. Poi lo guidano alle tenebre esteriori fino al giorno in cui verrà
giudicato il grande arconte dall’aspetto di drago, il quale avvolge le tenebre.
Quell’anima sarà annientata, sarà consumata e disciolta. Questo è il castigo
del bestemmiatore.
Cap. 147
Bartolomeo domandò: -
Qual è la punizione di un pederasta? Gesù rispose: - La misura (della pena) del
pederasta e dell’uomo col quale dorme, è la stessa di quella del bestemmiatore.
Allorché, attraverso la sfera, si compie il tempo, la sua anima viene inseguita
dai ricevitori di Yaldabaoth: egli e i suoi quarantanove demoni la puniscono
per undici anni. Poi la guidano ai fiumi di fuoco e ai mari di pece bollente,
pieni di demoni dall’aspetto di maiali: essi la corrodono e la immergono in
fiumi di fuoco per altri undici anni. Poi la portano nelle tenebre esteriori
fino al giorno del giudizio: quando saranno giudicate le grandi tenebre, essa
verrà disciolta e annientata.
Tommaso domandò: - Abbiamo saputo che sulla terra vi sono
persone che prendono il seme maschile e il sangue del mestruo femminile, li
mettono in un piatto di lenticchie e mangiano (il tutto), dicendo: «Crediamo a
Esaù e a Giacobbe». È decente una cosa del genere oppure no? In quel momento
Gesù si adirò contro il mondo, e disse a Tommaso: - In verità ti dico: questo
peccato è più grave di tutti i peccati e iniquità. Gli uomini di tal genere
saranno portati subito nelle tenebre esteriori, non saranno più rimandati nella
sfera, ma verranno consumati e annientati nelle tenebre esteriori, luogo privo
di misericordia e di luce, tra grida e stridore di denti. Tutte le anime che
saranno portate nelle tenebre esteriori non verranno più rimandate, bensì
verranno annientate e disciolte.
Giovanni domandò: - Quando esce dal corpo, che cosa accadrà
a un uomo che non ha commesso alcun peccato, ha agito bene costantemente, ma
non ha trovato i misteri per potere attraversare gli arconti? Gesù rispose: -
Allorché, attraverso la sfera, si compie il tempo di quell’uomo, dietro la sua
anima giungono i ricevitori di Bainchoooch uno degli Dèi dotati di triplice
forza, guidano la sua anima con gioia e allegria, e passano tre giorni
facendola girare e istruendola, con gioia e allegria, sulle creature del mondo.
Poi la guidano giù nell’Amenti e l’istruiscono sui luoghi di correzione che ivi
si trovano: però non la puniranno, ma l’istruiranno esclusivamente su di essi,
e il fumo della fiamma dei castighi l’afferrerà solo un poco. In seguito la
portano sulla via di mezzo, l’istruiscono sui castighi della via di mezzo,
mentre il fuoco della fiamma l’afferra solo un poco. Poi la guidano dalla
vergine luce: essa la giudica, la depone presso il piccolo Sabaoth, il buono,
quello di mezzo, fino a quando la sfera si gira e Zeus con Afrodite vengono a
trovarsi davanti alla vergine luce, mentre Cronos e Ares vengono a trovarsi
dietro di lei. Allora (la vergine luce) prende quell’anima giusta e l’affida ai
propri ricevitori affinché la gettino negli eoni della sfera. I ministri della
sfera la guidano fuori da un’acqua, sotto la sfera; da essa scaturisce un fuoco
bollente e la corrode fino a renderla integralmente pura. Giunge, poi, Yaluham,
il ricevitore di Sabaoth Adamas, il quale porge alle anime il calice dell’oblio:
porta l’acqua dell’oblio, la porge all’anima, essa la beve, e dimentica tutte
le cose e tutti i luoghi nei quali era andata. Poi giunge un ricevitore del
piccolo Sabaoth, il buono, quello di mezzo, portando anch’egli un calice
ripieno di pensieri, di saggezza, di sobrietà, e lo porge all’anima. La gettano
in un corpo che non può dormire né dimenticare, a motivo del calice della
sobrietà che le è stato porto; esso spronerà di continuo il cuore di lei alla
ricerca dei misteri della luce fino a quando li troverà, per opera della
disposizione della vergine luce, ed erediterà la luce eterna.
Cap. 148
Maria domandò: - Un
uomo che abbia commesso tutti i peccati e tutte le iniquità, e non abbia
trovato i misteri della luce, riceverà il castigo una sola volta per tutti?
Gesù rispose: - Sì, lo riceverà (una sola volta). Se ha commesso tre peccati,
riceverà il castigo per tre. Domandò Giovanni: - Un uomo che ha commesso tutti
i peccati e tutte le iniquità, ma alla fine ha trovato i misteri della luce, è
possibile che venga salvato? Gesù rispose: - Un tale che abbia commesso tutti i
peccati e tutte le iniquità, ma trova i misteri della luce, li porta a
compimento, li adempie, non desiste e non commette (più) peccato, erediterà il
tesoro della luce.
Disse Gesù ai suoi discepoli: - Allorché la sfera si gira e
Cronos e Ares giungono dietro la vergine luce, mentre Zeus e Afrodite giungono
di fronte alla vergine, restando nei loro propri eoni, allora le tende della
vergine si tirano da parte, e lei gioisce in quel momento vedendosi di fronte
queste due stelle luminose. Tutte le anime che in quel momento essa getterà nel
ciclo degli eoni della sfera perché giungano nel mondo, diventeranno giuste e
buone, e - questa volta - troveranno i misteri della luce; essa le manda di
nuovo, affinché trovino i misteri della luce. Allorché, invece, Ares e Cronos
giungono di fronte alla vergine luce, mentre Zeus e Afrodite sono dietro di
lei, di modo che essa non li vede, tutte le anime che in quel momento essa
getterà nelle creature della sfera diventeranno cattive e colleriche, e non
troveranno i misteri della luce.
Mentre Gesù diceva ai suoi discepoli queste cose nel mezzo dell’Amenti, i discepoli gridavano e piangevano: - Guai, guai ai peccatori nei quali dimora la noncuranza e l’oblio degli arconti fino a quando usciranno dal corpo e saranno condotti a questi castighi! Abbi misericordia di noi, abbi misericordia di noi, Figlio del Santo! Abbi compassione di noi, affinché possiamo sfuggire a questi castighi e a questi giudizi preparati per i peccatori.
Anche noi, infatti, abbiamo peccato, nostro Signore e nostra luce!
Commenti
Posta un commento